Totò Cuffaro e il modello McFly
Con chi parla Totò Cuffaro quando dice che la mafia fa schifo? Al pescivendolo della Ballarò, all’avvocato di via Libertà, ai suoi assessori, alla Littizzetto, a chi?
Ma soprattutto, qual è la proposta politica, la “reason why” che dovrebbe innestare un cambiamento nei comportamenti dell’opinione pubblica “sensibilizzata” dalla nuova campagna?
“Difendiamo le nostre libertà”. L’azione che si propone è un’azione generica: difendere. Da chi, da che cosa, come, quando, perché? Non ci è dato sapere. L’unico riferimento concreto appare in maniera velata ed è quello, mi sembra, alla “Casa delle Libertà” che viene suggerito nell’uso del plurale, desueto nel lessico comune (sul fatto che la “Casa delle Libertà” andrebbe difesa per esempio dalla perdita di consenso potremmo anche concordare solo ci chiediamo quanto pertinente sia il riferimento elettorale in materie così delicate…).
A questo punto scatta la proposta, una proposta lunga quanto un post, quella di provare a rintracciare “indizi significativi”, oltre il significato “primo” della campagna (e se volete continuiamo nei commenti), che, come abbiamo visto, non ci aiuta tanto.
“La mafia fa schifo”, per esempio, significa nella sua forma, nel suo carattere “poetico”, è a pieno titolo insulto, genere ben specifico che in quanto tale, nel tono, possiede già una marca esclamativa, un alzare la voce, che attira l’attenzione.
Ecco, “la mafia fa schifo” attira l’attenzione, fa parlare di sé.
C’è però una cosa che non va per il verso giusto ed è che la forma-insulto non segue il contenuto. Lo slogan, infatti, è straordinariamente banale, dire a Palermo “la mafia fa schifo” è un po’ come sparare sulla croce rossa, non offende nessuno, tanto la frase è generica e blanda. L’insulto perde subito così la sua ragion d’essere: è un insulto nel tono ed una affermazione banale nel contenuto, definiamolo “insulto che non insulta”. Ma perché utilizzare il tono dell’insulto, il “modello letterario” dell’insulto, per poi non intendere un contenuto davvero “insultante”?
In questo ci può aiutare McFly, l’eroe di “Ritorno al Futuro” che, alle prese con il brutto ceffo che insidia la sua ragazza, rimane a corto di parole, non riesce a trovare un’offesa abbastanza moderata, abbastanza democristiana, da salvare la sua onorabilità agli occhi della ragazza e le sue ossa di fronte al suo avversario.
Cuffaro/McFly (se l’accostamento vi sembra ardito, sappiate che il soprannome del presidente ai tempi del liceo era “Totò ‘a pizzetta”…) prova a seguire l’esempio dell’eroe di “Ritorno al Futuro”, postulando un (el)lettore “incompetente” nella sostanza, un (el)lettore che non legge sui giornali delle inchieste e degli arresti di questi giorni, un (el)lettore che candidamente, come la fidanzatina di McFly, si scioglie di fronte al tono “maschio” con cui il timorosissimo insulto viene pronunciato.
Tutto sembrerebbe tornare, se non fosse che, pensandoci bene, “Ritorno al futuro” è ambientato negli anni ’50 ed oggi è il 5 dicembre 2005.
(Le immagini riproducono la campagna a cui fa riferimento il post e la versione ritoccata che circola in questi giorni per e-mail)
Bravo.
Proprio l’altro giorno pensavo, mentre tornavo verso palermo, mi sono imbattuto su questi manifesti che metteno in discussione la “bontà” della Mafia.
Mi chiedevo, intanto perchè virgolettato.
Ci sarà una ragione che non conosco.
E poi… fa schifo non si dice!. Non è vero?
Me lo diceva la mi mamma.
Euri 100mila spesi veramente male.
Se proprio si voleva colpire, perchè non mettere una bella lista di tutti i cittadini per bene morti ammazzati da questo “Essere” schifoso.
