Centro isterico (1)
Poniamo che all’interno della città di Palermo esista un luogo che per comodità, e senza scomodare ipotesi censorie, chiameremo Piazza Garraffello, un nome d’invenzione. Alla Borges, dunque: “Per oltre tre secoli la piccola piazza, d’impianto basso medievale, è stata uno dei polmoni commerciali dell’organismo chiamato Palermo. Non a caso. Il progressivo interramento del bacino naturale del porto ha creato le condizioni per la realizzazione di spazi urbani nuovi, sempre dediti alle attività di scambio che fosse acqua o terra quella che stava sotto i piedi. La piazza era così chiamata per via di una fonte d’acqua (dall’arabo gharaf), non salata, che però non andava confusa con quella di Piazzetta del Garraffo legata anch’essa ad una fonte d’acqua ma d’altra provenienza e che fonti storiche certe la danno più pura e limpida della nostra.” Chi legge potrà notare il balzo del diminuitivo tra Piazza Garraffello e Piazzetta del Garraffo, ma in una storia d’invenzione è possibile questo ed altro. E poi, anche, il bisticcio tra documenti e origini, zampilli e salti: sempre fonti sono. “Da sud vi giungeva la via dei Pisani, oggi via Loggia, da nord la via dei Catalani, oggi Materassai, dal mare saliva la via dei Merceri, oggi via dei Cassari, e da monte scendeva, e ancor oggi, via dell’Argenteria, anche se gli argentieri hanno traslocato, per dovere di cronaca e di affari, altrove. Non solo, era talmente polmone che sull’esiguo spazio andarono ad affacciarsi le “loggie” (i luoghi degli scambi) di messinesi, pisani, genovesi e catalani. Questi ultimi occupavano una parte, oggi diruta, su cui pare si addossasse una fontana (mentre altre fonti, arré, l’addossano al lato opposto) che oggi è il fulcro della piazza. Per cui si fronteggiavano Catalani e Genovesi, a nord e sud, e Messinesi e Pisani, a est e ad ovest, a pochi metri di distanza. Dalla metà del ‘500 la piazza ebbe una veste rinascimentale, e vi si costruirono dei palazzi tra cui quello dove nacque il padre del noto Cardinal Mazzarino”. Non so se Dumas abbia fatto in tempo ad evidenziare la cosa ma, ahimé, non fosse per la nota finale di colore, che abbassa il tono e svela l’artifizio, un lettore non avvezzo sarebbe potuto cadere nell’inganno di chi scrive. Un errore compiuto ad arte.
La nostra Piazza Garraffello, lo abbiamo detto, sta al centro di una confluenza magica, mercanti, scambi, carovane di persone che qui giungono e poi ad altri lidi vanno. Quando la città aveva altra organizzazione lì intorno si svolgeva il mercato della Bocceria (da boucherie) Vecchia, o della Foglia, che non andava confusa con la Nuova, o delle carni. Eppure la notorietà del posto passa attraverso lo storpiamento linguistico di questo mercato che, per altra serie di magiche convergenze di astri e ispirazioni, ha nota rappresentazione in quel dipinto di artista locale, che chiameremo Guttuso (nome fittizio) che la racconta, o ne racconta, con le dovute misure, i terribili splendori fatti di rivoli sanguinolenti e afrori di spezie policrome. Avete presente quando la realtà rappresentata è quasi più vera della realtà vissuta? Così è accaduto, quasi come in una delle città invisibili di Calvino: inversamente proporzionale al successo della verità, o dell’immaginario (che sotto certi aspetti è più reale del vero), del quadro è stato il decadimento della realtà, in una progressiva sostituzione dell’immaginario letterario, o artistico, al reale fruito, così da far intendere al viaggiatore, a cui l’immagine del Guttuso risulti nota, che quello rappresentato nel dipinto sia un mercato più vivo e più quotidiano della vita quotidiana di quel luogo. O, per una sorta di maledizione, man mano che il pennello andava a definire quella certa verità che appartiene al solo artista si andava scolorando, impercettibilmente ma con un degrado esponenziale, la realtà vissuta di quel certo luogo fino a diventare vacuità. Nel vacuo, alla forza della vita si sostituisce un decadimento, una perdita di coscienza e conoscenze, una sparizione di etica ed estetica. Senza etica e prive di valori estetici le generazioni si sono adeguate all’assenza colmando con l’informe ogni angolo di quel luogo che una volta erano le Loggie. Tanto che una recente guida della città fa notare che nella vera Palermo una piazza dal nome sorprendentemente uguale “soffre da tempo di un grave degrado… tuttavia l’atmosfera e l’ambiente sono ancora perfettamente leggibili nell’animata vita diurna che vi si svolge”.
