L’8 marzo
Solo due doverose paroline sull’imminente festa delle donne: L’AMA (pure se c’è l’apostrofo consideriamola una sola parola) FINIRI!
Finiamola con
- Le uscite programmate, anzi pogrammate, da un mese, se non da un anno, con le amiche. Si risolvono di solito in mega raduni di femmine urlanti, stipate in pizzerie e ristoranti. Da mie verifiche personali (eh già, lo ammetto millenni fa andai ad una di queste cene con mie amiche e rispettive genitrici!) è proprio l’8 marzo la sera in cui si supera la barriera del suono! È tanta l’eccitazione per l’occasione che ogni cosa deve essere urlata, sennò non c’è prio, non ci si diverte, anzi non sicci diverte. Le single, quella sera, si sentono toche (ed a loro, di solito è affidata l’organizzazione dell’evento), le fidanzate lasciano lo zito con altri ziti, le sposate appioppano prole e cani al marito, manco alla mamma o alla suocera perché escono pure loro: anzi a quell’età escono solo per l’8 marzo, quindi guai a toccar loro quella data.
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