I nomi a capriccio
Certe volte ci penso e penso che poteva andarmi peggio…mi chiamo Maria, ma avrei dovuto chiamarmi Maria Catena, come mia nonna, che poi rispose al nome di Maricatina tutta la vita, anzi per la precisione, era Donna Maricatina. Poi, per mia fortuna, mia madre ebbe uno sprazzo di modernità e insistette affinché mi chiamassi solo Maria. Di lusso mi andò. Ho rischiato di essere chiamata con qualche diminutivo tipo Lello o Gerry o Rino da Calogero, Fony da Filippo (ma non è meglio Filippo?) Nerina da Venera, Melo/a da Carmelo/a, Sino da Accursio…quale avrebbe potuto essere per Catena? Tena, forse, come i pannolini per signore avanti negli anni.
Ma erano altri tempi allora. Era quasi legge: i primi due figli dovevano portare i nomi dei nonni paterni. Qualunque fossero. Oggi non usa più. Anzi. Da una quindicina d’anni è invalso l’uso dei cosiddetti NOMI A CAPRICCIO. Cosiddetti da una mia vecchia vicina di casa che non si dava pace. Lei si chiamava Rosa, ma la sua nipotina si chiamò Noemi. Passò il resto dei suoi giorni a chiamarla Curò e si lamentava “Ora, dico io, Rosa chi è nome lariu? No, megghiu ddu nuomi a capriccio”. Da cui la definizione.
Come darle torto? All’epoca di Beverly Hills una puoco di picciriddi che ora potranno avere 15 anni furono battezzati con nomi tipo Brendon e Brenda (due gemelli li ho conosciuti personalmente), Dylan… Cinque anni fa in una mia prima media avevo 5 Jessiche, anzi 3 Jessiche e due Gessiche.
Conosco pure una bambina che si chiama Alison, di cognome fa Musumeci. Il fratellino? Kevin ovviamente! Perché ogni tanto il palermitano si fa prendere dalla esterofilia. E chi se ne frega di come il nome appatta con il cognome. Senza considerare la pronuncia. Ho assistito a scene come questa: un qualsiasi quartiere popolare di Palermo, più o meno al tramonto, la mamma urla dalla finestra “Keviiiiiii (o Cristiaaaaa, fa lo stesso) sali prima che si ritira tuo padre. Se ti trova ancora giù ti scanna”.
La più bella però me la raccontò un mio amico ginecologo. Dopo il parto chiese alla neomamma “Allora, come la chiamiamo questa bella bambina?” E la signora “Sciaroston”. Scritto proprio così
S-C-I-A-R-O-S-T-O-N. E quando il mio amico fece loro notare che detto così era nome e cognome, la signora, dopo un rapido sguardo d’intesa con il marito, disse “Raggiuni avi dutturi, allura la chiamiamo Sciaroston, Rosalia”. Meglio, molto meglio.
Io sono tradizionalista, se mi nasce un figlio lo chiamo Gnazio, con la gn, meglio di Kevin.
Che dire allora dell’usanza di imporre tre o quattro nomi? sii tradizionalista per intero, e scegli un altro paio di nomi dello stesso tenore per il povero Gnazio… Bravissima come sempre
Eccomi qua: Rosa per l’appunto, il nome di mia nonna materna; perchè quello della nonna paterna era già stato affibbiato a mia sorella un paio d’anni prima, quindi per par condicio adesso toccava “dal lato della mamma”.
Devo ammettere che fino a qualche tempo fa questo nome mi pesava addosso come un macigno: ogni volta che mi chiamavano mi sentivo d’un tratto trasformata in una autentica donna cinquantenne di chissa quale sperduto paese. Insomma rifiutavo totalmente il mio nome tanto da presentarmi, ogni volta, con il diminutivo di Rosi, ma rigorosamente senza y.
Adesso, in questo momento di assoluta esterofilia e di trionfo del diminutivo riparatore, mi sento orgogliosa del mio nome: a chiunque mi presenti sono ROSA, ma badate bene Rosa non RRRRosa, tipica pronuncia palermitana.
Un bacio.
Cara Maria….prima di leggere il tuo post mi sentivo una strasfigata…effettivamente c’è di peggio!!!
