La bambina con l’hijab
Mesi fa giravo per il centro storico multiculturale di Palermo quando a un certo punto mi è apparsa davanti una signora araba. Teneva per mano una bambina, la figlia. Non avrà avuto neanche dieci anni.
La bambina portava l’hijab, il velo islamico.
Ho provato fastidio, un fastidio simile a quando qualche volta ho visto le bambine truccate. Anzi peggio.
fino all’età di intendere solitamtne 14 anni, decide il padre se fare mettere il velo alle bambine.
sono poi, nell’età adulta, libere di decidere se portarlo o no.
io provo fastidio verso le persone come te che provano fastidio.
ci sono tanti bimbi nei santuari o nelle processioni vestiti con gli abiti di devozione…e che magari salgono sui carri o sono portati in alto per baciare una delle tante madonne che ci sono dalle nostre parti quelli ti danno fastidio?
Probabilmente quello che dà fastidio non è il velo come “simbolo di devozione”, ma il velo come simbolo del peggio dell’islam, quindi alle conseguenze che ne derivano, in tema di libertà e diritti civili. Sarà pure un pregiudizio, ma fa pensare anche a me ad un’imposizione, sicuramentepeggiore delle processioni nostrane.
L’altro giorno camminavo per stada a Milano, uma mamma teneva per mano una bambina, che parlava al cellulare.
chi impressioni ca mi fici!!!
Mi chiedo: è lo stesso fastidio che provi quando vedi un bambino di dieci anni che si confessa e fa la prima comunione nelle nostre belle chiese? O si tratta di qualche altra cosa?
Sono d’accordo con mr. Tamburino..
Non mi piacciono gli estremisti di nessun tipo, ma vi assicuro che ci sono tante cose della religione cristiana cattolica che mi fanno rabbrividire mille volte di più rispetto al velo islamico….
Eppure “noi” cattolici siamo convinti di avere la religione migliore rispetto a tutte le altre. Secondo me abbiamo solo la memoria corta.
STRAQUOTO mr tamburino e jean marat
Interpreto “fastidio” con “disagio”, se posso. Sono a disagio, spesso, anch’io dinanzi ad una cultura che non conosco, per via della mia ignoranza. Oppure, non capisco perché non so. Se Palermo ha questo taglio interculturale, oltre che multiculturale, bisogna iniziare a comprendere la struttura di culture delle quali ci facciamo un’opinione senza conoscerne la storia. Bisogna iniziare a frequentare una scuola in cui siamo noi ad essere gli allievi, e i docenti provenire da questo maelstrom di culture di cui Palermo è intrisa. I giudizi e i disagi verrebbero interpretati in maniera più corretta, e più coerente con le proprie idee e convinzioni.
Penso che non parlasse di religione, ma di una cultura troppo diversa e per niente tollerante, contrariamente a chi vuol esserlo a tutti i costi.
Volendo accomunare l’articolo principale ed il suo primo commento, appare la cruda realtà di quanto sia desolante (opinione mia strettissima personale) nell’essere umano in genere, il suo aspetto religioso, lo sfogo che si da l’anima nella sua personale ricerca del sublime. Sempre a mio avviso, nessun Dio si manifesta a nessun uomo, ma sono gli uomini che manifestano il loro personale Dio agli altri uomini. E lo fanno con questi metodi, inculcando loro una religione ed un filo di pensiero che poi sono identici, tale e quale a quelli dei loro padri. Nessun mussulmano profondamente devoto del proprio Dio avvierebbe mai un proprio figlio all’accettazione ed alla professione della religione Cristiana. Stessa cosa a parti invertite (Ebraismo compreso), malgrado si ribadisca ad ogni concilio ecumenico la riconducibilità verso un unico Dio delle tre maggiori religioni monoteiste. E se il Dio è uguale per tutte, non vedo perché debba esserci già tracciata antenascitam la strada che ci conduca a Lui e che ci venga espressamente impedito di percorrere le altre due strade parallele. Sembra che ci sia una corsa tra tutte le religioni, all’accaparramento delle coscienze, come se ogn’una tentasse (e forse lo fanno sul serio) di rivendicare la propria egemonia dichiarandosi l’unica antesignana, custode dell’insegnamento divino.
