Il possesso di una città
La prima volta che ho visto Palermo era dicembre. Ci sono venuta perché era la sua città, perché lui aveva voglia di mostrarmi le cose di cui mi parlava. Mi aveva detto: “vedrai ti piacerà, Palermo non può deludere”. E poi quella frase, ripetuta mille volte per esser sicuri che l’informazione mi restasse impressa nella mente: “il suo centro storico è il più grande d’Europa”.
Ci sono luoghi che incantano anche perché, per quegli strani meccanismi della mente umana quando si vuole bene a qualcuno, nascono familiari. A me si chiedeva di guardare con gli occhi di lui, di riconoscere, prima ancora che di conoscere, una piazza, un teatro, una via, una chiesa, come se per osmosi dovessero già appartenermi un po’. Era la sua Palermo.
Un giorno poi, ho deciso che dovevo camminare da sola a piedi. È il modo che considero più efficace per far diventare un luogo mio, come se i miei passi, anche a caso, senza una meta precisa, siano passi di conquista e siano in grado di restituirmi possesso. Ho camminato, scovando il negozio dove comprare i pistacchi, recuperando i percorsi dove trovare cibo vero, quello da mangiare con le mani e leccarsi le dita, mi sono orientata tra le luminarie di Natale per l’acquisto dei regali. Avevo capito che Palermo poteva diventare anche mia.
Ci sono tornata, e tornata ancora, assaporandola lentamente. La letteratura tematica sostiene che per vedere un luogo occorre rivederlo, e descrive i viaggi del ritorno come magici, perché permettono di farti vivere una città più liberamente, essendo alleggeriti delle incombenze che un posto sconosciuto ti chiede di sbrigare. Si è più autosufficienti, si è protesi all’approfondimento, capaci di godere come quando si fa l’amore con una persona che hai imparato a conoscere ed il cui corpo non ha più segreti per te. Era la mia Palermo.
L’ultima volta che ho visto Palermo era dicembre. Ci sono venuta perché era la vostra città, una città da leggere e da commentare, da vivere a distanza attraverso l’etere, con tutti i suoi contrasti, in tutti i suoi aspetti, dal mare ai monumenti, ai palazzi baronali, alla gente comune, ai negozi, ai locali, ai giardini, ai mercati, nella sua unicità. Era la vostra Palermo.
L’ho ritrovata, circondata da tanta gente, l’ho sentita ancora una volta diversa, mentre saltavano fuori ricordi che non si ricordava di avere, quei ricordi che si recuperano solo se torni a vivere nel presente il passato. Era la nostra Palermo.
Palermo dai mille volti, Palermo dai tanti possessi, Palermo come scenografia delle trasformazioni folli e vertiginose che ti intrappolano e che sono capaci di colorare la vita.
Venire, partire, tornare, ripartire, tornare di nuovo e lasciarla sempre con la sensazione che ci siano ancora tanti angoli nascosti, tanti scorci da vedere, e quella vista sul Politeama, legata indissolubilmente alla prima volta.
Alberta è la prima volta che ti leggo.
Profondissima nel tuo argomentare mi piacerebbe capire meglio come ti abbia “folgorato” la mia, nostra Palermo.
Ps: ma tu dove vivi? nel profilo c’è scritto che “sei nata” e che è apalissiano che se non si fosse verificato tale accadimento. 🙂
Del tuo profilo mi è rimasto impressa questa parte: Quando le chiedono il perché di tanti cambiamenti, risponde che ha l’impressione di vivere più vite e di voler tentare la titanica impresa di rubare tempo al tempo.
Che bello questo post Albi!! :)))
Ancora una volta…brava!
Comunque è vero… Palermo non può deludere!
Non ci credevo, quando me lo raccontavano…
…invece è proprio così! 🙂
grazie…
“Palermo come scenografia delle trasformazioni folli e vertiginose che ti intrappolano” non sai quanto condivido questa definizione Albi. Quante emozioni contrastanti ho vissuto a Palermo! Quante volte le luminarie natalizie hanno assunto forme diverse nella mia mente. A volte le ho viste con occhi gioiosi, come le guarda un bambino, a volte con occhi malinconici, come le guarda un innamorato, a volte più semplicemente con occhi tristi. Eppure, qualsiasi fosse il mio stato d’animo, la nostra Palermo mi ha sempre abbracciato con i suoi colori, con i suoi profumi ed il suo calore.
