Improperi & co.
Uno degli improperi per cui la lingua siciliana è conosciuta pure all’estero è senz’altro CORNUTO.
Offesa abusata e usata (spesso anche per fare del siciliano la solita caricatura) con mille varianti e sfaccettature: si va dall’affettuoso CORNUTELLO per indicare, per esempio, un bimbo furbo e vivace al CORNUTAZZO usato, invece, spregiativamente per additare uno che sulla testa le corna le ha davvero. Per me, però, la variante più bella resta sempre CURNUTI R’I PATRI perché raggruppa una serie di offese in una sola: infatti, per la legge secondo cui mater semper certa est, per prima cosa i padri sono più d’uno (e sono pure cornuti!) e, in secondo luogo, la suddetta mater come minimo è una poco di buono.
Ma tralasciando questo che, oltre ad essere l’epiteto più usato, avrà anche dei corrispettivi in altri dialetti italiani, ce ne sono due che, a mio avviso, sono ineguagliabili, inimitabili e, soprattutto, intraducibili: COSA INUTILE e NIEGGHIA.
Intanto occorre precisare che, di solito, uno è UN cosinutile (tutto attaccato) non UNA cosa inutile. In che modo si potrebbe tradurre una frase come questa? “Tale’ un s’a fira! È vieru un cosinutile” “Guarda non è capace! È davvero un inetto”. Amunì…non rende affatto….
Cosinutile esprime tutta la sconclusionatezza di qualcuno che, oltre a non essere in grado di svolgere una determinata mansione è cosinutile ontologicamente. Come dire…cosinutile si nasce, non si diventa. Sentiremo allora un papà, preoccupato perché il figliolo gli torna pestato da scuola e lui, invece di reagire, racconta l’accaduto piangendo, dire alla moglie “To figghiu (perché in questi casi la paternità è messa da parte) abbuscò e ‘nsaccò, è un cosinutile”.
Perché il cosinutile è uno su cui cade tutto il disprezzo collettivo, è un buono a nulla. Di solito, anzi, il cosinutile ce l’ha stampato in faccia.
Naturalmente esiste pure il contrario di cosinutile: volgare e brutto a dirsi ma è il MINCHIADURA. Non mi dilungherò. Precisiamo soltanto che anche questa attitudine si manifesta da piccoli. Pper intenderci il cosinutile è quello che a scuola è educato, fa i compiti e addirittura legge per i fatti suoi un libro, il minchiadura è il gradasso di turno che copia i compiti, gioca bene a calcio, parla solo in dialetto ed è rispettato dagli altri compagni.
Quando però il cosinutile prova a impegnarsi comunque a fare qualcosa e non ci riesce (dopo essere passato per la fase in cui è COSAZZA INUTILE) si tramuta in NIEGGHIA. Tutta la sua incapacità si sublima e si trasforma in qualcosa di talmente inconsistente da apparire nebuloso.
‘A NIEGGHIA è il cosinutile all’ennesima potenza. Spesso, a differenza di quest’ultimo ‘a niegghia è uno convinto, si sente tutto, ma rivelandosi incapace e fallito viene bollato appunto come niegghia. E pure questo, come lo traduciamo? Quel tale è una nuvola? Una nebbia? Una nube?
Indimenticabile lo sfogo di un mio ex alunno che apostrofò un suo compagno mingherlino e timidissimo, dicendogli: “Talè ‘un ti isu ‘i manu picchì si un cosinutile. Anzi no. Na niegghia.”
mahhhh queste sono cose che solo il sabato notte possono essere pubblicate….
Non dimentichiamo l’immortale e particolarmente panormita Cuinnuto e ghiencu….
Crotalo
hahahaha, da stampare e tirarlo fuori quando si è giu’ di morale.
Comunque anche “minchiannivata” non è niente male!
eh eh eh
boh…??!!
tutto divertente e anche realistico, dalle nostre parti,..ahinoi…
mi sfugge (e un po’ me ne vergogno) il significato di “ghiencu”
illuminatemi
Il “ghiencu” o “iencu” dovrebbe essere il montone o l’ariete, il cosiddetto “crastu”. E quindi, in tal modo l’insulto si amplifica nella raffigurazione del cornuto.
Scusate, dimenticavo: PROSIT a Maria
io ho sempre detto: ‘si ‘NA cosa inutile…
altro rafforzativo di ‘cornuto’ è ‘cornuto e sbirro’, purtroppo…
… e a proposito di finezze, vogliamo non parlare dell’onnipresente ed immortale: SUCA?
