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giovedì 19 dic
  • Io e le signore di Palermo

    Di recente sono stata ad ospite ad una trasmissione televisiva per discutere di infedeltà e fedeltà, in onore alle signore di Palermo che mi hanno raccontato le loro storie.
    Uno degli altri ospiti pensava di essere stato invitato ad una festa per scambisti e l’opinionista non faceva che parlare di trasgressione…la Palermo sotterranea comincia a venir fuori? Forse…
    Ieri a pranzo, due amici mi hanno raccontato, mantenendo l’assoluto anonimato, che un’illustre coppia palermitana è scambista.
    Allora, la prima cosa che ho pensato è stata: vedi tu che confidenze che raccolgo! E pensare che a guardarmi non si direbbe proprio che sono la persona giusta per questo genere di argomento. Quando mi sono laureata, mia nonna non si dava pace: “Dottoressa, ma chi lo deve dire che sei una dottoressa? Pari ’na picciridda.” Anche al lavoro si sono stupiti in molti dopo la pubblicazione del mio libro: “non avrei mai pensato, con quella faccia, che avresti potuto scrivere una cosa del genere: mi hai scioccato”, ha detto un collega. Per non parlare del mio dentista che ho rivisto qualche giorno fa, per il quale, ormai, non sono più la stessa: “t’ho lasciata che eri un gioiello e ora hai amiche ‘strane’ e vai in televisione a parlare di tradimenti.”
    Poi ho pensato: ma questa città, la più cool d’Italia, quando crescerà? Ancora così piccola, provinciale, bigotta. Dove appena fai una cosa, sai già che verrai processato da tutte quelle stesse persone che si lamentano di quanto questa città sia curtigghiara e falsa. Ma, ognuno di noi avrà pure la libertà di fare quello che gli pare? Forse sì, ma l’importante è che non si sappia in giro!
    Incredibile, fa più scandalo la libertà sessuale, la voglia di essere amate e desiderate delle doone, che il governo di questa città. Dove sei cool solo se hai un nome o i soldi.
    Ho un’amica che sognava di fare la giornalista, magari trasferendosi a Roma. In famiglia sono in quattro e lavora solo il padre. Così dopo uno stage di tre mesi nella capitale, più squattrinata di prima, è tornata a casa. Adesso fa la commessa, per 600 euro al mese, anche se sulla busta paga ce ne sono poco più di 900 netti.
    C’è un’altra mia amica che voleva studiare giurisprudenza, ma dopo il primo esame, fallito, ha mollato. In famiglia sono in cinque e, tranne qualche lavoretto che ogni tanto riesce a trovare la madre, lavora solo il padre. I suoi genitori hanno stabilito che l’università non faceva per lei e non potevano permettersi di buttar via questi soldi. Adesso lavora presso lo studio di un amministratore di condomini, per 400 euro al mese. Scusate, 100 euro a settimana. E quando arriva il mese di trentuno giorni, è pure fortunata, perché il mese non è proprio di quattro settimane e allora guadagna altri 50 euro.
    Ce n’è un’altra che sta per laurearsi in psicologia, vorrebbe fare la libera professionista. Dovrebbe iniziare un ciclo di incontri con chi questo mestiere lo fa già di professione e ha già dimenticato quanto è caro arrivarci. E così, ogni mese, rimanda l’inizio degli incontri: forse quello successivo avrà i soldi per poterseli permettere.
    E poi c’è mio fratello, che da un giorno all’altro sa che dovrà rinunciare a quell’indipendenza tanto attesa e poco durata. Dopo circa sei mesi di mobbing, fatto più per ignoranza che per cattiveria, ha rassegnato le dimissioni e ora recupera crediti per un semplice “rimborso spese”, cercando di rimandare il trasloco a casa dei nostri genitori. Senza stipendio, un bivani di 400 euro è solo un’utopia.
    “Mi piace sentirti sempre iperattiva e in mezzo a tante cose. Ti ho sempre ammirata molto per questo, perchè sei sempre stata in grado di ritagliarti lo spazio per le cose che ami, a volte anche lottando contro l’indifferenza e il lassismo palermitano. Io non ci sono mai riuscita, mi sono sempre lasciata travolgere..e mi sono spenta, mentre tu riesci a darti sempre stimoli nuovi. Forse hai più coraggio di tutti..è molto più difficile restare che partire, adesso lo so con certezza.” Così si conclude una mail che mi ha scritto un’amica che adesso vive a Siena, dove sta terminando un master, ha già pubblicato una traduzione, sta per pubblicare un saggio e per costituire una cooperativa di traduttori, mentre lavora come correttrice di bozze in una casa editrice fiorentina.
    Non sono convinta di essere proprio la più coraggiosa, la mia, a volte, mi sembra proprio una battaglia contro i mulini a vento.
    Questo è quello che dovrebbe farci gridare tutti allo scandalo!

