A Buenos Aires come in Sicilia
Non mi dilungherò nel descrivervi quanto sia bello il tango, succulenta la bistecca di manzo o contorta la situazione politica di questo paese…
Ciò che invece ha attirato maggiormente la mia attenzione sono le sfumature culturali che ci avvicinano così tanto all’Argentina ed in particolar modo a Buenos Aires.
Vuoi forse perché un argentino su tre è d’origine italiana, dopo che una numerosa colonia di immigrati calabresi e siciliani, ma sopratutto palermitani, vi s’insediò a partire dalla seconda metà del secolo XIX.
O forse perché un noto quartiere di Buenos Aires porta proprio il nome di Palermo, cuore pulsante della movida intellettuale, artistica e culturale della città.
Vuoi anche perchè lo scenario di Buenos Aires è tutt’altro che statico, e come per la nostra caledoscopica e camaleontica Palermo, la mutazione è la sua chiave di lettura.
Vuoi per tutto questo ed altro ancora, ma in terra Argentina mi sono davvero sentita “a casa”.
Sull’origine del popolare quartiere della Palermo Argentina sono state fatte diverse ipotesi, ma la più plausibile ci proviene dallo storico Diego Del Pino nel suo racconto “Palermo. Un barrio porteños”, edito, nel 1991.
Il libro narra di un tale siciliano Giovanni Dominguez di Palermo, giunto a Buenos Aires intorno al 1582, al tempo in cui la nostra bella città apparteneva al Regno d’Aragona.
Giovanni Dominguez si maritò (e s’assistimò) con la benestante Isabel Goméz Seravia, e alla sua morte ne ereditò tutte le proprietà, incluso un vasto terreno paludoso.
Successivamente il Dominguez bonificò il terreno paludoso, trasformandolo in fiorente giardino e frutteto ed acquisì in seguito altri fondi contigui sino ad ampliare notevolmente il suo possedimento. E chiamalu fissa!
Quando il siciliano morì nel 1635, le sue terre cominciarono a chiamarsi Banados de Palermo o anche Viñas de la Punta de Palermo.
Oggi il Barrìo (quartiere) di Palermo si estende per oltre 900 ettari, dove accanto alle dimore degli artisti sorgono centinaia di teatri, ristoranti, caffè antichi e case di tango, oltre al giardino botanico, uno zoo ed un grande centro esposizioni. Adiacente al parco di Palermo sorge anche un monumento di Giuseppe Garibaldi, inaugurato nel 1909.
Tra i palazzi dell’ottocento di San Telmo e La Boca e le architetture inverosimilmente europee, si fatica a pensare di trovarsi davvero in Sud America.
Buenos Aires è straordinaria, un po’ come una “Grande Mela” latina, dove ogni barrio è un mondo a sé e nessuno da solo vale a capire l’essenza della città. Io ad esempio ho impiegato trent’anni per capire l’essenza e le dinamiche della mia di Palermo; a tutt’oggi stento ancora ad assimilarne certi incomprensibili meccanismi…
A Buenos Aires come in Sicilia, ad esempio, ci si imbatte nel quotidiano di strombazzate e bestemmie automobilistiche, di posteggi “creativi”, di vasa-vasa amichevoli, nonché nell’immancabile teatrino al bar per chi, tra ammuttuna e giochini di prestigio, fa a gara per pagare il conto.
Nei piazzali e per le strade i cebolitas (cipolline), ragazzini tra i dieci e dodici anni, giocano a calcio spensierati, mentre le loro mamme, dal balcone di casa abbannìano che la cena è in tavola.
Da Alfio Basile, allenatore del mitico “Boca Juniors” di Maradona, alla neo ministra dell’economia Felisa Josefina Miceli, in quel di Buenos Aires non è difficile imbattersi nei vari Señoras y Señores Cattaneo, Lo Cicero, Manno, Lupo o Schifano.
