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venerdì 22 nov
  • “SicilInOut” per i 61 anni dello Statuto

    Una grande festa al Teatro Massimo stasera celebrerà il sessantunesimo anniversario dell’approvazione dello Statuto siciliano con SicilInOut. Si esibiranno artisti come Mario Venuti, Eleonora Abbagnato, Mario Biondi, Francesco Cafiso, Sebastiano Cicciarella, Rino Martinez e Mari Salvato. Nel corso della serata verrà presentato il marchio di produzione musicale “Made in Sicily”, con un’anteprima di tre brani della tradizione popolare regionale eseguito dal The Brass Group e dall’Orchestra Sinfonica Siciliana. Presenterà la serata Gianfranco Jannuzzo.

    Verrà consegnato il “Premio Archimede 2007” (conferito a eminenti personalità che si sono distinte nel campo della scienza, della cultura, dell’arte, dell’impegno sociale, dell’economia e della difesa dei diritti umani e civili) a Claudio Baglioni e allo storico Francesco Renda.

    Palermo, Sicilia
  • 10 commenti a ““SicilInOut” per i 61 anni dello Statuto”

    1. … a Claudio Baglioni….

    2. Appunto, ormai solo una festa al Teatro Massimo, rigorosamente ad inviti e quindi riservata a Vip o presunti tali, ci ricorda questo anniversario.
      Basterebbe solo questo per dimostrare anche ai più scettici di come uno Statuto speciale che, in teoria, avrebbe dovuto produrre progresso e sviluppo, abbia invece generato solo arretratezza e clientelismo.
      Auspico una presa di coscienza da parte dei Siciliani che finalmente, scrollandosi di dosso decenni di inganni e malaffare, possano realmente usufruire dei vantaggi che lo Statuto avrebbe potuto loro riservare: a tutti, e non soltanto a certi politici…

    3. Tony ma che fine hai fatto?? Esisti ancora? Sei latitante..

    4. A rosalio, non è che questa campagna del blog più cool te la paghi con i nostri soldi, vero??
      :-PPP

    5. Ridicolo

    6. Quoto pienamente quanto postato da Fabrix: questa classe politica siciliana ha usato lo Statuto a suo uso e consumo e non lo ha mai applicato pienamente perchè, se lo avesse fatto, saremmo oggi tutti più ricchi e non andremmo a chiedere favori e posti di lavoro in cambio dei nostri voti!

    7. Questa classe politica è espressione del corpo elettorale siciliano e la coscienza è un lusso che si conquista con le rinunce e i sacrifici, si chiama sindrome della pappa in bocca e viene soddisfatta dalla “mamma” che si occupa delle nostre cose.

    8. meraviglioso suppost!!!!!!!!!

    9. Date un’occhiata all’appello pubblico “Che cosa c’è da festeggiare?” su http://www.statutosiciliano.it
      Condivido pienamente, ergo firmo. Mi permetto di incollare qui la parte finale del testo:

      […] Chiediamo dunque alla classe politica regionale un atto simbolico: eviti lo sperpero di ulteriori risorse in festeggiamenti e celebrazioni inutili ed ingiustificate. Visto lo stato attuale dei conti regionali, suggeriamo una modalità di festeggiamento improntata al rigore: in occasione del suddetto anniversario, il governo e tutti i partiti dell’ARS si attivino con atti concreti per cominciare una lotta senza quartiere agli sprechi ed al parassitismo. Urgono provvedimenti legislativi per porre un freno alla spesa regionale (a cominciare dalla sanità) e per eliminare enti inutili che bruciano risorse pubbliche come ad esempio ESA, Consorzi di bonifica etc. Inoltre occorre avviare un serio riordino dell’amministrazione regionale affinchè diventi volano di sviluppo e non palla al piede della crescita della nostra isola. Il sessantesimo anniversario della prima seduta dell’ARS deve essere occasione per ribadire che la lotta agli sprechi ed al privilegio, ancorchè etica e morale, è una battaglia a tutela della Sicilia e della sua immagine. In questa direzione è necessario dare un segnale preciso: ridurre il costo di funzionamento dell’ARS cominciando col rinunziare all’anacronistico ed intollerabile privilegio dell’equiparazione dell’indennità dei parlamentari siciliani (ed anche dei dipendenti dell’ARS) a quella dei senatori della Repubblica e dei dipendenti del Senato […]

    10. REPETITA IUVANT.

      (dal 3d “Mercimoonio sul voto”)
      Il Leopardo di Via G8 scrive:
      12 Maggio 2007 alle 00:38
      […] Nel merito di quello che scrive Gigi (che sottoscrivo in toto), vi chiedo e mi chiedo: perchè, tra gli esempi infiniti di sprechi addebitabili ai costi della politica, la Sicilia è sempre ai primi posti? Perchè un consigliere regionale dell’ARS deve prendere più del doppio di un suo collega di una regione a statuto ordinario? Perchè i presidenti delle circoscrizioni devono avere l’auto blu e prendere 4750 euro (come scriveva qualche giorno fa un altro lettore)? Perchè il bilancio della regione siciliana deve essere al 70% circa (una percentuale semplicemente abnorme) utilizzato SOLO per pagare stipendi e sanità? Tutto questo è giustificabile con lo status di regione speciale della Sicilia o non è piuttosto la prova provata che l’autonomia regionale, nata senza dubbio con ben altri e migliori auspici, è da tempo sulla strada di una imbalsamata e autoreferenziale autocrazia? Quest’ultimo ragionamento va però raccordato al fatto che, in democrazia, ogni popolo ha la classe politica che è in grado di esprimere e che, in ultima analisi, si merita. Tradotto: finché in Sicilia la cosa pubblica (e in primis la Regione, che per il fatto di essere a statuto speciale ha più risorse delle altre regioni ordinarie, prima ancora che lo Stato) continuerà ad essere considerata DAGLI STESSI SICILIANI una mera vacca da mungere per gli interessi personali e dei propri “clientes”, sarà purtroppo impossibile invertire la rotta nella direzione indicata da Gigi. Purtroppo venti e più secoli di dominazioni straniere hanno prodotto una diffusa coscienza sociale siciliana basata su un esasperato individualismo incapace di andare oltre il proprio orticello (senza dubbio non lontano dal guicciardiniano “interesse per il proprio particulare” che è diffuso anche nel resto dell’Italia, ma in Sicilia e nel sud in genere questo sentimento è più marcato) e su una marcata diffidenza nei confronti della “res publica” in generale.
      Ma fino a quando può durare questo stato di cose? Fino a quando continueranno ad arrivare i soldi da Roma oppure fino a quando ci si renderà conto che non si può andare avanti all’infinito così. Nella peggiore delle ipotesi forse il secondo momento sarà una soluzione obbligata derivante dal primo.
      E dopo questo sintetico messaggio 😉 , buonanotte.

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