Ecco che allora le bambine arabe indossano l’Hjiab (che non è affatto un simbolo di ribellione, né segno di lotta verso l’Occidente ma un simbolo d’appartenenza, la volontà di manifestare espressamente la propria religione, anche se alcune donne tra le classi più emancipate di quelle società hanno avuto problemi nel voler esercitare il loro diritto alla libertà di non indossarlo), i Cristiani indossano l’abito della prima comunione, i bambini ebrei usano il Taled, uno scialle bianco per le spalle e il tefillim, un legaccio che va dal capo al braccio sinistro con delle scatolette nere che racchiudono piccoli pezzetti di pergamena. Perché è gia da bambini che bisogna essere indirizzati per la strada maestra, osservando con terrore (e orrore) le strade scelte da altri, anch’essi alla ricerca, come noi, del proprio Dio, della verità . Il perchè, non è mai venuto fuori nemmeno dopo duemila anni di guerre religiose. O forse lo sappiamo e facciamo finta di nulla.
In tutto questo, guai però a chiedersi se tutto ciò fa parte della volontà di Dio, di ciò che Egli pretenda dal massimo prodotto (a sua immagine e somiglianza) della sua creazione. A mio avviso, l’umanità ha ben altre prerogative verso cui far fronte. I segni esteriori fini a se stessi, riempiono soltanto il bagaglio del proprio bigottismo.
Scusatemi se ho divagato e se ho annoiato qualcuno con questa mia lunga risposta.
Aggiungo solo un paio di aneddoti tratti dalla mia esperienza:la scuola in cui insegno è mooooolto multiculturale, molto aperta molto bla bla bla….però numero 1. vedo mamme col burka integrale che vengono a prendere i figli a scuola e numero 2.una bambina di prima indossa il velo sempre sempre e comunque, pure quando fa ginnastica. Liberissima…ma lei sostiene che lo fa perchè è peccato toglierselo….e quindi?
Sembra opportuno un piccolo chiarimento. Il mio fastidio è legato a qualunque manifestazione culturale in cui la donna si trova in una posizione di soggezione, sia che ciò derivi dall’integralismo religioso, sia che derivi dalla moda, dal maschilismo o da altri motivi. Nel mio modo di vedere il mondo, ovviamente, la condizione della donna nei paesi islamici è una priorità quanto a intollerabilità e spero che il nostro paese non vada in quella direzione. Il velo di cui parlo io è quello dell’integralismo. E se riguarda una bambina per me è un’aggravante.
caro toni,
ti rendi conto che il tuo ragionamento è dalla serie Siciliano = mafia = morti per la strada???
non puoi ragionare a parer mio riunendo i concetti di velo – integralismo – violenza.
ti consiglierei di fare un bel viaggio…e di certo non a sharm el sheik, per capire quanto sia sbagliata l’associazione di idee che fai.
Caro mr. a te non rispondo per non infastidirti. 😉
e dire che il tuo post mi piaceva…
almeno non hai avuto quel falso temperamento Politically Correct che comincia a darmi sui nervi e che va tanto di moda ai nostri giorni.
Che ben vengano idee come le tue!
se ti sei offeso mi spiace, ma penso che non mi darebbe fastidio continuarti a rispondere sostenendo le mie idee come sopra.
Chiamami come vuoi, magari anche Comunista anche se “di sinistra” è meglio.
salutami a soCrate…visto che siamo tutti filosofi!
sig. Siino, quando ero piccolo, a chi se ne usciva con discorsi come il suo, si diceva… a scafazzaiscti!! 😉 in merito alla sua precisazione io le vorrei chiedere 1)quali competenze la spingono ad affermare che la condizione della donna nei paesi islamici sia intollerabile. 2) su che basi considera la donna islamica meno evoluta di quella cristiana-occidentale. 3)perchè una bambina non dovrebbe essere educata nella cultura dei suoi genitori.4) pensa anche lei, come quella grande donna occidentale che è la mussolini,che è meglio esse fascista che frocio?:-)
Sig. Aziz 1) ho letto e ascoltato e tanto; 2) non considero la donna islamica in quanto tale meno evoluta, ma ho molto da ridire sulla sua condizione soprattutto nei paesi arabi; 3) mai detto anche se non mi piace il relativismo dei valori; 4) non è pertinente.