    Ospiti
  • 23 commenti a “Io e le signore di Palermo”

    1. Bel ritratto. Che questa sia una città disperata, con una finta facciata di perbenismo, con una ghigliottina per i suoi giovani e per i suoi vecchi… Bè, è sotto gli occhi di tutti.

    2. Il tuo articolo stimola un mare di considerazioni, lasciando perdere la parte iniziale, quella relativa alla sessualità delle coppie, che penso sia a Palermo del tutto simile a quella delle altre città, nella seconda parte affronta una realtà devastante.
      Art. 34 comma 2 della Costituzione “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” art. 36 comma 1 della Costituzione “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
      Lavoro, libertà e dignità, Monja spero di leggere ancora tuoi articoli su questi argomenti.

    3. gran bel scritto e tante ,tante, verità.
      grazie Monja.
      pequod

    4. Cara Monja,
      lascia perdere quello che dicono e di cui fanno cortile.
      Sei una bravissima giornalista e eserciti la tua professione con la lealta’ e il coraggio del giornalismo di frontiera unito alla freschezza della tua giovane eta’.
      Hai palesato il lato oscuro del falso perbeniscmo della palermo lasciva e dei mariti da tapezzeria …, il vero fondamento della cinica ipocrisia su cui questa citta’ decadente fonda i suoi rapporti e le sue alleanze…..per stupirsi di Te e del fatto che hai messo la tua firma e la tua faccia a corredo dell’inchiesta. Perche’ di inchiesta si tratta.

      Basta ritornare indietro con la memoria a famose feste in ville a Mondello di ricchi commercianti palermitani dove oltre a giocarsi i patrimoni si giocavano anche le mogli!.
      Racconti di una Palermo anni 70 squallidamente priva di contenuti culturali e per nulla cosmopolita e internazionale e con l’aggravante del falso perbenismo accompagnato da provinciale bigottismo.
      D’altronde Palermo non è diversa dalle altre citta’ d’Italia e d’Europa e oltre alle panormite prima arrapate e oggi annoiate “tiene” anche case chiuse e MOLTE coppie scambiste (alias: tradimento bon ton consapevole e condiviso). D’altronde è pur vero il detto “tieniti stretti gli amici; ma ancora piu’ stretti i nemici”.
      Infatti la regola dei rapporti sociali vuole che se non sei disponibile e non condividi e non offri coperture non sei del giro, allora sei fuori e allora vai eliminato dal contesto perche’ “pericoloso” , e questa regola a Palermo si applica a tutto : politica, famiglia , lobby di potere econonico finanziario, club, associazioni, circoli, etc.
      Brava Monja e non ti curar di loro ma guarda e passa.
      Con affetto
      ANTUDO
      (Animus Tuus Domine)

    5. La città è donna … La città è femmina … Vive di sacrifici e di silenzi … di vergogne e di tradimenti illustri … E’ bella, sensuale e disperata … Vittima e carnefice … Malvagia ed accogliente … Prosperosa ma stitica di sentimenti …

      La città è donna, Monja … La citta è femmina e piagnucolosa, proprio come noi … che vestiamo di dignità ogni tentativo di resurrezione …

      La città è un Carnevale … che colori ha,me lo sai dire? Tutte le sfumature di Palermo … tutte le tonalità degli occhi delle donne …

    6. il posto è uomo…..il posto è maschio…vive di ambiguità e di parole non dette…di illusioni e di tradimenti spregevoli….e’falso,illude e uccide ….complice e pavido….intrigante ma povero di verità..
      Il posto è uomo,Monja…il posto è maschio e orgoglioso,proprio come noi….che mascheriamo
      la nostra miseria con la vanità, con quel crederci Dei( don fabrizio è è sempre lì …tutto cambi perchè nulla cambi…)ma sono arivati gli sciacalli e le jene…
      Il posto è un cimitero…che colori ha l’odore di morte,me lo sai dire?
      il colore del silenzio…i silenzi
      degli uomini…

      p.s. cleophe ci ho provato…è proprio una domenica senza colori ..la mia..oggi

    7. Credo che Palermo sia una delle città più “strane” mai viste.
      E te lo dice un “non palermitano” che ama ed adora Palermo.
      Complimenti Monja per il tuo pezzo!