Salutiamo
Effettivamente queste virgolette inquietano un po’. Tecnicamente le virgolette servono per marcare il discorso indiretto, riportato. L’effetto potrebbe quindi essere quello che il mittente del messaggio non si assume la titolarità dell’insultino ma semplicemente lo riporta come detto da altri. Ancora chi sia l'”altro” in causa (il presidente, la città, i politici, i magistrati) non è possibile stabilirlo 🙂
Il linguaggio ed il messaggio della campagna è sicuramente discutibile, ma è il linguaggio del presidente, è diretto, facile, comprensibile…va bene per TUTTI.
E’ la sua forza, è la forza di “totò vasa vasa”.
Giusto, Ettore, preciso però che la campagna non è firmata dal presidente ma dalla regione siciliana. Era questo dato del testo che destava perplessità 🙂
Secondo te, come mai, il presidente non si è intestato il messaggio (come per esempio fanno regolarmente, Musotto e Berlusconi)?
Qui si discute di linguaggio??!!!!
Mi sa che siete tutti di Forza Italia!!!
Il punto per voi è apparire, ciò che conta è utilizzare un linguaggio “diretto, facile, comprensibile”, non essere efficaci, chiari e onesti.
Bravi, continuiamo così, se noi per primi ci prestiamo ad accettare i raggiri dei nostri governanti, non cambieremo mai e sui manifesti potremo scrivere “La mafia fa schifo, però votiamo Totò (vasa vasa … le mani dei mafiosi)
Perchè nessuno c’ha messo la faccia?Perchè l’illustre Totò non ha fatto stampare la sua faccia accanto questa frase così generica e omertosa? Niente di più ridicolo ed offensivo per quelli a cui la mafia fa davvero orrore..perchè schifo lo dicono i bambini a volte senza aver coscienza di quello a cui lo attribuiscono…ma si può pretendere che Cuffaro abbia una coscienza?
Quoto tutto quello che è stato detto … davvero orribile, dispendiosa e inutile, oltre che BRUTTA …
che si possa discutere sull’efficia e opportunità di una campagna pubblicitaria è giusto e lo posso accetare perchè siamo in un paese in cui vige il principio della libera manifestazione del pensiero…ma, cara Simona, chi sei tu per giudicare se Cuffaro ha una coscienza o no???..E’ veramente ridicolo il fenomeno che si sta verificando in questa assurda sicilia…Adesso che avete trovato il vostro capro espiatorio siete tutti più contenti così si può dare addosso a lui illudendosi che sputare fango su un uomo sia la vera lotta alla mafia…COMPLIMENTI!!!!
Beh, io non entrerei nel merito “di schieramento” della campagna. Analizzare il linguaggio non è una cosa né di destra né di sinistra. Analizzare è analizzare!
Prima si analizza, si riflette e poi si discute 😉
Per quanto riguarda la “comunicazione” e la “persuasione” per me non sono assolutamente il diavolo, anzi, bisognerebbe che tutti, si ponessero il problema di costruire una relazione con il proprio interlocutore costruita il più possibile sull’identità fra quello che si dice e quello che si è.
Direi persino che Totò Cuffaro ci riesce benissimo! Seriamente, cambiare i modelli della comunicazione sociale in Sicilia, sarebbe davvero una grande, grandissima innovazione.
Ecco MariaPia sono d’accordo con il tuo commento, qui si parla di una campagna, che non ci è piaciuta, per i motivi di cui si è detto. Non ci permetteremo mai di giudicare le coscienze, ognuno risponde alla sua.
Scusa Francesco, ma nella tua analisi della campagna c’era un forte riferimento all’emittente, che hai subito identificato in Cuffaro anche se il suo nome non appare, e lo hai paragonato al Mcfly che vuole stupire ma non colpisce veramente…ma se noi non sapessimo che Cuffaro è accusato di favoreggiamento non daremmo un senso diverso anche soltanto a quel “fa schifo”?Come mai adesso, alla luce di quello che sappiamo, ci appare un messaggio paradossale?Più che un capro espiatorio Cuffaro è una pecorella smarrita ma ovviamente questa è una considerazione assolutamente personale!A presto!
