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domenica 17 nov
  • Piazza De Gasperi cambia nome

    Si svolgerà oggi alle 16:00 davanti alla scuola elementare Alcide de Gasperi la cerimonia con cui piazza Alcide de Gasperi verrà intitolata a Giovanni Paolo II. Saranno presenti il sindaco Diego Cammarata, l’arcivescovo di Palermo monsignor Paolo Romeo, i rappresentanti della comunità polacca della città e padre Jaroslaw Andrzejewski, missionario polacco che vive a Palermo e opera nella locale diocesi.

    Palermo
  • 20 commenti a “Piazza De Gasperi cambia nome”

    1. Ormai Cammarata le pensa tutte prima delle elezioni, eh? Usare la fede come propaganda elettorale ha qualcosa di poco pulito, mi pare

    2. Io continuo a chiamarla Piazza Alcide De Gasperi…

      Il nuovo nome è troppo difficile! …troppe P PiazzaPapaGiovanniPaoloSecondo…mi imPaPPino ;o)

      E cmq…W la demagogia!!
      Che il sale in zucca sia con noi nella cabina elettorale!!

      Cià

    3. Niente di nuovo:DC-Chiesa.
      Nei giorni scorsi Mangiapane ha scritto uno studio interessante circa i messaggi espliciti o subliminali contenuti nei manifesti elettorali che attualmente tapezzano Palermo,materia per Happy Few.
      La politica a Palermo é altra cosa,si gioca su altri terreni,inevitabile laddove il lavoro e l’ordinaria amministrazione sono vissute e usate come fatti straordinari,contrattabili e barattabili.
      Un mese fa ho scritto una decina dei motivi che mi allontanano definitivamente “schifiato” dalle urne.
      Io ci tornerei se si verificassero almeno due condizioni:
      1)Abolizione di tutti i privilegi per gli pseudo-politici,Pluripensioni, Pluristipendi,Vitalizi,Babypensioni.Di conseguenza gli pseudo-politici avrebbero diritto alla pensione negli stessi termini degli altri cittadini del simil-Paese Italia.Di conseguenza per i deputati si fisserebbero dei tetti stipendi non oltre i 5000€,i consiglieri comunali e provinciali godrebbero solo di rimborsi spese in base alle presenze in aula e in linea con il loro precedente lavoro nella società.
      2)abolizione di una camera nazionale(i senatori starebbero meglio a Villa Borghese),dimezzamento del numero degli eletti a tutti i livelli,comunale, provinciale,regionale e nazionale.
      …………………………………………..
      La settimana scorsa ho incontrato un mio amico a Palermo che in passato si é occupato anche di politica.
      La sua idea mi piace:ormai siamo in Europa(forse),la Sicilia dovrebbe stare in Europa in modo autonomo,indipendente da Roma, come in un grande Stato Federale.Insomma dipendente da Bruxelles che sarebbe l’interlocutore di riferimento.Unico problema la mancanza di fiducia nel dilettantismo dei politici locali.In questo caso si potrebbero importare dei veri Managers per gestire la città di Palermo,come suggerito alcuni mesi fa da Donato Didonna.

      P.S.l’Eliseo tra personale,guardie e Chirac compreso costa 35 mln€ ca.,l’equivalente tedesco costa la stessa cifra,nel simil-Paese Italia Napolitano compreso(comunista,ammiaurici!)si spendono oltre 300 mln€ per il Quirinale perché ci devono campare 2050 persone ,in Germania solo 300 persone.

    4. Sarò stupida ed ingenua, ma non penso che si possa trattare di un’azione politica demagogica.
      Mi piace molto l’idea di intitolare uno spazio urbano al “mio” Papa, ma forse sarebbe meglio farlo con un luogo (una via, una piazza) ancora senza regolare toponomastica per evitare sovrapposizioni, errori e confusioni come già accaduto con Piazzale Giotto/Lennon.
      Tutto qua! Non ci trovo nessuna attinenza con le prossime elezioni.

    5. beh…sarebbe meglio chiamare col nome del papa una piazza dello zen???
      tutti i cattolici farebbero la rivoluzione scandalizzati dall’accostamento… di certo non farebbero nessuna opera pia a parte i curtigghi da bachi di chiesa a cui sono abituati… per non parlare delle sfere di potere che alcune persone ricoprono nelle proprie parrocchie.

    6. Purtroppo la demagogia, quando è tale, si presenta sempre, oggi, nelle sue forme peggiori. Passare da De Gasperi al Papa, probabilmente, promuove di grado i vertici cattolici, ma non dà nessuna soddisfazione ai luoghi (piuttosto, molta ai luoghi comuni). Sono d’accordo con Maria Luisa, non confondiamo le cose: cosa c’entrano le elezioni?. Ma, come lei stessa afferma, sarebbe stato più logico “nominare” un luogo più che “rinominarlo”. E luoghi da nominare, in questa città, ce ne sono tanti: ad esempio molti spazi “aggiunti” alla città sono meno che slarghi, crocevia, snodi. Andrebbero, innanzitutto, pensati alla stregua di luoghi e poi nominati. Invece, leggo, questo “battesimo” col nome del Papa polacco non cambierà, se non nelle targhe, il nome in cui si riconosce quel determinato luogo. Un solo appunto: ma voi, a Palermo, come fate a chiamare “piazza” una rotatoria?

    7. E la promessa intitolazione dell’attuale Piazza Giachery a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? E la promessa trasformazione del Vicolo Ucciardone in Via Antonino Caponnetto? Dire che la disparità di trattamento mi fa allibire è poco.

