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venerdì 22 nov
  • 13 commenti a “Ex detenuti lasciano la Cattedrale”

    1. Strano concetto, questo, e non so se tutto italiano o solo siciliano.
      ‘sono stato costretto a delinquere, se non volete che lo faccia più, datemi un posto di lavoro (e sottintendo, io non cercarmelo, e non mi interessano certi lavori).
      La supplica diventa ricatto, l’occupazione della Cattedrale, un problema per tutti.
      Quindi la logica é, diamo fastidio, ci sistemeranno (gli altri, il pubblico). Noi non c’é nessun bisogno che ci diamo da fare, perché conosciamo solo il delinquere, siamo incapaci di procurarci lavoro in altri modi.
      Quindi aspettiamo qualcuno che trovi lavoro per noi, e per impedirci di delinquere ancora.
      Questo ho capito.

    2. più o meno.

      e aggiungerei in barba ai laureati coi contratti di 3 mesi

    3. Ed a tutti quelli che hanno cercato di costruirsi qualifiche, direi Groucho.
      Ormai pare che le qualifiche siano di ex-detenuti, di persone che fanno figliano senza coscienza, di persone senza nessuna preparazione specifica.
      Allora mi dico, aboliamo le scuole e le università, se questi sono i metodi di reclutamento personale pubblico, che si ratifichino, una volta per tutte. Non si faccia perdere tempo inutile alle persone, per procurarsi cognizioni inutili al ruolo. Allora ditecetelo!

    4. I visitatori del mio sito sanno che ho frequentato questi detenuti per un po’ girando del materiale che ho montato in vlog. La logica è certamente quella del ricatto, ma il problema è più complesso. Questi disgraziati hanno la faccia tosta di rendere esplicito quello che di solito è espresso sono nelle indagini sociologiche: non ci sono criminali nati, o almeno ce n’è pochi, sono le condizioni sociali che portano a delinquere. Se non c’è redistribuzione aumenta il disagio sociale e quindi la delinquenza. I metodi di questi signori non mi piacciono, mi hanno pure bruciato i cassonetti sotto casa, ma il problema esiste. Le migliaia di persone che a Palermo sono entrate alla Regione e al Comune con una raccomandazione li hanno legittimati a chiedere di entrarci per necessità e non per merito. Hanno fatto un ragionamento e concludono, perchè i fessi dobbiamo essere noi?

    5. Nicola concordo con il tuo commento ed non ho altro da aggiungere .
      Una cosa vorrei pero’ dirla ai SIGNORI che credono di essere meglio degli altri perchè
      in possesso di una laurea premettendo che oramai quest’ultima è in possesso di tantissime persone e moltissime di queste veramente mediocri sotto tutti gli aspetti.
      Purtroppo le pari opportunità non esistono e c’è gente che nasce in situazioni disagiate dove a volte non si riesce neanche a comprare generi di prima necessità ne per se stessi ne per eventuali figli .
      Ma pensate che rubare uno stereo da un’auto oppure improvvisarsi rapinatori spesso senza alcuna arma rischiando di prendersi una pallottola in fronte per qualche euro che servono a sfamare la propria famiglia possa essere l’aspirazione di un essere umano ? Non credo proprio …
      Pensate che andare a rubare sia piu’ semplice di trovarsi un umile lavoro ?
      Ma ci pensate a cosa significa uscire di casa per andare a rubare qualche spicciolo senza aver la sicurezza di tornarci mai piu’ ?
      E veramente credete che non sia la DISPERAZIONE a promuovere simili azioni ?
      Io credo proprio di si .
      Con questo non vorrei che qualcuno mi accusasse di promuovere la delinquenza perchè me ne guardo bene ma quello che sto cercando di dire è che a volte se si è in grado di poterlo fare “tendere” una mano a chi vive questo inferno quotidiano
      è assolutamente la cosa piu’ giusta da fare .
      Veniamo tutti da famiglie diverse , ognuno di noi ha i propri ideali le proprie aspirazioni ma pensiamo mai al nostro ipotetico vicino di casa in difficoltà ? Non lo facciamo perchè siamo
      troppo impegnati a costruirci una carriera ed un futuro … già bella parola il futuro quasi quasi mi crea l’illusione di pensare che prima o poi tutti ( ricchi , famosi , carismatici ) faremo una fine differente ma sapete bene che non è così .
      Ricordate siamo solamente di passaggio e quindi se abbiamo avuto qualche piccola fortuna in questa vita cerchiamo di condividerla con chi ne ha avuto meno e non criminalizziamo chi commette qualche errore ma cerchiamo piuttosto di capirne il perchè .
      Ho finito , Buon Ferragosto ( a chi potrà
      permettersi di goderselo )

