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  • Aiamola e la torre di Mondello

    Torre di avvistamento della piazza di Mondello

    Ha un qualcosa di “esortativo” il termine “aiamola” che, poco più di un anno fa, una decina di professionisti palermitani (tra cui il sottoscritto) hanno scelto per dar vita ad una associazione che si propone di recuperare un pezzo della storia di Mondello quale è la torre di avvistamento della sua piazza: “aMiamola”, facciamo qualcosa di personale e concreto per la nostra città, attraverso le nostre competenze professionali! È stato questo lo spirito con cui è nata l’Associazione “Aiamola”, come una scommessa per adulti socialmente responsabili e consapevoli che i “fatti” costituiscono l’argomento più convincente per aggregare altri. “Aiamola” è un grido dei canti di lavoro dei vecchi tonnaroti che ci ricorda che, dal XV secolo sino al secondo conflitto mondiale, la pesca del tonno è stata la principale attività economica del borgo marinaro di Mondello, prima che l’operazione di bonifica e di sviluppo immobiliare dei primi del novecento la urbanizzasse così come la vediamo oggi. La torre di avvistamento e di difesa contro le incursioni dei pirati, con l’annessa casa del “rais”, rappresentavano l’ultima memoria della tonnara e versavano in uno stato di grave abbandono e degrado. L’incontro casuale tra il privato proprietario e Angelo Agnello, ingegnere e leader dell’iniziativa, ha sortito una singolare negoziazione: un lungo affitto della torre contro il costo del suo restauro, finanziato dalla vendita degli spazi pubblicitari del ponteggio, dalla sottoscrizione delle quote associative, dalla vendita dei biglietti del museo multimediale che sarà allestito all’interno della torre circa la vita e l’economia delle tonnare siciliane e da altri eventi culturali che sarà possibile organizzare, non ultimo, nella terrazza della torre con vista tanto esclusiva e incredibilmente ricca di suggestioni. Sinergicamente, ma autonomamente dall’attività dell’Associazione, i vecchi magazzini della tonnara dovrebbero essere adibiti a locale di ristorazione specializzato sul tema culinario del tonno. Il sito dell’Associazione “Aiamola”, oltre a riportare informazioni sulla storia della torre e sul suo progetto di restauro (con tanto di foto e anche di registrazioni di vecchi canti di lavoro), consente di diventarne membri on line come “soci ordinari” – con una quota molto accessibile – ovvero “sostenitori”. Soci “onorari” saranno invece i vecchi pescatori o tonnaroti superstiti di Mondello. È un’iniziativa totalmente privata, ma che ha sinceramente a cuore di diventare molto “pubblica”, sia numericamente che emblematicamente.

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  • 11 commenti a “Aiamola e la torre di Mondello”

    1. piu di una volta ho sbirciato tra le intercapedini del ponteggio ebbene a distanza in 1 anno non ho ancora visto una benchè minima operazione di restauro…

    2. informazione di servizio per rosalio: nella colonna a sinistra “Palermo su Flickr” hai inserito delle thumbnails che rimandano ad album fotografici che non hanno nulla a che vedere con la nostra città. Palermo infatti è anche il nome di un quartiere di Buenos Aires e alcuni di quei fotoblogs riguardano per l’appunto la città di Baires.

    3. abito all’addaura (per dimostrarlo 3 foto dal salone di casa mia http://img238.imageshack.us/img238/2823/dscf2200xm1.jpg http://img472.imageshack.us/img472/8166/dscf2271op7.jpg http://img472.imageshack.us/img472/5315/dscf2305sd4.jpg),
      mi faccio in quattro per segnalare quel che di incivile/indecoroso avvisto tra mondello e l’addaura
      PRETENDO LA TESSERA AD HONOREM “GRAN CAPO DELLA TORRE” :]

    4. ma a parte la pubblicità che ormai fa il pari con le fioriere del nostro sindaco xchè non si vede alcun lavoro?
      e poi valorizzazione e tutela di un “fano” di gaurdia significa farci un “ristorante specializzato nel tonno”?