Bel post anche io questa città la vado scoprendo piano piano, pur essendo palermitano che vive a Palermo, ogni suo angolo, ogni suo aspetto…..E’ veo questa città ti riempie tanto, a volte ti soffoca e senti il bisogno di scappare via per un pò, ma non puoi fare a meno di sentire la sua mancanza e ci devi per forza tornare…
Niente da eccepire sul post. La sua soggettiva sulla città è condivisa anche da me.
Però. Ho delle informazioni diverse riguardo la vastità del centro storico di Palermo.
Un architetto mi disse un giorno che il centro storico di Palermo è il secondo, in Europa, per grandezza.
Lisbona ce l’ha più grande.
Cu havi raggiuni?
Palermo è una città piena di contradddizioni e di sorze rimanerne affascinati è quasi un obbligo, scoprirla giorno dopo giorno un vero piacere. IO peraltro credo di essere un po’ masochista. Ieri ho accompagnato un nutrito gruppo di studenti universitari allo ZEN 2 (se volete lo chiamo San Filippo Neri ma sempre ZEN rimane). Ho visto i resti di un esperimento criminale condotto su alcune persone, ho visto un pezzo di città che viene scientificamente dimenticato, un pezzo di città che viene bypassato da una sorrta di minicirconvallazione che lo isola e lo ghettizza ancor di più, ho visto un brandello di città cui la chiesa dà fisicamente le spalle e lo separa dall’area ben più vivibile dello ZEN 1, ho visto un pezzo di città davanti al quale trova posto un bell’insediamento di villette nuove nuove che fanno bella mostra dietro un alto muro come uno sfottò irredimibile. Io il pelo sullo stomaco ce l’ho piuttosto irsuto ma mi sono addolorato profondamente per le responsabilità che l’architetturra e la città ha nei confronti di chi vive allo ZEN. Eppure il Monte Pellegrino che si vede dalla non piazza dello ZEN è lo stesso che si vede dal centro storico a 5 stelle più grande o quasi d’Europa della città più cool d’Italia.
Grazie per voler possedere questa città che il senso del possesso che fu, ricordiamolo, prealessandrino ce l’ha molto forte.
Stasera in centro mi ricorderò di queste parole, e lo saluterò per te e Barbara.
Antonio Moschitta, io ti do le informazioni se tu diventi anche un po’ bianco celeste. Si può fare, nessun conflitto di interessi con il tuo rosa nero, categorie diverse, terre lontane.
Barbara, grazie! Dici72, prego!
Bulgakov organizziamo una manifestazione palermitana di abbracci.
Antonio, ok torno!
Totò, ohhh mio dio, nooooooooo, perchèèèèèèèèèè ….. mi stai dicendo che lui mi ha mentito …. che quello che mi diceva non era vero …. hai distrutto una donna!
Davide, penso anche sia un po’ Palermo a possedere me. Ieri sono entrata in un negozio di dischi ed ho esordito con il ragazzo: “Se ti dico Roy Paci?”, lui: “Ti rispondo: sei siciliana?”, “No ma ho sentito una versione in una radio di Palermo di ciuri ciuri e la voglio”, ora POSSIEDO il cd.
p.s. per favore indaghiamo tutti su queste grandezze perchè, sarà pur vero che le dimensioni non contano, ma ….
Niente da eccepire sul post. La sua soggettiva sulla città è condivisa anche da me.
Però. Ho delle informazioni diverse riguardo la vastità del centro storico di Palermo.
Un architetto mi disse un giorno che il centro storico di Palermo è il più grande dell’intera galassia e della sua provincia.
Albi ho già ordinato la mia hug-shirt, anche se oggi, se non ricordo male, è prevista una manifestazione molto più interessante. Alfama e Bairro Alto messe insieme non valgono la metà di Ballarò (campanilismo siculo).Secondo me non ha mentito, almeno sulle dimensioni.
Albi…prego! 😉
Pensi che Palermo un po’ possegga te? Dici che siamo “possedute”?!
Bookends…grazie per il saluto che porterai ad uno dei luoghi che più amo al mondo 🙂
Sono davvero contenta di aver “scovato” Rosalio e tutti voi 🙂
ohhhh
non mi toccate Lisboa…
io comunque sapevo che palermo era il terzo centro storico.
Nell’ordine Lisboa, Genova (eh si), Palermo.
Non mi toccate Lisbona? e che c’entra ora Genova? Addirittura terzo? Nooo, non ha mentito, gli si vedeva dagli occhi! Il più grande in assoluto dell’universo creato.
Ciao Book,
Barbara cara, dico che siamo “folgorate”! Ma è cosa assai buona, nulla di negativo.