    8. Palermo -e la Sicilia in generale- sono dei posti dove, teoricamente, si potrebbe vivere molto bene in termini sia civili che economici. Perchè allora in un posto simile molti si rassegnano a “sopravvivere” oppure ad andar via? Perchè la mentalità dominante è pervasa da una cultura parassitaria che poi esprime una classe dirigente capace di pianificare e perpetrare solo sottosviluppo. Del resto, se gran parte della popolazione non vivesse nel bisogno, che bisogno avrebbe di esprimere questa classe dirigente? E’ un circolo vizioso aggravato dal fatto che l’opposizione politica non esiste perchè incapace o collusa. La soluzione, per la generazione dei trentenni, non sta perciò nel patteggiare per la destra piuttosto che per la sinistra, ma nel non farsi rubare un futuro dignitoso cui si ha diritto. Come? Pretendendo il riconoscimento del merito e una diffusa trasparenza amministrativa contro una gestione della cosa pubblica che dispensa favori e privilegi secondo le appartenenze, visto che, in mancanza di un tessuto imprenditoriale vero e diffuso, la politica resta la principale industria palermitana e siciliana.

    9. I giovani invece preferiscono accodarsi al sistema!è molto più facile e remunerativo tanto…”lo fanno tutti perchè io non dovrei?” Così, un mio amico che ha fatto ricorso per un concorso truccato è arrivato dopo sei mesi di burocratia ad avere il posto che gli spettava sin dall’inizio. Suo vicino di scrivania quello che gli aveva soffiato il posto con metodi poco leciti!Questa è la trasparenza palermitana!

    10. belle prospettive ;((

    11. mi spiace constatare che siamo così “all’antica” da farci perfino delle cosiddette “inchieste” (un po’ presuntuoso come termine, perdonami, ho provato a leggere qualche rigo e non riuscivo a dare un giudizio più in là di “ameno curtigghio”) e stupirsi poi che la gente si scandalizzi. E’ una contraddizione di termini intrinseca: o siamo così aperti da lasciare che ognuno faccia quello che vuole o ci divertiamo a curtigghiare sull’argomento consapevoli che quello è, e non ammantarci di “impegno giornalistico”!!!
      Era divertente perchè hai scatenato una caccia al tesoro e tutti stavano a scommettere su chi fosse chi, e in questa trovata 6 stata grande, tanto di cappello, ma non era un’inchiesta. E sterili e gratuite oltrecchè retoriche mi sembrano le tue considerazioni sull’altra faccia di Palermo. Credimi, ho vissuto 5 anni a Brescia e l’ipocrisia, il falso perbenismo, il gretto provincialismo erano ben superiori al nostro! Dobbiamo solo avere il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome e, insisto, di non vergognarsi di essersi divertite (e averci guadagnato) a fare un po’ di sano taglio e cucito, all’insegna della leggerezza.

    12. “…ieri a pranzo mi hanno raccontato che…..illustre coppia e’ scambista…”
      Il Papa ieri ha dichiarato che in Italia
      abbiamo anche una EMERGENZA EDUCAZIONE,
      rivolgendosi a Genitori ed Insegnanti
      che non stanno svolgendo il loro ruolo,
      ed ai tanti Mass Media che fanno da cassa di risonanza al degrado morale
      diventando ampiamente responsabili
      del dilagare di tante nefandezze.
      Rovina e sfascio di tante famiglie,
      fa crescere un esercito di separati/divorziati che per la massima
      parte entrano in un circuito dove
      regnano squallore,depressione e disperazione.
      Essere scambista vuol dire fare degli incontri dove puoi trovare il cretino/debosciato di turno che porta la moglie ed il solito furbetto che si fa accompagnare dalla zoccola professionista.
      circuito

