Carissimo fratello Salvatore (n.1)
Carissimo fratello Salvatore,
non ci sentiamo da quando siete tornati a New York. Qui, caro fratello mio, sembra che siamo sempre a un punto. L’inverno è venuto a strasatto, fino a due giorni prima avevamo le magliettine e ora abbiamo i cappotti. Menze stagioni addio, caro fratello. Oggi all’anno c’è stata la neve a monte Cuccio per due mesi. Capaci che quest’anno di nuovo. Ma quando ti scrivo che siamo sempre a un punto non mi riferisco al tempo che quello uno si commogghia ed è fatta. Dice che Palermo è europea ma certo è che succedono cose che proprio uno dice: ma può essere mai che non ci fidiamo a essere un poco più migliori? Per esempio: l’altra volta sono andato a lasciare lo zio Vito alla Stazione centrale. Era sabato e erano le dieci di mattina. Dico: a quest’ora traffico non ce n’è e prendo la via Roma a salire verso il Politeama. Così passo l’Ecce Homo, la acalinata della Vucciria e arrivo a San Domenico. Hai presente la piazza no? No, non la puoii avere presente. Perché no? Perché non si vede. Per vederla devi assicutare almeno tre bancarelle che vendono le bandiere del Palermo, devi sfardare almeno sette manifesti della pubblicità, devi prendere a pietrate una ventina di lampe di mille candele. Di lato ci sono altre bancarelle che vendono cassette delle canzoni napoletane e ora vendono pure i filmini e i giochi per il compiute. Pensa, fratello mio, che bellezza sarebbe senza tutte quelle cose. Pensa che la taliata potrebbe arrivare dalla via roma sino alla porta della chiesa incontrando solo balate. Ma io dico. Se a New York aprono sette bancarelle una sopra all’altra e ammucciano la statua della libertà, quanto ci stanno a assicutarli? Quante volanti dei sbirri arrivano a prenderli a peragnati nto culu? Qui no. Magari passa l’assessore, s’ammucca sette cd per fare giocare i picciriddri e tutti lo salutano: assessore di qua, assessore di là, ma che dobbiamo fare con questi posteggi che qui non si ferma più nessuno a spendere qualche cento lire per una maglietta di Machingua… Lo capisci Savlatore? Ci pare che ci devono dare pure la medaglia, che sono vittime. E San Domenico? E chi era? Noi solo a Santa Rosalia conosciamo.
Una volta a Palermo venne pure Scarbi. Tu dirai: e cu è? Scarbi è un professorone che se ne sente di cose artistici che poi Bellusconi se lo chiamò pure al governo e lui si sciarriò con tutti e ci disse: ma iti tutti a fare ‘nculu. Ora fa il politicante ma di monumenti, pitture e statue se ne sente sempre. Insomma venne Scarbi a inaugurare un palazzo che è alla Kalsa. Ci dicono Oratorio dei Bianchi. Miiiii fratello: una cosa di lusso. Antica, stava cadendo pezzi pezzi e il sindaco Ollando ci spese una picca di miliardi per risatrutturarla. Quando finì venne Scarbi e la inaugurò. E che fu? Manco passarono quindici giorni che ci montarono subito uno speccio di quelli rotondi enormi che servono a fare vedere l’incrocio così le macchine non sbattono. Poi ci misero accanto due cassonetti che il camio della munnizza li può scaricasre solo là perché nelle vaneddre della Kamsa non c’entra. E vista tutta questa compagnia, arrivò pure una specie di soldato antico. No, no, no vivo. Una statua di ferro come quelli con la corazza. E un bello cartello col nome di un ristorante la vicino. Ma quale oratorio dei Bianchi? Tutto cummigghiato da queste cose che sembra un museo di arte moderna come quello che abbiamo visto a New York quando siamo venuti a trovare a te e a Enzuccia. Come si chiamava? Il mommo? Ah, si Moma. Rosa mi disse: mi sento a Palermo: lattine di cocacola, copertoni usati. No fratello, io certe statue non le capisco. E Rosa tirava fotografie e io ci dicevo: Rosa ma che cabasisi fotografi che non ne capisci un tubo? Poi mi giro e vedo una statua fatta di tubi. Allora ci ho levato mano
Insomma fratello, nessuno fa niente. E sai perché? Perché qui cambiò il sindaco e dopo Ollando è venuto Cammariere e quello che fa? Tiene pulito il monumento fatto aggiustare da Ollando? “Miiii, il solito comunista!!”. Lo so che pensi questo. Ma non è vero. Io dico solo che i monumenti non si prendono la tessera del partito x o del partito y. Ma sono i partiti che si prendono i monumenti. E ognuno vuole dire che il suo è più bello. Come i picciriddri. E noi? Quei monumenti non sono curati perché chiamano turisti? E se li facciamo andare a cachì? Giusto i turisti di Ficarazzi possiamo prendere…
Va bene fratello. Ora ti saluto che sta cominciando la partita del Palermo e prima che arriva Rosa a farmi vedere che questo mese non arriveremo alla fine perché già la sardella scappò. Domani vado da mia suocera e mi faccio prestare cento euro. Quella sta bene, ha le case e cento euro me li presta. Ma poi dice: te li do ma solo per i ragazzi. Lo capisti?
