Ho assistito all’annuncio estemporaneo della richiesta del Museo Diocesano di Milano di avere in prestito la Vergine Annunciata del Museo di Palazzo Abatellis, durante una interessantissima iniziativa del Centro Regionale del Restauro il cui titolo era La conservazione delle opere d’arte, indagini non invasive su l’Annunziata e il Ritratto di ignoto di Antonello da Messina.
La mia opinione parte da un discorso generale.
Il punto non è la movimentazione delle opere d’arte dai luoghi ove sono normalmente esposte, si presuppone con i giusti criteri per la corretta salvaguardia e conservazione. Nessuno dovrebbe, infatti, promuovere l’inamovibilità assoluta di un’opera per questioni ideologiche, ma, di contro, il prestito della stessa deve essere valutato con molta attenzione e nell’ambito di una sinergia dialettica tra il conservatore del museo, innanzitutto, e i consulenti che ne stabiliscano le condizioni.
La questione, come è facilmente intuibile, è ancora più problematica quando si tratta di una vera e propria opera d’arte di altissimo livello, quale è l’Annunziata. La domanda che il museologo si pone a questo punto, in ogni caso del genere, è: è opportuno che venga concesso il prestito dell’opera? C’è tutta una letteratura nella manualistica di museologia che tratta di questo argomento, che è per altro tra le attività più consuete di un conservatore museale. Non è nulla di straordinario. Il conservatore deve giudicare l’opportunità. Continua »
Ultimi commenti (172.541)