Ritardato, anticipato
È mattina, sono appena salito sull’autobus affollato e mi sono sistemato in una nicchia salvapiedi. Non appena l’autobus riparte, il tizio che ho di fronte mi chiede: “SignoOree! AccheoOre finiscoono le targhee alteernee?” Rispondo che terminano alle ore 20 ma che l’inizio è alle 15. “Aaah! E’ per questoO che cc’è tutta questaA confuusioOneE!” Gli rispondo che gli automobilisti forse hanno anticipato i loro impegni per non restare bloccati. “Aaaah! Perciòo è dalle 3 alle 20.” Una pausa di alcuni secondi e poi riprende il discorso “Ma a che sservoOno le targhee alteerneE soOlo due volte alla settimanaA? Dovrebbe essere tutti ii gioOoRnii a targhee alteerneE”. Interviene il vicino: “Serbe a fari piccioli per il comune con tutte le multe che prendono!” Riprende il primo: “Egreggio signoree ci vuole il ritiro della pateente! Che non ci fannoO nienteE, le multeE, perchée c’hanno tanti piccioli e paganoO, paaganoO!”. Il discorso tra i due continua su altri temi: Papadopulo, il PalermoLivorno, serie AB. È la mia fermata, io scendo.
Non mi stupisco affatto, anzi rivivo(con un pizzico di tenerezza)gli anni in cui non avevo la patente e usavo anch’io i mezzi pubblici.
Perchè a Palermo ogni autobus è una piccola Comunità in cui discutere, confrontarsi, parlare dei fatti propri e soprattutto…farsi quelli degli altri, in un allegro fiorire di luoghi comuni, frasi fatte, detti popolari e tanta alleria!
Egregio Giovanni
Lei è pari o dispari?
Sono senza macchina da 2 settimane, danni ingenti, in sintesi é quasi fusa. Così, son tornata ad infoltire le fila del popolo dei mezzi pubblici.
MI son capitate cose anche molto carine. Ne racconto una fra tutte.
Aspettando il bus che da Piazza indipendenza doveva riportarmi al centro, io con i miei biglietti intonsi pre-acquistati, mi son vista donare da una ragazza africana, che tanto doveva scendere due fermate dopo il suo biglietto. Mi ha detto ‘Perché sprecarlo’? Lo do a te. L’ho trovata una lezione di civiltà, solidarietà, ed economia encomiabile.
Lo volevo comunicare. Tutto qua.
“abbiamo vinto!”… chiacchiere tra amici, posto solito.
signore dal tavolo accanto, anche lui sorgeggia una birra, è l’ora dell’aperitivo: “Mi scusi, posso intervenire?”. sguardi tonti, poi un flebile “prego…”.
“Scusi, ma in italiano non si dice ‘abbiamo vinto’ ma ‘hanno vinto’: cchi ffa, Lei iucò? no! perciò ‘hanno vinto, sono contento…’. scusi, ah… Buonasera.”
Mi piace come il sig. D’Acquisto tratteggia questa nostra realtà. Un distacco da signore d’altri tempi. Un’esibita estraneità a tutto questo caotico mondo, folkloristico e incomprensibile, tutt’al più miserevole.
Paternalista come le risposte che dà giù al suo interlocutore (asciutte, ragionevoli, eppure grigie) è incapace di inserirsi nel rito sociale che sta dietro la domanda.
..O forse si trattava di un sogno allucinato, di un episodio di sonnambulismo? Il signor D’Aquisto forse quella mattina dormiva, e sognava, o meglio aveva l’incubo, di trovarsi in mezzo a ‘sti bastasi. Che parlano tutti sbiascicati, come lui diligentemente riporta nell’ortografia. Importuni! Di prima mattina, peggio di una pallonata in testa!
Tranquillo signor D’Acquisto, si svegli pure, la sua fermata è la prossima.
scusa Teresa, la ragazza è stata sicuramente simpatica e civile con te, ma non puoi definire quel gesto civile.
La civiltà implica pagare i servizi che si utilizzano.
La ragazza africana aveva comunque pagato il servizio di trasporto, timbrando un biglietto che ha una validità oraria.
