Purtroppamente (n.10)
“L’altra volta mi ho mangiato 180 rizze”. Lo scruscio della taverna finì a lampo come quando la cinquecento prendeva una scaffa e si fermava lo stereo8. 180 rizze? Lui, bassino, pizzetto, trequarti fintapelle, magrolino con sottopanza, confermò: 180. Non so se avete presente quante sono 180 rizze; quasi una cartella sana sana. Intanto ci vuole almeno un’orata per aprirle tutte. Ma ci vuole la nguanta di gomma bella doppia e un cortello pesante. E pensate come si arridduce il polso dopo 180 scotolate per fare cadere tutto l’amaro e lasciare gli spicchi belli rossi e polposi. Ma 180 sono sempre 180 e si portano appresso una domanda da domandare urgentemente: col pane? E la risposta fu; naturale! Seguì il dibattito. Continua »
Ultimi commenti (172.540)