Libera lettura
Spesso chi torna da un viaggio nelle città del nord Europa racconta con stupore di metropolitane e di stazioni ferroviarie stracolme di persone intente alla lettura.
A Palermo sono poche le persone che leggono in pubblico, quasi fosse sconveniente farlo, quasi che l’attenzione debba essere dedicata ad altro; purtroppo, sembra che nulla possa sovvertire questa scarsa propensione.
Durante una discussione sul mio desiderio di conservare ben accatastati in libreria i volumi letti, un’amica mi raccontò della missione di un fantomatico “movimento per la diffusione della libera lettura” i cui aderenti, dopo aver finito di leggere un libro, volutamente lo dimenticano in una sala d’aspetto, in un treno, in una panchina di un giardino pubblico, quale invito ad un lettore sconosciuto.
Sebbene la mia amica vive, legge e dimentica i suoi libri in Valle d’Aosta, devo dire che trovo suggestiva l’idea di lasciare “Il vecchio e il mare” di Hemingway su una panchina, a Mondello o a Sferracavallo, davanti alle barche dei pescatori.
Luca,
questa pratica(ossia quella di ciò che tu definisci “fantomatico movimento”) non è poi una novità,già da tempo se ne sente parlare nel web e fuori e sarebbe una cosa carina se prendesse piede anche da noi.
Si può sempre provare, magari tenendo d’occhio “l’esca”,perchè non finisca come carta straccia!!
Questa pratica, book crossing, è in effetti altrove abbastanza diffusa. Si può provare, magari senza scervellarsi particolarmente per far calzare il luogo del “deposito” al titolo del libro.
sarebbe fantastico…
tempo fa, quando ne ho sentito parlare per la prima volta ne ero entusiasta e ne ho discusso con amici, inutile ripetere qui tutti i posti in cui mi hanno mandata!
cmq ho lasciato “Il Piacere” Dannunziano su una panchina, un signore mi è corso dietro per restituirmelo..
mi sa che qui.. n’est pas possible!
E se lo si lasciasse con un post-it con su scritto “SONO STATO LASCIATO QUI PER TE LEGGIMI!”…proverò a farlo e vi faccio sapere 😉
Magari “Delitto e Castigo”,in tal caso potrebbe essere difficile far calzare (cito il post di Humby)il titolo del libro al luogo del deposito … suggerimenti?
Tindari.
Bagheria.
ahahaheh eh eh 😀 Totò grazie mille per il tuo suggerimento…sintetico e diretto
Anche se ripensandoci io avrei qualche problema a lasciare lì così un libro che ho scelto, acquistato poi letto soprattutto se ho apprezzato il contenuto…ecco diciamo che una volta letto e “metabolizzato” diventa parte di me e mi riesce difficile separarmene, forse xchè quando ero piccola i libri erano il mio rifugio, la mia “casa sull’albero” ma questa è un’altra storia…
Lasciate che mi contraddica, così suggerisco di lasciare:
“La concessione del telefono” indifferentemente nel negozio Tim o in quello Vodafone di via libertà;
“Il birraio di Preston” al Mikalsa;
“Gli arancini di Montalbano” sul bancone del bar RosaNero (così Bulgakov è contento);
“Il Gattopardo” in uno dei pet shop in città, magari quello di via Siracusa;
“Il Milione” allo sportello dell’unico cassiere presente presso l’ag3 dell’unicredito,dopo averlo letto tutto aspettando il turno;
“La peste” in un pronto soccorso, a scelta, Villa Sofia o Civico;
“Robinson Crusoe” ovviamente da Robinson vini;
“Il silenzio degli innoccenti” tra gli scanni di Sala d’Ercole, indifferentemente destra, sinistra o centro;
“Dimenticare Palermo” sull’aereo, dopo essere partiti da Punta Raisi per una destinazione la più lontana possibile;
“Che ci faccio qui?” a questo provvederò personalmente lasciandolo a scuola, dopo averlo letto durante il prossimo collegio docenti.
idea geniale, ottimo post. viva l’arte e la lettura!
Spesso chi torna da un viaggio nelle città del nord Europa racconta con stupore di fimmine da svenimento. a questo proposito propongo un movimento per la diffusione del pilo. adesioni?
Cari Amici,
mi trovo a Londra. é vero, qui la gente legge un po’ ovunque. Quello che che mi ha colpito è, però, la commistionedi lettura/scrittura e convivialità. Qui, in qualsiasi bar (tralascio i pubs) si entri, non esiste la consumazine al bancone. Anche per una tazzina di caffe ci si deve sedere. Al quel punto si scopre di essere circondati da persone che, davanti ad una tazza di caffè ed ad una fetta di torta di carote, non solo legge, dal giornale ai classici, ma anche scrive, controlla i propri lavori, studia.
Immaginate una cosa del genere al bar aluia?
Non sempre ciò che fanno “all’estero” è meglio di quello che si fa qui.
Non dubito che leggere sia una cosa importante. Però la lettura “dovunque” (stazioni, metro, bus, etc.) non sempre è dovuta a una maggiore propensione a questa nobile attività: può anche essere sintomo di isolamento sociale.
Quando ho visitato alcune città del centro e nord Europa, sinceramente a me ha fatto un pò paura veder tanta gente che sta insieme ma in fondo sta da sola. Una volta in Germania mi è capitato di vedere un tizio cadere pesantemente dalla moto in movimento (l’asfalto era bagnato) e nessuno dei tanti passanti ha interrotto ciò che stava facendo (camminare, leggere…) per vedere se ci fosse bisogno di aiuto.