Anche quando ci si trova a frequentare una comitiva di amici argentini, non potrete fare a meno di notare che i loro nomi andranno quasi sempre a due a due, o tre a tre o a multipli di due e tre: tre coppie di Manolo, due Luiz Fernando, quattro coppie di Pedro e qualche Josè. Ma i cognomi saranno sempre ed inequivocabilmente siciliani. Per conferma, basta scorrere i nomi della formazione di una qualsiasi squadra di calcio o di rugby argentina, o il registro di una qualsivoglia scuola: più o meno la metà dei cognomi avranno un suono a voi familiare.
Mi domando adesso, se anche i palermitani rioplatensi vantino una versione oltreoceano di “El Rosalio”…
Alice, leggo sempre volentieri i tuoi post… è bello scoprire di terre lontane raccontate in maniera intelligente e con un sano e fine umorismo. Ciao 🙂
Grazie Samuele… 🙂
hai fatto un bell’affresco e mi è venuta voglia di andarci
Alice mio nome e Natalia Paratore vogliamo pubblicare la tua lettera “A Buenos Aires come in Sicilia”
nel giornale culturale italiano fatto in argentina. Anche ci piacerebbe incoroprare all’articlo una fotografia tua. Se ti pare ti puo contattare con me e congratulazione per la fantastica descrizione che hai fatto. Un forte abraccio d’argentina.
Alice,
Sono lieto di sapere che a Buenos Aires ti sei sentita “a casa”.
In quanto alla tua domanda se abbiamo una versione rioplatense di “El Rosalio”, io da due anni che scrivo su un blog dedicato alla comunità italiana di Argentina, ma soprattutto a quella siciliana (www.sicilianiinargentina.blogspot.com) e anche gestisco insieme al Sig. Nino Parisi il website della Federazione di Associazioni Siciliane di Buenos Aires (www.fesisur.com.ar).
Ci piacerebbe stare in contatto con te, e pure stabilire un ponte tra i giovani siciliani e quelli di origine siciliana di Buenos Aires.
Un caro saluto!
Gentile Ulises,
ho appena ricevuto con immenso piacere una email dal Presidente Fesisur Carmelo Pintabona. Vorrei mettermi in contatto anche con lei. Con quale indirizzo di posta elettronica potrò contattarla?
Cordialità
Alice
Grazie Alice per i tuoi racconti, sempre molto gradevoli.
E grazie per averci spiegato l’origine del Barrio Palermo di Baires: era una vita che mi portavo dietro questa curiosità!
Saluti leonini.
Sono lusingata, grazie ragazzi
Cara Alice anche io tra un po mi dovro recare in Argentina per esaudire un sogno che mia nonna non ha potuto realizzare, andare li e conoscere i suoi nipoti che per altro non ha mai visto ( figli della sorella) che non sono mai tornati in italia ,e vorrei chiederti un favore…mi potresti dare gli indirizzi o i siti in cui contattare gli emigrati o le associazioni di emigrati siciliani d’argentina grazie Pietro
14 giungno 006 e arrivato a PALERMO,doppo 56 anni,e stato il giorno piu felice ,di la mia vita.in Argentina,citta Puan lavoramo per la Sicialinidad,e tenere viva la historia e cultura Siciliana.
Circolo Siciliano di Puan.
E
Circolo Italiano Puanense
cordiali saluti.Pietro Giuffre,prsidente.
NOSTRA PAGINA W
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domani 29 ottobre 2007 parto per buenos aires….che emocion!!!!!!!!!.
linda ciudad!!!!!!!!!!!
Cari o una pazzia per la mia Sicilia,mai la dementico, sempre cio una domanda
¡perche mi trovo lontano?
saluti a tutti è siciliani nel mondo
Carissimi amici miei: leggete bene questo post, perchè ho paura che, se continuiamo così a fregarcene di noi e di quello che siamo, di Palermo, e Sicilia, tra qualche anno ci resterà soltanto quel barrìo di Buenos Aires!!