Massimo sforzo
Da tempo assisto al declino del Teatro Massimo come Ente Lirico, ma probabilmente non avrei scritto nulla al riguardo: come una scatola troppo grande e perciò difficile da maneggiare, esso era presente nella mia mente da settimane ma non sapevo da dove iniziare. Dalla sua storia? Non sono né uno storico né un architetto, so solo che per costruirlo fu devastato un quartiere e furono abbattuti dei conventi e delle chiese storiche, ma era tempo di anticlericali perciò non ci fu opposizione politica. Tra il concorso e inizio della costruzione passarono una ventina d’anni ed altrettanti anni per finirlo ma il risultato fu magnifico, un tempio della musica secondo solo a l’Opera de Paris. All’epoca il reality era la lirica e lo sponsor era Florio, per cui il pubblico, la risonanza internazionale e i fondi finanziari erano assicurati, tuttavia il comune di Palermo s’indebitò molto per sostenere la costruzione del Teatro Massimo. È accaduto tutto nel giro di pochi giorni: sul solito autobus ho ascoltato la conversazione tra due orchestrali dell’Ente, l’altro ieri Zubin Metha ha rilasciato un’intervista televisiva durante la quale ha parlato della musica e della lirica in Italia, ieri ho cercato su Google delle notizie sugli Enti Lirici italiani. Dagli orchestrali ho appreso che l’Ente Teatro Massimo naviga in cattive acque, perciò hanno diminuto le spese tagliando gli spettacoli e mettendo i musicisti in ferie forzate (o qualcosa del genere) per azzerare le spese extra, ma ora ci sono musicisti depressi perché non suonano da mesi e comunque l’Ente paga profumatamente gli “scritturati”: la situazione mi è sembrata angosciosamente nebbiosa, perciò sorvolo sull’argomento. Zubin Metha diceva che uno dei più grandi patrimoni italiani è la musica classica e la lirica, perciò si dovrebbe puntare su questo patrimonio per produrre ricchezza. Tramite Google ho appreso che l’Ente Teatro Regio di Parma, consapevole della situazione in cui versa il settore, invece di diminuire le spese le ha aumentate: più produzioni, più qualità, più marketing, più visibilità nazionale ed internazionale. E Palermo?
Patate!