Qui abbiamo tanti difetti ma non possiamo certo dire che non ci sia facilità di relazioni sociali… A Palermo per me sarebbe impossibile mettermi a leggere “in pubblico” in quanto ogni 5 minuti dovrei interrompere la lettura perchè qualche mio conoscente verrebbe a salutarmi; e anche quando non passasse nessun mio conoscente, mi verrebbe a parlare uno sconosciuto…
Per foruna e così!!!
Bella idea, gentile e raffinata, in un mondo sempre più maleducato e grossolano.
Mi ricorda, per certi versi, il “caffè sospeso” napoletano.
Però anch’io, come Chiara, non riuscirei a separarmi tanto facilmente da un libro che ho amato: sarei tentato di “dimenticare” soltanto quelli che non mi sono piaciuti tanto, e non sarebbe giusto…
Allora, avrei da proporre un’altra idea: e se fossero le società di trasporti (AMAT o Ferrovie ad esempio) a prevedere, nei propri mezzi o nelle carrozze, appositi spazi, quelli di solito riservati alle solite insulse pubblicità, con i testi di opere selezionate (magari poi si potrebbe discutere a chi affidare questo compito), integrali, a puntate o congegnati in modo da invogliare il lettore al successivo acquisto dell’opera in questione?
Chissà, magari il viaggio potrebbe diventare “istruttivo”…
Bello sarebbe Fabrix!! Così chi utilizza spesso i mezzi pubblici avrebbe la possibilità di scegliere se dedicarsi alla lettura o alle “relazioni sociali” (citando il post di Sergio…)anche se ve l’immaginate come si potrebbe attenzionare un libro nelle ore di punta su di un autobus a Palermo? Rischi di finire “stinnicchiato” per terra xchè distratto dal libro e spintonato dalla calca non hai fatto in tempo a prevedere la frenata improvvisa dell’autista!!!
Oppure se sei seduto il vicino “s’intricherebbe” sul xchè, cosa e come della tua lettura finendo per deconcentrarti 😀
Sono cmq d’accordo con Sergio per fortuna i palermitani sono così, ogni scusa è buona per intavolare una conversazione su qualsiasi cosa, curiosi, chiaccheroni ma umani grazie al cielo!!
o.k. passiamo ai fatti, questo pomeriggio lascerò un libro, sui gradini della chiesa di San FRancesco, di fronte la focacceria.perchè lì? solo perchè ho un appuntamento in quella zona…
…ottima location per lasciare: Linda Collister, “Pane. Dalla baguette alla focaccia”, Luxury Books. …
Brava annalisa…e complimenti Humby per la tua preparazione in materia, posso xrò permettermi di suggerirvi un autore più nostrano?
Homo Panormitanus del maestro Billitteri vi dice nulla?
A proposito non l’abbiamo visto neanche all’aperitivo?
Qualcuno sa dov’è?
Un autore più nostrano: Alassandra Lavagnino “Una granita di caffè con panna”, secondo me da lasciare disinvoltamente su un tavolino di “Caflish – la capannina” o “Antico chiosco” o “Renato” a Mondello paese.
Assolutamente noooo!!! Se c’è una cosa che custodisco con gelosa possessività sono i MIEI libri, sia quelli di università (a cui sono affezionatissima in modo viscerale), che quelli che durante il corso degli anni si sono accatastati nella mia libreria. Essere veicolo di divulgazione della cultura è idea suggestiva…ma non fa x me che egoisticamente faccio anche fativca a darli in prestito. E credetemi non si tratta di una possessività estesa …ma dai miei libri non riesco a separarmene…omnia mea mecum!! Tutt’al più posso prestarmi alla libera circolazione della mia rivista preferita, Vanity Fair. per chi volesse farsi avanti non ha che da chiedere…ho giusto pile di riviste in avanzo.
x annalisa: abito proprio accanto alla basilica di san francesco…spero di arrivare a casa in tempo e di prenderlo io il tuo libro…magari poi ti faccio sapere…in cambio ne lascerò uno di quelli miei..
Per chi come me non riesce a cedere i libri letti e vissuti, forse ci sarebbe una soluzione. Con pochi euro si può acquistare una copia di un libro già letto e dimenticarne uno ogni tanto.
Per esempio prossimamente potrei acquistare una copia del Piccolo Principe … il Giardino inglese la domenica mattina mi sembra il momento e il posto giusto! Mi piace molto l’idea di mettere un segnalibro all’interno con scritto “SONO STATO LASCIATO QUI PER TE. LEGGIMI!!” e magari con una firma da movimento per la diffusione della lettura, tanto per capirci potrebbe essere “gli amici di rosalio” oppure un altro nome e qui Humby, Chiara o altri fantasisti che scrivono su queste pagine potrebbero aiutare.
io leggo tantissimo ma mi mancano decisamente i soldi, se qualcuno vuole lasciare qualche libro sotto il portone di casa mia gentilissimamente ringrazio
Purtroppo ho cercato di diffondere questa idea..
ma tutti ascoltano e nessuno lo fa..
a volte a palermo siamo proprio lenti!
Io ho provato a lasciare due libri. Un Siddharta di Hesse e un libro della Littizzetto. Dove? In facoltà. Quello della Littizzetto è sparito, non è stato tracciato sul sito http://www.bookcrossing.com.
Il Siddharta invece è stato preso, usato da alcuni colleghi per picchiarsi, poi ahnno scritto “Che palle” dentro (per fortuna a matita) e ababndonato lì. L’ho ripreso con me.
Tutto queso è accaduto 2 anni fa circa. Comunque ritenterò… Feltrinelli secondo piano! vediamo che succede…