Affettuosamente tuo
Miii…
me la sono letta tutta
d’un fiato. Che dire… Bellissima!
PS: Cammariere (quello vero)si potrebbe pure offendere.
Saluti
Mi associo ad entoni… è splendida, e anch’io l’ho letta con entusiasmo! Complimenti! Ciao
Post straordinario…
Un papello del genere sarebbe sopportabile su un testo cartaceo. Ma tutta sta prosa sul web non va bene. Imparate a scrivere per Internet, con venti, trenta righe al massimo, altrimenti la gente se ne ‘clicca via’…
Solo qualche consiglio:
Secondo Jakob Nielsen, leggere su schermo è il 25% più lento che leggere su carta. Questi i suoi consigli, frutto di approfondite ricerche sulle modalità di lettura dei “navigatori” del Web:
1. scrivere testi lunghi la metà di quelli concepiti per la carta
2. scrivere periodi semplici e brevi
3. scrivere pagine che non obblighino il lettore a scrollare troppo
4. se scrollare è necessario, tutti i titoli e i “segnali” di contenuto devono trovarsi all’inizio della pagina
5. una sola idea, un solo tema, per ogni paragrafo
6. saper usare l’ipertesto e “stratificare” le informazioni su più livelli.
(www.mestierediscrivere.com)
Ma anche la maggiore bibliografia sull’argomento.
tra ollando e cammariere io voto billitteri!
billitteri for major!
grande
Mi fanno proprio sorridere coloro che imparano fresca fresca una lezione sull’usabilità e pensano di poter dare consigli, di più… sentenziare.
Secondo me queste persone hanno difficoltà a leggere anche il cartaceo.
Mi associo a toni. Ma poi vuoi mettere un Billiteri con un J. Nielsen, che ne può capire lui di Scarbi.
Baci
Ciao Fr4nt1 e grazie per il tuo commento. Tu presupponi (erroneamente) che qui non si sia mai letto Nielsen. Il testo di Billitteri contiene errori “voluti”. È impostato come una lettera a un fratello immaginario in America. Sarebbe alquanto anomalo che un autore ipotetico che è (volutamente) sgrammaticato predisponga un testo usabile…non credi? 🙂
E poi non è vero che servano venti, trenta righe, per far “cliccare via” qualcuno. A me, a volte, ne bastano molte meno.
Come per il commento di Fr4nt1.
caro Fr4nt1, per ricordarmi il tuo nomere e scrivere quassotto ho dovuto fare le cazzicatummule, eppure non sono trenta righe. Detto ciò, con grande simpatia, mi becco la prima cazziata del blog e me la ioncornicio come il primo penny di paperone. Parliamoci chiaro Nielsen per me è ancora una marca di un detersivo per i piatti. Non sapevo che scriveva pure libri ma nella vita non si finisce mai di imparare.
Ho cpopiato le regole del “menzo”: “menza” cartella, “menza” storia, “menza” situazione. Mi ha ricordato il “menzo” e “menzo” delle pulle, con rispetto parlando, presso le quali con una sola tariffa si ottiene la metà di due diverse prestazi0oni. Eh sì, Nielsen se ne sentiva.
Io, ma solo io intendiamoci, penso che un blog è uno spazio di libertà. Nielsen, forse troppo occupato a lavare i piatti, forse si riferiva alla informazione sul web. Vuol dire che se uno cerca noitizie le deve trovare benne sistemate, brevi, efficaci e, se possibile, vere. Ma quando si dà spazio a un “pensamento” chi legge lo fa non per necessità di conoscere ma per divertimento di curiosare. Allora non c’è niente di male se gli faccio pagare una piccola tassa sulla mia vanità. Se lui accetta è fatta. Se non accetta sparagnamo. Non cerco clienti ma solo amici. Ma faccio una promessa. se nf4r o come si chiama che già me lo scordai, mi manda un indirizzo, prometto che ogni settimana gli mando un telegramma: carissimo fratello salvatore, qui siamo sempore a un punto. stop. Saluti. stop. Agneddu e sucu, e finiu u vattiu.
