Rincasato
Rosalio, un nome che mi è subito piaciuto. Content design attuale, stile postmoderno con un retrogusto barocco, un connubio gradevole.
Chi sono? Un rincasato. Così mi ha definito Tony Siino, che mi ha invitato a scrivere su Rosalio. 49 anni, effige più o meno come da foto, esperto in comunicazione multimediale e tecnologie telematiche, marketing etc, altre storie etc. Ho vissuto e lavorato per 13 anni tra la Brianza e Milano. Tornato da qualche tempo in quell’isola di Sicilia menzionata anche in una saga vikinga e celebrata in un canto islandese tardo medioevale.
Che ha quest’isola di speciale? Perché attrae ancora lo straniero e attira a sé l’indigeno? È l’aura siciliana. Sempre più fievole, essa resiste ancora nei luoghi appartati, sui monti nell’interno o in certi tratti di costa, ma i siciliani intesi come soggetto politico collettivo non ne hanno gran merito: le coste sono per la maggior parte sfigurate, il mare lascia a desiderare, i servizi sono meno che carenti, l’economia è patetica.
I musei, ultimi custodi di un tempo che non c’è più, sembra che per mesi saranno chiusi o quanto meno saranno poco fruibili per mancanza di custodi. Poco male! Leggo oggi che arriveranno in Sicilia e forse, il condizionale è d’obbligo, anche a Palermo frotte di turisti russi benestanti, interessati molto al lusso ed al godimento molto meno alla cultura e alla storia, perciò perché preoccuparsi dell’aura quasi spenta?
Cosa ha da dare e da dire Palermo? Non me lo spiego. A volte me lo chiedono e io me lo chiedo: perché sei tornato? Apparentemente per sintomi d’asfissia. Smog e polveri sottili? Non è solo quello.
Verso la fine dello scorso millennio mia moglie iniziò a ripetere una litania: Mamma, Mare, Mondello. Una goccia scava il granito, la litania scavava nella mia mente e attivava le nicchie più oscure del mio subconscio. Nel corso degli anni avevamo pensato di spostarci in Italia centrale od in Inghilterra, mai di tornare a Palermo, da cui eravamo andati via o forse fuggiti disgustati. Rimanda oggi rimanda domani e il lamento della terra, quell’istanza viscerale che connota i veri meridionali, s’impossessò di mia moglie e la sua litania di me.
Dopo tre anni il pentimento per ciò che abbiamo fatto è quasi totale. Quasi. C’è niente da salvare?
Potrebbe darsi, ne riparleremo. Saluti.
ciao e ben-rincasato!
più o meno 25 anni fa anche mio padre ha subito le litanie materne.
intanto ora siamo qui … ed io, se possibile, non me ne andrò per tutto l’oro del mondo.
a meno che …
🙂
Non è per essere ripetitiva………ma forse qualcosa da prendere c’è ….i siciliani ad esempio !!! E tu che sei stato fuori dovresti confermare la mia tesi… Ciao “Rincasato” e alla prossima 😉
Da salvare? quel maledetto sentirci furi posto in ogni posto;ho imparato a vederci il lato positivo,mai troppo dentro, mai troppo sfuggente:vivere di sguincio non è il massimo,ma almeno sei sempre pronto..e poi,lo hai capito ormai:quelli così siamo comunque,e sempre,in un altro luogo.
Ciao.
Io non credo che ci sia molto da salvare…Ma la maledizione sicula colpisce sempre tutti: appena si varca lo stretto ti acchiappa il bisogno di tornare indietro!
Sono anch’io una sicula scappata via dalla Sicilia. Concordo con Rosalio. La terra chiama. Chiama sempre. Ma c’è una verità di fondo. Ci fa scappare via. Tutti. Dal ragazzo appena diplomato alla famiglia che ha perso il lavoro. Coste sfigurate? servizi carenti? (io direi inesistenti) Sono scappata dalla mia terra a settembre. Vivo in una zona bella, accogliente (contrariamente a ciò che pensavo prima di venire in Veneto), una terra che mi sta dando una possibilità di ricominciare a vivere. e la mia terra? Cosa ha fatto? ha permesso che io e i miei figli andassimo via. e ome noi migliaia di siciliani. Vorrei essere granito. e se fossi granito avrei una goccia che scava in me per tornare nella mia terra. ma la goccia non c’è e il mio granito (se mai fossi granito) esterà integro. Forse tornerò per le ferie ma so già che mi roderò il fegato a notare le differenze tra quello che qui è normale e funziona e quello che di normale da noi non c’è e non essendoci non può funzionare. Una siciliana amaregiata.