Vorrei capire cosa c’è di integralista nel trasmettere ai propri figli la propria identità culturale. La maturazione spirituale e le scelte consapevoli verrano dopo, se avverranno… esattamente come accade nel cristianesimo o in altre religioni.
La diversità è ricchezza credo che questo lo si possa dire senza rischio di essere accusato di relativismo.
Non credo a questa spinta multiculturalità del nostro centro storico a parte il bel temperamento dei siciliani che rispetto ad altre popolazioni sono costituzionalmente più tolleranti. Il fatto che ci siano migliaia di emigrati non vuol dire nulla.
Sono tutti emigrati di prima o seconda generazione che ancora non sono stati assorbiti dal nostro tessuto sociale.
Però è molto fico pensare di essere in una città multiculturale.
Provate a vivere all’estero e vi accorgerete quanto ci si possa attaccare con dolcezza alle proprie radici, cercate di capire come si trova uno straniero fuori di casa privato di mezzi, dei propri affetti e dei propri diritti civili…poi guardatelo nuovamente e chiedetevi se è così eccessivo e provocatorio vestire la propria figlia con l’hijab.
I paesi più ricchi,le città stato più produttive,le aziende più potenti,i poli di ricerca di eccellenza hanno incrementato la propria forza trasformando le paure per la diversità in opportunità . Il nostro paese invece muore lentamente su tutti i fronti e la Sicilia continua più che mai ad essere fatta di compartimenti stagni dove la strategia principale è quella di creare piccoli piccolissimi feudi dove la libera competizione e l’efficenza è negata ed i privilegi sono concessi solo ai pochi che consapevoli della loro inferiorità si adoperano per consolidare il sistema e creare ulteriori barriere.
Mi dispiace ma non concordo con il post.
“Fastidio” è una parola troppo forte e non capisco perchè siamo così difficil nell’accettare le culture diverse da noi.
Gli estremismi sono sbagliati.
MARIA CUBITO e allora? dopo che pensano che è peccato? che vuoi dire? la tua religione non ha peccati?
per quanto mi riguarda, nella foto vedo solo una bambina molto carina. e basta…
mi viene un dubbio:
non sarà per caso all’origine di questo accanimento nei confronti del velo un’accordo di tutte le multinazionali produttrici di tinte per i capelli e prodotti di bellezza?
“Capelli grigi addio, più tinture per tutti!”???
e magari nasce una guerra!?!?!?
Avete toccato un nervo scoperto del mio sistema nervoso! Ogni qual volta mi soffermo a considerare questo argomento vado in tilt…è come se si creasse un corto circuito tra i valori di tolleranza, libertà di espressione e apertura all’alterità nelle sue poliedriche manifestazioni che pensavo mi appartenessero e che invece mi tocca rimettere in discussione. Razzismo latente? Diffidenza malcelata? Presunta superiorità culturale? BOHHH! Vi confesso, vergognandomene, che quel disagio mi si ripresenta, subdolo, facendosi largo tra il perbenismo politically correct e il pensiero progressista e liberale…UFF! Ho esaminato tutte le sfaccettature etiche, culturali, estetiche, comportamentali del velo…e potreste mettermi di fronte fior di trattati filosofici, antropologci e storici a sostegno del valore della donna nel mondo islamico ma non riuscirete a convincermi : il velo, il burqa e compagnia varia, sono PER ME un’arma di assoggettazione psicologica e mortificazione del corpo femminile. E ogni volta (sempre vergognandomene perchè è come se mi scoprissi una stronza razzista) benedico di essere nata al di là del canale di sicilia…
Il problema è evidente, lo vedete tutti ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo.
Se sei un credente allora chi non crede come te come minimo ha torto, poi può essere pure che va all’inferno.