A volte gli incontri inattesi rivelano verità improbabili. Piazza Garraffello è invasa da disegni, la piazza ha una fontana senz’acqua, sui muri delle case campeggiano finte insegne, i palazzi tutt’attorno sono diruti, e un grande sole nero s’intravede oltre e dentro un enorme squarcio d’edificio, insomma: a tutto questo bisognerà rispondere! Volete sapere di Piazza Garraffello? Quelli non sono che i frammenti di un’opera d’arte compiuta da un uomo solo, con continuità e forza di volontà, per oltre sette anni. Uwe, si chiama così, è austriaco. Vive a Palermo. Ci è arrivato quasi otto anni fa, dall’Austria, per fare una mostra, che però poi non ha fatto, e si è innamorato della città o, per essere più precisi, si è innamorato del centro storico, con i distinguo del caso o, per essere più precisi, ha pensato che forse avrebbe dovuto iniziare a ripensare il suo lavoro a partire da Piazza Garraffello. Lui dice che il Sud è il posto dove il mondo scarica i suoi rifiuti, leciti e illeciti. La Sicilia è il posto che concentra un’immane percentuale di immondizia, Palermo è il luogo per eccellenza dove i rifiuti si concentrano e, in Palermo, la Vucciria è il cuore di questa, se così vogliamo dire, raccolta. Dentro la Vucciria, Piazza Garraffello è il cuore degli accatastamenti. Il cuore di una bomba ad orologeria. Questo vuol dire, però, almeno due cose: se tutti buttano, tutti hanno più di quanto dimostrano; se in quel posto si concentra un mare di merda, bisognerà inventare una strategia per fare della merda oro. Uwe, per questo, ha suggerito di trasformare il nulla, l’informe, l’improbabile in qualcosa con una forma possibile, usando come metodo il linguaggio dell’arte. Qui la cosa si inizia ad arti-colare: l’arte non è solo lo strumento di un processo creativo, è una maniera di operare che declina in una o in un’altra lingua una sapiente conoscenza di modi di fare per vedere oltre il proprio naso, e quello degli altri. La difficoltà che molti hanno nel “capire” l’arte dipende da un grado di miopia che non si misura con strumenti ottici ma con la sensibilità verso le cose. La cultura non c’entra, tutto passa dal cuore.
Non sono scappata definitivamente, torno … torno … anche perchè ho questioni aperte lasciate in sospeso! Mentre io viaggio fisicamente, voi viaggiate virtualmente.
Architetto, due cene, mi deve due cene!
in pensiero stavo. Non facciamo che fra i tuoi viaggi fisici passi e impinci a Palermo e nn ti fai vedere????? Non sarai l’Autieri ma, mi posso pure accontentare……. Slt – permaflex !
versione corretta__la cosa purtroppo è diversa, tale “artista” (MI SCUSINO I VERI ARTISTI..) austriaco non è che si è innamorato della città, si è innamorato ra MUNNIZZA. e la città ne è piena. quindi la materia prima per i suoi “capolavori” (A MIEGGHIU PAROLA è KIDDA KA UN SI RICI :X ) non manca…
oggi ho letto un servizio su come è ridotta piazza castelnuovo ed il tempio della musica. QUESTA CITTà è ALLO S-F-A-C-E-L-O. tempo pochi anni e mi trasferisco in qualche isoletta mediterranea (Zacinto, Cicladi??) + consona ai miei canoni estetici-paesagistici. QUESTO MONDEZZAIO di città NON MI APPARTIENE PIU
Ho appena incrociato Sgarbi. Interpellato su Piazza Garaffello ha detto “Ha ragione Cogliandro!!!” ed ha scritto su un foglietto A Rosalio con affetto Vittorio Sgarbi. Io poi, anche se non sono l’Autieri, scriverò col sangue “A Maurizio, con ammmmmore” sotto casa di Tony!
