Piazza Bologni, per esempio
Devo svelare che da settimane Tony Siino insiste affinché scriva qualcosa da “storico” su Rosalio. Ha pure minacciato di cambiarmi il profilo (cioè, non i connotati, solo quelle poche righe che mi identificano) se non lo faccio. La difficoltà sta nel fatto che in ogni luogo di Palermo il passato è profondamente stratificato, puoi togliere un velo e raccontare un episodio, ma per riuscire a coglierne l’identità devi guardare al cambiamento nel tempo, soppesare le trasformazioni e i loro autori, scrivere un saggio insomma, altro che “post”.
Alcuni, ingenui, pensano che la storia sia una ricostruzione di fatti, ma in realtà lo storico deve eccellere soprattutto in immaginazione se vuole colmare la lacuna fra il presente di un luogo e le sue immagini congelate in documenti d’archivio. Si prenda Piazza Bologni, per esempio. Sono stato sempre colpito dal fatto che lo spazio occupato dall’attuale ammasso di auto parcheggiate che serrano la statua di Carlo V sia descritta nella guida degli atterriti turisti che vi approdano come il “salotto di Palermo”. Continua »
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