Woz!
Caro Rosalìo,
mi devi scusare tutto questo silenzio ma, ahimé (e come puoi capire), alcune questioni personali mi hanno allontanato dai nostri progetti. Sono passati tre mesi dalla conclusione dell’ultimo Woz, quest’anno siciliano, e solo adesso, con un poco di calma, ho potuto fare il punto della situazione, visto che me ne hanno chiesto conto per tre manifestazioni in cui verrà presentato il progetto complessivo del laboratorio.
Woz è un laboratorio sperimentale di design, autonomo e indipendente, che interviene ogni anno in un luogo differente, all’interno di micropoli (centri amministrativi indipendenti con popolazione residente intorno duemila abitanti) mediterranee, ospitando architetti, designers, artisti, professionisti del settore, aziende provenienti da tutta Italia. Allo stato delle cose il laboratorio ha un patrimonio di esperienze, di ipotesi e di progetti, che ha elaborato negli ultimi anni di lavoro e che intende condividere, innanzitutto con le amministrazioni ospitanti, e con quei soggetti pubblici e privati che possono, sia nel medio che nel lungo termine, individuare sviluppi possibili.
I materiali in nostro possesso riguardano almeno cinque linee programmatiche, alcune delle quali già giunte ad una definizione che in termini tecnici potremmo chiamare “progetto di massima”. Posto che in prevalenza i lavori degli attori di Woz hanno riguardato l’intero ambito comunale della micropoli oggetto di studio, e che si sono concentrati soprattutto sulla rilettura di differenti porzioni di territorio, le cinque linee riguardano: il landscape design, il marketing territoriale, le microarchitetture, gli eventi, le narrazioni.
Ogni ambito indicato è, ovviamente, soltanto esemplificativo del progetto generale e va inteso solo se si ha chiara una visione complessiva del laboratorio, visto che ogni gruppo ha lavorato in relazione con gli altri secondo la filosofia della condivisione e del rispetto delle idee altrui. Non ci sono stati infatti, se si va ad esplorare le esperienze una ad una, blocchi compatti ed autonomi ma condizioni flessibili in cui persone differenti appartenenti a differenti gruppi di lavoro hanno cercato, e trovato, il modo di intervenire nel lavoro degli altri, spesso orientandone gli esiti.
Alla fine di ogni giornata di lavoro Woz ha istituito briefing di stato d’avanzamento nei quali si è cercato di capire, anche assieme alle amministrazioni ospitanti, se e come i passi progettuali potessero influire sulle scelte del loro prossimo futuro, almeno per quel che riguardava gli ambiti di nostro stretto interesse. Sono stati formati numerosi gruppi di progettazione, con altrettanti progetti realizzati e con la definizione di un network in cui le idee e la loro possibilità di essere trasformate, modellate, convertite in altro, hanno avuto a che fare col fascino dei luoghi, da una parte, e, dall’altro, con l’ospitalità dei suoi abitanti.
Cercherò di riassumere il caso di Ustica che ha interessato l’ultimo Woz, senza entrare nel merito del singolo progetto, con un elenco dei lavori, suddivisi nelle categorie indicate, ribadendo però che è impossibile leggere un progetto in maniera indipendente dagli altri, visto l’atteggiamento di networking proprio del laboratorio. Operativamente il laboratorio è stato “messo in atto” dall’associazione culturale Xiphia, che ne ha curato gli aspetti organizzativi, e da LSD Studio, che ha elaborato i temi progettuali. Biblioteca del Cenide, casa editrice d’architettura, ne è promotrice da tre anni e quest’anno le si è affiancata la Galleria EXPA che ha svolto funzioni connettive con la realtà siciliana, anche ospitando la mostra WozHappen, relativa ai lavori del laboratorio 2005, svoltosi a Riace, in Calabria.
Torniamo ad Ustica, però. Qui sono intervenuti 130 ospiti progettisti, sono stati costituiti 20 gruppi di lavoro, sono stati elaborati 10 progetti “tecnici”, si sono realizzate 4 opere (due stabili e due happenings), e 9 opere artistiche tra sculture, murales, disegno e fotografia.
Questo è quanto, sinora.
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