Seguirà la degustazione
Oggi mi hanno invitato alla presentazione di un libro, in una libreria. Nell’invito è specificato: “seguirà una degustazione”. Perché se si parla di cultura, deve poi seguire un piccolo rinfresco? Cosa c’entra il mangiare? C’entra. Con quella piccola frase aggiuntiva è scongiurato il rischio di vedere la sala vuota. Per mangiare gratis i palermitani si muovono in massa, a qualunque livello d’istruzione. Avete visto la “festa del pane” in questi giorni? Scendendo da Porta Nuova verso i Quattro Canti nel tardo pomeriggio avrete notato una ressa enorme verso Piazza Bologni. Si ha l’impressione che regalino banconote e invece distribuiscono assaggini di pane e pizza, della stessa taglia di quelli che noi a casa destiniamo alla netturbe dopo un’abbuffata.
Bisognerebbe indagare l’istinto atavico che spinge il palermitano a palpitare ogni qualvolta può mangiare a sbafo. Sembra che quello che è gratis sia anche più buono. Deve essere un retaggio culturale, la preoccupazione ad accaparrare ogni briciola, di quei nostri antenati che dovevano sgobbare una giornata nel latifondo per guadagnare una pagnotta o forse è l’ansia di non rimanere escluso laddove c’è qualcosa da guadagnare, seppure si tratti di un modesto pasto. Una precisazione che tutti gli organizzatori sanno: la degustazione deve seguire non precedere l’evento. Non è la gratitudine che spingerà il pubblico palermitano a restare in sala ad ascoltare l’autore, ma l’aspettativa di essere saziato.
Anche a torino e milano succede la stessa cosa non siamo solo noi palermitani
Ricordo eurochocolate a Torino. C’era un monte di cioccolato gianduia alto una decina di metri e sopra un tizio che scalpellava e distribuiva gratis pezzi di roccia di gianduia e giù la calca gridava in dialetto panormico: cuscì a mmia, fratè a mmia, compà a mmia.
anche al Senegal succede la stessa cosa se si mangia gratis vengo con tre quattro miei amici
Penso che un po tutti gli uomini provino più gusto nel ricevere qualcosa per cui non hanno dovuto faticare più di tanto…ma i palermitani diventano davvero “curiosi” nei modi e nei gesti quando c’è qualsiasi cosa “aggratis” ne è stato un esempio la prima al politeama(da Voi gentilmente offerta!!)dove le signore tutte allicchittate ed impellicciate si accalcavano,facendo finta di non vederti, per un pezzetto di sfincionello agghiacciato…semplicemente divertente:)
Divertente soprattutto vedere le signore impiallicciate.
Sotto la spessa scorza di pelo batte un cuore cianè.
Io proporrei il cibo free come nuova “leva elettorale”. Sostituirei lo slogan “più case per tutti” con “cchiù sfincioni pi tutti”. Credo che il risultato sarebbe stupefacente. Ad ogni voto un pezzo di rosticceria. Tutti i candidati piazzerebbero il loro “bancuni” davanti al seggio e gli elettori si ritroverebbero a scegliere “realmente” il meglio. A tal proposito Ricordo un episodio simpaticissimo, durante una campagna elettorale in un seggio elettorale di una triste provincia siciliana, al momento dello scrutinio dei voti aprendo una scheda ci ritrovammo innanzi ad una scena esilarante; non era stata espressa alcuna preferenza ma dentro la scheda “untuosamente” venne ritrovata una fetta di mordadella sotto la quale c’era scritto: “vati mangiatu tutti cosi ora mangiativi puru chista”…
Baciamo le mani.
Il cibo è stato “leva elettorale” e strumento essenziale della DC per costruire il consenso nel meridione. A Palermo venivano distribuiti i pacchi di pasta in campagna elettorale. Parlo di una generazione fa.
Sono d’accordo con Marina che certi comportamenti non sono tipici dei palermitani, ma il format del blog e l’esperienza giornaliera me li fanno guardare in chiave palermitana. L’altra possibilità è che il mondo si stia “palermitanizzando”.
Questa cosa del mondo “palermitanizzato” è interessante! 🙂
Alajmo forse diceva una cosa simile in “Palermo è una cipolla”, devo controllare, per approfondire.
I sacchi di pasta di cui parla Pizzolato servivano da sussidio alle famiglie povere. Lo Stato ne dava concessione ai comuni che prontamente e periodicamente li dovevano distribuire ai meno abbienti. Gli amministratori comunali, in primisi uomini di partito e in secundisi grandissimi figli di… si servivano di questi sussidi per ottenere voti dai poveracci i quali erano noncuranti del fatto che quei sussidi gli spettavano di diritto.
Prima distribuivano i sacchi di pasta oggi, invece, la captatio benevolentiae avviene tramite l’elargizione e la distribuzione di ricariche telefoniche.
Divertentissima e condivisibile quest’analisi del presenzialismo con annesso “cibo a sbafo” a seguire. Simpatico ed elegante, nella cruda descrizione dei fatti l’autore, già apprezzato per altri scritti su questo visitatissimo blog. Bravo.
la “palermitanizzazione” esiste!
Pensate quanti palermitani sono emigrati!!!! Ormai l’accento torinese è più palermitano che piemontese! provate a chiedere a chi abita li….
(attenzione ho parlato di accento non dialetto)
“Aggratis macari ‘u’ veleno”…. e poi in tantissime cose se le si osserva si capisce che al DNA non si comanda…più che di “palermitanizzazione” mi pare si possa parlare di un naturale ritorno alle origini…nonostante pellicce e macchinoni dei quali non si sa neanche pronunciare correttamente il nome!!! Terra siamo e a terra restiamo!!!
Molti geniali commentatori hanno scoperto l’acqua calda. In tutto il mondo dove c’è il “gratis” c’è affluenza. La domanda è : se non si mangia a sbafo a Palermo si va ad un evento culturale?
Ma mu livati u spinnu?:ma com’è ca arripigghiastivu na notizia vecchia i cinc’anni e miezzu??? ;)))
i nordisti DOC. sono mooooolto peggio dei palermitani,quando si tratta di mangiare gratis , il giorno prima si prendono la purga.ahahah
Da un lato, il cibo é fatto di ‘comunicazione sociale’, quindi invece di dare l’idea dello scrocco, il cibo é un medium, dove le persone si rilassano e scambiano comunicazioni. Quindi é forse solamente una conosciutissima strategia di Marketing, niente più di questo.
Ad ora di mangiar gratis ovunque è così come a palermo, e non perchè il mondo si sia palermitanizzato. Ridiamo.
basta che un bel piatto di pasta lo fai pagare 50 cent allora crei il vuoto