Sono un palermitano che vive in terra di Sardegna, in quel di Cagliari e voglio “confortare” Maria Cubito dell’esterofilia diffusa anche quì.
Jonathan Porcu, Samantah Cusseddu, Christian Puligheddu, Deborah Rundeddu…..
Ci rendiamo conto ? A questo punto preferisco un bel Gavino, una Maria Bonaria, un Bobòre, una Salvatoricca,sì proprio così,un Efisio, una Maria Greca, sani nomi di una secolare tradizione sarda.
Nel sassarese girano diverse Emerenziana
ma concordo con Rosa, a questo punto meglio un bel Rosalia o un Salvatore che un Caroline o un Erika con la cappa.
Giovannu (….ho visto che c’è qualche omonimia…Giovannu credo sia unicu….)
Giovannu, salutami tanto Villasimius, posto in cui ho lavorato per 7 mesi nell’estate 2000. Amo la Sardegna e adoro Villasimius e Cagliari.
Dall’alto del mio “nobilnome” (a cui sono molto affezionata perchè comunque nome a capriccio fu)…aggiungo alla lista Ayrton, Milagros e Riggio (cioè Ridge) sentiti di persona personalmente con le mie orecchie!
Brrrr…rabbrividiamo! 🙂
Ciao Antonio, andare a Villasimius non ci vuole niente da Cagliari e ci andrei anche per te….ma appena arrivò lì chi ti saluto ? Il Sindaco ? Il Monumento ai caduti ? Il farmacista di turno ? Sii più preciso e farò il mio dovere…
Sgherzi a parte, sono posti davvero incantati, difficili da dimenticare e ancora incontaminati nonostante tutto.
Anch’io lavoro nel settore alberghiero e sarei felice se i miei concittadini, i palermitani naturalmente, volessero qualche dritta sul loro prossimo viaggio in Sardegna.Aggratis e senza commissioni… Saluti belli
Giovannu
Non dimentichiamo il fenomeno Dallas Palermo pullula di Pamela e Suellen … però che soddisfazione sentire gridare da un balcone: “Geiar, te la mangi la pasta col suuugo?”
x fortuna mia nonna paterna si chiamava francesca….nn mi posso lamentare! peccato solo che sia un nome tanto diffuso.
E che dire di un genitore che in un paese della Lombardia anni ’90 andò all’ufficio anagrafe per comunicare la nascita della figlia.
Aveva dimenticato la scelta onomastica e disse all’impiegato: “Mia figlia si chiama….un nome russo….”
“Natascia!” disse (e scrisse subito) quello.
Cosìla ragazza, che doveasi nomar Katiusha si chiamò Natascia. Meno male che era Lombardia!
Caro Giovannu, io ho lavorato nel 2000 come Capo Animatore al Sofitel Thalassa Timi Ama. Struttura alberghiera stupenda (magari la conosci o ci lavori pure tu).
La conosco molto bene, io lavoro come Segretario in un Quattro stelle cittadno annuale, da oltre venticinque anni (sic!).
In vacanza vado a Cala Sinzias, quindi km neanche da dove lavoravi tu, verso capo ferrato.Do you now ??
Giovannu
Mi citi zone, caro Giovannu, che ho nel cuore e che non dimenticherò mai.
Ti racconto una cosa: era il 21 giugno 2000. Arrivo a Cagliari con la nave. prendo la macchina e chiedo informazioni per Villasimius. Bene! Arrivato a Villa chiedo del Timi Ama e dove vado a chiedere? Hai presente il bar di Villa nella piazzetta del paese sulla destra? Entro al bar. Vado alla cassa, pago un caffè e guardando il cassiere (proprietario del bar) con il viso assonnato gli chiedo “Mi scusi mi sa indicare dove si trova il Timi Ama?”. Lui assente completamente mi batte lo scontrino ed io mi giro verso il mio amico pianista che mi ero portato e gli dico “Chissù è addummisciutu”. Nel mio intento il cassiere non doveva capire il siciliano. Bene! Il cassiere apre gli occhi come se si fosse fatto e mi risponde “Curò, tu sbagliasti strata!”. Il proprietario del bar era anzi è un Palermitano doc.
