Sarnari in mostra e oggi all’Agricantus
«Può capitare, mentre dipingo, di scoprire una parte a volte minuta del quadro “già raggiunta”…al di là di me. La sospendo, spesso smetto di dipingere, altre volte non guardo più da quella parte per timore di distruggere una quiete interna a me. Conservo vivo il ricordo. Con quello vado avanti. Senza guardare mi sento più forte, ne ho bisogno. Un’infantile menzogna più grande di me. Comunque si ha un tuffo al cuore e… speri che sia vero. Dipingere è anche questo: mentire a se stesso per quel tanto che non ti senti di nuovo pronto un’altra sconfitta».
(Franco Sarnari, 1989)
Si è inaugurata il 3 marzo alla Galleria 61 la mostra personale di Franco Sarnari “I colori del nero”.
Quando nel 1969-70 Sarnari dipinse la prima grande onda di 18 metri, Dino Buzzati scrisse: «Sulla cresta turgida della sua onda (…) oscilla, trema e palpita uno struggimento dolce e amaro insieme, l’attesa, il desiderio dei paradisi remoti che non raggiungeremo mai, mentre di sotto si dilata, orrendo, il maelstrom del nulla”».
La volontà di creare una nuova onda, nel 2003, ha portato il pittore a inseguire nuovamente il movimento del mare, a scontrarsi con diversi parametri ottici e concettuali e, chiudendo lo spazio lo spettro visivo, a sintetizzare il nucleo della sua ricerca con il nero.
Il riferimento iconografico al precedente lavoro (la sua volontà iniziale era di dipingere un’altra grande onda di 20×2,5 metri) con il tempo si è rivelato un meccanismo, un riferimento visivo, capace di far avvicinare l’artista al suo reale obiettivo: la materia.
È la materia nera (un nero raggiunto solo dall’applicazione di una ventina di strati di colore diversi, modellati, raschiati, lucidati) a prevalere sull’immagine che diventa inconscia, irreale, concettuale.
L’artista arriva a celare la barriera di mare nero con l’ausilio di una retina, il mare diventa negato, inaccessibile eppure capace di penetrare ancor di più la fissità del reale, la cui visione è ugualmente impedita, celata, nascosta e nera.
Così per la serie di Controluce, nati nello stesso periodo e sottoposti alla stessa ricerca di immobilità, di senso sospeso, di tempo bloccato, così, la visione che sussulta senza speranza di altrove.
La Galleria 61 raccoglie l’ultimo passaggio della ricerca del pittore che, declinata nella sostanza del nero, esprime la sintesi di momenti presenti e di memorie che nella stesura del colore rimangono fissi e stupiti.
Nasce da questo la necessità di arricchire l’iniziativa con un incontro, un confronto diretto, un dialogo fra l’artista e il pubblico che si presenta come scambio di senso e narrazione, riflessione condivisa e interlocuzione sui grandi temi dell’arte vissuta.
L’incontro, organizzato dalla Galleria 61 e dall’Agricantus per l’8 marzo alle 17:30 presso l’Agricantus, sarà introdotto e moderato da Sergio Troisi.
INFO: La mostra “I colori del nero” resterà aperta alla Galleria 61 dal 3 al 25 marzo 2006 e sarà visitabile dal martedì al venerdì ore 17:00 – 20:00 il sabato ore 10:00 – 13:00 e 17:00 – 20:00.
GALLERIA 61, via XX settembre, 61 – 90141 Palermo – tel./fax 091/329229 www.galleria61.com
TEATRO AGRICANTUS, via XX Settembre, 82/a – via Nicolò Garzilli, 89 www.agricantus.org
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