Cose stranote, cogliandro, di cui abbiamo ampiamente discusso, direi.
fabrixio due cose mi turbano in centro città (forse più di due).
1. ancora il rudere dell’ex-edificio per l’esposizione nazionale, progettato da G.B. Basile,che nonostante i cartelloni pubbliicitari vedo sempre privo di attività.
2. l’isolato a ridosso del Politeama, nato come ex-ricovero pubblico di mendicità da parte del Comune, e rimasto cmq rudere isolato in mezzo la città.
Dicevo più di due, perché la zona dell’albergheria continua a conviverecon le macerie; la zona della Magione lo stesso; la zona di Corso Vittorio Emanuele Uguale.
questi sono vuoti che andrebbero risolti qualitativamente con un cncorso di ideepensavo internazionale
ma direi locale.
la gente pensante ed in gamba esiste, perché non misuarci fra noi?, prima che con altri?
Essendo una fan di Cogliandro (ebbene si, confesso! 😛 ), non posso non commentare questo post.
Mi ha fatto piacere leggere la storia del quartiere: per chi ha la mia età a volte si pensa che tutto è sempre stato così per come lo si vede oggi, invece ciò che è degrado un tempo era vita.
Ho un legame molto particolare con il centro storico: il liceo mi ha portato nel cuore del mercato, dei mercati storici della città. Ho scoperto che il centro non era il mio quartiere, che la vita di Palermo era altrove, che i cardini del mondo sono chissà dove. Prima di allora, nell’infanzia dai nonni angeli custodi, il mercato era solo il luogo dei cardellini in gabbia.
Con il tempo ho capito che le gabbie e l’illegale sono ovunque, e che prendono forme diverse: a volte sono mosaici palatini o carozze sotto teca, altre volte diventano fontane senz’acqua.
Mi spiace che si parli di Piazza del Garaffello come della cloaca della nostra città. Le fogne a Palermo stanno da altre parti. Ma è troppo comodo lasciare che i rifiuti (visibili) si accatastino li…
La storia di Uwe è poetica, e si incastra perfettamente con la mia idea di artista, che fa di vita (la sua e quella degli altri) arte. Ma qual è il potere di quest’arte?
Il problema è capire perchè l’amministrazione ha impiegato così poco tempo a smantellarla, l’arte di Uwe, mentre per cacciar via l’indifferenza ci si impiega molto di più.
Dear Uma, non credo tu abbia letto tutto il pezzo sui 5 blog. Non solo le cose non sono stranote, alcune date per tali (il fatto che Piazza Garraffello sia stata colpita dalle bombe nel 43, ad esempio) sono false e documentate come tali. Il tema non è l’immondizia, come scrive Fabrizio, e nemmeno l’arte contemporanea. Leggere per pensarci. Attendo trepido da Albi, invece, una copia dell’autografo sgarbiano.
scusate, ma secondo voi questo Uwe concepisce le sue opere con finalità di denuncia sociale, ammantandole di chissà quali nobili messaggi non recepiti a noi profani?? il suo è puro esibizionismo e contribuisce a creare ancora + sconcerto ai passanti (già schifati da tutto il resto) e mettendo ancora di + in difficoltà l’amia (già impegnata a fondo e quotidianamente con le mille discariche “moggi e fuggi”). s’innissi a so casa, ci mankava puru kistu..
evviva i madonnari gli unici artisti di strada che AMMIRO!! LORO SI, veri artisti che si ritagliano il loro angolino di marciapiede disegnando divinamente e con il semplice tratto di matita (la modestia è PROPIA DEI VERI GENI, i loro capolavori meriterebbero di restare + a lungo!!). altro che raccattatori di sudiciume e STRAMALEDETTISSIMI bombolettari
UWE A KUOGGHIERE L’UVA, KA CI FA KIU FIURA
errata corrige al post delle 22:57: “non recepiti DA* noi profani”. that’s all.
“è una maniera di operare che declina in una o in un’altra lingua una sapiente conoscenza di modi di fare per vedere oltre il proprio naso,” _COSA LEGGO?? L’ARTE SERVE A DECLINARE IL SUO LINGUAGGIO RENDENDOLO COMPRENSIBILE AL MIO?? PICCIOTTI, STIAMO PARLANDO DI MONNEZZA APPIZZATA AI MURI!! MA KI FA BABBIAMU??!!
