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sabato 21 dic
  • NYC… 20 aprile – 1 maggio 2007

    Barbara e le bandiere

    Altissimi grattacieli, bandiere degli States che sventolano ovunque(ma glielo diciamo una volta e per tutte che l’amo capito che ci troviamo in America? Mica in Italia stendiamo al posto dei panni il Tricolore!), taxi gialli che superano il numero delle automobili presenti per le vie, schieramenti di immensi fast-food, colossi della McDonald’s e Dunkin’ Donuts che si impongono con la loro immagine mastodontica e colorata insieme alla pubblicità della Reebok e Nike, Starbucks, H&M, i mega mall aperti tueniforauarsadei (ventiquattro ore al giorno…mi dovesse venire in mente alle 4 di notte di voler comprare un ventilatore, un ombrello, un orologio..). I quartieri dei Robinsons, di Arnold, la Harlem dei Neri dove si ascolta la musica afro-rasta-rap a palla in macchine scassate con gli sportelli aperti e i finestrini abbassati, Chinatown e Little Italy dove trovo persino il Caffè Palermo, i poliziotti (cops) con gli occhiali da sole a gocce, pistola, manganello e distintivo appiccicato sulla camicia celeste abbottonata ma che sta per esplodere, gomma da masticare in bocca e una panza che ha appena ingurgitato uno dei tanti (salutari) hAt-dog (la o è stata dimenticata dalla fonetica).

    Barbara al Caffè Palermo

    Individui usciti da un mix di etnie che hanno dato luogo alle trasformazioni genetiche più strane, giapponesi alti 1,80 cm; neri con gli occhi verdi e tratti zuccherini come quelli dei modelli di Dolce & Gabbana, look che hanno superato i limiti imposti dalle stagioni, che importa se è inverno se il mio termometro interno mi convince ad indossare i pantaloncini inguinali senza calze!
    La prima difficoltà nel percepire gli spazi in una città del genere è ovviamente data dalle distanze, dal come muoversi per raggiungere un posto e da questo un altro, scordatevi di dire “ci vediamo in centro”. Ma centro di che? Rispetto a cosa?
    A NYC ci si muove con la Subway (il termine Underground era inglese); aprire la mappa della metro e vedere quelle linee verdi, arancione, gialle, rosse che si intersecano come i tubicini di quel gioco da tavola “Il bravo chirurgo” dove se premevi il colore sbagliato voleva dire che avevi beccato l’organo che non dovevi toccare…ecco.. mi provoca lo stesso senso di angoscia e responsabilità cercare di capire come funziona la linea sotterranea di New York…
    Superato il fatto che se sei in compagnia , come lo sono stata io fortunatamente, puoi approfittare del contributo percettivo di una mente meno confusa della mia per capire su quale treno e verso quale direzione andare; non è finita…bisogna aggiungere che le vie americane, nell’80% dei casi, sono indicate da una cifra, tipo la 5th avenue, la 42nd street, come se noi dicessimo invece che “abito in via Pietro Micca..” “sto alla quarantaduesima…”, poi le strade hanno ovviamente un numero civico ed un codice postale ma nella Grande Mela bisogna aggiungere una ulteriore informazione, ad Est, Ovest, Sud o Nord?
    Quindi…facciamo un esempio di un indirizzo da raggiungere:

    282 E 149th Street, (282 è il n. civico, E è Est, 149 il nome della via)
    Bronx, NY 10451 (Bronx è il quartiere, NY la sigla tipo PA di Palermo, 10451 il cod. postale)

