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sabato 23 nov
  • Senza Oreto

    Fiume Oreto

    L’Oreto è una fogna a cielo aperto, una volta era un fiume. Un corso d’acqua che scendeva da Altofonte fino alla valle cittadina dove, tra sterpi e rovi, e tra muschi e sassi, e su sponde mal messe, donne e ragazzini giocavano a lavare. Alcuni si riposavano sotto le fronde, mi dicono che qualcuno pescava. Gli altri due fiumi urbani, Kemonia e Papireto, sono stati, nel tempo, interrati, coperti, scomparsi, e su di loro è stata costruita altra città. Quegli alvei sono adesso fiumi di gente, o solo balzi torrentizi di carusi sui motori. Non c’è via di mezzo per l’Oreto: o lo si salva, o lo si sotterra. Per salvarlo bisogna muovere il senso civico, le responsabilità, i doveri condivisi e poi un’etica del proprio tempo, le politiche, le idee, le persone. Cose difficili, con cui non abbiamo più nulla a che vedere. Per farlo sparire bisogna soltanto continuare a coprirlo di immondizie, fino al collo. Coprirle e compattarle. Terra, sabbie, ghiaia, e alla fine un bel cappotto di asfalto, una strada a scorrimento veloce, parcheggi e alberi rinsecchiti, una nuova strada su cui si affacceranno i culi delle case a vomitare la loro storia e la loro impossibilità di girarsi dall’altra parte. A voi la scelta!

    Palermo
  • 4 commenti a “Senza Oreto”

    1. Credo sia importante lo spunto di riflessione che proponi.

      Mi chiedo anche che tipo di disinquinamento negli anni si è realizzato. E’ notorio che le case che si “affacciano” sul fiume non inalano odori inebrianti e pieni di sentori di agrumi e cannella. Questo ha negli anni ghettizzato le case nelle immediate vicinanze. E poi francamente squallido quel cemento in cui il rigagnolo d’acqua che rimane, specie nei periodi di secca, scorre verso il mare.

      Cosa che del resto è presente anche lungo il Tevere a Roma, squallido… Ma possibile che non esistano modi per ingentilire la visione di un fiume che attraversa un città e azzerare gli scarichi fognari, spesso abusivi?

    2. Ricordo, quand’ero piccolo e studiavo la geografia a scuola, che dissi a mio papà:
      “ma Palermo ne ha fiumi?” Mi rispose:
      “a Palermo c’è il fiume Oreto”.
      Mi immaginai il fiume Oreto come un grosso corso d’acqua simile a quello della foto del mio sussidiario.
      Immaginai gli aironi, le correnti, i ponti, i pescatori.
      Non sapevo cosa e come realmente fosse il fiume Oreto perché non abitavo a Palermo né c’ero mai stato su un fiume. La mia immaginazione mi portava a disegnarlo nella mia mente come quell’immagine di quel libro delle elementari.
      Quando la maestra mi interrogò sui fiumi di Italia, elencai: il Po, l’Adige, la Dora Baltea, il Ticino, il Tevere e il fiume Oreto.
      Lo inserii nella mia lista dei fiumi d’Italia. Che onore!
      A distanza di anni capii cosa e come era il fiume Oreto.
      Mi piacerebbe continuare ad immaginarlo come quella fotografia del mio sussidiario. Ma ormai il danno è fatto. È stato fatto.

    3. Palermo, città stupenda..
      Nella facoltà di architettura lavoriamo sempre su questa città. Le idee sono tante e buone. Da qualche anno progettiamo la sistemazione della zona dell’Oreto, ci confrontiamo con i vari strumenti e in particolare con lo Studio di fattibilità del Parco dell’Oreto, ma ancora non si fa nulla..
      Spero che presto la situazione si sbocchi perchè l’Oreto non è perso, ma nasconde valori che neanche io immaginavo! “L’Oreto ancora vive..”

    4. certo che l’oreto è in condizioni pietose, aiutiamolo.
      purtroppo la cosa grave è che la maggior parte dei palermitani non ne è nemmeno a conoscenza.
      la nostra città è stupenda immaginatevela ancora più pulita e con un bellissimo fiume.pensate alle lunghe passeggiate costeggiando il fiume .
      AIUTIAMOLO!

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