Laura ci sono stati post su Uwe, campagne di stampa, tu dov’eri?
Meraviglioso Domenico sei molto in gamba!Hai veramente colpito il bersaglio!è molto lungo il tuo pezzo ma altrettanto piacevole e significativo
Dio ti benedica!E benedica anche Uwe e la Vucciria.
Anna
Domenico ovviamente alla cena mi autoinvito anche io, del resto da quando un architetto ha messo piede nella mia cucina non trovo più pentole e padelle … pare che ieri notte sia stato avvistato in piazza Garraffello Sgarbi armato di bombolette spray , intento a scrivere sulle saracinesche: “Lasciare libero lo scarrozzo, e Cogliandro sì u megghiu ì tutti”
solo una domanda:
dove sono i commenti che questa mattina alle h.9 abbiamo scritto con Mario?
non capisco…………non è possibile e non è democratico. Forse perchè ha scritto a favore dell’ articolo e dell’artista uwe?NON CI POSSO CREDERE……..vergognatevi.antonello da bologna
Antonello non è consentito dalla policy dei commenti di questo blog inserire commenti con e-mail inesistenti, come ha fatto il tuo amico Mario.
Solo Palermo,non cercano nient’altro i miei occhi ed il mio cuore
Viva,pulsante,colorata,armoniosa,con tutti i suoi difetti
ma disprezzo dal profondo i bombolettari che turbano e devastano le opere d’arte che Dio ha deciso di regalare a Palermo
Le opere d’arte che Dio ha deciso di regalare a Palermo?!!??
ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah…mi fai ridere! prima di scrivere devi riflettere poeta Nat.
Carissima,e su cosa dovrei riflettere?
Illuminami d’immenso,dissetami…..entro le 4 però,poi devo andare a lavorare 😀
NAT,TI AMO!
E’ vero che il tema del suo post non é l’arte contemporanea,ma é pure vero che per descrivere il luogo trovano molto spazio due artisti,che lei cita ampiamente,Guttuso e Uwe.
Secondo me non lo descrivono in modo opportuno ed vero,pero’, che l’arte é opinabile e giudizi personali opinabili,e talvolta discutibili ne ho letto milioni.
Guttuso ha dinto La Vucciria che é uno dei piu’ brutti quadri della storia dell’arte,immensa natura morta opprimente,dai colori violenti,gridati laddove non occorre,Munch grida ma in maniera armoniosa.
Uwe é lontanissimo da Arman che esprimeva questo concetto già nel 1959,ma Arman trasformava facendo arte ,qua la munnizza resta munnizza e degrado.
pardon,dipinto la Vucciria
Non si fa così Rosalioblog!
Tutti Voi censurati scrivete di nuovo!
Grazie
http://www.youtube.com/watch?v=Fe5EW9QZ6-c
Costanza qui ci sono delle regole, non la “censura”. Se non le condividi puoi benissimo evitare di commentare.
Cogliandro, non sono una tua fan, sono una persona che ragiona.
le ragioni del decadimento della Vucciria, sono molte.
C’é stao un convegno di Salvare Palermo tempo addietro, che tu conoscerai. Ci sono stati post su Uwe, che tu conoscerai.
Il problema della Vucciria, é in parte da imputare a chi stava lì, e dico stava. Perché ormai gran parte delle persone che avevano attività lì sono andate via.
Gran parte del problema della Vucciria e che loro, che ne erano artefici, e principali fruitori, non hanno fatto nulla, per difenderla, Cogliandro. E se un luogo non appartiene alle persone che lo usano, e dovrebbero difenderlo per prime, alla fine, non può essere ereditato come un’orfano malato con una leucemia avanzata, da nessuno, che sia anche, con tutta la buona volontà del mondo, disposto a salvarlo.
Dopo le prime due regole a Palermo, la prima del sindaco e la seconda
di Rosalio faccio io la terza regola: quando vieni al Sant’Anna il 2 marzo levati le scarpe prima di entrare!
