Notte prima degli esami, del 1977
Diciotto annuzzi abbuccàti e una tensione da corde di contrabbasso, altro che violino.
La Maturità nel 1977, anno rovente di contestazione, faceva ancora paura, timore per una commissione che veniva da fuori, tranne quello che veniva definito membro interno, che ci conosceva, unico appiglio in un mare tempestoso e aperto.
Pomeriggio di scirocco africano, i libri messi uno sull’altro a formare altezze mai viste prima.
Sulle rive dell’Oreto, non è uno scherzo, sulla collina che dà verso l’interno siamo in una casetta a ripassare fisica, filosofia, italiano, in realtà aspettiamo che un paio di galline anarcoidi facciano l’uovo, si, di pomeriggio, non sapete che delizia succhiarlo, con il doppio pirtuso, proprio caldo appena uscito dallo sfintere della gallina…
Alla fine vince scirocco e decidiamo di scioglierci alle sette di sera, ognuno per i fatti suoi, quello che sappiamo, sappiamo.
Mi telefona C., e mi fa: “Devo ripassare Fisiologia, vieni a casa mia così ti sbarìi e non pensi agli esami.”
C. ha tre anni più di me, è una donna che tutto il Liceo conosceva per la sua sensualità e con la quale facevo pezzi di strada a piedi, all’uscita del Liceo, parlando di Kant, Lenin, del Brass e dei Cineforum del Cristal. Pur di poterla accompagnare, facevo a piedi un giro così largo che arrivavo a casa oltre mezz’ora dopo, a piedi, sempre a piedi, ma valeva la pena, era una ragazza con la quale potevi discutere di tutto, non bella ma di una sensualità incredibile e di un fascino mentale eccezionale. Continua »
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