Ma tutti Antonio, Totò … ma non è che sto parlando con uno solo “dai mille volti” e “posseduto” dalla sindrome del commento?
Nao, eu soi eu.
Allora. Genovesi (http://tinyurl.com/yaqsap) e Palermitani (http://tinyurl.com/yll9jt) si contendono ‘sto benedetto primato. Credo che il vero problema sia definire i confini del centro storico. Se diamo per buoni certi dati trovati in rete, ‘vince’ Palermo (“220 ettari” = 2,2 Km quadrati, lo dicono qua: http://tinyurl.com/uekjh). Genova, invece, può vantare appena “quattrocentomila metri quadri” (= 40 ettari), almeno così sostiene chi ha compilato la relativa voce su Wikipedia.
Ma ‘sti numeri andrebbero verificati. (Effettivamente 220 ettari mi parinu assai…)
Di Lisbona non sono riuscito a trovare molto (i portoghesi sembrano più modesti, e non mi pare siano interessati a fare “a chi ce l’ha più grande”). Ciao albi, leggerti è sempre un piacere. 🙂
Ciao, Albi! Leggo solo ora il tuo post e…sai perchè? Sono appena tornata da una lunga giornata trascorsa a P.zza Politeama (si, proprio quella che c’è a Palermo, nel centro storico più grande d’Europa, hai presente?)con un “certo cartello” in bella mostra! 🙂 E sai a cosa mi riferisco…anzi, lo sa anche “qualcun’altro”…
Archiviato l’argomento (e con esso tutto il resto) , mi sento autorizzata a commentare quanto hai scritto, perchè la sensazione è quella di una mamma a cui fanno i complimenti per il proprio figlioletto. Sarà anche verò che ogni scarrafone è bello a mamma sua, ma sentirti parlare così di Palermo mi inorgoglisce davvero tanto e mi fa sentire fortunata che sia la mia Città.
da http://www.hellobologna: Bologna è storia millenaria: nel suo centro storico, definito dall’Unesco il più grande del mondo …
Basterebbero 30 minuti, invece di 3, per scoprire che ci sono altri 10,100, 1.00 centri storici più grandi del mondo.
Mi fà piacere, però, che l’unico meritevole dei tuoi commenti sia il nostro.
Ho appena conosciuto nel centro storico più grande nell’universo a Davidùùùùùù… bellissimo!… grazie Palermo!
Ah, non per dire, ma ho fatto per 2 anni la modella per krizia.. e no di passamontagna 🙂
Palermo, oltre ad avere un centro storico più grande del paradiso e di tutto il suo circondario, ha anche un potere sconfinato: il potere della sintesi dei nomi propri. Nnù centro storico ‘n Paliemmo, Antonio diventa Ninù o addirittura Nì, no Totò
Antonino. chiaramente Antonino.
Antonio potrebbe essere Tony coll’ipsilon
Alberta non è questione di conflitto d’interessi, ma “l’amore” non è barattabile. 🙂
BiancoCeleste… Lazio? Pescara? Opto per la prima. Comunque se di Lazio si tratta un grazie ve lo devo dire.
Nan saremmo as un punto dalla Roma se il derby non fosse stato di marca solo ed esclusivamente laziale.
Comunque è un piacere leggerti ! :-*
Ops:… mi era sfuggito “terre lontane”.
Il tuo bincoceleste potrebbe non essere italiano….
Help me, please!
Caro Antonio Moschitta (la precisazione è d’obbligo, visti i casi di omonimia, anche se mi pare di capire, da alcune indicazioni, che Totò è più che altro diminutivo di Salvatore), ti aiuto. Quella del calcio è la terza carta che mi gioco con un uomo, il mio terzo asso nella manica ;-). Bianco celeste sono i colori sociali di una società sportiva di soli tre anni che, partendo dagli allievi è passata poi in terza categoria ed ora è in seconda (conflitti d’interesse annullati e l’amore, vero che non si baratta, ma ce n’è sempre tanto!). Il tutto ambientato in Molise (le tue carenze conoscitive sulla provenienza geografica, sono dovute al fatto che è la prima volta che mi leggi, dovevi leggermi da subito!!!!) Cosa c’entro io? Sono il presidente, un presidente che si diverte a fare il dirigente accompagnatore, il che implica la sua frequentazione degli spogliatoi e il suo sedere in panchina durante le gare, tutte cose molte divertenti, per la galanteria che i “ragazzi in mutande” mostrano sempre nei suoi confronti. Io quest’anno in Serie A tifo Palermo, tu in seconda categoria tifa Atletico. Chiaro?