Costanza una domanda: ma alla Galleria d’Arte Moderna lo sanno della mostra? 😛
Costanza, sei parente di Teresa?.. se sì salutamela…
Io capisco il temperamento, e capisco pure lo scazzo. Posso anche comprendere che il tema è molto sentito, altrimenti non ci sarebbero anche i commenti poco pertinenti di qualche blogger. Mettiamo che poi ognuno sta sulle sue, ma certe volte bisogna attendere che le cose, anche impercettibili, accadano. Insomma, Uwe mi pare più distaccato e, tuttavia, più incisivo. Mi sento come quello che vuole bene a tutt’e due, per differenti motivi (e, dopo che ho visto la foto con la bionda televisiva, per accettare Tony ce ne vuole) e sta male perché non vuole prendere parte alla baruffa ma, al tempo stesso, ci si butta dentro per dividere i contendenti. Tempo al tempo, no?
Ma di quale baruffa parli Domenico?
?
io sono d’accordo con tony siino per lo smantellamento dei rifiuti di uwe perchè era tutto pieno di ratti.
Francesco mi puoi spiegare dove avresti letto mie dichiarazioni in merito (peraltro mai fatte)?
Signor Cogliandro,lei rimprovera ad alcuni ignari utenti di non aver capito il senso del suo post.E di fare commenti poco pertinenti.Io faccio parte di coloro
che non capiscono di cosa lei ci vuole parlare esattamente.Forse da questa confusione nascono i commenti che lei giudica inadeguati?Le dispiacerebbe scendere dal suo molto presunto piedistallo ed eventualmente dirci con parole chiare e comprensibili quale é il reale tema del suo post,se ne ha uno?
ho visto nel blog del signor Coriandolo che il tema si snoda in 5 puntate. credo che dovremo aspettare le altre 4 per capire la piega che prenderà (cioè pro Uwa Herzigova o contro). suspance
sorry: suspense* 🙂
Ecco, è questo il punto caro fabrizio. In fondo al post che sta in cima ai commenti c’è un link che rimanda al blog Muddiki. Lì troverai la seconda parte del pezzo che tanto attendi (e che è già in linea da una settimana). Da Muddiki la cosa continuerà su Journaldebord, e da lì potrai attivare la quarta parte sul blog di Daniela Gambino e da lì, ancora, troverai la quinta parte sul blog Purparlé. Una volta fatto tutto il giro probabilmente, senza scendere da nessun piedistallo, ti si farà chiaro innanzi quello che c’è scritto. Ovvio, ognuno ha le sue posizioni in merito ma prima bisogna conoscere la storia dei luoghi, alcuni piccoli insignificanti motivi per cui uno fa quello che fa e, non ultime, le ragioni, non troppo chiare, per cui gli esiti non sono mai scontati. Poi, dopo tutto questo, se uno decide di camminare con i paraocchi sono fatti suoi. Non sarò certo io a far cambiare idea a nessuno. Ma siccome molti commenti sul web (e vi giuro che me li sono letti tutti) sulla questione dello smantellamento di quella che molti chiamano “munnizza” (come se Palermo non ne fosse subbissata fino agli occhi, normalmente), insomma della cosa che Uwe aveva realizzato, mi sono parsi parziali o poco realistici mi sono fatto, come potevo, un’indagine da solo e me la sono scritta, giusto per prendere nota, per punti. Il fatto che io l’abbia pubblicata su Rosalio e gli altri quattro blog tre mesi dopo che è avvenuta la cosa dovrebbe far riflettere. Insomma, chi mi conosce sa che non parlo da nessun piedistallo: ho proposto una mia personalissima lettura di un avvenimento palermitano, di cui al nisseno o al saccense non gliene frega nulla. Mi piacerebbe che venisse criticato per quello che dice (dopo che uno lo ha letto tutto) non additato come un testo presunto intellettuale perché non mi pare che lo sia (il testo). Poi, e chiudo, il cognome Cogliandro viene da “coglione” e non da coriandolo, perché la radice del nome è un termine composto grecoromano mentre per coriandolo si può consultare qualunque dizionario etimologico sul web. Buona lettura.
Gentile signor Patbum, credo lei faccia parte del gruppo “poco pertinenti” di cui parla il signor Cogliandro. Lei seduto su un molto presunto piedistallo
non riesce a scendere e quindi non può recepire il senso:
la poesia e dolcezza schiacciate e distrutte da una spietata sporca e corrotta mentalità.
La morale:
ci adeguiamo, ce ne compiacciamo e ci rotoliamo dentro amandola anche noi.
Legga con attenzione e rifletta, rifletta.