…a volte si include la razza e la settima generazione per rafforzare il grado di “cornutismo” voluto
800A
correzione su “cornuto” il palermitano doc non dice mai cornuto, non ha bisogno di dirtelo, già lo dà per implicito e dice “ma chi curnutu sì?”
oppure “va ricci curnutu a tò patri” il che dà per implicito che anche la madre non sia di moralità drittissima e che tu debba macchiarti nel dire una tal cosa a tuo padre…
ricordiamo ke il grado di cornutismo si misura anke in frazioni…infatti esiste l’epiteto piezz’i curnutu
gioia,se permetti da ragazzo cresciuto fra il capo e via colonna rotta vorrei dirti la mia.
Allora l’offesa più grossa ch tu possa fare ad un palermitano è curnutu e sbirru,cioè cosi facendo l’offendi due volte,uno gli dici cornuto,l’altro sbirro,ammesso che sbirro sia un offesa,ma questo e un altra dissertazione.
L’appellativo invece minchiarura,è usato pochissimo,anzi diciamo è caduta definitivamente da quando il Natale,dl film la impersono,certo se quello è l’identificativo del minchiarura,io sugnu mastrolindo.
Quindi la parola più usata e giusta è paradossalmene Cornaruri, o minchia chistu avi i cuarna comu a ciaca,motivo semplice,qui non si vanno a gaudare le corna nel senso di tradimento,ma le corna rure dell’animale,stambecco,cercvo,toro ect ect ect,infatti in natura l’animale che ha le corna più dure e non ha paura diventa capo branco o cmq si scontra sempre senza paura.
Per il resto scritto,stupefacente come te 😀
huahuahuahuahua! 😀 grandissima!!!
Grazie Nat, infatti ero un po’ indecisa. Ora sono definitivamente convinta che cornaruri sia perfetto! Tra l’altro rende di più…Obbligata a tutti per i contributi.;-)
Dio santo,la Cubito che mi ringrazia,una delle donne che più apprezzo su Rosalio,dato che radio time non posso sentirla nella capitale 😀
Nat in realtà radiotime puoi ascoltarla in real audio dal web:vai sul sito http://www.radiotime.it, in basso a sinistra clikka su real audio e mi senti! ogni giorno dalle 15,00 alle 17,00…Un poco di pubblicità non guasta mai.;-)
ma c’e’ anche una web per vederti 😀 scherzo,bene oggi allora ti ascolterò….
Certo Nat, c’è pure la webcam. 🙂
miiiiiiii la vedoooo,ma sta muriannu ru suannu??? sempre che sbadiglia 😀
St’ora legale mi stroncò la carriera…se mai ne abbia una…
E’ vero solo in dialetto sicilano riusciamo a catalogare per bene una determinata categoria di persone…
L’idea che quello che per certi versi sembra una parolaccia o peggio ancora un’offesa allora in altri casi si può adattare a complimento…
Non dimentichiamo l’appellativo di minchione…o…oncora…si un minchia…che in questo cosa è l’opposto di minchiadura…
A presto…sei forte
non dirlo a me,l’altra notte,la prima notte,dopo il lavoro con i soliti,rinchiusi al solito posto…si guarda l’orologio e faccio dai che sò le 4.45…l’amico mi guarda …con una ceres in mano,me la passa e mi fà..si si..come no..guarda che sono le seimenounquarto :D…io in palermitao,ma chi sta ncucchiannu,Nata,parla italiano…io sono macedone non lo dimenticare…
Grazie per il saluto Mara,la rado mi manca tanto dato che l’ho fatta a roma…per un anno…
ci manca solo l’audio a quest’articolo
Maria,come sempre è spettacolare come articolo che,tra l’altro è molto veritiero.Cosazza Inutile,lo usiamo anche per Mauro,se ricorda bene.
Come sempre,complimenti Maria 😀
*
Guarda che caso proprio ieri, litigavo con un collega di lavoro,ero ´n cazzatu nivuru.
É l´unico collega con cui posso parlare la mia lingua. Mi scappa di bocca un ” Ma vá ricci buttana a to matri”.
Pensavo “Minchia ora s´incazza ppí ddaveru”.
A ridere s´é messo.
“Sta frasi avia vint´anni ca unna sintieva” mi ha detto.
Parere mio, nella lingua Panormita anche le offese sono cosí eufoniche e colorite che non si puó offendere nessuno, é un piacere a sentirle.
Tante belle cose.
Corrado
ce una frase che mi ha sempre colpito,e cioé
“..ti giuru pí me figghi!!..” appellativo che faceva vedere come era facile mettere in mezzo la famiglia a tutti i costi pur di salvare la pelle 😉
A dir poco sublime questo articolo, anzi avi i cugghiuna ca ci stricanu ‘ntierra! Ei NAT anch’io sono cresciuto (e continuo a crescere) tra via colonna rotta (vicino la balata) e il capo, forse ci conosciamo?
