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giovedì 7 nov

Archivio del 12 Aprile 2006

  • La coppa maledetta

    Quando andavo al liceo — praticamente un secolo fa — c’era una tipa con un corpo da favola, capelli biondi e occhi azzurri, sempre vestita alla moda, profumo da delirio. Era la più bella della scuola e non “cagava” nessuno di noi nemmeno di striscio. Nei discorsi di maschi si immaginavano notti (ma, volendo anche giorni) fantastici in compagnia di questa prova vivente dell’esistenza di Dio. Solo che per lei noi eravamo soltanto degli esseri insignificanti che sciamavano pietosi in attesa di un cenno che non arrivava mai. Verso la fine di marzo dell’anno della maturità, la tipa si avvicina e mi fa: “Senti, ma perché in cinque anni noi due non ci siamo mai parlati?”. Balbetto, sudo, divento rosso, mi manca l’ossigeno: “Ma sai, nessuno ci ha presentati…”. Non potevo trovare una risposta più idiota ma nel giro di una trentina di secondi netti c’era mezza scuola che parlava di questo incontro “ravvicinato”. Da quel giorno S. mi cominciò a salutare col bacetto (primo importante passo verso la beatificazione) e la mia popolarità al “Meli” crebbe a dismisura. Continua »

    Palermo
  • Lo spirito di servizio

    Ho visto la faccia di Provenzano. Come tutti. La tivvù me l’ha fatto intravedere, insieme alla folla insorta. Una faccia normale che conta 73 primavere nutrite a cicoria bollita e ricotta calda. Una faccia quasi rassicurante che avrei potuto vedere ovunque: in autobus, a piedi, in bicicletta. Una faccia che non mi avrebbe mai messa in allarme. Una faccia tradita da un pacco di biancheria pulita. Il procuratore antimafia Pietro Grasso ha dedicato l’operazione alla memoria di Falcone e Borsellino, l’abbiamo sentito tutti, abbiamo ricordato. La sorella di Borsellino, Rita – candidata come residente della regione Sicilia – intervistata in merito non snocciola nomi ma ricorda tutti quelli che si sono impegnati nella lotta. Sì, ha pensato al passato, dice “Paolo”. Ripete quel nome, ogni volta, come se lo carezzasse. Questa donna, con il suo senso pacato, inesorabile, di dovere e giustizia, ha il potere di emozionarmi profondamente.
    Intanto sfilano su raitre, a chiudere, le immagini di un’intervista a Giovanni Falcone. Una faccia paciosa, occhi sempre sul punto di ridere. “Ma chi glielo fa fare?” chiede il giornalista: rischi incalcolabili, sonno rubato, il sacrifico – quieto – di una vita normale. E lui minimizza, quasi sorride, come se la buttasse lì: “È lo spirito di servizio”.

    Palermo, Sicilia
  • La terra vista dal cielo atterra a piazza Politeama

    Ieri sera non avevo voglia di farmi ingurgitare dall’altalena di stati d’animo delle proiezioni delle politiche. Così ho deciso di andare a vedere la mostra allestita a piazza Politeama.
    Un bel viaggio, quello che mi ci voleva. Uscire per un attimo dall’angustia del proprio hortus conclusus e peregrinare attraverso le visioni di un altro paio d’occhi.

    Visioni enormi, di stupore, di meraviglia ma anche di sfacelo, di crepe incolmabili fra parti del mondo di cui ogni tanto ci giunge all’orecchio qualche nuova.
    Direi che la mostra, al di là degli intenti didascalici ed educativi, presa per la sua godibilità estetica, si divide grossomodo in due parti significative: una è quella che riguarda i paesaggi naturali laddove – sembra – che il soggetto sia così come lo vediamo sin dalla notte dei tempi. L’altra è la straordinarietà (nel senso letterario del termine, quindi connotato positivamente o meno di volta in volta) del paesaggio modificato dall’uomo. Continua »

    Palermo
  • Dell’indifferenza in materia di società

    Il titolo potrebbe far pensare alla recensione tardiva di un’opera del filosofo Manlio Sgalambro. Forse c’è un nesso ma qui si tratta di spazzatura. Giorni fa il portiere del condominio in cui abito, quartieri alti, mi ha raccontato di un suo colloquio con dei funzionari AMIA che informano gli utenti riguardo alla prossima istituzione di un servizio di raccolta differenziata dei rifiuti. Ho cercato delle notizie sul web e non ne ho trovate ma, lo ammetto, ho dedicato pochi minuti allo scopo. Innanzitutto mi chiedo: cosa distingue la nuova raccolta differenziata dalla vecchia? Nel mio quartiere esistono già i contenitori per la raccolta della frazione organica, della carta, del vetro e della plastica, in qualche modo sono usati, magari in modo non ortodosso, ma non si può pretendere di più. Le pattumiere a 4 e più posti sono oggetti buoni per le genti padane, qui è ancora pratica corrente il lancio in lungo del sacchetto e non riesco ad immaginare un palermitano impegnato in un’attività più complessa. Il ritiro differenziato di 4 o 6 tipi di rifiuti su più turni?? Continua »

    Palermo
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