19°C
venerdì 15 nov
  • Perché ho deciso di non proseguire in questa competizione per Palermo

    «Uno vale uno quando rispetta, vive e conosce a fondo l’etica politica del progetto a cui partecipa, e che gli richiede impegno e partecipazione quotidiana. Uno vale niente, quando scopre che la propria “etica” coincide con quella di partiti altrui, ma prende in giro i propri compagni di strada restando solo per costruirsi un potere personale» (Cit. Beppe Grillo)

    È da queste parole di Beppe che vorrei partire per spiegare i motivi che oggi mi portano a scrivere questa lettera proprio in difesa del Movimento 5 Stelle e dei suoi valori, in difesa di questa comunità che lavora incessantemente per costruire un modello alternativo all’attuale sistema politico italiano.

    Alcuni si porranno non poche domande su questa mia scelta, altri potrebbero perfino speculare o creare vere e proprie dietrologie, è bene spazzare via qualsiasi dubbio dall’inizio perché la realtà è molto più semplice di come alle volte la immaginiamo.

    Da luglio 2016 avrei preferito un altro cammino per le amministrative palermitane, ho votato in assemblea affinché si facesse un percorso prima sul programma (e quindi sui contenuti) e dopo si sarebbe giunti alla scelta dei candidati tramite una selezione interna.
    La via era semplice, ma la strada da seguire è stata complicata da più parti. In questa vicenda, e come spesso accade nella vita, non si può distribuire il torto o la ragione soltanto da una parte. Oggi mi posso permettere di affermare che gli errori politici e di comunicazione compiuti dipendono da tanti, e sono disposta a prendermi eventuali responsabilità anche sulla mia persona, nonostante abbia lottato con tutta me stessa per evitare quello che oggi non mi permette di proseguire in questa competizione.

    Sono cresciuta all’interno del Movimento seguendo dei principi che hanno sempre avuto come fine ultimo la partecipazione nel territorio e non una candidatura, oggi la scelta più facile sarebbe competere fino alla fine, ma significherebbe “tradire” chi ha riposto in me quella fiducia necessaria per garantire un percorso sano del Movimento 5 stelle a Palermo.
    Quel tipo di cammino purtroppo oggi, in questo momento, non ritengo sia una strada da seguire: Palermo e il suo gruppo di attivisti, a mio avviso, hanno bisogno di rinascere e di ripartire da zero.
    Pochi giorni per scegliere se partecipare alle “comunarie” in pieno Ferragosto, poche ore per votare durante le festività natalizie e adesso poco tempo per riflettere, per fare la scelta “giusta” o comunque quella più coerente.

    Giovedì scorso sono stata convocata all’Ars insieme agli altri candidati per le “sindacarie” di Palermo in una riunione in cui ci hanno spiegato le regole della “graticola” che si svolgerà stasera al cinema “De Seta”.

    Giancarlo Cancelleri, portavoce M5S, ha esordito ricordando a tutti noi candidati di cominciare a ragionare come una squadra, a prescindere da chi sarà il sindaco scelto.
    Ho trovato illuminanti le parole di Giancarlo che hanno sciolto ogni indugio e perplessità che ho avuto in questi mesi di comunarie, sotterfugi, scorrettezze, o semplici incoerenze.

    Non è per nulla semplice descrivere questo cammino che è diventato un campo minato, ma ritengo sia doveroso farlo nel rispetto di quei cittadini di Palermo che sperano in un cambiamento, e soprattutto nel rispetto degli iscritti/attivisti del Movimento 5 Stelle che mi hanno scelta per rappresentare ideali che vanno tutelati oltre ogni candidatura o scelta di candidarsi.

    Per alcuni potrebbe essere una vittoria, per altri mera convenienza, per gli uni è un’opportunità da non farsi scappare, per altri ancora un’occasione che non torna, e per me?
    Per me significa solo tanta responsabilità, quella di parlare a nome di una squadra.
    La squadra racchiude in sé concetti complessi di unione, di impegno e rispetto reciproco, di un unico fine comune che prevede un percorso condiviso e partecipato.
    Oggi più che mai dovrei sentirmi parte integrante di un gruppo che dovrebbe avere un grande progetto, ambizioso, “portatore sano” di grandi competenze riorganizzare una città come Palermo, “affamata” di progetti e soluzioni che non siano rappezzi alle difficili realtà quotidiane.
    Questo “variegato” gruppo ha superato il primo step di conferma delle comunarie, nonostante il travagliato cammino, che ha portato alla scrematura dei primi 37 nomi.
    Questi nomi non hanno visto, a parer mio, l’ampio consenso di partecipazione che meriterebbe una competizione importante come questa. Siamo sicuri che tutte queste persone possano realmente rappresentare quel segnale di rottura dalla “vecchia politica”? Siamo sicuri che alcuni non stiano soltanto cercando di cavalcare l’onda positiva del Movimento alla ricerca di una poltrona?

