Australia, vademecum del viaggiatore
Australia. Terra che evoca immagini di luoghi remoti ed irrangiungibili. Di slide-show paradisiaci, spesso parte dei nostri screen-saver, attraverso i quali sognamo le tanto agognate vancanze per le prossime ferie.
Ho avuto la fortuna di trascorrere ben tre meravigliosi anni nel paese dei canguri, immergendomi nella cultura diversa e cosmpopolita di questo paese dalle mille sfaccettature.
Il primo impatto in Australia è scioccante: Devi rinunciare a tutte le tue comode e scontate abitudini ed entrare a far parte di un mondo nuovo, assolutamente diverso. Ed io, che in perfetto sicilian-style ho sempre snobbato i mezzi pubblici e utilizzato la macchina, persino per comprare il pane al panificio di fronte casa, ho dovuto riconsiderare tutte le mie borghesi abitudini. Qui occorre senso di adattamento. Primo fra tutti, urge adattattarsi al nuovo senso della misura. Ma se sei abituato alle distanze europee, dove il concetto di “vicino” indica una distanza massima di cinque km dal punto A al punto B. allora sei fregato. Nella Terra dei Canguri, il “vicino” significa minimo due ore di macchina o tre di treno. La frase “Brisbane è vicina alla costa” per un Australiano vuol dire due ore di auto per andare in spiaggia, così come “l’alloggio è vicino all’ufficio” o “la fermata del bus è vicina alla casa” fanno dell’Australia un paese davvero ginnico, soprattutto per i turisti, ignari di tutto. Ho conosciuto un ragazzo catanese che si faceva due volte al giorno 50 minuti di bicicletta per arrivare in ufficio, ed in 6 mesi ha perso 15 chili! Sicuramente gli avevano detto che il suo alloggio era ad un isolato dall’ufficio, ma altrettanto certamente non gliel’avranno detto in siciliano.
Anche fare il pedone in Australia è pericoloso. A casa la mamma ci ha insegnato: cerca le strisce pedonali, guarda a sinistra, poi a destra, sporgi il braccino in avanti e attraversa la strada… Qui, con la guida a sinistra come tutte le colonie inglesi, è al contrario. E ci vogliono tre mesi di pratica per riuscire al primo colpo, e senza pensarci, a guardare dalla parte giusta prima di attraversare la strada. All’Australia comunque dei pedoni gliene frega poco: stendere cristiani al suolo non ha lo stesso punteggio che a Palermo. Vale solo 1000 punti il bambino, 2000 la vecchietta con la spesa, 2500 la mamma col passeggino e solo 500 miseri punti lo studente!
Ho dovuto ricredermi anche rispetto ad alcuni aspetti sull’immagiario comune australiano:
Pensavo che i canguri saltellassero felici in massa per le campagne come si vede dai documentari del National Geographic…ed invece, la stragrande maggioranza di canguri visibili ad occhio nudo sono morti stecchiti ai lati dell’autostrada.
Madre natura, comunque, doveva avere assunto una generosa dose di ormoni il giorno in cui creò la fauna Australiana: insetti da mezzo chilo ed altri animalazzi di grossa taglia si sono facilmente adattati alla vita urbana. Non a caso, ho convissuto per un mese e mezzo con un possum che aveva deciso di eleggere condominio nel mio terrazzo, oltre ad una serie di pennuti Laughing Kookaburra che se la ridevano ogni mattina alle sei in punto. Si, avete letto bene, “se la ridevano”. Il Kookaburra è un simpatico uccelletto che emette un verso simile ad una fragorosa risata.
E per concludere, diamo uno sguardo all aspetto culinario: Se da un lato il mondo australiano della ristorazione vanta una scelta vastissima di cucine etniche, dall’altro, l’influenza gastronomica italiana lascia molto desiderare, come del resto anche in altre parti del globo al di fuori dell’Italia. Ma ciò che non riesce a darmi pace è constatare le varie modificazioni di ricette, operate per incontrare il gusto degli stranieri. Il risultato è inquietante: cotoletta con impanatura all’aglio, “tipico” (?!) pane italiano all’aglio (che tra l’altro è aglio in polvere), forse confuso con la bruschetta (qui pronunciata bruscetta). Dosi “letali” di aglio insaporiscono generosamente varie pietanze, quasi a volere promuovere una epidemia australiana di alitosi cronica.
Anche la mia prima pizza Australiana si è rivelata un’esperienza sconcertante: mentre osservavo la mia amica maneggiare ingredienti non ben identificati sull’impasto per pizza ho detto timidamente: «conosco un buon ristorantino cinese…».
Ci sono stato un po’ di anni fà e devo dire che cambierei questa terra immediatamente con l’Italia!!!