Ecco, questo è un altro aspetto che evoca il mio voler fare più cose. Magari per qualcuno non me ne riesce nessuna, ma è un problema suo e non mio!
La tua curiosità su come mi abbia folgorato Palermo, e direi la Sicilia in genere, è lecita ma credo già soddisfatta. Mi ha folgorato in tutti gli aspetti che la rosa dei sentimenti prevede.
Queste dimensioni? Certo ci si potrebbe armare di rollina detta anche fettuccina (Bulkagov? tu che vedi cibo in ogni dove, anche nella povera Rosetta di Maria Cubito, la pasta fatta in casa della nonna non serve!) e procedere a misurazioni, capendo bene in che posizione partire, perchè è lì che ci si incarta!!! Ma poi … serve? “Grande” significa tante cose, superiore alla misura ordinaria per dimensioni, durata, quantità, intensità, forza … come le luminarie di Natale che si guardano con stati d’animo differenti. Insomma, avrò anche imparato che a Palermo si dice arancinA ma non cambio idea su questo “il centro storico di Palermo è il più grande del firmamento” e lui non ha mentito!
Maria Luisa, c’era traffico in centro???? 🙂 … dicci … dicci … com’è la situazione in questi giorni?
Mi dispiace per i genovesi ma il centro storico di palermo è piu’ grande, ci supera ma di poco solo Lisbona
E se invece di individuare chi ce l’ha più grande individuassimo chi ce l’ha più bello!?
Maria Luisa aspettiamo un resoconto completo qualitativo e quantitativo.
Albi … touchè!
Alberta, prostrato ai tuoi piedi ti chiedo umilmente scusa per non averti letto prima, ma, non volendolo prendere come alibi, sono nuovo in questo stupendo blog.
Presidente di calcio? bellissimo! ho un’amica che ha la stessa tua carica e so quanto sia bello per lei.
Senza presunzione, non mi sbaglio mai sulle persone: sei una persona brillante.
Appena posso ti scrivo via email che ti devo chiedere una cosa (tranquilla non è il tuo numero di telefono 🙂 ).
cos’è Molise? 🙂
Eccomi, giusto il tempo necessario per descrivere, attraverso una semplificazione informatica, la fine di Totò sopra di me.
Totò è un file. Cursore su Totò, tasto sinistro e trascinamento di Totò nel cestino. Tasto destro e … svuota cestino!
Cara Albi, sarei arrivato prima, non fosse stato per il mio computer che è in riparazione da una settimana (troppi post!!!). La prima volta che sono arrivato a Palermo avevo 25 anni, ero obiettore di coscienza (in tempi in cui l’obiettore andava vessato e deriso) e per conto di una associazione di volontariato romana dovevo accompagnare un alcolista presso una comunità di recupero tossicodipendenti. Un viaggio terribile, in treno, da Roma a Palermo, senza chiudere occhio per non “perdere di vista” il soggetto, peraltro più anziano e più robusto di me. Sono arrivato la mattina presto, ho incontrato in Stazione chi doveva prendersi cura di Augusto, e poi sono andato a farmi qualche ora di sonno presso un piccolo albergo di cui non ricordo il nome, ma dalle parti del Massimo. Quando mi sono svegliato era pomeriggio inoltrato, quasi sera, e Palermo vomitava odori e gente da ogni viuzza. Ho in mente quest’immagine come fosse ieri. Un colore cangiante tra arancio e azzurro, dei fumi, l’odore di fritto, un vociare senza fine, il rombo di motori che passavano a gran velocità, le sirene (quelle lampeggianti, oltre che sonore), le luci delle vetrine. Non sapevo quant’era grande, ma la dimensione non ha nessun interesse: quello che importa è come la città venga vissuta, cosa circola al suo interno, come sono gli sguardi della gente, come parlano, cosa si dicono gesticolando. Allora? Mi ci sono perso dentro, e basta. Poi, grazie ad un amico che lì studiava architettura, sono stato ad una festa, con un sacco di gente, a Sferracavallo. Dei luoghi non ricordo nulla, di allora, ma ho + o – presente quello che è successo di notte, visto che sono diventato il compito a casa di una bella ragazza palermitana. Dove sarà lei, adesso? Io credo di sapere dove sto io. Abito a Palermo da poco più di un anno, ho preso casa vicino alla Magione e, il resto, al prossimo post…
Sempre adorate le donne forti,dalla caviglia ferma;
Ciao,Al.
Albi io formatterei per sicurezza pure il disco rigido, non si sa mai.