>ma se noi non sapessimo che Cuffaro è
>accusato di favoreggiamento non daremmo un
>senso diverso anche soltanto a quel “fa
>schifo”?
Secondo me, no. Sarebbe una frase banale e ovvia lo stesso 🙂 Questo non toglie, come ho scritto nel post, che il paradosso c’è ed è grande quanto una casa. (Solo sono convinto che non dai testi pubblicitari e nemmeno dai processi sia possibile accedere ai segreti delle coscienze e tantomeno giudicarle, questo lavoro lo lasciamo ai parrini!).
Secondo me, comunque, è anche interessante chiedersi che tipo di destinatario il testo presuppone. Nel post ho ipotizzato un (el)lettore ignorante, “che non sa”, magari invece, il destinatario modello “sa ma se ne frega”. Nel qual caso, mi verrebbe da dire, campagne come questa ce le meritiamo!
Allora ci ho pensato un po’ di più. Si potrebbe trattare di un classico caso in cui il testo instaura un lettore ideale nel quale il pubblico che effettivamente riceve la comunicazione si identifica solo in parte. Ciò fa nascere la legittima ribellione di quella parte di “destinatario” che non si riconosce nel ruolo assegnato dal testo (che sarebbe quello di soggetto che non sa o di soggetto testimone di una “beffa” costretto a fare buon viso a cattivo gioco). Questo rifiuto è una chiave di lettura forte della “provocatorietà” della campagna. E, considerate, potrebbe essere persino studiato a tavolino.
Sarà…ma resto convinta del fatto che se su quel manifesto ci fosse stata la faccia di Grasso o di chiunque stia davvero lottando, l’effetto non sarebbe stato banale nè provocatorio. E poi perchè dovrebbe essere una provocazione e verso chi? E poi giuro che non ho alcuna voglia di fare la parrina! Ciao Ciao
parrina?
Benvenuto Rosalìo!
Dò il mio personale benvenuto a Rosalìo, l’interessante iniziativa ideata da Tony Siino e segnalo il primo post di Mangiapane.
studiato o non studiato a tavolino, so solo che il manifesto, a primo acchitto, sconvolge chi lo legge: ciò che enuncia è talmente scontato che sembra quasi un insulto per l’intelligenza del suo destinatario/fruitore…a meno che questo non sia il mafioso stesso, per natura ignaro che la mafia faccia schifo!
Potrebbe essere un’ipotesi da non sottovalutare 🙁
la frase virgolettata “la mafia fa schifo” è lo sfogo di cuffaro che inseguito da due giornalisti che stavano facendo un inchiesta su di lui, lo pressavano elegantemente per strappargli qualche parola.
i giornalisti in questione facevano parte della redazione di Sciuscià ed hanno fatto un lavoro interessantissimo titolato “la mafia è bianca” che parla dei legami tra sanità mafia e regione.
in citta, nei giorni della messa in onda gratuita di questo documentario c’è stata una sorta di duello nascosto tra le due parti politiche tanto che nel giro di 7 giorni ci sono state la rimessa in onda di “viva Zapatero” (10 volte in 5 gg), diverse proiezioni de “la mafia è bianca” addirittura la prima presentata da michele SAntoro con la presenza dell’ex pool antimafia ed infine convegni vari sulla fenomenologia mafiosa.
In conclusione la campagna in questione è una risposta di cuffaro ai colpi ricevuti dai suoi avversari politici.
“la mafia è bianca” si trova nelle librerie è edito da RCS e costa sui 20 euro…difficilmente andrà in onda!
sono d’accordo con te, brum brum..appena letto il cartellone, benchè non sia firmato esplicitamente da Cuffaro, è subito collegabile al caro Totò..la frase è semplicistica, generica,in realtà ”non offende nessuno”..mica si leggono nomi e cognomi!fa breccia sull’elettore tipo, disinformato, che segue soltanto i titoli dei telegiornali, di cui tra l’altro lo slogan in questione ha la stessa ambigua icasticità, priva di approfondimento..insomma,sa tanto di facile e puntuale ”riverniciatina” all’immagine compromessa del nostro ”governatore”.
