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lunedì 23 dic
  • Cronache di liberty #1

    Villino Favaloro

    Due notizie di cronaca che hanno a che fare con il liberty a Palermo. Una buona e una cattiva.

    Prima quella cattiva: riguarda il villino Favaloro (1889) splendido esempio di architettura liberty a Palermo progettato da G.B.F. Basile e ultimato dal figlio Ernesto nel 1914. I Basile, i due maggiori architetti del periodo, firmando quest’opera a quattro mani aprono e chiudono, per così dire, una delle più fertili stagioni di Palermo, anticipando tendenze europee e innovando linguaggi. Dal progetto originario arrivano gli influssi medievalisti che alleggerendosi diventano filiformi ed eleganti, del completamento di Ernesto rimane la torretta d’angolo, quasi a voler semplicemente e spazialmente aggiungere il tocco, la raffinatezza infinita che avrebbe portato di lì a poco al suo apice l’Art Nouveau anche a Palermo.

    Ma non è questa la notizia, il villino Favaloro fino al terremoto del 2002 è stato sede del Centro nazionale per l’inventario e la catalogazione dei BB CC, quindi sgomberato, nel 2003 la giunta di governo lo vuole acquistare, per farci che? Restaurarlo e renderlo finalmente agibile? No, farci uffici di rappresentanza, una specie di assessorato per gli esteri. Scatta a questo punto la mobilitazione e Granata lo destina a diventare il Museo della fotografia a Palermo. Riconferma l’intenzione con 100 mila euro per la progettazione del museo, passa il tempo, cambia l’assessore ma non l’intenzione, Pagano entra all’assessorato, scrive il volume “Identità e futuro” al 21simo punto delle 22 linee guida del suo mandato c’è la galleria per la fotografia del villino Favaloro.

    Bene, la notizia è questa: il villino è assegnato per 30 anni alla Fondazione Plaza di Antonio Fabbrizio (delibera del 28 dicembre) partorita dalla società Rps di Naro (???). La società si occupa di organizzare convegni, fa formazione professionale, promuove le produzioni dell’Isola, fa formazione sanitaria e il suo amministratore delegato, Fabbrizio, è anche il presidente della Fondazione; l’assessorato che compartecipa alla fondazione ne ricopre la vice presidenza. Nel curriculum della Plaza è attivo un progetto (finora solo presentato) denominato “The bridge” per i siciliani all’estero, ma tra i suoi soci conta (oltre all’assessorato regionale ai BB CC) l’assessorato all’Industria, al Lavoro, l’Università, due aziende che si occupano di informatica e una di sanità: la Nuova Casa di cure Demma. Volete partecipare anche voi? Bastano 50 mila euro per essere soci fondatori o se volete semplicemente sostenerla 40 mila euro, altrimenti niente. L’Assessorato ai BB CC AA e PI non solo dà in concessione il villino Favaloro per 30 anni ma stanzia anche 500 mila euro (bloccati dal Commissario dello Stato).

    Il solito “buon” Granata, fortunatamente, si pronuncia a difesa del villino, dice che andrà a fondo alla faccenda e chiede un chiarimento in giunta, con lui anche Forgione di Rifondazione.
    La Repubblica di ieri riporta le dichiarazioni di Pagano che dice di non voler tornare indietro dall’assegnazione del bene alla Fondazione Plaza e che il museo si farà lo stesso, non si sa dove, né quando, né come, ma si farà…

    (continua…)

    Palermo
  • 8 commenti a “Cronache di liberty #1”

    1. Sarebbe decisamente meglio destinarlo al Museo della fotografia. Speriamo!!!

    2. Siamo di fronte ad un sopruso e ad un atto di “legale” vandalismo. La sensibilità di Pagano nei confronti dell’arte è figlia dell’opportunismo politico di questa classe dirigente e di una arroganza “istituzionalizzata” che sa produrre furbate di questo tipo.
      Credo sia opportuno muovere l’opinione pubblica nella direzione di una presa di posizione a salvaguardia della prima destinazione (Museo della Fotografia) indicata da Granata (in realtà sono poco convinta anche di questa soluzione, ma è comunque meglio del nulla). Una raccolta di firme, intanto, potrebbe essere un primo passo nella direzione di un impegno collettivo. All’assessore regionale ai Beni Culturali e Artistici Pagano bisognerebbe spiegare che non si tratta soltanto della trasformazione in museo di un edificio di interesse storico artistico, ma che il Villino è un bene da destinare alla fruizione dell’intera collettività. All’estero, le fondazioni private investono propri fondi per costruire musei che poi diventano punti di riferimento delle città. In Sicilia, al contrario, nè pubblico nè privato, investe in cultura. Anche questo è un primato. Di miopia politica culturale, ma primato!

    3. La notizia non mi sorprende minimamente,è solo l’ennesima conferma del poco amore della nostra città nei confronti dei musei.
      Riporto solo due esempi:la galleria d’arte moderna,la cui sede in via turati sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea ed invece è stata occupata per più di 20 anni;
      ed il continuo rinvio dell’accordo con la Fondazione Guggenheim per la nascita di un museo che darebbe senz’altro ulteriore prestigio internazionale alla nostra bella città.

    4. Uharte per la Fondazione Guggenheim da ubicare nel restaurato Palazzo S.Elia (in via Maqueda) perchè non vai a chiedere ai consiglieri della provincia di Palermo chi è favorevole e chi contrario alla firma della convenzione con detta fondazione, ti avverto che potresti avere brutte sorprese.

    5. E IL MACCASCRO DI MONTEVERGINI E DELL’EX CARCERE,DOVE LI COLLOCHIAMO?

    6. A PROPOSITO, PER QUANTO RIGUARDA LA GESTIONE DEL MONTEVERGINI E DELL’EX CARCERE,L’AVALLO E LA PROTEZIONE ARRIVA DALLA SINISTRA,GIUSTO CATANIA,FORGIONE,CAMMARATA,ETC.. è SEMPRE LA SOLITA STORIA ALLA QUALE NON DOBBIAMO RASSEGNARCI,L’UNICA COSA CHE MI DISPIACE E CHE SONO TUTTI COSì MALEDETTAMENTE UGUALI DI FRONTE AL LORO INTERESSE

    7. Mi sembra che siamo sempre alle solite: chi fa qualcosa, qui da noi, è sempre bersagliato da mille critiche.

      Il Montevergini (teatro e atelier) funziona molto bene, ed ha proposto sia un’interessante stagione che parecchie iniziative molto nuove, convolgendo spettatori ed artisti.

      Il villino Favaloro a settembre verrà finalmente aperto al pubblico, dopo decenni di abbandono.

      La civica galleria d’arte moderna è stata finalmente trasferita a Sant’Anna, ed anche questo spazio è tornato fruibile.

      Non mi piace questa mentalità: meglio fare, e magari sbagliare, piuttosto che stare fermi e criticare, o sbaglio?

    8. Il progetto che l’arredatore realizza è il risultato di molte ore di studio e lavoro. Egli deve trovare il giusto equilibrio tra qualità, prezzo, gusto estetico e finalità d’uso di oggetti e mobili che arredano gli spazi dell’abitare. La figura dell’arredatore o Interior designer è sempre meno “artistica” e improvvisata e sempre più tecnica e specializzata.

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