Non so se il biglietto si può cedere,l’abbonamento sicuramente no.
Nell’ambito della validità del biglietto e in considerazione anche del servizio che l’Amat offre, si può valutare il gesto della ragazza sicuramente carino.
La scienza, l’arte, la religione, il commercio, la guerra e anche il sonno sono basati su presupposti. Le relazioni sono basate su proiezioni e rispecchiamenti, ma siamo sempre noi che parliamo a noi stessi e di noi stessi. C’è un quadro con una cornice su una parete: una gestalt. C’è chi osserva la cornice: ha una forma inusuale ed è composta da un materiale indefinibile, pietra plasticosa o plastica pietrosa? Dice e non dice, non prende parte. Forse c’è, o non c’è. Forse è una lega. Sarà una lega lombarda? La persona che biascicava le parole sembrava affetta da un qualche disturbo mentale ma a me è piaciuta la sua disincatata lucidità, la sua passione distaccata, forse perché in fondo anch’io sono un disturbato, un disadattato. Nessun rito officiato, ma il bisogno di esprimere il proprio sé, il sé di una persona apparentemente ritardata ma per certi versi più sveglia di tutti i passeggeri di quell’autobus. Una lezione, per me. Si dice che la verità è dei bambini e dei folli. Siamo sistemi autocorrettivi, eliminano subito il disturbo inquadrandolo e perciò costruiamo cornici fatte con le nostre certezze, con la nostra mappa cognitiva. Saluti
Tutto ciò non mi sorprende, ogni giorno infatti mi ritrovo ad ascoltare conversazioni di questo tipo mentre viaggio in autobus (ahimè..) e fosse solo questo.. avete mai provato ad ascoltare i commenti degli uomini schirati per le strade e agli angoli dei bar il lunedì mattina?? tutti quanti si trasformano in super allenatori, pronti a dire la loro su come avrebbero dovuto, i veri allenatori, operare le sostituzioni in campo, prontissimi ad elencare minuziosamente le azioni sbagliate dai giocatori e se c’è qualche interruzione è solo per rivolgere una critica a Berlusconi perchè “manca il lavoro” ma al contempo demolire Prodi perchè sanno già in cosa sbaglierà.. E divertita(…) salgo sull’autobus scansando qualche sacchetto di carciofi che mi tende un agguato e deliziandomi con la musica partenopea melodico-drammatica-tragica,che qualche giovanotto offre generosamente a tutti i passeggeri.
P.S.
..e se sale a bordo il controllore.. il solito commento.. “mischina/o u/a lassassi iri..”.. e io pago..
Ciao a tutti
Teresa Campisi se sapere che essere tu, col cavolo dare a te il Biglietto. Come dire voi in sicilia, ACCATTATILLO!
Anzi avere saputo che tuo amico Mannino Callogero ricoprire carica che ti può dare tanti biglietti, pure biglietti di soldi, lui esperto di raccolto di questi biglietti. Con questi tu comprare tutto l’autobus con persone dentro. Io no. Perchè scesa prima.
Funzionassero anche le macchinette saremmo a posto!
Quante volte vi è capitato di salire sull’autobus timbrare e trovarvi con un biglietto scaduto o che scadrà tra dieci giorni?
Ciao Carmelo
giggi, vogliamo prenderci in giro?
Il biglietto ha un determinato prezzo perchè l’azienda ha stimato la vendita di un determinato numero di biglietti.
La stima prevede che ogni viaggiatore sia obbligato a usare un biglietto. Uno, non mezzo.
Se tutti gli utilizzatori di autobus utilizzassero mezzo biglietto il biglietto dovrebbe costare il doppio.
Per me si tratta di una frode bella e buona, a danno non solo dell’azienda di trasporti, ma anche di tutti i contribuenti che la finanziano.
Preferite commuovervi di fronte al “bel gesto”? Italiani brava gente…
kalogero nessuno ha rubato niente a nessuno. Il biglietto dura 120 min. e non é nominale. se non lo si utilizza del tutto, é difatto uno spreco. Dove sta la presunta truffa?
Non capisco.