Il problema è che tutti difendiamo religiosamente le nostre idee.
E allora l’occidente è l’evoluzione per un occidentale, la sharia è la giustizia x un integralista e il capitalismo è l’unica via per i si-global.
Il problema è volere che gli altri facciano o pensino come noi, solo perchè siamo convinti di avere ragione.
E siccome ho ragione, i fatti mi cosano
😉
Non per gettare ulteriore benzina sul fuoco, ma vorrei far notare a tutti coloro che parlano di multiculturalità ed apertura che se possono farlo è anche perchè viviamo in una parte di mondo dove c’è una certa libertà di pensiero, seppur con limiti e difetti… cosa che non si potrebbe fare nei paesi a maggioranza musulmana… non tacciatemi di razzismo, please, però dobbiamo essere realisti…
Mi verrebbe da dire allora che la considerazione che si ha della donna nel nostro occidente non è che sia il massimo. Non parlo della mercificazione del corpo femminile perchè la ritengo una scelta privata, ma mi riferisco alla seria difficoltà di farsi avanti. La Clinton che da sempre aspira a diventare Presidente degli Stati Uniti ha dovuto prima supportare e sopportare il marito, meno capace e competente di lei. Soltanto adesso provare a proporre la sua candidatura, ma quanta acqua è dovuta passare sotto i ponti?A ma questo da ancora più fastidio, perchè è una forma di “violenza” più subdola e sottile!
Sono daccordissimo con Andrea. Ritengo che noi dobbiamo rispettare chi crede fermamente in qualcosa o in qualcuno, l’importante è che non leda violentemente l’altro. Io ammiro tantissimo chi porta il velo ma l’unica cosa che riesco a pensare subito dopo il sentimento d’ammirazione e la speranza che quel qualcuno che ho davanti non sia costretto. Non dobbiamo lottare affinchè altri rinneghino le proprie tradizioni per affermare le nostre. In Francia è stato proibito il velo insieme al crocifisso. NOn credo che vogliamo arrivare a ciò. Secondo me dovremmo scandalizzarci molto di più del relativismo etico e culturale che si diffonde sempre più nella nostra società . Mi chiedo se la nostra paura nel confrontarci con culture diverse sia esclusivamente dettata dalla consapevolezza che le nostre tradizioni e i nostri valori sono talmente superficiali da poter essere influenzate da altre culture. Se così è, forse era meglio non entrare in Europa e ancor di più starsene a casa. Non sto attaccando Tony ma a parer mio dovremmo lottare per la libertà di tutti, non solo per la nostra, ovviamente avendo ferme le nostre radici.
A me non dà fastidio, devo dire, ma vorrei capire bene cosa significhi il velo.
Ho letto e seguito dibattiti sul tema.
Uno dei punti, che credo di aver capito, e dico credo, é che si chieda alle donne di mettere il velo, perché sono considerate delle personificazioni della provocazione per gli uomini. Ed esibire quindi questa provocazione, significherebbe difatto, incorrere nella possibilità che su di loro si compiano atti non rispettosi verso loro stesse.
Recentemente un Imam austrialiano ha dichiarato , che le donne che non mettono lo hijab sonocome un pezzo di carne per strada. “Se metti un pezzo di carne per strada senza coprirla e arriva un gatto che se la mangia, di chi è la colpa? Del gatto o della carne? E’ la carne scoperta il problema”.
Allora se il problema é questo, direi che la comunità degli uomini in Islam ha problemi di autocontrollo, se non riescono a resistere a carni esposte,senza assaltarle in preda ad incontenibili pulsioni.
Se questo é il motivo alla base, il velo é davvero una violenza alla condizione della donna, insostenibile.