Quel palermitano che mi hai citato era pasticciere in un grande hotel di Cagliari, è cresciuto, si maritò e si è messo in proprio a Villa, ma credo che si scordò come si fanno le paste perchè si è sardizzato e vende le cacchette che vendono quà, cioè pasticceria -1 .
In pratica la colonia dei palermitani che vive a Cagliari ed Hinterland mi è nota e devo dire che sono tutte brave persone, pensa che siamo circa mille elettori solo a Cagliari.Aggiungi i picciriddi che nn votano e cunsàmu a ‘nsalata.
Giovannu
Giovannu, io in 7 mesi ho conosciuto solo lui come palermitano.
E’ vero che stavo quasi sempre “chiuso” nel villaggio, ma non mi è mai capitato di conoscere altri palermitani.
Chissà quante persone in comune che conosciamo. Ma certi discorsi online non è il caso di farli.
Comunque ti ripeto: adoro quella terra e quelle zone, anche se i sardi (che io amavo chiamare sardignoli, dato che si offendono) sono particolari come persone.
Ho lasciato grandi amici con cui mi sento regolarmente e che vorrei tanto rincontrare.
Antonio e Giovannu, avete scambiato questi commenti per una chat? 😉
Pardon Rosalio !
Rosalio, mi scuso e invoco la clemenza della corte ( o del giudice monocratico…)
Mi ricollego al post di Maria. Io mi chiamo Maria Letizia come la nonna paterna che però si fa chiamare Rosa. Quando dovevo nascere io la mia mamma era davvero preoccupata perchè non desiderava darmi il nome ROSA. Mia nonna allora svelò l’arcano, il suo vero nome era appunto Maria Letizia. Questa è un’altra usanza bizzarra…quella di chimarsi in un modo all’anagrafe, ma presentarsi sempre con un altro nome.
Aggiornamento dell’ultimo minuto: conosco un tipo che si chiama Calcedonio. E’ evidente che non fu un nome a capriccio!
Maria, spledido pezzo. Mi hai fatto sorridere parecchio. La storia del tuo amico ginecologo è da incorniciare.
Il tuo amico ‘ntoni (si scrive così?) 🙂
Nella famiglia mia e di mia moglie è stata sempre una tradizione trasmettere il nome del nonno al primo genito mascolo oppuro incrociare nomi di zii cugini ecc..
Beh! io e mia moglie ci siamo ribellati a tutto questo ed un anno fa,precisamente in 28 dicembre, quando è nato il nostro picciriddo abbiamo trasgredito alle regole chiamandolo Alessio; d’altronde non potevamo chiamarlo Arcangelo come mio padre non è un mone che gli si addice o Pietro come mio suocero come i suoi tre cugini come i suoi due zii ecc..
Me matri si chiamava Rosaria e quannu nascìu me fighia ci misimu u nomi di GIULIA
.A mamà rissi cà nun si offinnìo e ogni vorta cà virieva a picciridda faceva caz-
zicatummula di gioia e diceva :ma manciu di vasi à cassatedda!
Ci sono pure i “nomi a fantasia” come disse l’impiegata dell’ufficio anagrafe del comune quando andai a registrare mia figlia.
La storia ando’ cosi’: io le dissi il nome della bambina, Matilde, lei mi chiese “E’ il nome della nonna?” e io “No”, e lei incalzando “Allora una zia?” e io ancora una volta “No!”.
Finalmente persuasa si accerto’ “Ma allora l’avere scelto voi?”, e io “Si!”
“Ah, un nome a fantasia!” concluse l’impiegata.
Maria io condannata al Teresa. Teresa la mia nonna materna e la mia bisnonna paterna. Un nome del destino. Ineluttabile.
Mia madre lo stesso nome. Ci rincorre, ci perseguita, fra famiglie incrociate..pare, non riusciamo a liberarcene. Se fai una favore alla madre del suocero, ti tocca Teresa, se alla madre dello sposo ti tocca Teresa. Non si scappa. Mi chiamarono Maria Teresa, nel disperato tenativo di sfuggire a questa nemesi.
Mi difendo tricerandomi in un teresa piccola, figlia, assente, anche a volte, immemore.
Poi nella nostra famiglia i diminuitivi di Teresa sono, e condiviso pessimi. Si va dal Terry, con ovvia ipsilon finale, e dal suon terribile, a Tessa, altrettanto foneticamente terribile, fino a pensare che Teresa, é meglio esteso che ridotto, come suono.
