Pazzi e contenti
Lo scemo del villaggio è un personaggio irrinunciabile in qualsiasi centro abitato. Qualcuno disse che era così divertente che ogni paese ne voleva per forza uno. Ma noi siamo in una città e anche lo scemo del villaggio ha subito una metamorfosi metropolitana diventando “’u fuodde” della via Tal dei Tali. Recentemente mi sono trasferita a vivere in un quartiere che mi ha immediatamente affascinato perché è una specie di minestrone nel quale una via popolare come via Montalbo, si mescola con via dei Cantieri dove la mattina incontri gli operai con le tute blu che si apprestano ad andare alla Fincantieri; dove la sirena dei cantieri navali scandisce le mie giornate come una campana laica di una chiesa fatta di metallo, fumo e rumore.
In questa zona c’è un ufficio postale. Una mattina, mi trovavo incastrata in una lenta fila per pagare una bolletta e quando ormai a passo stanco stava per arrivare il mio turno un vociare animato mi riportò al presente e mi accorsi che il tipo davanti alla sportellista, un uomo sulla cinquantina, si dimenava urlando “VASTASI! SITI TUTTI VASTASUNAZZI! SCHIFIU!!!” e continuando a vociare si dileguò dalla porta d’ingresso e scomparse nel caos della via. Continua »
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