    Economicamente parlando l’€ era forte rispetto al $ ma quello che mi ha fatto perdere la sensazione del “it’s cheap” (è economico) è stato il fatto che in America DEVI dare le Tips (mance) necessariamente!
    Così ti arriva il conto e se credevi di avere pagato poco dovevi poi aggiungere le tasse che ti vengono calcolate su ogni spesa e non sono visivamente esposte sul listino dei prezzi…(altra fregatura) e il 15 o 20% di mancia da dare al cameriere.
    Ho chiesto perché fosse cAmpulsory (obbligatorio) dare la mancia dal momento che per me il darla è simbolo della libertà che possiedo di essere magnanima verso qualcuno se e quando lo dico io!
    La ragione sta nel fatto che il personale di servizio è pagato poco e quindi vive grazie alle mance. Che cosa? Ho capito bene? Mi devo fare venire un senso di responsabilità morale nel provvedere io, da cittadino singolo, a campare i camerieri? Che lo facesse lo stato o gli enti privati!
    La lingua? Dell’inglese di matrice anglosassone è davvero sopravvissuto poco, immaginate l’inglese masticato e fatto a palloncino come una big-bubble, ovviamente wanna e gonna (want e go…so’ superati) sono un must della lingua americana, la fonetica imparata a scuola causa incomprensioni nella conversazione quotidiana, la O diventa quasi sempre una A, come in hot, stop ,warm, quando è la prima vocale di una parola. Il conto bill è chiamato check, l’immondizia rubbish è trash, il camion lorry è truck, night, right e light si scrivono nite, rite e lite.
    Quando le prime volte cercavo con lo sguardo il bagno all’interno dei locali mi sembrava che ne fossero sprovvisti, però vedevo gente entrare ed uscire da una porta con su scritto restroom (la stanza del riposo), ma che diamine si farà, mi chiedevo nella stanza del riposo? Si da luogo ad una performance delle le funzioni fisiologiche perché il restroom è la toilette!!!!
    Che stanchezza nel sentire di continuo “Cool! Great! Hey man, I got it! You know what I’ sayin’…, Yeah! What’s up?”.
    Il cibo? Meglio stendere un velo pietoso sull’argomento.
    Il finto perbenismo americano mi ha nauseato, a New York ognuno fa quello che cavolo vuole eppure la Nazione ostenta una miriade di proibizioni; è severamente vietato bere alcolici per strada però se ti fai dare, come si vede esattamente nei film, il classico sacchetto di cartone in cui riporre la tua birra o il wisky te li porti in giro tranquillamente e bevi perché con il sacchetto non si vede che ci sta dentro e potrebbe anche essere acqua o un succo di frutta e nessun poliziotto è autorizzato a perquisire il contenuto del tuo involucro, potrei sbronzarmi alla grande spacciando l’odore di alcol che faccio con un’allucinazione dello sbirro dal momento che posso bleffare dicendo di star bevendo un succo di arancia. Quindi.. se volevano proibire che qualcuno si alcolizzasse per strada non ci sono riusciti..
    In America è severamente vietato fumare non solo nei luoghi al chiuso(tra i quali rientrano anche gli appartamenti privati, se sto in affitto nella mia bella casetta l’affittuario può includere tra le clausole da rispettare il no smoking e sbattermi per strada se non lo rispetto) ma anche in molti di quelli all’aperto.
    Non lo so, non c’è una risposta alle tante domande che mi sono fatta, so solo che NYC è così, o la ami o la odi…..

    Barbara e la Statua della Libertà

    Ospiti
  • 6 commenti a “NYC… 20 aprile – 1 maggio 2007”

    1. io New York la amooooooo
      bello il tuo racconto, ci sono gia stato 3 volte. E’ proprio tutto cosii.
      ahh
      la cosa che fa impressione è vedere la gente in fila, in ordine, sul marciapiede aspettare l’autobus…..

    2. Fantastici gli Stati Uniti…dovrò metterci piede prima o poi…altrimenti la mia vita avrà un pò meno di senso…

    3. Bleark!!!!Era propio l’immagine che mi ero fatto…
      Un week-end per vedere i grattacieli e si ritorna nella “vecchia” cara europa!!!

    4. Ciao Barbara, è la prima volta che ti leggo. Sinceramente ogni giorno almeno una volta faccio un “giro” su rosalio, ed oggi l’ho potuto fare solo in tarda serata. Mi son fermato nel tuo pezzo per due motivi: la non grande simpatia che ho per gli States, e la foto con tanto di bandiera che hai messo all’inizio.
      “gliela diamo una lettura?”… ” e damola”… e così ho letto il tuo pezzo. Simpatico ! Non sono mai stato negli USA, ma anche se la simpatia per gli americani non è altissima, credo che prima di “close the eyes” (“touch iron”) ci andrò.
      In ogni caso la cosa che ammiro moltissimo degli americani è il loro attaccamento alla Patria, che noi italiani non conosciamo.
      Grazie del tuo racconto !

    5. Ciao Antonio,
      grazie a te per il commento, fai attenzione però a leggere far le righe, il mio pensiero sulla Grande Mela è pieno di polemica e le foto sono “dissacranti”immagini dei simboli culturali americani.( guarda quella dove imito la postura della Statua della Libertà tenendo la guida di NCY sotto un braccio e la bottiglietta d’acqua alzata a trofeo, o, quella dove ostento una posa da Rocky Balboa dopo una vittoria sul ring..con lo sfondo della bandiera degli States)
      Vale la pena di vedere una volta nella vita NYC ma..diciamo che ha esattamente confermato quella che era la visione confezionata che portavo con me senza averla mai vista se non attraverso i film.
      ciao

    6. Barbara, quando mi riferivo alle foto, era proprio perchè sono “particolari”.
      Terrò conto del tuo consiglio. Grazie mille ! Attenderò il tuo nuovo articolo per avere il piacere di leggerlo. 🙂

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