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giovedì 19 dic
  • Il dietro le quinte del calciomercato

    Avete presente un bambino che si trova all’interno di un gioco?

    È la sensazione che ho provato io (il bambino) assistendo dal vivo agli ultimi due giorni di calciomercato (il gioco).

    Proprio da lì, proprio dal famigerato Ata Hotel Quark di Milano.

    La cronaca: tutto inizia dal finestrino del taxi, è da lì che vedo la sagoma dell’albergo dove si svolgono le trattative del mercato di riparazione. Scendo e vedo un grande cartellone verde, recita così: “Campagna trasferimenti calciatori”.

    All’ingresso una decina di persone che fumano.

    Quando le porte scorrevoli mi si chiudono alle spalle sono già circondato da giacche, telefonini e borse da lavoro.

    Faccio l’accredito ma guardandomi attorno non vedo i luoghi che per giorni ho visto in tv. Ma basta poco, basta seguire il flusso di persone.

    C’è una grande porta, bianca, poi una lunga scalinata che scende giù.

    Eccomi, ci sono.

    Un open space enorme, spicca il verde, è quello dell’erba sintetica che fa da pavimento. Al centro tante poltrone e alcune panchine senza schienale, poi un grande bar circolare (con prezzi tutt’altro che modici…).

    Fuori dal “prato” un altro colore fa da padrone: il blu. È quello dei box.

    Quelli dove ci si chiude per “fare” le trattative. In ogni stanza c’è spazio solo per una scrivania e tre sedie.

    All’esterno un cartello con il nome e lo stemma della squadra.

    Questi i luoghi. E ora i protagonisti.

    Tanti, ma pochi di spessore. Avvocati, procuratori (veri o presunti), direttori sportivi, presidenti, giornalisti.

    Facce note? Tante ma in netta minoranza rispetto alla massa.

    Ex calciatori, quelli che dopo l’addio all’attività hanno deciso di riciclarsi senza però abbandonare il mondo del pallone. Qualche nome? Si ma non aspettatevi grosse sorprese: Andrea Seno, Lionello Manfredonia, Giovanni Bia. Per i “malati” di Palermo posso citare anche Gianluca Petrachi, Luca Puccinelli e Fabio Paratici.

    Ma cosa succede al calciomercato, come si svolgono le trattative? Non immaginatevi nulla di straordinario. Ci si vede, ci si parla, ci si chiude dentro lo stanzino e si tratta. Ma visto che non tutti le persone interessate possono essere presenti ecco spuntare loro, i veri protagonisti: i telefonini. Mamma mia quanti ne ho visti. Almeno due o tre a testa. E spesso suonavano tutti insieme!

    Il procuratore parla con il dirigente, poi uno chiama il calciatore e l’altro il presidente. Quindi carte e documenti fuori dalle borse ed ecco le firme. Poi basta fare un salto allo stanzino della Lega e depositare il contratto.

    Tutto facile, ma ovviamente non ogni trattativa è così semplice. E non pensate che più si scende di categoria e più veloci sono le trattative, anzi. Sapeste che scene tra società di serie C!

    Un caos assoluto: gente che corre, telefoni che trillano, porte che si chiudono. Ogni tanto qualcuno alza la voce, ma perlopiù sono sorrisi, strette di mano e cenni d’intesa. E immaginatevi il clima a poche ore dalla chiusura ufficiale…

    Non ero lì per turismo ma per lavoro, e basta avere qualche conoscenza e parecchia faccia tosta e le notizie saltano fuori.

    Nelle ultime ore l’affare Oliveira-Caracciolo-Rolando Bianchi ha tenuto con il fiato sospeso tutti, dai protagonisti ai giornalisti passando per gli altri operatori di mercato che chiedevano news in continuazione.

    Io ho passato anche qualche ora all’hotel Hilton, lì dove c’erano i dirigenti del Palermo e i procuratori di Caracciolo. I primi in attesa che il Milan cedesse Oliveira, gli altri in ansia perché volevano accontentare il loro assistito e piazzare Caracciolo al Milan.

    E nel frattempo, di gran corsa, sono arrivati i dirigenti del Lecce per firmare le carte del passaggio di Giacomazzi al Palermo e Munari (che era molto, ma molto, restio al trasferimento) al Lecce.

    Alle 19 il mercato ha chiuso, senza botti.

    Io non sono riuscito a godermi gli ultimi minuti perché prima dirottato all’Hilton e poi a Linate per rubare una battuta a Cavani.

    Ma è stata una fantastica esperienza, un’altra di questo straordinario lavoro che ho la fortuna di fare.

    Ps. Avevo il desiderio di condividere con voi questo evento, con chi ama il calcio e come me ha sempre immaginato il mondo del mercato, e anche con chi non si interessa di pallone ma ha passione delle belle storie come quelle che vedono qualcuno realizzare ciò che ha sempre desiderato.

    Ps2. Se avete curiosità sul mercato chiedetemi pure, dai “curtigghi” dell’Ata Quark agli affari del Palermo, se posso soddisferò le vostre curiosità.

    Palermo
  • 6 commenti a “Il dietro le quinte del calciomercato”

    1. ho il trovato il post molto interessante, visto che fare il giornalista (sportivo in particolare) è il mio sogno più grande…
      tu credi alla storiella di di michele a milano solo per girare uno spot?

    2. Commento a “Il dietro le quinte del calciomercato”

      Di solito siamo sempre stati abituati a leggere sul calciomercato cosa era successo.
      Questo interessantissimo articolo ci ha
      permesso di “vedere” i luoghi,osservare il contesto ,sentire il chiasso e le chiacchere,cosi’ come i sussurri dentro i box.
      Soprattutto Dario ci ha aperto i microfoni per farci sentire il concerto dei telefonini,considerandolo una metafora del concerto….delle contrattazioni del calciomercato.
      Grazie.

    3. avanti ultras avanti Palermo.
      Calciomercato………..
      ma seguite i vostri colori……

    4. Leggendo questo articolo mi sono sentito al Quark anch’io… Una domanda , per entrare in quell’open space di cui fai riferimento e’ necessario l’accredito oppure qualsiasi cliente dell’Hotel puo’ ipoteticamente passeggiarvici?
      Un’altra domanda e’ invece la stessa che ha gia’ proposto l’utente Pe’: credi alla storiella di Dimichele? Hai avuto modo di incontrarlo?

    5. Grazie dei commenti, il mio intento era farvi vivere le mie emozioni, se solo in piccola percentuale ci sono riuscito allora l’obiettivo è stato centrato.

      A pè dico che fare il giornalista sportivo è qualcosa di straordinario. Anzi, se vuoi percorrere questa strada hai tutto il mio appoggio!

      A Rosanerolady dico solo un “grazie” molto sentito…

      Su Di Michele era davvero una burla. Ho parlato con il suo procuratore e mi ha spiegato che spot a parte (David lo ha girato davvero, per D&G, grazie alla figlia di Bronzetti che gli ha procurato il contatto) è stato proprio lui a far girare la voce tramite un giornalista romano. Di Michele è stato al gioco ma il giorno dopo si è saputa la verità e infatti se ci fate caso, nessun giornale ne ha più parlato.

      Per altre curiosità sono sempre a vostra disposizione!

    6. Un paio di domande al giornalista Massara e amici/colleghi?

      Unni stati ienno?
      Rapri u cofanu?
      Siti i TiErreiEmme?

      mitico fratello…

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