L’appello dei 109 per il no al referendum
109 tra giuristi, avvocati, magistrati, docenti universitari e sindacalisti siciliani hanno sottoscritto l’appello del Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre di Palermo per il sostegno al no al referendum costituzionale del 25 e 26 giugno. I firmatari auspicano un aggiornamento condiviso della Costituzione.
Fausto Carioti (Libero) scrive qui su un simile appello: «ci si può interrogare su quale sia la reale anomalia italiana. Se sia nella devolution e nel premierato disegnati da Umberto Bossi, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, o in una classe intellettuale che, invece di essere fattore di cambiamento ed evoluzione del Paese, come dovrebbe avvenire in un Paese avanzato, si batte solo per la conservazione dell’esistente. Se abbia senso, ad esempio, che mentre altrove le costituzioni e le altre leggi importanti vengano riscritte per adeguarsi a un mondo che cambia, qui in Italia basti annunciare il proposito di mettere mano a un testo scritto sessant’anni per essere automaticamente accusati di eversione. Se sia normale che chi difende a spada tratta ogni articolo della costituzione finga di non vederne uno dei più importanti: l’articolo 138, che stabilisce la procedura di revisione dalla carta, eventualità che i costituenti avevano previsto e regolato».
Va citato anche l’appello di 42 docenti (tra cui molti costituzionalisti) per il sì.
ma giusto la Costituzione te la discuti, non è mica la scuola, non è mica gli ospedali, non è mica le grandi opere…
Coraggio, Siino,ti sei conquistata la proscrizione dalle liste degli “indegni” e se vincerà il NO, tranquillizzati, non ci vorrà la tessera della Cgil!
non è semplice..
si o no …..
non c’è stata abbastanza informazione sui media per far rendere consapevoli gli italiani sui cambiamenti che la riforma vuole apprortare ad ognuno dei 50 articoli che si vogliono modificare.
E d’altronde non ci si puo’ fare un idea dei contenuti della riforma basandosi unicamente sulla visione di qualche talkshow serale dove Fassino contraddice Fini.
La maggior parte degli italiani non sà qual è il contenuto della riforma e allora che senso ha votare si se non conosci nel dettaglio tutto quello che si vuole cambiare.
Si puo’ votare si dopo che i cittadini (la maggior parte) sono stati messi a conoscenza (con appositi programmi informativi che spiegano in maniera semplice) di tutti i cambiamenti oggetto della riforma costituzionale.
Ma votare SI solo perchè si è di destra senza conoscere i contenuti di cio’ che si sta votando mi sembra un offesa all’intelligenza umana e non un torto alla sinistra !
Il mondo dell’informazione non ha svolto il proprio ruolo principale, quello di informare ea nche i politici di destra e sinistra (tranne qualche raro caso locale) non hanno avviato alcuna campagna informativa sui contenuti delle modifiche da apportare a 50 articoli della costituzione italiana. E non stiamo parlando di modificare la data di chiusura estiva delle scuole superiori o di qualche altra cosa di poca rilevanza, stiamo parlando dei cardini della nostra democrazia, quindi non ci dovrebbe essere fretta di cambiare, prima rendiamo la maggior parte degli italiani dotti e poi modifichiamo la costituzione. Per me ha più valore una trasmissione televisiva sulla riforma condotta da un professore universitario costituzionalista che mi illumini in materia che non la partita Italia-Rep.Ceca che mi lascia allo stesso livello di ignoranza di prima.