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sabato 23 nov

Archivio del 21 Novembre 2006

  • Blitz a piazza Garraffello

    Piazza Garraffello a ottobre 2006

    Stamattina un intervento coordinato della Polizia municipale, dei Vigili del fuoco e degli uomini dell’Amia ha iniziato a rimuovere i rifiuti accumulati da Uwe Jäntsch, artista austriaco, al primo piano del palazzo diroccato Lo Mazzarino Merlo. I rifiuti formavano un’installazione strettamente legata alla comunità della Vucciria, da cui provenivano. Jäntsch rischia una denuncia per occupazione abusiva di area demaniale.

    Palermo
  • Rosalio su GQ

    GQ

    Nel numero di GQ di novembre Rosalio viene segnalato per il videopost Esperimentos nell’articolo Una rete 100 canali a pagina 240.

    «Giovani palermitani fanno esperimenti per le strade della città: tipo Esperi-mentos, un gioco con il pacchetto delle note caramelle gommose. Un sito davvero “picciotto”».

    Rosalio
  • Spigolature delle elezioni comunali

    A Palermo si voterà soltanto tra aprile e maggio, eppure la campagna elettorale sembra ormai iniziata.

    Tra le polemiche legate all’approvazione di un piano di comunicazione istituzionale da 1,8 milioni di euro il ri-candidato sinDiego ha inserito una smorzata (non quella del tennis). Ieri ha dichiarato ai giornalisti: «Farò soltanto degli spot elettorali nelle tv. Per il resto non imbratterò i muri della mia città». Buon esempio; fosse l’aria pulita come i muri che auspica.

    Dall’altra parte il tormentone-primarie continua. Si voterà il 28 gennaio, con possibile slittamento al 4 febbraio. Leoluca Orlando corteggia gli scontenti e ha appena incassato il supporto degli ex compagni margheritini. Rifondazione dovrebbe candidare Giusto Catania mentre i Ds, prima affascinati da una possibile candidatura di Alessandra Siragusa (che fu assessore di Orlando) non sanno che pesci prendere. Non capisco come mai non abbiano ancora proposto il candidato in grado di sbaragliare chiunque: Eugenio Corini!

    Palermo
  • Con rispetto parlando

    Tutto si può dire di un siciliano…che è sboccato, che è volgare in certe espressioni che, a chi siciliano non è, risultano davvero sguaiate. Ma c’è un campo in cui il vero siciliano non transige e non ammette ragioni: quello del corpo e quello del linguaggio ad esso relativo.
    Perché il siciliano è così: pudico e a modo suo rispettoso dell’etichetta. Gli viene fuori un senso innato della verecondia quando meno te l’aspetti, magari dopo che si è espresso in termini non proprio oxfordiani e lusinghieri nei confronti di qualcuno, ecco spuntare dal nulla una formuletta magica che mette al riparo da eventuali imbarazzi: CON RISPETTO PARLANDO.
    Perché ci sono parti del corpo che non puoi proprio nominare senza sentire l’impellente necessità di scusartene, mi è capitato di sentire frasi come questa “curnuta ra miseria l’otobusso un passò e avi un’ura ca caminu… haiu, CON RISPETTO PARLANDO i pieri c’a un mi sientu cchiù“…già i piedi sono una faccenda privata di cui avere un certo pudore…per non parlare poi dell’espletamento di certe funzioni fisiologiche… “u picciriddu eppi con rispetto parlando diarrea tutta a nuotti e a scuola un ciù mannavu” o ancora “u pollo r’assira m’appi a fari mali e haiu, con rispetto parlando, lo stomaco IMBARAZZATO”, ma imbarazzato di che? Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Tu non esisti

    Di fronte a me c’è una luce rossa. È immobile e senza ombre. È vivida e rettangolare come la finestra che la contiene. La prima volta che l’ho vista, non ci ho fatto caso più di tanto. Mi sembrava la bizzarria di un uomo solo, la stravaganza di qualche adolescente. Ora, invece, dopo quasi quattro mesi è diventata la mia ossessione. La osservo ogni sera, sbirciando tra le tende. Ogni notte, la mia insonnia resta ore a contemplarla senza capire. Senza trovare un piccolo insignificante indizio. Non riesco neanche ad afferrare la stanza in cui è accesa. Durante il giorno, il vetro della sua finestra appare opaco, latteo, come lo sono i vetri dei bagni. Come per nascondere le persone che abitano in quell’appartamento. Chi può usare però una luce rossa in bagno? E soprattutto che senso avrebbe tenere la luce del bagno accesa tutta la notte, senza mai spegnerla neanche per un istante? Forse è una stanza da letto. Forse è la lampadina di una abat-jour un po’ etnica. Forse chi dorme, là dentro, ha paura del buio e non sa rinunciare al conforto di una lampada sul comodino. O più semplicemente non è la luce ad essere rossa, ma le tende. La carta da parati, il ducotone spalmato sul muro. Continua »

    Palermo
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