Nell’Islam non c’è un’autorità centrale. Ci sono 4 scuole giuridiche, approssimativamente destra, centrodx, centrosx e sinistra, che interpretano in modo diverso i passaggi meno chiari del testo Coranico, naturalmente ne condividono i principi generali. Il discorso sul velo fa parte dei passaggi meno chiari, perché il Corano si riferisce specificamente al rapporto con le mogli del Profeta, principio che è stato poi generalizzato non senza contrasti. Il dibattito tra le scuole è ancora vivo ma di questi tempi l’estrema destra sta acquisendo visibilità e vuole imporre le sue idee a tutta la comunità , compreso il velo. Taraq Ben Ammar ad Invasioni barbariche stasera ha fatto osservare che l’opinione di un imam non può essere censurata da un’autorità centrale, esprime dunque solo l’opinione prevalente in una ristretta cerchia di persone. Questa Idra ci fa paura ma a me fa paura la disgregazione della nostra società .
sig. siino, ho visto la tua foto sopra quella della bambina col velo. ho provato ovviamente fastidio!
fonzi, guardali bene. Non trovi che gli occhietti vispi della bimba e quelli del Siino (dottore) somiglino? sguardo furbo entrambi.
Non vedo perchè non parlare allora dei grandi cerchi nei lobi tipici di alcune tribù dell’Africa o del Sud America.
Secondo me è un tema alimentato ad arte dai media, in particolar modo negli ultimi anni di (pseudo-)conflitto di civiltà .
Il mondo è pieno di manifestazioni folkloristiche per noi un po’ strane. Eppure coooooontinuiamo a fare attenzione solo a quello che proviene dal mondo islamico. Ma lasciamoli stare in pace, per favore… (che a noi a Brooklin nessuno ci ha vietato le coppole).
io provo fastidio ogni volta che in TV vedo Calderoli…ma quello è un altro discorso 😉
quanta superficialità ! il problema è complicato. troppe variabili, mille domande. la confusione totale. è meglio rifugiarsi nelle nostre certezze. e se i conti non tornano, accendiamo la tv, sempre pronta a confortarci e rassicurarci che i cattivi non siamo noi. Domani il velo sarà caduto e gli opinionisti occidentali si scaglieranno con l’assurda, orrenda, infanticida pratica della mancanza della carne di maiale dalla dieta dei bambini islamici. e noi verremo qui a scrivere che abbiamo provato fastidio a vedere un bimbo con un lecca lecca in mano perchè non poteva avere il salame che gli è dovuto. per la serie… il lupo perde il velo, ma non il vizio!
Cambiando discorso, mica tanto poi,che ne pensate del fatto che l’8 per mille destinato alla cultura sia andato alla guerra in Iraq?
Bisognerebbe incentivare lo scambio interculturale e invece gli facciamo la guerra.
Il risultato è che non conosciamo nulla della loro cultura e traiamo conclusioni dettate dal nostro modo di vedere da occidentali. Il cane si morde la coda..
Sinceramente:non riesco a non provare un” non so come chiamarlo” guardando la foto,fastidio? Non so,ma vorrei poter vedere la stessa bimba “prima” di vedere l’hijab.
Pinoccio ho ascoltato anche io l’intervista a tarek ben Ammar alle invasioni barbariche, e come te ho tratto le stesse conclusioni, credo, da quello che ha detto.
Che certe pratiche non sono contenute nel corano, e che la loro interpretazione sia dovuta a certi imam, che si fanno interpreti, proditoriamente, dei testi.
Mentre la cosa più felice della religione islamica é sempre stata l’assenza di una struttura di mediazione, fra la religionbe e Dio. E che quindi la straordinaria libertà della religione islamica sia proprio quella della comunicazione diretta fra l’individuo e Dio. Se quindi certe regole non esistono nel Corano, allora sono imputabili ad alcuni, fondamentalisti, come diceva anche tarek che stanni usando la religione, per scopi non religiosi, e che i nemici dell’Islam sono per i veri islamici loro.
