La puzza del ’92: a giorni ne fai 15
Me l’avevano detto che allo scoccare dei trenta avrei fatto i conti con la nonnite, cianciando di ricordi sbiaditi e paragoni improbabili, che avrei blaterato di cose incomprensibili ai più.
Beati voi, ragazzi del ‘92. Lo penso guardando il fratello di un mio caro amico, uno di ‘sti ragazzini contemporanei, con le scritte Rich, il capello a coprire mezza faccia. E sono alti, sempre più alti, consapevoli e tronfi del loro apparecchio per i denti che pare vada di moda. Ai miei tempi no. Ai miei tempi con un apparecchio per i denti arrivavi a un passo dalla sociopatia. Con un apparecchio per i denti ti giocavi l’adolescenza, anche se ai miei tempi, quasi tutte le teen star dei telefilm americani ce l’avevano.
Ebbravo. Sembra ieri che ti fregavo Infinite Dolcezze della Chicco perché alle ragazze piaceva il profumo per neonati e oggi, fra meno di un mese, mi compi 15 anni e tua madre ti ha trovato le sigarette nello zaino.
Ecco spuntare il magone, me l’avevano detto che allo scoccare dei trenta avrei fatto i conti con la nonnite, cianciando di ricordi sbiaditi e paragoni improbabili, che avrei blaterato di cose incomprensibili ai più, tipo negozi paninari e le felpe Best Company coi volatili, oppure l’odore di Mondello in quel putrido maggio del ‘92: odore di fogna, panelle e cose di mare. Le canzoni di rito, Alamia e Sperandeo: Press dance, Brutti monelli e sporchi. Brutti ricordi? Macché. Io adoravo Mondello d’estate, con l’umidità e tutto il resto, a spingere il motorino fino alla curva della chiesa tra gli odori itticofognari: faceva così Bangkok. Era la sensazione dell’esserci, ma soprattutto del non poter non esserci. Che fai d’estate, nel ’92, in un appartamento? Ti vedi Cremonese-Juventus, amichevole precampionato? Continua »
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