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venerdì 22 nov
  • Manifestazione per la moratoria sull’acqua

    Si svolgerà oggi a Palermo la manifestazione nazionale per la moratoria sull’acqua. Associazioni, comitati, sindaci e cittadini provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento per la Giornata nazionale per la moratoria sull’acqua. La manifestazione è promossa insieme al Forum dei movimenti siciliani per l’Acqua, da alcuni sindaci siciliani, dalla Cgil di Palermo per cercare di bloccare i processi di affidamento dei servizi idrici e a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare che ha già raccolto 100 mila firme (sarà possibile firmare a piazza Massimo).

    Il corteo partirà alle ore 10:30 da piazza Marina e raggiungerà piazza Massimo, dove interverranno tra gli altri padre Alex Zanotelli (missionario comboniano), Marco Bersani (Forum italiano dei movimenti per l’acqua), Paolo Nerozzi (segreteria nazionale Cgil), Leoluca Orlando (Italia dei Valori) e alcuni sindaci siciliani.

    Manifestazione a Palermo per la per la Giornata nazionale per la moratoria sull’acqua

    Palermo
  • 6 commenti a “Manifestazione per la moratoria sull’acqua”

    1. Ecco cosa mi preoccupa: nessun commento a questa notizia, 29 commenti o 101 commenti ad altre notizie, forse meno rilevanti per l’esistenza quotidiana di ciascuno di noi. Ce ne sarebbe da dire, sull’acqua pubblica o privata. Formalmente l’acqua resterà un bene pubblico, la distribuzine sarà (forse) privata. Resta il fatto che un bene ha un valore effettivo solo se è disponibile. In altre parole, il suo valore di mercato è determinato dalla distribuzione, perciò mantenere la proprietà pubblica del bene ha un significato relativo. Il privato non potrà limitare la distribuzione del bene per farne crescere il prezzo, ma il prezzo sarà determinato dall’utile d’impresa e dal costo degli investimenti. E gli investimenti sostenuti dalla città di Palermo per rifare la rete idrica? Li ha pagati la collettività ma la rete sarà consegnata in gestione a un privato, o no? Mi hanno riferito che l’AMAP anni fa disponeva di 20 squadre per la mantuenzione e ora sono solo 5, perché? Qual è la politica per le acque che già da anni si va disegnando? Sono argomenti complessi ma chi dovrebbe (la stampa) spesso non fa bene il suo mestiere, che è quello di porsi delle domande prima di porle e poi d’informare in modo completo e con parole semplici: passacarte.

    2. D’accordo al 99 per cento. L’ultima riga è infondata e poco originale. Adamo perse il paradiso, convocò una conferenza stampa e disse: “Tutta colpa dei giornalisti”

    3. L’acqua serve più a “mangiare” che a bere: questo, proprio in Sicilia, dovremmo saperlo tutti molto bene …
      Non c’è bisogno, per avere più efficienza nell’erogazione di un servizio pubblico, di sostituire la gestione pubblica con quella privata (col solito incentivo di consentire al privato una privatizzazione di profitti contro una socializzazione di costi): basta che la presidenza della municipalizzata non sia assegnata con criteri prtitocratici, ma solo meritocratici e trasparenti.

    4. L’ultima riga è radicalmente fondata, basta guardare i servizi televisivi, comunque l’umanità non è composta solo da gente di seconda e terza mano, tant’è che ho scritto “spesso”. Se fossi convinto che tutti i giornalisti sono passacarte avrei scritto “sempre”. E’ superfluo dire che i giornalisti rispecchiano la nostra società, come la rispecchiano i politici e financo i preti, che da parte loro dovrebbero essere relativamente esenti da tali influenze per ragioni ontologiche. Ma il punto dolente è che siamo in tre a discutere di un problema grave come quello dell’acqua e della sua gestione.

    5. Il problema sta nella nozione di pubblico e privato…
      perchè si è arrivati a pensare al privato?
      anche per la sfiducia nei confronti del settore pubblico.
      Ma se il privato non funziona..
      tutti i cittadini “da corteo” sarebbero veramente pronti ad un sistema di autogestione della risorsa?
      o preferirebbero tornare alla gestione pubblica statale?
      piuttosto che firme istituirei un forum sulle risorse rinnovabili per capire il grado di informazione e interesse del cittadino medio…

    6. In certe regioni il pubblico funziona, in altre no, sappiamo quali sono le une e le altre. Se chi amministra concede al privato ciò che dovrebbe essere pubblico non contribuisce alla trasformazione della società civile, d’altra parte chi elegge tali amministratori non ha intenzione di far cambiare qualcosa ed è questo il senso proprio della destra, conservare lo status quo. Detto ciò, io penso che il grado d’informazione del cittadino sia scarso, come è scarso riguardo a qualunque altro argomento complesso, termovalorizzatori etc, spero di sbagliarmi e perciò ben venga un forum. Ma non dovrebbero essere gli organi di stampa ad informare i cittadini? E se il cittadino non è informato né interessato ciò significa che gli amministratori possono decidere come vogliono tanto il popolo digerisce tutto, l’importante è che non si tocchi il feticcio domenicale, il pallone? Nel Regno Unito, dopo la devastante era Tatcher (che aveva, se limitata nel tempo, una sua ragion d’essere) hanno deciso di ripristinare controlli stringenti verso le aziende che gestiscono in forma privata i servizi pubblici. Restando in tema d’acqua, esistono tre organismi governativi che controllano e regolano le società distrettuali che si occupano della distribuzione: Ofwat (costi), DWI (qualità), EA (ambiente). Questi enti accolgono i reclami dei cittadini che segnalano anomalie e disfunzioni. Per fare un esempio, la rete idrica del Galles è gestita da Welsh Water, che è di proprietà della società no-profit Glas Cymru e che è soggetta ai controlli governativi sopracitati. Il nostro problema, italiano e ancora di più siciliano è quello dei contrappesi democratici, del controllo da parte dei cittadini verso i propri governatori e amministratori.

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