Saluti a lei
Omaggi al Signor Cogliandro
Se dobbiamo fare i partiti anche su questo, forse é meglio evitare di discutere, in un blog.
Se uno crede di essere ‘cassazione’, come si dice a Palermo, e non ama rispondere e misurarsi, se non con frasi sibilline e presunte accuse di ignoranza altrui.
Forse é meglio evitare di discutere, sig. Cogliandro.
Nessuno ‘nasce insegnato’, come dire, si fa sempre esperienza nel confronto e nel dialogo con gli altri.
Non se ne fa nessuna, se si parla solo per ricevere, obbligati ed ovvi consensi.
Con cordialità.
capisco che pubblicare la stessa idea su 4 blog la rafforzi, secondo lei, sig. Cogliandro.
Per me la quantità, invece, non fa qualità di ragionamento. Perché ho visto che ignora sia la battaglia di Salvare Palermo, sia il catalogo che Uwe ha pubblicato per la provincia, sul lavoro della Vucciria.
Ci consenta, arriva tardi, a cose fatte, e pretende di saperne più di quanti si sono spesi, prima che lei si ricordasse della cosa, sulla cosa.
Ancora, Cordiali saluti.
buongiorno teenagers di palermo,
nessuno di voi e neanche i vostri parenti, cugini e amici, hanno una opzione o il potere per pubblicare un catalogo mio serio:
una volta e l’ultima volta, la vostra provincia palermo ha fatto un investimento 20%, 1600euro in un libretto da 30pagine (wow!), l’ altro 80% della produzione era mia. per questo voi a palermo avete preso 200 cataloghi. socialamente loro hanno regalato questi cataloghi ai poveri di palermo. allora 200 cataloghi erano 2000euro. avete fatto con la vostra provincia un plus di 400euro con UWE: congratulazioni! il titolo del catalogo 2005 era “planet of the apes”
chi di voi lo sa cosa significa? PLANET OF THE APES?
x Cogliandro: prima cosa io non ho offeso nessuno, seconda: je n’ai assez di persone che vergano le pagine di sofismi su presunte opere d’arte
HO INFINITAMENTE + STIMA DI UN UMILE OPERAIO di Biosphera che con grande dedizione si occupa della causa
ambientale, rinnovando ruderi o ripristinando sentieri , piuttosto che di uno che si diverte a mettere ulteriormente a soqquadro la città. poi se ha contenziosi di natura economica con con la provincia non lo so, se rivendica (a ragione) il giusto dovuto la cosa poco mi riguarda, mi limito solo a dire che delle sue opere posticce non ne possiamo +. PERCHè CON LO STESSO FERVORE NON PERORATE LA CAUSA DEI MAadonnari??
LORO SI autentici artisti che darebbero nuova luce a zone in decadenza
CONTRORDINE, LO SAI CHE VI DICO, FATE QUEL CHE VOLETE TANTO ABITO ALL’ADDAURA . ANZI, SE VENITE A PRENDERVI UN PO’ DELLO SCHIFO CHE LASCIANO LE COPPIETTE VE NE SARò ETERNAMENTE GRATO
fabrizio! tony! e gli altri candidati!
ho fatto una domanda semplice: cosa significa PLANET OF THE APES?
For Uma, only. Se io scrivessi per 5 volte lo stesso pezzo e lo mettessi su 5 diversi blog sarebbe una totale idiozia. Quello che ci impone (o che ci imponiamo di fare su) un blog sta nella dimensione contenuta dei pezzi in esso pubblicati. Come dire: 5000 battute, per esempio, che corrispondono grosso modo a due pagine A4, sono sufficienti per esprimere un pensiero. Se il pezzo fosse stato 35000 battute (14 pagine) lo avrebbero letto, forse, meno utenti. Quattro anni fa ho adottato lo stesso stratagemma su 5 siti web nazionali d’architettura per un pezzo scritto con Ugo Rosa (architetto nisseno) a proposito del progettista del Ponte sullo Stretto di Messina, alla stessa maniera (un sito rimandava all’altro per continuare – non “ripetere” – la lettura) e nessuno dei lettori si è posto il problema di non capire come fare. Ho proposto a Rosalio e ad altri blogger la cosa e ci si è capiti. Per cui, tirando le somme (e senza la presunzione di aver scritto né teoremi né un testo d’alta letteratura), ho “distribuito” un testo lungo, oltre l’atteso minimo indispensabile, su cinque blog. Non lo stesso pezzo per cinque volte. E con questa spiegazione mi pare di aver sedato i dubbi. Per quanto riguarda, poi, la battaglia di Salvare Palermo tu non sai se io la ignoro o, in una certa misura e con i mezzi che posso avere, invece, la sostengo e la promuovo. Qualche tempo fa, su Rosalio, ho scritto un piccolo testo sul fiume Oreto che, praticamente, non ha avuto commenti: questo mi deve far pensare che Palermo se ne frega? Infine, e chiudo, prima di mandare on line il testo che mi auguro tu possa leggere nella sua interezza sono andato a trovare Uwe e Costanza e a loro ho chiesto di leggerlo. Due settimane dopo, e solo dopo una risposta ricevuta via mail da Costanza, ho proposto loro di pubblicarlo su Rosalio e sugli altri blog e loro hanno accolto con favore la mia proposta. Detto questo, prima di scrivere qualunque cosa meglio informarsi!