E tuttavia,qui sta la subdola strategia, la frase è furbescamente priva di un suo coinvolgimento come esplicito assertore, di cui forse qualche illuminato consulente, dotato ancora di buon senso,deve avergli fatto notare la grottesca comicità. Insomma, queste virgolette a Lui alludono, ma insieme la firma a carico della Regione conferisce a a tutto il messaggio una rassicurante, educata istituzionalità, tanto astratta e ”politicamente corretta” quanto priva d’effetti. Del resto, non si dice che il Sistema per neutralizzare i fattori di disturbo finisca con il farli propri, spogliandoli della loro carica contestataria?
pubblicità progresso oppure presa per il c.lo?
La seconda che ho detto!
Beh, che la frase sia direttamente collegata a Cuffaro, come dice brum brum, è incontestabile. Io stessa l’ho visto pronunciarla e ribadirla in risposta a Diaco in una intervista televisiva su Rainews24.
E qualche giorno dopo, arrivando a Palermo, ho visto la città disseminata di manifesti. Cosa altro pensare, se non quello che ha esplicitato Flo, e soprattutto in un periodo in cui le campagne elettorali iniziano a prendere forma? Una “rispolveratina” a spese della Regione, insomma.
Che la mafia faccia schifo è scontato: Che ciascuno di noi possa farsi latore di un messaggio più forte (e meno scontato) magari uscendo fuori dal banale e producendo “fatti concludenti” è meno scontato. Coraggio, dimostratelo con i comportamenti quotidiani – le piccole virtù – che non ve la meritate questa campagna.Piangersi addosso in gramaglie radical chic è fuori moda, non vi pare
C’è anche il libro ” Ho baciato Totò Cuffaro”
dove andremo a finire? siamo nelle mani della mafia!! è possibile che ancora nel 2006 la gente non ha capito per chi va a votare?
In Italia c’è la democrazia, in particolare è una democrazia rappresentativa. Ebbene alla luce del risultato elettorale e delle due opzioni di voto che c’erano in sicilia mi pare di capire che più del 50% dei siciliani si sentono rappresentati da una persona che il massimo che riesce a dare nella lotta alla mafia è un banale manifesto. Forse perchè anche loro, che lo vatano, riescono a fare solo chiacchiere come massimo apporto alla lotta alla mafia e soprattutto perchè verosimilmente non si sentono rappresentati da chi per combatterela mafia ci ha rimesso la vita. Io sono in esilio, pseudo forzato, fuori dalla sicilia, e mi sa che per i prossim cinque anni non torno, tanto più che votare è per me un lusso (220,00€ è il costo minimo del biglietto).
Bene…..attenzione a quello che scrivete….su questo sito si censura!!!!!
Su questo sito si rimuove ciò che viola la policy dei commenti. Buona lettura.
Secondo me invece il messaggio è diretto e positivo… Con tutti i soldi che spende chi tapezza Palermo per dire che è cool almeno qualcuno li impiega più utilmente nel far notare che la mafia esiste e puzza come la merda.. Sul fatto che poi a dirlo sia Cuffaro faccio notare che se non dice niente tutti gli vanno contro perchè non dice niente, se invece dice qualcosa tutti gli vanno contro perchè proprio lui non può parlare (come se fosse già condannato, in realtà il 99%della gente non sa nemmeno per cos’è accusato…)
CUFFARO E’ INDIGNATO…. GRASSO… MA CHI E’ CODESTO E COSA VUOLE DA ME, SI LEGGA LA SENTENZA… E POI DICIAMOCELO PURE QUA L’UNICO GRASSO CHE CONTA VERAMENTE E’ QUELLO MIO …. CHE COSA MI VENITE A RACCONTARE …..