Ho impiegato seconda e terza elementare a capire perchè il padre di M., che dicevano lavorasse alle Società Unite Caramelle Amenta facesse sbellicare tutti i ripetenti dalle risate.All’uscita di scuola i ragazzi non vendevano i libri ma giocavano con i coltellini affilati a morto e ferito e si udivano esclamazioni del tipo :”Curnutu tu e cu ti viesti a matina”, “curnutu e bieccu”, “tua madre e mia e non la voglio”.
Si finiva a giocare a “cant’ e scantu”, al battone o allo PPA’ e a mangiarsi la pasta a casa incollata e le gote ancor più rosse dai timpuluni di tuo padre, perchè eri arrivato tardi.
Ma dovevo arrivare al glorioso liceo Umberto I per sentire una dichiarazione d’amore che tutti voi saprete tradurre in palermitano :
Lui a lei : Vorrei suzionare il sangue dal tuo seno……
Lei a Lui : Perchè non lo suzioni dal membro di mio fratello, che è lo stesso sangue….
Un saluto ed una domanda di sci alpino dell’ epoca coeva….come si chiamava il fratello di Rolando Thoeni ?? Rispondete da soli e aggiungete il complemeto oggetto.. virile che sapete preceduto da sta’….
Scusate la grivianza…..
Giuanni abbiamo fatto lo stesso glorioso liceo…ma non mi ricordo questa “versione”..-;-)
Un mio conoscente palermitano DOC, con ascendenze in zona Zisa-Olivuzza, mosso da sentimenti non proprio benevoli, rivolto ad una donzella né particolarmente avvenente né longilinea, l’appellerebbe così: “STA CUOSA CURTA,LARIA E MALUCUMMINATA”.
e aggiungiamo il mitico:
si’ paru paru pa’ pressa
…esatto, anche perchè è giusto che le giovani generazioni sappiano (e le vecchie non dimentichino) che Tony Sperandeo, in coppia con il compianto Alamia, spopolava nella Palermo dei primi anni ’90 al suono della hit disco-dialettale “Siamo tutti per la press!”, anche nota al folto pubblico degli aficionados (quorum ego) con il nome di “press dance” (e la stampa non ci trase nulla).
Per il resto, mi sto priando (e non poco) nel leggere le perle lasciate su Rosalio da MC: a ‘sto punto mi leggo tutti gli arretrati.
Bacio le mani (in inglese, MANI kisses)
mi potete dire che vuol dire suca per favore?
Mammamia che m’ero perso!
Recupero e rilancio, ma veramente vi siete persi il più classico “fango”?,” sì un piezzu i fangu”,e cercando complicità.. “fangu tù e cu un tu rici puru” e se qualcuno dei presenti nn partecipa è complice lo stesso nello straordinario: ” cu un tu rici cà vucca tu rici cù i battiti ru cuori”;
Infine da lasciare alle nuove generazioni (perchè si stà perdendo):”mi stà rumpennu i CABASSISI” e ancora, tavi a vieniri nnè MARAZZI”.
@ Maria, è una forma molto meno gentile di: “Signorina le dispiacerebbe avere un rapporto orale con mè?”.
E del perentorio invito “‘ba jeccati ‘na munnizza”, che ne dite? Non racchiude forse in sè, nella sua estrema ironia, buona parte degli improperi precedentemente descritti?
scusate, ma arrivati a sto punto come la mettete con “si’ ‘na cataprasima(cataplasma)”?
Interessante, ma dovete pensare che il provincialismo e la dialettica nei dialoghi non sono talmente onorati nemmeno nei paesi di provincia. Mah, comunque, Cosa Inutile è una variante del termine in dialetto Emiliano “Patacca”, cioè una persona di scarso valore o poco utile (esempio: “Sei un patacca”). In italiano una Patacca si riferisce ad un Oggetto. Non è assai corretto dire che uno è Cosa inutile o Patacca neanche in dialetto. Quando qualcuno mi pare inetto io dico “sei davvero un essere inutile”.
nkia, ven’i lanzary, a lieggiri tuttu stu beccume
eccu pikkì ni skifìanu unni jamu jamu, semu propria cosa ‘iccàri, passanu l’anni, semu nno tremmila, ma ccà ncancia nenty, mancu ki bummi
skifiu…
iencu oppure jencu -= vitello
Il cosa inutile potrebbe anche definirsi “minchia china d’acqua”
Salve. Sono alla ricerca del significato della parola “minchiannivata”, usata dal Capo della sezione omicidi, Mangani, in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, quando invece di entrare nella sua stanza il macrò Pallottella, destinatario della sequela di epiteti, entra Gian Maria a portargli la confessione. Non riesco ad agganciare il mio messaggio a quello di Sefi del 25 marzo 2007 ore 13,15.
Chissà se posso sperare anche in una risposta al seguente quesito: come è andato il suddetto film nelle sale di Palermo o comunque tra l’opinione pubblica palermitana quando uscì?
Molto gentili per l’attenzione che vorrete riservarmi. Ringrazio. Grosso Christian, Martignacco (Ud)