Oltretutto, esperienza spagnola recente. A Barcellona, esiste il biglietto uninominale, e quello usabile da molti.Hanno prezzi diversi. Il biglietto unico prevede che non puoi passarlo due volte dalla stessa obliteratrice, il biglietto multiplo viceversa, lo si fa per un gruppo. In Spagna esistono diverse possibilità e modalità di pagamento dei mezzi pubblici, da noi una sola. E quindi in cosa, questa sola possibilità diventerebbe immorale? Continuo a non capire.
Dal sito della amata AMAT:
“Il titolo di viaggio convalidato diventa personale ed incedibile.
Il titolo di viaggio convalidato deve essere conservato per tutta la durata del viaggio ed esibito, a richiesta, al personale di controlleria.”
Il fatto che in Spagna esistano diversi tipi di biglietto non giustifica il fatto che in Italia bisogna truffare la comunità.
Tra l’altro ho alcuni dubbi sull’esistenza del “biglietto uninominale”. Uninominale a turno unico o doppio? Occorre scriverci sopra a penna il proprio nome?
Appunto come vedi, nonostante quello che dice l’AMAT, allora il sistema funziona male.
Tant’é che per me non era affatto così scontato.
LA RAGAZZA AFRICANA scommetto sia sicula, cianè, e schierata a tinchitè…
🙂
;-P
Io e mio amico Youssou viaggiamo sempre con billietto.
Lui parte quando io arrivo e dò lui billietto tanto dura due hore.
Questa cosa l’abbiamo imparata da nostra amica ragazza africana e ci fa rispargnare tanti soldini e a me piace.
Buona matakanka a tutti! 🙂
In tutta Italia i biglietti timbrati non sono cedibili.
Se per te questa cosa non è scontata, è un problema tuo.
Fregare l’Amat è cosa che abbiamo fatto tutti almeno una volta nella vita, a parte forse qualche innominabile personaggio che non sappiamo se troppo onesto o troppo fes_o.
Non credo che cedere il proprio biglietto sia così grave, è una scelta personale. A me è successo però di dover scendere dall’autobus e ricevere la richiesta da parte di una signora piuttosto anziana, di cederle il mio biglietto nel caso non mi servisse più.. la cosa bella è che nn ha aspettato la mia risposta ma me lo ha sfilato dalle mani ed è corsa a sedersi. Sono rimasta imbambolata e alquanto interdetta. Da quel giorno il mio biglietto nn l’ho più ceduto a nessuno. Che lo comprino come faccio io tutte le volte, anzichè scroccare.
saluti a tutti
I disonesti mi chiamano fesso, i fessi mi chiamano onesto.
E in tutto questo tourbillon il software non mi fa chiamare col mio nome.
Innominato, non era chiaro, non credo ci sia questa valanga informativa, se anche tu hai dovuto consultare il sito dell’AMAT, per accertartene.
Nemmeno vale la pena continuare a discutere ….
Teresa, non stravolgere la realtà.
Io ero ben conscio che i biglietti non sono cedibili (che io sappia non lo sono da nessuna parte in Italia e forse anche nel mondo).
Ho citato il sito dell’AMAT perchè è mia consuetudine riportare le fonti, altrimenti si rischia di fare solo chiacchere da bar.
Ed io insisto che non ne ero informata. Non ho visto tuttte queste campagne di informazione dell’Amat. Insisto nel dire, invece, che cercare la flessibilità dei modi di utilizzo potrebbe essere un incentivo. Come dire, uso due linee e sempre quelle? Mi faccio l’abbonamento solo su quelle. per 1 anno, per 1 mese.
Anche le aziende statali, che lo sono perché le paghiamo noi, dovrebbero iniziare ad avere una certa mentalità imprenditoriale, non rilassarsi sul fatto che tanto, il comune le ripiana, qualunque servizio o disservizio offrano.
Ti citavo l’esempio spagnolo come forma di flessibilità nell’erogazione e fruizione dei servizi, commisurata e parametrata rispetto ad utenti in qualche modo noti ( e non ignoti, anche in termini di statistica, su cui potere fare delle ipotesi di progetto nella felessibilità del servizio reso, e nele rapporto servizio/utile).