ALTRI TIPI DI “GRASSO” IO NON NE CONOBBI!!!!
Anno Zero: “la mia piccola pagina di verità”
L’essere stato in missione umanitaria in Africa, a rischiare più volte la mia vita, in queste terre violate dalle terribili ingiustizie per salvare centinaia di bambini, l’avere operato nella mia città in terra di frontiera contro la mafia e per la difesa dei bambini disagiati, miseri e violentati, mi ha insegnato ad avere rispetto della verità e degli uomini.
Giovedì sera nel programma “Anno Zero” di Santoro, si è fatto scempio dell’immagine della Sicilia e di un uomo, presentato agli italiani come il peggiore degli esseri umani, un linciaggio ed un processo mediatico preparato ad arte, per condannare senza appello il governatore della Regione Sicilia, indicato dal reportage “la mafia bianca” come fiancheggiatore di vili assassini come Totò Riina. Mi chiedo, perché questo accanimento, scritto e montato con cinica regia da persone preparate a delegittimare questa figura scomoda, che bacia tutte le persone che gli si avvicinano, salito alla grande ribalta politica nel 2001- e da quel momento, oggetto di duri attacchi, dettati dal clima politico e dalla legittima contrapposizione o da altro?
La politica, non deve scadere in atti di persecuzione per agguantare la cima dell’albero, infischiandosene del giusto valore umano della persona.
Scrivo questa lettera, non per difendere Cuffaro, ma perché è giusto che trionfi la verità, quella verità che verrà fuori dalle aule dei tribunali, da chi è deputato a giudicare e non dai processi di piazza.
Nel 2003, al ritorno di una missione umanitaria in Africa, incontrai il presidente, al quale chiesi di aiutarmi a salvare un bambino congolese di nome: “Roy Beni”, non esitò un solo attimo e poi ancora, Junior, Josiane, Sevy; ha adottato bambini vittime delle guerre e della fame; un uomo sensibile, vicino alle fasce più deboli, che ho imparato ad apprezzare; mi fu vicino, quando iniziai lo sciopero della fame, durato nove giorni, affinché l’assessorato alla sanità si dotasse di un importante strumento di solidarietà a favore dei paesi del terzo mondo “Medicina Umanitaria”, che oggi garantisce la cura a tante persone gravemente malate che arrivano da lontano. Questo è l’uomo che ho conosciuto con i suoi alti valori cristiani per il quale sentivo il dovere di testimoniare questa piccola pagina di verità; lo faccio adesso nel momento in cui, essendo un personaggio pubblico, rischio, ancora una volta, di essere isolato, ma ho fede in Dio e mi auguro che tanti giovani possano avvicinarsi alla politica “nobile”, nel rispetto assoluto dell’altro.
Palermo 1/Febbraio/2008
Rino Martinez
(Cantautore – Missionario)
PRESIDENTE – FONDATORE
Associazione Missionaria Interculturale ONLUS
“Ali per Volare”
http://www.rinomartinez.com rinomartine1@tin.it
bello il post sembrava scritto da un collaboratore di santoro …………..! invece è un siciliano come me ma che ha tanto a cuore (viste le sue continue discussioni cha hanno come fissa totò cuffaro)la sicilia cercando di emulare le gesta orlandiane dell’ex deputato ds e oggi “ESTRANEO” alle vicende politiche e superpartes dr. michele santoro. preferisco un ragionamento con la “R” maiuscola come quello fatto da Rino Martinez che i continui attacchi a chi non può replicare e in un contesto del tutto particizzato! buon lavoro il processo al grande totò continua senza sosta nelle sedi che lo avevano già condannato ………e ribadisco senza nessuna simpatia politica !!!!!!!! forse!!!!! ahahahahha
sono con te TOTO’ VIVA LA SICILI A VIA TOTO’
Povero totò… condannato definitivamente da quella manica di comunisti…. come disse qualcuno(speriamo buttino la chiave…)
ah dimenticavo, spero che quel qualcuno di cui sopra faccia la stessa fine (ossia quella che merita)