Come vedi suoi nomi ci son molti tormenti e molti ragionamenti.
pensate che fortuna… le mie nonne si chiamano rosa e giuseppina (ovvero nonnarosa e nonnapina) ma i miei già 30 anni fa pensaro bene ad un nome di capriccio… uau! salva! … heheh e infatti CHIARA mica è un nome lario, mi piace assai CHIARA… bello no?… sapete come mi chiamo di cognome? CHIARAMONTE! sissignori e signore: chiarachiaramonte sono io! e così da 30 anni mi assuppo le solite battute da chi sente per primo il mio nome “mi che fantasia hanno avuto i tuoi genitori”. una volta una mia compagna di scuola telefonandomi a casa chiese “pronto casa Monte?”. però tra pina/giusy chiaramonte o rosa/rosy chiaramonte, almeno chiarachiaramonte ha un che di poetico, no? 😀
Che risate mi hai fatto fare Chiara!E’ vero, non solo ha un non so che di poetico, ma mi sa di quei momi legati ad un destino di successo..tipo Franco Franchi..;-) un bacio
esatto! (cose alla franco franchi: mio cuginetto un giorno mi disse “lo sai chiarù ieri sera ho visto un film con frincofranco e francofrinco!) … magari sentirete parlare di me prima o poi … qualcosa di buono magari. cmq maria sei grande! mi piacciono molto i tuoi pezzi e sei stata bravissima anche alla festa di compleanno di rosalio! mitica! 😀
Ciiiiiicccio A SCHIFIU FINIU ! Mitici, grandiosi. Ricordo da piccolo ebbi la fortuna ed il piacere di conoscerlo(Franco Franchi).
Mia nonna si chiamava Carmela, ed è morta che era giovanissima, ma diceva sempre a mio padre di non mettere mai alle sue future figlie il brutto ( per lei ) nome della nonna. Così mio padre e mia madre, 30 anni dopo, mi chiamarono Simona, Carmela.
E questo non lo sa nessuno, della virgola dico.
E a me è sempre andata bene di avere questo rapporto virgolettato con mia nonna che non ho avuto la fortuna di conoscere…
Poi io, la bimba SimonaCarmela, si fidanza con un bimbo anche lui con un “nome a capriccio”, e la storia dura 3 anni, iniziano a vedere gli sbocchi futuri, la convivenza..
Finchè il ragazzo litiga furiosmente con i propri genitori, e pensa bene di andare a lavorare in Inghilterra, dato che qui era tacciato di essere un fallito!
E che mi combina questo fidanzato modello????
Si mette a convivere subito ( evviva l’amore!!!) con una ragazza, di nome Karen.
E certo, direte voi, è inglese!!!No, è Palermitana.
A saperlo mi facevo chiamare Carmen o Simon.
Anche io ho preso il nome di mio nonno, per fortuna… Però conosco vari bambini chiamati “Jason” o “Brandon”, figli di genitori che li hanno avuti ai tempi di Beverly Hills 90210, magari all’epoca pensavano che questi nomi erano “fighi”. Oggi questi poveracci sono adolescenti e chissà quanto li prendono in giro. Fossi in loro mi farei cambiare il nome, si può fare, ma so che è una procedura burocratica molto complessa.
Mio nonno si chiamava Vincenzo, ma i suoi genitori lo chiamarono Gino (bho!!!), quindi mia madre per ripicca mi ha chiamato Ezio –> da ciò segue ho tanti cugini che si chiamano Vincenzo ma che per “rispetto” a mio nonno si fanno chiamare Gino, altri Enzo ed io original Ezio, ma non tanto originale come il nome di una bimba che la sera di capodanno si è presentata a mia figlia dicendo che si chiamava Oara (chi spiega ai genitori che era il cognome di Rossella Oara ??) E mia figlia a 6 anni mi chieeva ma che razza di nome è? Bho, meglio Rosalia, Carmelo, Calogero ect.ect.
Passo sempre da te. Ho origini Siciliane anche se da sempre viviamo al nord! Ma questo articolo è davvero il top! Narri con esattezza ciò che è in stile made in sicily 🙂