Il linguaggio con l’uso evolve e si arricchisce di nuovi termini più pertinenti per indicare oggetti, azioni e situazioni differenti; un esempio è l’ormai consolidata introduzione di termini tecnologici nel nostro idioma.
Ma il quotidiano uso del linguaggio, insieme ad ampliare il corredo di vocaboli da utilizzare nei dialoghi e negli scritti, si depura delle preposizioni troppo articolate e dispersive per rendere il parlato più sintetico, incisivo ed immediato.
Alcuni giorni fa, dietro il teatro Massimo, stavo per salire nella mia auto regolarmente parcheggiata, quando una vettura che sopraggiungeva, ha rallentato, ha messo la freccia, ha accostato ed infine si è fermata in doppia fila; il conducente ha abbassato il finestrino e indicando con un dito la mia auto ha ingiunto: “Oooh … Oooh” (almeno è questo il suono gutturale che ho percepito).
Credo che il conducente, con quella espressione così sintetica, voleva compiutamente dirmi:
“Buongiorno gentile signore, mi scusi se la importuno senza preventivamente essermi presentato, visto che tra l’altro neanche ci conosciamo, ma non ho potuto fare a meno di notare che lei si stava avvicinando a questa auto regolarmente parcheggiata con delle chiavi in mano e mi domandavo se, gentilmente, mi può dire se è sua intenzione lasciare libero questo parcheggio nei prossimi minuti, tanto da permettermi di parcheggiare la mia auto regolarmente. Comunque colgo l’occasione per ringraziarla per la sua cortese attenzione.” Continua »
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