La Sicilia di carta
Sono sessantacinque le carte geografiche che costituiscono il corpus della mostra “La Sicilia di carta. Le carte della Sicilia” inauguratasi venerdì alla Fondazione Banco di Sicilia. La mostra, a cura di Francesco Bucchieri, ripercorre attraverso l’esposizione di preziosi tesori storici e grafici, le tappe della rappresentazione della nostra isola da parte di “viaggiatori-cartografi” dal rinascimento fino allo splendido esemplare di Giovan Battista Ghisi del 1778 assolutamente conforme al clima illuministico coevo.
La mostra, raffinatissima e molto particolare, ha diversi gradi di lettura, a partire dalla semplice curiosità che spinge ignari avventori a cercare nelle antiche carte riferimenti topografici conosciuti; a chi avviandosi alla visione con l’approccio storico cerca riscontro di umori e climi d’epoche passate; fino all’approccio puramente estetico che fa deliziare tanti – me per prima – nell’ammirare le incisioni (xilografie, incisioni su rame all’acquaforte, a bulino) spesso colorate a mano, a tempera o ad acqua, lasciandosi trasportare dalle linee assolutamente libere, alcune surreali della Sicilia del passato.
Astronomi, cartografi, frati benedettini che con calcoli complicatissimi, attraverso epistolari, resoconti di conoscenti, notizie di viaggiatori, cercavano di ricostruire la fisicità di posti lontani, esotici (la Sicilia lo è stata e continua ad esserlo tutt’ora per molti). Alcune carte sprigionano tutta la fascinazione dei tempi lontani in cui, per poter tracciare i riferimenti fisici dello spazio, bisognava “sfidare” l’astronomia e la matematica.
La Sicilia non è soltanto soggetto rappresentato ma anche motore di uno dei primi e più importanti resoconti di viaggio: «Ruggero II di Altavilla, re di Sicilia dal 1130 al 1154, non soddisfatto di quanto contenuto nei manoscritti di Tolomeo, invitò alla sua corte lo sceriffo (rampollo di Alì e Fatima), Iabu’ abù (Edrisi), noto per aver già viaggiato per l’Asia Minore, l’Africa e la Spagna, commissionandogli uno studio che illustrasse tutte le caratteristiche del territorio. L’opera di Edrisi, ultimata nel 1154, Nuzhat ‘al muìtaq fi (Sollazzo per chi si diletta di girare il mondo), il più importante trattato geografico di tutto il medio evo, fu conosciuta in Europa solo alla fine del Cinquecento». (F. Bucchieri, dal testo in catalogo)
È proprio dal Cinquecento che la narrazione della Sicilia parte: l’Isola è deformata, capovolta, colorata, divisa in tre parti («Olim tri nacria appellata est, quo a tria acra, hoc est tria cacumina habeat», didascalia, Lafrery Antoine, Roma 1560, in mostra), spostata al centro del Mediterraneo, sotto lo stivale, venata da fiumi, catene montuose (meravigliosa l’iconografia dell’Etna microscopicamente raffigurato sempre in eruzione), e città dai nomi vagamente familiari.
Una piccola nota a parte, meritano i due Globi esposti, uno celeste e l’altro terrestre, realizzati da Mattheus Greuter intorno al 1600 (donati alla Biblioteca Comunale da Francesco Maria Emanuele Gaetani, noto ai più come il Marchese di Villabianca) e qui esposti dopo il restauro. I Globi sono realizzati in legno, gesso e cartapesta e ognuna delle sfere è ricoperta da 24 mezzi fusi e due calotte polari incise a bulino su rame e acquerellate a mano. Bellissimi.
Insomma, chi di noi non ha mai preso in mano un Atlante e curiosato in paesi e città lontane alla ricerca di un posto dove fuggire, girovagare, avventurarsi o semplicemente meta di possibili vacanze?
In un certo senso ecco l’effetto della mostra: rinasce l’interesse sacrosanto, a volte sporcato e offeso, che l’Isola dove viviamo non dovrebbe mai smettere di suscitare dentro di noi.
la Sicilia è l’Isola del tesoro e Rosalio è il suo gioiello più prezioso 🙂
Mi chiedevo: chissà se Burgiafan e tony fan club si conoscono…hanno pure lo stesso provider. 😉
…a proposito di Idrisi e di Palermo, è uscito un libro molto bello “Un Sultano a Palermo” di Tariq Ali, Baldini Castoldi Dalai editore, 18,00 euri. Romanzo storico ambientato nella Sicilia araba di Rujari ha come protagonista (appunto) Muhammad ibn Abdullah ibn Muhammad al-Idrisi, la Palermo multi-culti sul far della sera, intrighi di corte, segreti di eunuchi e conflitti di potere. la “Siqilliya 1153”, il come eravamo. (arabi).