
Poco più di un anno che sto qui. Per caso è una città che ha smarrito qualcosa? Vedo molti che cercano la cosa smarrita e non si capacitano del non trovarla. Ho l’impressione di una città senza ombra, non senza ombre. Nonostante il fiorire di cantieri in centro storico, cosa che guardo con distacco, e il fervore culturale, non necessariamente apprezzabile economicamente, in molti gangli vitali, ho l’impressione, anch’io, che manchi qualcosa. Ogni mattina percorro Via dei Mille, Corso Tukory, Via Basile, Viale Regione Siciliana, Via Leonardo da Vinci, Viale Michelangelo, e torno indietro da Viale Michelangelo, Viale Regione Siciliana, Via Notarbartolo, Via Duca della Verdura, Ucciardone, Via Messina Marine, Via Alloro, eccetera. Evidentemente ho saltato dei passaggi, ma non è questo l’argomento. Quando guido sto attento, scorgo cose ma non quelle che cerco. Ho l’impressione, come dire, che Palermo non abbia un carattere, un imprinting che te la fa riconoscere e, di conseguenza, te la fa descrivere. Il mio è uno sguardo “inquinato”, evidentemente. Guardo alla città come un pesce d’acquario guizza tra le alghe e i sassi; so cosa guardare o, perlomeno, uso un traduttore visivo che, in certo senso, decodifica mentre guarda. La mia non è più nemmeno una professione, ma un habitus: un abito mentale. Sono, per questo, abituato a vedere la città, qualunque città, nella sua complessità, ma qui c’è qualcosa, o manca qualcosa, che sfugge e nel suo fuggire determina uno sfaldamento tra la memoria delle cose viste e la capacità di descriverle. Continua »
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