Ho temuto che Zelig ci proponesse di argomentare su altra questione legata all’utilizzo, ma si è fermato un passo prima!
Il centro storico di Lisbona è ATLANTICO, è bello certo ma ha bisogno della gente per vivere pienamente e del tuo stato d’animo positivo. Quello di Palermo è MEDITERRANEO, ha il calore dentro senza che sia necessario nulla di più. C’è la luce del sud, con i colori descritti da Domenico, che ti abbraccia subito, ti possiede e, all’occorenza, ti fa cambiare umore.
Caro architetto, la prima volta che siamo stati a Palermo mi sembra di capire che eravamo in stesse faccende affaccendati!;-) Volevo nominarti CTU per misurare, ma ormai problema superato: vince Palermo!
Bulgakov, dici che devo fargli chiudere i confini? E che se Di Pietro alla fine il ponte ve lo fa, lui non ci può passare??? 🙂
Non tocchiamo la questione del ponte. Prima o poi va a finire che pubblico un bel pezzo su Rosalio, al proposito, visto che me ne occupo da almeno tot anni, e di idiozie ne sono state dette in ogni lingua. Dell’argomento nemmeno Di Pietro e tutta la sua corte ne sanno qualcosa, solo opinioni di opinioni. Forse Bianchi, lui sì, ne ha scritto in tempi non sospetti. Ma l’argomento risale alle radici della nostra cultura meridiana. Insomma, non roviniamoci il Natale (a tal proposito, hai da fare giovedì sera?).
Dai pubblicalo che ti commento!
Che Di Pietro non ne capisca nulla non mi è difficile crederlo, è sgrammaticato, con un lessico scarso e un accento orripilante, ed è un miracolato (commento contrario alla policy del siino) ma tanto io queste cose sono pronta a dirgliele in faccia!
Guarda, ho un impegno da esplicare nelle 24 ore di venerdì, ma secondo il mio giudizio e quello della pinzero, uno per te potrebbe anche liberarsi …. scherzo … fermi tutti ….
Per Albi e Bulgakov: eccovi il mio resoconto qualitativo/quantitativo di “quella giornata” (anche se suppongo che a tutti gli altri rosaliani non interessi affatto, ma tant’è…).
innanzitutto, mi scuso per il ritardo con cui vi sto rispondendo, ma sapete, il TRAFFICO…
Dunque: la giornata è andata davvero bene e sono stata costantemente motivata dalla certezza di contribuire fattivamente e concretamente alla pace nei blog, davvero in prima persona! Sono arrivata in Piazza Politeama molto presto, per evitare il TRAFFICO, e poi sono rimasta li per ben dodici ore filate con il mio “bel cartello” fra le mani e in testa un fantastico berrettino di Babbo Natale con le lucine intermittenti comprato (ad hoc per l’occasione) qualche giorno prima ad un semaforo, mentre ero ferma nel TRAFFICO. Ho avuto un riscontro positivo da parte di tutta la cittadinanza palermitana e credo che ormai ripeterò l’esperienza ogni anno, istituendo la giornata ufficiale per la pace nei blo proprio il 15 Dicembre! Che dire? Devo proprio ringraziare voi due! 🙂
Maria Luisa peccato non essere passato di lì il 15. Dichiaro la pena ufficialmente scontata. Domenico vai col post sul ponte sento già le dita fremere sulla tastiera!
Cara Maria Luisa, se ti sei divertita tanto, noi ti potremmo tirare dentro un’iniziativa del 22 p.v. per la pace nel mondo. Ci allarghiamo un pochino! Nulla da fare in pubblico però!
Ma poi da Billitteri ci sei andata? Stiamo testando la tua affidabilità, prima che Bulkagov (mariti/mogli fidanzati/e conviventi e soggetti in fase di rinnovo contrattuale permettend) ti inviti a cena. Teme che tu gli dia BUCA dicendogli che hai FORATO!
Bene, allora. Riscalderemo i polpastrelli tra qualche giorno sulla questione del ponte. Il fatto è questo: ho tanto materiale da parte, e sto pensando di cucirci sopra un bel libro che raccoglie editi e inediti sulla questione ma, come fa chi pensa a quello che scrive, sono certo di non avere materiale sufficiente perché intraleggo tra le mie carte, e i miei dati, delle zone oscure. In questi anni, da ogni parte, si sono articolate esiziali questioni che hanno strumentalizzato la faccenda. La partitica non c’entra nulla, e nemmeno gli appalti e, forse, nemmeno la mafia. Vi dirò perché…