      Ps Io sono tra i fortunati che sta per partire

    6. Si rischia di fare di un erba un fascio.
      E’ non credo sia questo lo scopo.
      D’accordissimo sul fatto che ci sono moltissime persone in difficoltà, e dico lo sono, spesso, per ignoranza.
      Per dire, una cosa banalissina, che tutti capiamo. Se fai un figlio te ne devi assumere la responsabilità, devi capire che devi sostenere oltre te, o forse tua moglie un’altra persona.
      Questo in certi quartieri non vale. Perché non lo capiscono. Perché sono educati all’idea che i figli sono benedetti da Dio, più ne hai meglio é. Cosa vera in una vecchia Sicilia pre-bellica, dove i figli erano braccie da lavoro. Ora é tutto al rovescio.
      CHi informa queste persone? Della responsabilità che si prendono?
      Ad essere padri o madri a 13-15 anni?
      Senza spesso una prospettiva già per loro (figuriamoci per i figli).
      Con tutta la solidarietà possibile, credo che ci sia questo problema, Un problema di inconsapevolezza, che altri (i politici), sfruttano, come chi usa a sua volta i politici, come strumento di sostentamento.
      L’ignoranza permette tutto.

    7. Concordo con Teresa .

    8. essi, e ti dico sono solidale, per quanto é possibile.
      Però, forse sono abituata dalla mia famiglia, alla parsimonia. Se una cosa non te la puoi permettere, non la fare.
      Anche i figli rientrano, ormai in questa categoria.
      Certo che vedo molte più parabole nel centro storico che in altri quartieri.
      Allora, continuo a chiedermi se l’inconsapevolezza, sia veramente così estesa. Se l’ignoranza di sé di cosa si é e di cosa si fa, non sia così estensivamente estesa.
      Ci sono famiglie in centro storico, che pignorano cose per comprare la catenina d’oro per il vattiu di un figlio, nipote, cugino, fratello. Per non sfigurare. E fanno debiti.
      E tutti hanno Findomestic, contraggono rate e mutui e poi si nascondono.
      La cosidetta civiltà del benessere é diventata illogica.
      C’é uno scollamento totale fra l’essere e l’avere. Vedi più spesso un molto benestante in una Panda, che non uno che campa di rapine. Perché é molto più presente, in certi contesti, l’idea del sembrare, che non dell’essere.
      Ed in altri, che forse potrebbero farlo, vige l’idea del futuro, della parsimonia, dell’evitare lo spreco.
      Ecco, forse, in questo sta la differenza, nella coscienza del futuro, piuttosto che dell’immediato presente.

    9. posso fare una domanda?
      quanti di noi avendo la possibilità di scegliere tra un incensurato ed un ex-detenuto, assumerebbero quest’ultimo?
      Il metodo della protesta è sicuramente sbagliato, ma bisogna considerare alcune motivazioni valide che stanno alla base…
      D’altra parte, non è la prima volta che proteste simili hanno avuto felice riuscita.Quindi , penso, che i signori in questione avranno pensato : gli altri si e noi no?
      E aggiungo, forse in un periodo pre-elettorale, non pensate che questa protesta sarebbe stata strumentalizzata dalle parti politiche o peggio ancora, una parte politica si sarebbe assunto l’obbligo “morale” ( che brutta parola..) di aiutare questi nostri concittadini ” disagiati” ( anche questa, che brutta parola)…?

    10. provando a cercare di scrivere qualcosa che funzionasse retoricamente, mi sono resa conto del fatto che in certe situazioni non esistono le sfumature. quindi vado schietta. d’accordo con tutte le analisi sociologiche e le carenze di un sistema che non “aiuta” i “disagiati”. meno d’accordo sulle riflessioni ricche di umanità distratta dai viaggi ferragostani (senza polemica: perdòno).
      la silenziosa massa fatta di sacrifici, stanchezza, quotidianità umiliante, lavoro sottopagato, profili professionali specifici, belle idee … che dovrebbe fare? anche questo fenomeno, se non vagliato consapevolmente, rischia di diventare un problema, perché prima o poi, crudamente, ci si stufa di fare da perno a un sistema che vive sul lavoro di chi non ha garanzie perché non facente parte né delle categorie protette né della folta schiera dei raccomandati.
      la solidarietà non è mai da bandire, ma bisogna stare bene attenti al fatto che di ammortizzatori sociali non necessitano solamente alcuni ma tutti.

