Da lettore a lettore
Te li ritrovi là, tutti seduti alla ricerca di un contegno, mentre prima di entrare nella sala avevi persino paura che non ci fosse nessuno. E già sbagli nell’approccio, quando ti senti – Dio, l’età, che ricordi che vado a tirare fuori ! – Arnoldo Foà nella televisione anni 50 a leggere Dickens o Mark Twain , in un’ambientazione implacabilmente da club londinese, sotto una luce che davanti ai teleschermi doveva passare per suadente e accattivante.
Ed invece lo sai, te l’hanno detto subito, che non devi recitare, che non devi cercare effetti speciali, che la forza del tuo lavoro è legata alla parola scritta: è lei che deve uscire dal tuo libro tormentato di sottolineature ed entrare direttamente nella pancia delle signore sedute davanti a te. E già il primo gorgoglio dalle tue viscere, unico segno dell’avvio delle trattative tra la tua pancia e quella degli ascoltatori, si fa strada, mentre la sala si riempie. Si riempe? Ma che ci venite a fare, che diavolo pensate possa fare per voi, col mio librettino in mano, solo come un’annunciatrice della tv, in diretta da una biblioteca di Palermo, ho detto di Palermo, mica di Firenze o di Parigi, venuto in fondo solo per dirvi che il libro, il mio piccolo tascabile vi può regalare la libertà, non vi chiede niente, vi perdona pure se lo maltrattate, vi regala un sogno più grande di mille programmi televisivi.
La voce, che per un attimo, clandestinamente, avevo modulato proprio per giocare al personaggio del seduttore televisivo di mezz’età, viene fuori esile e sgraziata, un po’ come avveniva davanti ai vecchi Grundig a nastro della mia gioventù, quando leggevo, e cancellavo subito, le mie poesie d’amore sul registratore di mio padre, di nascosto, come se temessi di essere colto in fallo con L’amante di Lady Chatterley, ben nascosto per quarant’anni dietro la Divina Commedia a casa mia.
Ma la magia avviene lo stesso. Anche se la tenda della saletta non funziona ed il caldo dei termosifoni improvvisamente ed inutilmente accesi mi ha reso afono, anche se quella signora davanti a me controlla sul suo libro se ho saltato il passo che lei attendeva, anche se non sono suadente e vellutato nel volto e nella voce come Giancarlo Sbragia o Giorgio Albertazzi della dolce tv della mia infanzia, il miracolo si ripete. Ha vinto il libro. Superando ogni legge della fisica e della logica, il volo dalla mia alla pancia altrui di queste vecchie parole stampate è avvenuto. Mi sento un po’ l’arcivescovo di Napoli, quando mostra l’ampollina col sangue di San Gennaro ed annunzia, tra gli applausi, che tutto è avvenuto come doveva.
Da spettatore.
Gli anni di una città possonoo scorrere più o meno indifferentemente, ma in qualche modo passano non avendo molte altre alternative. E sono arruffati questi anni, irati per l’oblio come se tanto avere combattuto,studiato,amato,perduto non fosse servito a nulla, più o meno come anime stanche.
Lei ,e i suoi libretti sono un “Nuovo Cinema Paradiso” per noi che sappiamo ancora vedere le cose con gli occhi sgranati, non sapendo nascondere la meraviglia.
Gentile signor Savoia ho letto con interesse il suo intervento ma non mi è chiaro il senso della sua citazione di Arnoldo Foà.
Anna Procaccini
Per la signora Procaccini, che interviene a proposito del mio intervento su “Rosalio”:
“Gentile Amica, innanzi tutto grazie per la sua attenzione. E grazie, soprattutto, per l’opporunità di ritornare al tema della memoria, della buona antica (e perduta) abitudine da parte della televisione (qualcosa,poco,ancora fa la radio) di trasmettere delle storie, delle letture, proprio come faceva il mio amato Foà molti anni fa. Ricordo non tanto e non solo il teatro teletrasmesso, ma anche le letture dei classici, lo sfogliare dei libri che ha contribuito alla diffusione del culto per il libro che mi ha accompagnato nella vita. Ne parla Walter Veltroni nel suo libro sui buoni programmi tv di un tempo, ne accennavo sommessamente io trovandomi, per una volta, nel ruolo di “lettore” nel corso delle emozionanti serate di “aria di libri”. Tutto qui. Senza, peraltro, aver alcuna voglia di far paragoni tra la suadente ed emozionante voce di Foà ed il gioco, pur altrettanto sentito, dei lettori delle serate palermitane di Aria di Libri.
Cordialmente
Salvatore Savoia
Salve sign. Savoia, siamo il G.H.PA (GHOST HUNTER PALERMO) siamo un gruppo di ricercatori del paranormale,abbiamo effettuato delle indagini al castello di mussomeli,al castello di carini ecc.
con esito positivo abbiamo captato delle voci di fantasmi (metafonia) e tante altre cose con la nostra strumentazione.
ho letto su internet che lei e un esperto storico su storie a palermo,anche se noi siamo palermitani volevamo sapere qualche posto per effettuare indagini tutto a titolo gratuito ed a scopo scentifico e non esoterico,se puo aiutarci saremo felici.
attendo una sua cortese risp. saluti il fondatore Antonino Di Cara
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