Teresa, gli uomini spesso piegano sempre i testi Sacri alle proprie convenienze, fanno della religione uno strumento di potere. E’ vero che i mistici trascendono il senso letterale ma sono una minoranza. Le regole ci sono, ma quali sono eterne e quali sono regole solo temporaneamente valide? Tra le scuole islamiche, quindi al livello ordinario, non mistico, mi pare d’aver letto che fino a qualche tempo fa ma la contrapposizione con l’occidente penso che non ne abbia favorito lo sviluppo. Ci sono dei sufi che dal Corano (dicono) traggono il succo e buttano via il resto, assoggettandosi alle regole della comunità in cui vivono per opportunità e rispetto, poi ci sono i wahabiti che sono letteralisti e che considerano gli altri musulmani dei miscredenti. Il loro scopo è il potere a qualunque costo, sono dei fanatici. Fino al 1920 erano 4 gatti. Poi accadde qualcosa … ed è questo che a me fa paura, non tanto il velo sul capo della bambina. Poi c’è il discorso sulla sopraffazione delle donne (che non è codificata nel Corano) e che ha noi appare odiosa perché assume forme e modi diversi da quelli a noi noti, ma in occidente non è diverso. “La violenza subita dal partner prima causa di morte per le donne” Repubblica del 28 ottobre 2005.
L’hijab indossato da una tenera creatura non mi provoca alcun fastidio, così come non me lo provoca una corona del rosario al collo di una bimba dai genitori di religione cristiana cattolica.
alla base del nostro dibattito ci sono uno o più errori di comunicazione. se i tg per mesi e mesi non parlano di altro se non della “guerra” degli islamici per far togliere il crocifisso in classe, vuoi o non vuoi inculcano nella mente del telespettatore/lettore/ascoltatore l’idea islam=ti fotto il simbolo a casa tua=nemico e allora ochio per occhio, dente per dente…tu mi sfotti il crocifisso e io ti sfotto il velo.
penso sia più corretto, rispettare i simboli di tutte le religioni…e rispettare opinioni e pensieri di tutti, anche di quelli che dicono “ho provato fastidio” e di quelli che dicono “io provo fastidio verso le persone che come te provano fastidio”…ognuno la pensi a suo modo…iu..mi va cuircu!! forza paliermu
ciaicciu
il post trasuda antisemitismo e fascismo.
Ma tu sai che cos’è l’antisemitismo? ROTFL
rispondo a Pinolo, ribadendo quanto già detto, quanto tu dici.
Il corano non ha mai espresso, se non in forma limitata a certe esperienze del profeta mo della famiglia del profeta, adesso, non ricordo il nome arabo, una forma di regola, che non é nel corano é una forma di racconto storico dell’esperienza del profeta Maometto.
Confinato, storicamente ralatico, e storicamnete superabile e superato.
Anche in Sicilia fino al secolo scorso
le vedove rimanevano vestire di nero, e prima ancora le donne (ma solo loto), assistevao alla messa con un velo.
In chiesa di enrava solo portando un velo scuro. quanta distanza abiamo dalle donne maghribine?
Direi poche ed insiene enormi.
Pinolo concordo sul leytteralismo, che denunci come pericolo.
Ovviamente noi non pensiano alla Bibbia come u testo letterale, sarenne sciocco anche per la didtanza che ci divide dal testo. ma spesso ho visto che alcuni musulmani, hanno questa idea che il corano sia il testo di Dio. ossia lo usano in modo acritico.
noi sappiamo che qualunque trascrizione, anche sei nosti testi é un prodotto umano, non divino, forse adottato per convenzione ma sempre potenzialmete possibile ad essere eposto a possibilità interpretative.
cari raga io sn una ke porta il velo e sapete ke vi dico siete degli sciokki!!!!non voglio offendere nessuno provate prima a kiedere a quelle persone ke lo portano e poi potrete parlare ok!
Stronsetta purtroppo però così risulti offensiva.