    11. Dico solo che non è la prima protesta simile, ieri erano le ex cooperative art. 23, o i cosiddetti “lavoratori socialmente utili”, oggi sono gli ex-detenuti, domani i dipendenti di un’azienda che ha chiuso per bancarotta.
      voglio solo evidenziare la responsabilità politica di chi ha permesso questo,di chi ha avuto il suo tornaconto a fomentarla per poi apparire come il salvatore della patria( indipendentemente dalla fazione di appartenenza).
      Mi chiedo solo : oggi a chi giova tutto questo?
      per quanto mi riguarda ho deciso di incatenarmi alle cancellate dello stadio “Barbera”, per avere un abbonamento di tribuna centrale gratis vita natural durante..funzionerà?

    12. Il problema del precariato è ormai evidente a tutti, e nonostante questo, poichè ormai vige la mentalità del “ed io chi sugnu u cchiu fissa?” viene continuamente alimentato e tenuto in essere. Qui prodest? L’ipotesi di Wave65 non mi sembra poi tanto peregrina.
      Il grosso problema è che questo bacino elettorale di precari che vanno stabilizzati per ricrearne di nuovi sta portando ad una situazione di collasso.
      Negli anni 80, senza fare grosse ricerche statistiche o di mercato, bastava sfogliare le paginegialle, il tessuto economico siciliano era costituito da un 2% di attività produttive ed un restante 98% di servizi e varie ed eventuali.
      Oggi questa percentuale già allora esigua si è ancora assottigliata perchè spremuta all’osso.
      Le aziende hanno grosse difficoltà a mantenere una struttura organizzativa idonea ed i dipendenti patiscono ancora di più per uno stipendio che con sacrifici li fa arrivare a fine mese. I contributi che vengono versati (ormai di importo quasi pari allo stipendio)servono proprio a stabilizzare e così si alza l’età pensionista etc. etc.
      Da qualche anno la nostra terra è ormai diventata terra di conquista.
      I grossi appalti, che non si adattano al tessuto economico siciliano, costituito da piccole e medie imprese, sono ad appannaggio delle grosse imprese del nord.
      Grandi realtà economiche europee investono in sicilia in attività commerciali sempre più capillari, mortificando l’imprenditorialità regionale.
      E noi giovani siciliani? se prima ci chiamavamo PIP e poi LSU, ora ci chiamiamo LAP. Cambia la sigla ma di poco il succo.
      Ripeto
      Qui prodest?
      A lungo termine temo che nessuno ne trarrà giovamento

    13. Il problema é anche un’altro. Se tutti aspirano ad essere dipendenti, chi sarà l’indipendente, che si accolla di dipendenti a costi insostenibili, per un mercato povero di commesse come il nostro, e ricco di spese, come il nostro?
      Ammetto di essere continuamente stupita di come, uno stato italiano, non parlo solo della Sicilia, abbia un grosso numero di lavori dipendenti nella P.A. (che é ovviamente improduttiva, nel senso che non produce né merci, né capitali, ma solo autorizzzazioni, ed anzi a volte tende a limitare, per eccesso di burocrazia la produttività), pochissime imprese di elevata grandezza (legassi monopoli industriali di vecchia data), un estesa e sconfinata teoria di piccole o piccolissime imprese (sempre tenutesi al di sotto dei 15 dipendenti, e quindi, ovviamente, mai potute crescere per il famigerato art. 18).
      Siccome credo che le imprese creino attività, o prodotti, spendibili,e quindi inneschino meccanismi produttivi (per dire, un’impresa edile compra materie prime, assume lavoratori, compra o vende immobili, etc…), mentre le P.A. abbiano solo la funzione di controllare e verificare come queste stesse imprese lo facciano, continuo a non capire come in Italia con una struttura ormai prevalentemente pubblica, un tessuto di piccole e medio imprese ed un paio di pochissimi e ristretti grossi gruppi industriali, concentrati al Nord e protetti politicamente, il paese continui a resistere.
      Misteri della vita.

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