La gimkana di Punta Raisi
L’aeroporto “Falcone – Borsellino” nel 2006 ha avuto 4280614 passeggeri e un trend in continua crescita. Ci sono voli diretti per i maggiori aeroporti italiani, oltre che per (e non solo per) Londra, Parigi, New York, Monaco, Hannover, Bruxelles, Barcellona e, da pochi mesi, Nizza, Grenoble e Amsterdam. A breve arriveranno voli diretti per (e non solo per) Mosca, San Pietroburgo e Cracovia.
Negli ultimi anni hanno lavorato sulle piste, è stata aperta la nuova area arrivi, sono stati realizzati i finger (i corridoi che portano dall’aerostazione dentro l’aereo e che provocano incroci tra passeggeri in partenza e in arrivo che mi lasciano perplesso), hanno aperto molti negozi e in vista ci sono nuove strutture e anche un albergo. Ok, il soffitto della zona dove arrivano i viaggiatori manca della copertura ed è un pugno-in-un-occhio al turista appena sbarcato (l’altro pugno-in-un-occhio sono le settime generazioni che accolgono gli zii d’America e ‘u figghiu beddu che torna a casa, ovviamente), ma prima o poi si aggiusterà.
Ma il vero segno della crescita di Punta Raisi sta nei parcheggi. Siccome più del 60% dei passeggeri non ci pensa nemmeno a utilizzare il bus, il taxi, oppure il Trinacria Express (che viaggia spesso semivuoto) bisogna accontentare gli utenti. E quindi parcheggi, ovunque, a pagamento e non, car valet ecc. ecc. E con i parcheggi arriva la gimkana/chicane/corsia dei box. Sì, perché a Punta Raisi non ti puoi fermare nemmeno un minuto per prelevare qualcuno (bagagliomunito) senza che da dietro ti suonino (o ti vengano addosso). È la gimkana, baby.
L’immagine e l’ispirazione del post provengono da un post di Davide Leone su Parliamo di città.
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