Uno spot di parte
L’altra volta, adoperando un libro per scacciare un insetto che s’era insediato nel bauletto della mia vespa, ho scoperto un uso alternativo della letteratura. Gli usi sono molteplici, riflettevo, un volume esile si può anche usare come rincalzo per pareggiare le zampe dei tavolini che traballano. Usiamoli ‘sti libri, perché farne uno è una vera fatica. Pubblicarne poi, è un gesto quasi eroico. Pubblicarne in quel di Palermo direi che ha un valore ulteriore. M’inchino, allora, all’impegno profuso in questi anni da Libr’aria. Una specie di collettivo cangiante, lo definirei, che in sei anni cresce, cambia, fra discussioni, scontri, impegni, dà spazio alla piccola editoria invisibile, s’inventa, nelle capocce di Beatrice e Claudia (la Monroy e la Cincotta: attente a queste due, chissà che fermenti ci combinano) una non stop per insonni che è tutto un programma: La notte dei mille racconti. Allora, vi dichiaro che Librar’aria, dalla piccola bottega luminosa in via Ricasoli, dove s’insegna e si crea letteratura, diventa casa editrice e pubblica, “Diari di viaggio: visita poetica nella Sicilia del fantastico (il tempo, la geografia, il cuore di un popolo)” con il patrocinio della Provincia regionale. Il primo titolo è Su per la montagnamare. “Un rosario di petali, come quelli provvidenziali di Pollicino, che indica una nuova avventura culturale. Un’altra strada”. Si legge dall’introduzione dell’assessore Tommaso Romano. Copio dall’introduzione di Beatrice Monroy: “In noi, di Libr’aria, era maturata l’idea di un’edizione che fosse il risultato di una ricerca collettiva di un gruppo di artisti (scrittori e disegnatori) attorno all’ideazione (scrittura/immagine) di una mappa della Sicilia come luogo letterario del fantastico, volendo così provare a fare un passo avanti rispetto alla standardizzazione della letteratura siciliana su i temi oltremodo ripetuti del giallo”.
Lo confesso: oltre a riconoscerne l’importanza, il mio interesse a caldeggiare l’impresa è spudoratamente di parte, fra gli autori di questa pubblicazione che porta il numero uno ci sono io, insieme alla sopraindicata Claudia Cincotta, Gianguido Palumbo e il disegnatore Vanni Quadrio.
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