Rinuncerei a tutta l’arte e alla storia italiana e alla cucina per le caratteristiche naturali di quel pezzo di pianeta.
Quando ci sono stato, ho girato in autostop senza alcun problema, ho dormito in ostelli (socializzando come mai) che in Italia te li scordi, ho goduto della natura con tutta la sua biodiversità che in Italia ce la siamo dimenticati da tanti decenni.
La pizza non la faranno come in Italia, ma le carni che ho mangiato lì, le ho mangiato solo in argentina. In Italia non esiste questo gusto di carne, da noi è similplastica.
Il mercato del lavoro in Australia è molto dinamico; le crisi economiche durano uno due anni al massimo.
La gente è piu’ sorridente ed ottimista degli italiani.
Il senso dell’avventura degli australiani è qualcosa che in Italia non è mai esistito; è questo senso di avventura che mi ha lasciato un profondo segno, ne scoplisce il carattere delle persone e le fa diventare individui intraprendenti, sempre pronti a nuove sfide, pecularietà che non esiste nel dna italiano e figuriamoci in quello siciliano.
Le distanze esagerate dell’Australia, analogamente a tutti i paesi di grande estenzione con bassa densità demografica, caratterizzano positivamente la qualità della vita. Le grandi distanze significano che c’è spazio per tutti e se c’è spazio per tutti non ci sono conflittualità umane.
L’unica nota dolente che ho riscontrato, con molta amarezza, in questo vasto paese
è costituita dal fatto che gli aborigeni pian piano vengono estirpati dai territori dell’outback nei quali hanno vissuto per secoli e ua volta catapultati nelle città costiere, diventano soggetti deboli e vengono fagocitati dal vizio dell’alcool. Il governo da loro una paga mensile per farli sucire dai loro territori, quindi una volta arrivati in città non hanno una reale esigenza di lavorare per sopravvivevere e questo li induce ad un contatto ravvicinato con i lati negativi di tutti i paesi industrializzati (mi sorprende che non ne hai parlato).
A parte questo aspetto critico, lo trovo un paese affascinante, e sin dal primo giorno in cui vi ho messo piede mi sono subito scordato della sicilia, dell’italia, della pizza, delle chiese storiche e degli angusti spazi della nostra terra.
Se ci ritorno un giorno, so che ci resterò, a 200 km a nord-ovest di Cairns.
I vademecum del viaggiatore, fortunatamente sono tanti!
Caro Nanni,
grazie per il tuo commento.
Mi fa’piacere che come me condividi un grande amore per questa cultura.
Il mio post voleva trasmettere un velo ironico sulle mille avventure-disavventure che un siciliano possa riscontrare nei propri viaggi intorno al mondo. Mi dispiace di non essere riuscita a farti “leggere tra le righe” questa sottile tragi-comicita’. Spero di rifarmi nei prossimi post!
Concordo pienamente con tutte le tue bellissime descrizioni sulla cultura “Aussie”, d’altronde non a caso ho sposato un Australiano ed oggi mi ritrovo con la doppia cittadinanza!
Vivendo a cavallo tra due culture agli antipodi, non intendo screditare ne’l’una ne’l’altra : sono semplicemente differenti e si apprezzano per cio’ che sono. Non c’entrano ne’ i monumenti, ne’le mancate pizze italiane….solo puro spirito d’osservazione.
Ciao e grazie ancora per il tuo contributo.
Sottoscrivo quasi tutto quello detto da Nanni. Io purtroppo ci sono stato solo per un mese, ma è bastato per farmi innamorare di questo Continente e di quanto siano liberi ed aperti loro rispetto a noi (e per noi intendo tutti noi Europei).
E non sto considerando quanto mangino bene (Ah, la carne Australiana!!).
Sono pienamente convinto che il futuro è l’Australia, peccato sia così difficile andare a lavorare lì!
Nemmeno tanto, poi!
Saluti!
Morrison ….
Morrison è miss ironia !!!
cercate di comprenderla …
Luca, che bello scoprire che non sono sola a questo mondo….
🙂
Più ironia per tutti! 🙂
Morrison… non può piovere per sempre !!!
huaahauhauahua 🙂 sono folle !!!
Ps: le frasi fatte… ricordi ?
mi piace il modo in cui scrivi…sembrerebbe quasi di poter rivivere le stesse esperienze, semplicemente leggendole…dai fisicità al linguaggio e non tutti ci riescono…brava! Nanni non sa leggere tra le righe..mancanza di stile sicuramente!
…Sto per trasferirmi in Australia, ho capito l’ironia di Morrison, ma preferisco le parole di Nanni, x conforto più che altro….è una terra che non conosco e per il momento preferisco prendere le parole che la descrivano in modo positivo….una volta li sarò la prima ad ironizzare….!!! anzi quando sarò in australia vi manderò il mio commento….un bacio a tutti