Il velo in questione è a parer mio uno splendido copricapo. Nulla a che vedere con il burqa. come vedere una bimba con un cappellino.. non vedo la differenza. Le sta pure bene. Coprirsi il capo è un’usanza antica. Una forma di rispetto nei confronti della donna. E anche una modo di essere composti a parer mio. Noi occidentali preferiamo il gel nei capelli, le donne il parrucchiere. Pensa un tempo di entrava in chiesa con il velo in testa. Una forma di rispetto verso Dio, perchè in chiesa si “dovrebbe” vestire in modo “rispettoso”. E’ a parer mio un modo signorile di andare in giro, antico sicuramente, ma più dignitoso di certe ragazze che escono con capelli e indumenti da accattoni per moda. Il mondo occidentale è molto più evoluto di quello orientale. il mondo orientale è molto più educato e rispettoso di quello occidentale..purtroppo il nostro occhio occidentale non è abituato a tale rispetto, ma se vediamo una bimba per la prima comunione, o un bimbo in grembiule, o una bambino di 3 anni con un gessato con cravatta (fa impressione davvero) non ci sciocca. Vedendo cosa ha portato la troppa libertà di pensiero e parola, oggi, preferisco questa bimba vestita in modo dignitoso più che la bimba vestita in mini gonna.. e pensare che fino a 60 anni fa le nostre donne erano coperte da scialli fin sopra la testa..certo, in medio stat virtus
perchè riesumare questo post? carenza di “ascolti”?
io non provo nessun fastidio a vedere questa bimba con la testa coperta, rimane comunque una bambina, con un’espressione da bambina.
sono ben altre le cose che mi danno fastidio, anzi, che mi fanno rabbia.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/se-uno-spot-usa-il-corpo-delle-bambine/
Tony,
quando vai in giro per Palermo e vedi una 12nne al Politeama con il perizoma che esce dai jeans a vita bassa non ti da fastidio?
L’intolleranza e la “presunzione” di superiorità di usi e costumi é segno dei tempi ed in questo senso mi sembri un giusto esempio. Come avranno detto già molti prima di me, a me danno fastidio commenti di questo tipo.
Ora da bravo siciliano che vive a Parigi vado a mangiare con i miei colleghi indiani (con il turbante), con i 3 nordafricani ed il buddista del Vietnam…
A me non dà fastidio, perché non è certo più triste di vedere una bimba con minigonna e tacco, somigliante in tutto e per tutto alla madre…
a me sconvolge il figlio di Bossi
a me sconvolge cammarata
a me sconvolge miccichè
a me sconvolge casini
insomma a me sconvolge chi ci ha governato male per 60 anni con la complicità dei preti cattolici.(ALCUNI)
IO penso sempre che in fondo il burqa sia fortemente erotico… vedi una tutta coperta di nero e magari pensi… chissà se sotto non sia nuda tutta bella.. in perizoma… 😛 basta alzare il burqa e tà —
il disagio è legittimo e lo condivido in pieno: è un chiaro e naturale sintomo che il multiculturalismo non esiste, è pura utopia.
Non vedo cosa ci sia di male ne sul fatto che la bambina porti l’hijab (almeno fin quando questo non copre il volto, altrimenti sarebbe come camminare col passamontagna)ne sul fatto che il sig.Siino provi disagio. C’è chi prova disagio nel vedere un crocifisso appeso sulla parete di un’aula scolastica e c’è chi prova disagio nel vedere una bambina col velo. A me sinceramente non da fastidio nulla di tutto ciò.
Non ha l’età per scegliere. Gli viene imposta, per tradizione, una forma. Non ne capisce, ne a quell’età , ne può capire il senso. Mi spiace che certe madri, pensano che le loro scelte debbano essere imposte, come comportamenti a figli minori, quasi ad abituarle a certe condizioni di vita futura. Si lascino liberi i bambini di essere tali.
In età delle scelte gli si spiegherà meglio il senso di certe forme, senza impogliele di fatto.
Io condivido il disagio di Siino. Assolutamente.
Ci siamo liberate in Sicilia, dal lutto perenne per la moglie del proprio marito da sola una generazione. Ci siamo liberate dall’idea che una donna una volta se lavorava, al limite poteva insegnare e non avere altri ruoli.
Ci siamo liberate come categoria femminile, in Sicilia, dall’idea che le donne erano, se volete merce di scambio fra famiglie per aumentare patrimoni familiari. Cerchiamo di non tornare indietro. Almeno su cose certamente acquiste ormai.
Andrea sì. Stiamo fallendo. Ancora un po’ di pazienza. 😉
Davide non lo dico con presunzione ma spero di poter ancora esprimere la mia opinione per lungo tempo nel mondo della dittatura del politically correct.