    5. Fabrizio mi affitti una stanza?

    6. Fabrizio l’aggregazione delle foto avviene automaticamente.

    7. L’Associazione ha potuto prendere in affitto la sola torre impegnandosi al suo restauro. Per gli altri locali la proprietà conta di incassare invece moneta sonante dagli affitti. E’ in questi locali che, molto probabilmente, si insedierà un locale di ristorazione che, se idealmente orientato alla memoria dell’attività di pesca svoltavisi per secoli, contribuirà con il museo della torre a tener viva una memoria. I restauri sono visibili all’interno dove hanno consentito di recuperare la vecchia cisterna (V. foto). Penso che si potrebbero organizzare delle visite per coloro che volessero contribuire al lavoro dell’Associazione Aiamola: mi sembra il minimo!

    8. Sono una mondelliana proprietaria e abitante in giovinezza a Mondello in tempo adolescenziale.
      Ho sempre guardato la torre di mondello un po’ con sgomento e sempre con curiosità, ammetto.Lo sgomento per vederla sempre chiusa, la curiosità per capire cosa si vede da lì, quale potesse essere la sua funzione.
      Difatto io penso da sempre che il sistema delle torri costiere, sia appunto, nato come sistema, di difesa. Ossia che le torri non erano isolate, ma facessero parte di un sistema di comunicazione, ubicato non a caso nel territorio, a distanze ragionevoli, per comunicarsi fra loro, in un sistema precursore dei cellulari, fatto di segnalazioni di fumo, se volete. Perché non intendere le torri e fare un progetto di valorizzazione dele torri costiere non come luoghi isolati, ma come sistema di allarme diffuso?
      Una mia provocazione.
      Ricordo che vicino alla Torre di mondello c’é quella di CapoGallo, incorporata nello stabilimento la Torre.
      Facevano sistema? E’ possibile capire come funzionassero fra loro? Perché non tentare una rievocazione?

    9. L’edificazione della Torre è stata disposta dal Senato Palermitano nel 1455, per proteggere la tonnara di Mondello dagli attacchi dei pirati, che in quei tempi si ripetevano con una certa frequenza, sino ad oltre il 1800.

      Il manufatto, alto 13,50 metri e con un diametro alla base di 10 metri, possiede una prima elevazione tronco conica, interessata in parte da una cisterna di accumulo dell’acqua piovana ritrovata durante i lavori di restauro, nella restante parte la Torre svetta con forma cilindrica sino alla copertura circolare, circondata da merli strambati, dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato e che un tempo serviva ad avvistare gli attacchi predatori. L’unico vano circolare, di cui è costituito l’interno della Torre, misura un diametro interno di circa 5,60 metri, e risulta dotato di volta in muratura atta a sostenere il peso delle armi che venivano poste in copertura.

      La Torre, che veniva presidiata da tre soldati, è dotata di tre piccole finestre poste allo stesso livello, mentre una quarta, scoperta durante i lavori, risulta posizionata a quota decisamente superiore, e testimonia un possibile originario soppalco ligneo.

      Una volta uscita dal degrado e riportata ad una funzione rispettosa della sua storia, le idee possono essere molte: una scolaresca di Messina potrebbe comunicare attraverso segnali di fumo con una di Palermo attraverso le torri di avvistamento della costa settentrionale sicula …

    10. ahhahhah, Donato.
      Era una mia riflessione. Tu sostieni fossero poste a singolo presidio di singoli luoghi. Magari quella di Mondello, con tu dici, é sorta funzionalmente alla Tonnara (che già esisteva nel 1455?) da Atti e Bandi del Senato, nell’Archivio Storico Comunale, questa notizia?
      E se le torri non facevano sistema, ma erano legate alla protezione di determinate attività, quella della Torre, che attività tutelava? O aveva funzione di controllo costiero?
      Perché sostieni che la volta in muratura era stata realizzata per sostenere il peso di armi, risulta da documenti? I tre soldati, anche? E la tonnara ai tempi era privata? O era pubblica?
      Come dici tu, le idee possono essere molte.

    11. Le torri di avvistamento sono poste in punta sulla costa, quella di Mondello fu edificata per iniziativa del Senato palermitano, evidentemente a difesa delle attività economiche del borgo marinaro. Le notizie storiche sono di uno studioso della storia di Mondello che collabora con l’associazione.

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