      Crotalo

    8. Aggiungo che questo sindaco é specialista nelle trovate geniali “al contrario”.
      Con tutto il rispetto per Renzo Barbera avevamo il nome di stadio piu’ bello d’Italia “LA FAVORITA” e lui l’ha cambiato.Ma la favorita si impone da sola,infatti i cronisti sportivi nazionali e locali spesso continuano a chiamarlo “LA FAVORITA”.

    9. Ma così il caro Cammarata ha avuto un’ulteriore occasione per fare la sua bella sceneggiata pubblica: quant’è bbelloooooo!!!!!!

    10. Ma Alcide de Gasperi che dice nel frattempo? o.O
      Cambiare il nome ad una piazza meno importante era di troppo poco impatto per l’elettore palermitano? Mah…

    11. Il cambio di denominazione è stato proposto da una associazione polacca presente a Palermo; credo che le elezioni non c’entrino molto.
      Una piazza per Giovanni Paolo II mi pare d’obbligo ed il fatto di averla “tolta” a De Gasperi non credo sia un problema visto che De Gasperi “aveva” e continua ad “avere” tutto il viale per lui.

      Andrebbero rinominate anche tante altre strade di Palermo, dedicate a personaggi ignobili che hanno umiliato la nostra città e la nostra regione ed invece noi, come stupidi, in altri tempi, gli abbiamo deidcato le vie della nostra città. Dovremmo seguire l’esempio di Catania che recentemente ha dedicato due vie ad altrettanti patrioti siciliani (Canepa e Gallo) che hanno contribuito all’ottenimento dello Statuto di Autonomia, strumento oggi pressoché ignorato dai politici siciliani dei due schieramenti nazionali.

    12. Resta però il fatto che Palermo è l’unica città a non ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella propria toponomastica. E che il Sindaco Cammarata aveva promesso l’intitolazione a loro dell’attuale Piazza Giachery – e pure in questo caso esiste anche una Via Giachery – salvo non dare corso a tale cambio di denominazione.

      Crotalo

    13. E’ un attacco alla Laicità dello Stato.
      E’ veramente una clamorosa vergogna.
      Marcare il territorio…e sottolineare la presenza invadente di una religione che vuole imporre a tutti i suo gerarchi e la sua dottrina…perché ci si è accorti che ormai fa acqua da tutte le parti…
      IL GUAIO é che si rischia di far affondare L’ITALIA nel medioevo. Niente ricerca scientifica e sempre più poca cultura…
      Ma le chiese proliferano…utilizzando le tasse di tutti, anche dei non cattolici…quando mancano le case…E ci sarebbe molto altro da dire…
      Puah!

    14. Non è un attacco alla laicità dello stato, perché Giovanni Paolo II è stato idolo di umanità, amore e pace. E sopratutto uno che non viveva nel passato. È giusto onorare i suoi meriti per la tolleranza, pace e altri valori fondamentali nel mondo. Il vero attacco alla laicità dello stato si può trovare in un ben’altro settore…che non voglio nominare e che tutti sanno.

    15. Rosalba, spero tu stia scherzando…
      Non so che concetto di Laicità dello Stato tu hai; nel mio concetto di laicità dello stato non è prevista la proibizione di intitolare vie e strade a uomini o sacerdoti di qualsiasi religione, razza, sesso, credo politico!

    16. Posto che su Giovanni Paolo II si potrebbe parlare per ore, e forse anche in negativo, questo cosa c’entra con il fatto che – malgrado le promesse fatte dal sindaco illo tempore – a Palermo non esiste ancora Piazza Falcone e Borsellino?

      Crotalo

    17. è una vergogna clamorosa.

    18. non c’era motivo

    19. sono obbligato a rispondere.
      Se si possa parlare in negativo di Giovanni Paolo II, questo non lo so, non credo proprio..
      La memoria della sua grandezza non ha bisogno della mia difesa.
      Di te invece, non c’è neanche da perderci il tempo.. basta leggere l’ aridità di quello che scrivi, per percepirne profondi disturbi dell’anima.
      La richiesta di intitolare una piazza a Giovanni Paolo II è nata dalla obbligatorietà della missione assoviativa a cui “Casa Polonia” (associazione italo-polacca) non si è voluta sottrarre.
      Ha ragione Rino quando dice che non c’è nessun attacco alla laicità dello Stato, il profilo di Karol Woitila non è soltanto religioso,anzi, oserei dire interreligioso, valicando questo stesso significato, in quanto di alto profilo storico.
      Anche Sergio ha ragione,sulla liceità di uno stato laico di intestare vie o piazze all’uopo.
      A rosalba vorrei consigliare invece di rivisitare più approfonditamente il termine “CULTURA”, anche nel caso dell’intitolazione di una piazza al Papa.
      Giorgio Anelli
      Vice Presidente di “Casa Polonia”

    20. Rendere autonoma la Sicilia dall’Italia sarebbe un atto contro l’ordine pubblico, le norme imperative, il nucleo fondamentale della Costituzione Italiana, lo Statuto Siciliano e un altro centinaio di leggi di rango costituzionale e ordinario. L’Italia garantisce alla Sicilia il rispetto dei principi di legalità, di imparzialità, di giustiziabilità, di proporzionalità, di uguaglianza, di legittima aspettativa, di pari opportunità. L’Europa non ha i requisiti, nè mai è stata pensata come organismo di controllo diretto del territorio. E’ un organismo di coordinamento tra Stati, non di governo di una regione. Per non parlare della mafia che prenderebbe ovviamente il potere in men che non si dica, ancor più di quanto non l’abbia già oggi.

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