Che fine ha fatto a Palermo Beethoven? Dove risplende il genio del grande Ludovico Van? Quale punto del reticolato urbano gli è toccato in sorte? Destino sacrificato, sacrificio improprio, Beethoven ha dato il suo nome a una via secondaria, stretta e senza uscita nei pressi del carcere minorile. La maestosa e titanica potenza delle sue sinfonie si è schiantata contro una lunga fila di saracinesche e garage condominiali, che incorniciano la strada. La poetica intensità delle grandi sonate, del Chiaro di Luna, dell’Appassionata, si è spenta nella luce a neon delle cucine a veranda, che movimentano i retri gialli e grigi, o rosso cipria, di palazzi anni ’60 e ’70, alti tredici o sei piani. Fiore all’occhiello della via, la presenza all’angolo con via Cilea dell’Autoparco della Regione siciliana. Forse un nobile omaggio. Unica nota elegante l’affluenza sul versante destro di via Toscanini, più che una strada un marciapiede ornato da aiuole e lampioni. Continua »
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