    Da diversi mesi mi sono interrogata sul fatto che a Palermo stesse prendendo piede un qualcosa più simile ad un “Partito 5 stelle”, in netta contrapposizione allo storico Movimento 5 Stelle che ho conosciuto e in cui mi riconosco. Questa sorta di “forma partitica del 5 stelle” tende a disgregare e a dividere chi ha sempre lavorato per le idee e non per la visibilità.
    Trovo che ci sia una grande incoerenza in coloro che vogliono rappresentare il Movimento 5 stelle senza conoscerne i principi e screditando chi c’è da sempre, chi c’è stato, e chi ne ha fatto la storia.

    Dovrei dunque condividere il più importante dei cammini insieme a persone che non conosco, che non si conoscono tra loro, che non ho mai visto nella maggior parte dei casi e delle quali non conosco nemmeno le idee per questa città?

    Per chi non conosce bene il Movimento la parola “attivista” può sembrare ignota, attivista è chi dedica giorni interi, pomeriggi e serate, sottraendoli a famiglia o amici, per migliorare la realtà quotidiana intervenendo sul territorio in tutte le forme possibili: banchetti, pulizia degli spazi verdi, partecipazione di idee, studio, programmazione e tanto altro ancora.
    Come può chi non c’è mai stato, capire e farsi portavoce di questi ideali?
    Come può definirsi attivista, chi definisce i banchetti sotto la pioggia «una raccolta punti»?
    Come può definirsi portavoce di questi principi chi in questi giorni non ha fatto altro che scrivere, o far scrivere, sui social e a mezzo stampa frasi denigratorie nei confronti di quella che dovrebbe essere la propria squadra?
    Come può ritenersi parte di questo progetto chi è stato già espulso dal meet up di Palermo, che è stato ritenuto incandidabile per le elezioni politiche del 2013, e che oggi si erge a garante di democrazia del 5 stelle presentandosi in lista?

    Chi crede di poter fare tutto da solo, perché si ritiene il migliore o migliore di altri, da solo soccomberà, perché a mio avviso solo e soltanto il lavoro di una squadra compatta e competente può portare a significativi risultati.
    Ho imparato molto in questi due anni di esperienza con il Grillo di Palermo, cito le parole che ho letto sul profilo di Claudia La Rocca – per una persona che ha messo tutta se stessa in un progetto è come essere un leone chiuso in gabbia» – e come lei anche altri della stessa squadra si trovano ad affrontare una dura battaglia, nella quale avrei voluto vederli stretti l’un l’altro a fare un’unica compagine, così come li ho conosciuti, così come mi hanno insegnato.
    Oggi, in questo elenco, leggo nomi di chi ha alimentato fronti dell’uno contro l’altro e questo non può certo rappresentarmi: «la natura costruisce e fa sistema l’uomo spesso scompone e crea ulteriore entropia» (cit.).

    Forse Palermo non è ancora matura, forse il percorso in rapida crescita per qualcuno è arrivato troppo presto tanto da sottostimare l’enorme responsabilità che ci viene chiesta.
    Tutto questo mi ha portato a più ampie riflessioni, non voglio deludere nessuno, ma sono certa che chi mi ha voluta in questo percorso, e chi ha poi confermato la fiducia nel volermi come possibile portavoce del Movimento a Palermo, comprenderà la non facile decisione di non proseguire in questa competizione.

    «Nulla produce nella mente dell’uomo un’impressione più positiva e profonda dell’esempio» (John Locke)

    Palermo
  • 5 commenti a “Perché ho deciso di non proseguire in questa competizione per Palermo”

    1. Il suicidio a scopo di esempio è una strategia abbastanza demenziale, a mio parere. Capirei se avessi detto: visto tutto lo schifo che c’è in giro sapete che c’è? Giocatevela da soli, questa partita truccata. O forse proprio questo volevi si leggesse fra le righe. Solo che non funzionerà, il tuo esempio. Una volta fuori dai giochi, poi non potrai nemmeno criticare se risulterà candidato uno dei loschi figuri di cui parli. Perché non hai fatto niente per evitarlo. Qual è lo scopo quindi? Sperare che i cattivi si autoescludano seguendo il tuo esempio? O il tuo è una sorta di sommesso “non andate a votare questi qui”?
      Boh.

    2. Prego fare screening liste candidati alle comunali m5s potrebbero esserci parenti e fidanzati deputati

    3. Premesso che rispetto le parole ,l’esperienza, la scelta.Credo pero ‘che il Movimento dovra’ necessariamente cambiare ed evolversi sempre piu’ verso una forma piu’ simile a un partito.E poi desidererei chiedere : questa sottolineatura continua del fatto di esser stati attivisti d a piu’ tempo non rischia di tener fuori dal movimento alcune persone pur valide che comunque hanno fatto attivismo civico presso altri contesti ? Mi pare un tema che si ripresenta , come se si pretendesse di staccare il biglietto per l’onore della causa.Giusto rispettare l’impegno storico, ma non ne farei una bandiera di precedenza.

    4. […] Di Pasqaule affida a Rosalio un lungo post per spiegare la sua sua scelta:  “Uno vale uno quando rispetta, vive e conosce […]

    5. Condivido quanto detto da Isaia, ti sei arresa troppo presto. Tenacia. Escludendoti vuoi rispettare le tue idee, ma è partecipando che li fai valere, eventualmente lottando.

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, X e Instagram