“menza parola”
24 righe, Billitteri! Ancora un piccolo sforzo e ci siamo…
Caro Fr4nt1, la vivacità e la mobilità dell’intelligenza non sono contenibili in poche righe (Italo Calvino) :-))
E non ci scordiamo, caro fratello, di tutte le munnizze che noi stessi gettiamo per terra, intorno ai monumenti e nelle strade quarsìasi, purcarìe di ogni genere, perchè tanto siamo a Palemmo. E si sa, Palemmo è già sporca di suo, munnizza più, munnizza meno… Non fa operazione. L’importante è dare sempri la colpa agli altri, noi siamo gli unici ‘nnuccenti!
Fr4nti..alla faccia della facilità per la lettura web..ma un altro nomignolo non lo potevi trovare??? Che per citarti ci vuole la laurea!!!
Ps. Io alle primarie voto Billitteri!!!!
Grande!!!
finalmente ti ho ritrovato : )
caro daniele io che ti conosco so che sei fiero del tuo-nostro slang palamito-in pietra (ho coniato questo termine spero tu lo condivida).
Per ricordarti chi sono : abbiamo fatto un corso assieme tanti anni fa, chiaramente tueri docente e io corsista ccop.l’albero delle pere, ciao
ps chiaramente daniele presidente…
mi fa venire prurito pensare alle “regole della comunicazione”; ma chi le ha inventate,un sarto tirchio ? e poi, giusto sulle parole dobbiamo sparagnare? per favore..
Daniele, che succede? e da tanto che non leggo cose tue.
Mi piace la tua acuta capacità di osservazione e come “ci” racconti. Aspetto speranzosa!
silvana
ps.se organizzi a Palermo qualcosa di tuo, ti è difficili segnalarmelo per e-mail? Comunque grazie e in “bocca al lupo”.
Grazie carissimo Billitteri, post semplicemente bellissimo…”puttroppamente” le cose a Palemmo non vanno bene…
E’ sempre un gran piacere leggerti!
Lui s’inventò i racconti di tre righe.
Gli dissero:
Che dici ? Non si capisce.
“Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”
E allora lui fece un racconto di tante righe.
Coi nomi, i nomi dei parenti e delle cose, dei monti e dei paesi, le città, vicine e lontane, le piazze, coi monumenti e le stagioni, le passate e le presenti e vive o morte. E mise anche il colore, quello giusto, il rosa, quello delle bandiere.
Gli dissero:
Troppe righe, il massimo è cinquanta, anzi trenta, no… venti !
E ci vuole l’ipertesto ed il testo, cartaceo.
straordinario.10,20 o 50 righe…quando si legge qualcosa di così piacevole non si contano mica le parole.complimenti, fantastico
questo e’ il bello di Palermo e dei palermitani, grande Billitteri!!!
Grandissimo Billitteri che riesce a scrivere in una lingua che ufficialmente non esiste. Ma se “scendi” nella Nostra Palermo , la senti parlare da migliaia di persone, nostri concittadini che la usano con un estro e un arte di arrangiarsi talmente sopraffina che a volte viene veramente da piangere dalla commozzione (e io sono uno di loro). Voglio pubblicare un libro di foto con tutti quei cartelli e insegne pubblicitarie fai da te che si trovamo nelle piu’ disparate bancarelle palermitane piene zeppe di licenze poetiche…..sarebbe fantastico se Billitteri scrivesse due righe in prefazione…. perche’ solo di poesia si puo parlare per immaginare che sia solo un grande scherzo. Viva Palermo, Viva Billitteri siamo un popolo troppo bastardo, in tutti i sensi?
io a Fr4nt1 ci vulissi spiari: ma i libri online come dovremmo leggerli? forse prima di caricarli sul web dovrebbero strappare alcuni capitoli?e poi scusa Fr4nt1, ma un nome un pò più come dire più facile no? è un’impresa ricopiarlo, scorri la pagina fai copia e nel momento dell’incolla mi si aggiorna il pc e devo rifare tutto….e che caspita.
Effettivamente Fr4nt1 e’ un Nick apparentemente senza capo ne coda,difficile da ricordare.Ma i suoi sono consigli validi per quelli che scrivono post e commenti.
I libri sono un’altra cosa.