    13. tere io non ho fatto alcuna inchiesta, nè con il mio libro nè con questo post, anche se ringrazio l’avv. Livreri per questa definizione. Non credo che Rosalio sia luogo per “ammantarsi di impegno giornalistico”…Che a Brescia si stia peggio, non vuol dire che dobbiamo accontentarci dei difetti della nostra città, o far finta che non esistano. Sicuramente con il mio libro mi sono divertita, ma di certo non ho guadagnato!!! Sai, la piccola editoria a Palermo non fa diventare ricchi…

      grazie cleophe e pequod per i vostri commenti…davvero bravi…

      e grazie ancora avv. Livreri, è un grande piacere incontrarla nuovamente…

      Donato condivido in pieno il tuo commento e, nel mio piccolo, cerco di far valere queste pretese…

      grazie a tutti…

    14. e che dire delle nostre serate scambiste che vengono boicottate e bigottate. Siamo sempre le solite coppie di amici più il prez. il cui voto vale doppio.
      Ieri sera il direttivo assoswingers si è dato appuntamento da Ilardo.
      riproveremo…

    15. alla fine riesco sempre ad essere più acida delle mie reali intenzioni: volevo solo contestare il tuo stupore nell’aver suscitato tanto scalpore tirando in ballo un argomento che, prevedibilmente, lo avrebbe sollevato.e ripeto: la trovata è stata una genialata… peccato tu non ne abbia approfittato per condire il tutto con atmosfere più erotiche, piuttosto che limitarti ad una scarna cronaca. mi rendo conto però che i gusti e le scelte sono del tutto personali. bye.

    16. mi dispiace non avere reso il messaggio che volevo dare…non mi sono affatto stupita dello scalpore che ho suscitato, perchè, ovviamente, sapevo che lo avrei sollevato…quello che volevo esprimere è l’indignazione per le opportunità che vengono negate a molti di noi giovani, che vorremmo esprimerci, soprattutto professionalmente, ma non possiamo…

    17. il punto e’ che oltre a raccontarci storie di banali mediocrita’,se alzi un
      po’ il tiro,potresti scoprire che esistono tante STORIE DI SUCCESSO,
      di poterci raccontare.

    18. per i piu’ meritevoli,c’e’ la corsa all’accaparramento,come c’e’ sempre stata.
      Per i mediocri,e sfortunati,non e’ che vengono negate le opportunita’.
      Le opportunita’ non ci sono proprio.
      E questo costituisce un problema sociale
      che non possiamo ignorare.
      Un problema che grava comunque su tutti.

    19. immagino che theOTHERopinion rientri tra i meritevoli…
      le storie di successo le sto raccogliendo nel mio nuovo libro…

    20. immagini bene.Ma sono sempre gli altri a giudicarci,che sia chiaro.
      Potere essere meritevole e’ un dono della natura ed una serie di circostanze fortunate.
      Successo tanto,ed a ripetizione,ma frutto sempre di un Lavoro durissimo ed una attenzione costante.
      Ti faccio una confidenza.
      Pensa che sul mio comodino c’e’ sempre accanto un blocco notes.E se mi sveglio di notte,
      e’ perche’ mi sovviene “UN RICHIAMO”.
      e prendo appunto di qualcosa,che io considero importante,che devo inserire nella mia agenda.
      Solo dopo,mi riaddormento tranquillo.
      Gran parte del mio impegno e’ nella
      Pianificazione.

    21. il tuo libro potra’ essere voluminoso
      perche’ “The success history’s”
      sono tantissime.
      In passato si diceva che i meridionali
      sono favoriti per raggiungere posizioni di vertice.
      Pero’,se mi consenti,
      non dedicare piu’ di 10 pagine per ogni storia.Ogni storia di successo ha i suoi
      piccoli segreti,che l’hanno resa tale.
      Ed il Lettore non vuole seguire storie lunghe.
      Sapessi quanti libri ho tralasciato di leggere dopo le prime 10 pagine……..

    22. L’unica cosa di cui ci si dovrebbe scandalizzare e` che la gente abbia ancora cosi` tanto tempo per scandalizzarsi!!!

    23. postare” significa intervenire con riflessioni,notizie,foto e video,dando
      la possibilita’ di commento a chiunque
      (democrazia digitale)
      consentendo una forma di comunicazione
      “indipendente” e contribuendo alla formazione delle idee spesso in anticipo
      sui canali ufficiali (tradizionali).
      Quella del blogger e’ una voce alternativa,NON DA UNO A MOLTI,MA DA MOLTI A MOLTI.
      e’ LA VITA DI TUTTI I GIORNI CHE DA’ GLI SPUNTI AI POST.
      IL BLOGGER VIGILA ED INTERVIENE PER MODERARE GLI ECCESSI ED EVITARE CHE LA DIVERSITA’ DI OPINIONI PORTI A SCONTRI
      PERSONALI,QUANDO L’AUTOCONTROLLO HA FALLITO.

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