b.dio UWE scrive:
27 Febbraio 2007 alle 14:49
fabrizio! tony! e gli altri candidati!
ho fatto una domanda semplice: cosa significa PLANET OF THE APES?
^
SONO INDECISO TRA: A) una canzone dei duran duran (scritta sulla scia del successo di Planet Earth) o B) UNA CONCESSIONARIA DI RICAMBI DI MOTO APE
DI BALLARò
“mi pare di aver sedato i dubbi”
^
i dubbi non si sedano semmai si dipanano 😉
Sull’Oreto la facoltà di Architettura di Palermo sta spendendo 5 anni, di tematica dedicata. Cogliandro. Anché lì si informi.
Io ne ho spesi due, in un laboratorio di restauro, devo dire a cercare di reperire oggetti salvabili, e ce ne sarebbero.
Il problema é la totale slabbratura delle preesistenze significative in un contesto urbano-paesistico fortemente alterato.
Anche se trovi le emergenze architettonico-storiche, sono diventate talmente isole urbane, che pensare a come riquialifiquare questo territorio nei nessu urbani, di cololegamento, paesaggistici, diventa impensabile, di fatto.
carissimi amici è la prima volta che scrivo ad un blog. ho un grande problema legato al nostro caro sindaco e che chiedendo a molti mi hanno dato responsi diversi. Sapete dirmi se moto ape due tempi devono fare il pass? Il mio commento potrebbe venire un seguito perchè sono talmente stanca di cercare anche via internet e nessuno sa darmi una risposta adeguata e il vostro sito mi da la sensazione che potrebbe aiutarmi grazie
Ciao Rosaria e benvenuta. Purtroppo qui il tuo commento è fuori tema. Ci sono altri post che parlano di Ztl e pass. Potresti provare a chiedere lì. 🙂
Francamente non si capisce che vuole dire Cogliandro. Dice a chiunque: non avete capito il tema. Secondo me, oltre a mirarsi, non lo sa proprio lui qual’è il tema. Questo si evince.
Urbanistica? Storia? Arte? BOH!
uwe ha fatto arte? Ha trasformato l’immondizia in arte? Non si vede. Gargarismi verbali. Ricami di parole. Vuote. Ha aggiunto altra immondizia al degrado.
“il nulla, l’informe, l’improbabile in qualcosa con una forma possibile, usando come metodo il linguaggio dell’arte”
Dove?
Perlomeno il degrado “naturale” era pittoresco.
Lui l’ha trasformato in disordine disarmonico.
Cogliandro vorrebbe volare… senza ali…
Ciao Rosalio, non credi sarebbe ora di introdurre una nuova regola sulla lunghezza massima dei commenti, costringendo gli utenti ad una maggiore sintesi? cogliandro è spesso da TLDR, se si vuole seguire un dibattito fino in fondo così diventa davvero difficile.
Ciao Saverio, credo di no. Ti invito a utilizzare l’e-mail per comunicare con me (qui è fuori tema). Grazie.
[…] http://www.costanzalanzadiscalea.it). Quella operazione (che mi sono permesso di commentare su https://www.rosalio.it/2007/02/22/centro-isterico-1/) era il “brutto” o il “bello”? Quando scrive: “Intanto il palermitano […]