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sabato 21 dic
  • Pezzi di…Milano

    Come ogni buon palermitano incontinente sa bene, a Milano (come in qualsiasi altra parte del mondo) esistono solo due modi per placare lo spinno di rosticceria quando ti assale.

    1) Recarsi a Malpensa. Prendere un aereo che lo riporti in patria. Dire una preghiera durante la discesa per aiutare il pilota a centrare la pista dell’aeroporto. Sorridere all’applauso post atterraggio (unendovi ovviamente anche voi nell’applauso). Dirigersi baldanzoso verso il baracchino dell’autonoleggio per affittare una macchina. Aspettare che l’addetto torni dalla pausa caffè. Ritirare la macchina facendo presente che il bozzo sulla carrozzeria c’era già da prima. Imboccare l’autostrada per Palermo. Districarsi nel traffico della circonvallazione. All’altezza del ponte di via Belgio girare per lo stadio, ricordandosi che in città la precedenza non è obbligatoria ma solo a totale discrezione di chi guida l’auto che vi incrocia. Dirigersi verso la statua alla volta del bar Alba, o verso la marina al bar Rosanero, o verso il Malaspina dai fratelli Ganci (o se ce la fate, fare un tour di tutti e tre per assaporarne le differenze). Parcheggiare in seconda fila con le quattro frecce. Pagare il caffè al parcheggiatore abusivo. Entrare nell’agognato eden gastronomico. Sbutriarsi di pezzi.

    2) Andare all’ipersuperermercato abituale vicino la propria residenza. Comprare il necessario facendo attenzione che si tratti rigorosamente di prodotti importati dalla vostra madre patria. Accuminciare a farseli da solo.

    A dire la verità, esisterebbe anche una terza opzione, ovvero quella di affidarsi alle pseudo rosticcerie siciliane disseminate per la città lombarda. Ma provate voi ad accattare un pezzo da uno che si rivolge alla signora prima di voi appellandola sciura. Non diciamo minchiate.
    Ora, vuoi per impegni di lavoro, vuoi per il mutuo, vuoi per il picciriddo che deve andare a scuola, la prima opzione vi risulterà sempre alquanto onerosa. Non vi resta altro che scegliere fieri e allegri la seconda opzione (rimandando lo sfondamento live a quest’estate) perché…ma dove lo mettete il prio di farli voi?
    Recupero velocemente la ricetta per l’impasto (che come ogni buon palermitano sa, non è la rozza pasta della pizza, ma la vellutata, soffice e zuccherina pasta delle briosce) attraverso il grande motore yankee chiamato Gugol. Si dice che la ricetta provenga direttamente da un cugino di qualcuno che lavora in un grande bar di Palermo e viene tramandata da generazioni in generazioni. Per fortuna hanno deciso di condividerla e metterla onlain. Dio lo benedica. La studio. Colei che aveva inserito il post aveva inserito anche la parola d’ordine: ArancinE. Ok, mi dico. Ci si può fidare. È una di noi.

    Arriva il sabato. Sono pronto. Tiro fuori la mia spianatoia e tutto l’occorrente. I miei colleghi milanesi non se lo sono fatti dire due volte e attendono l’evento in soggiorno sin dalle prime ore del mattino, dopo aver inventato mille scuse per disdire gli impegni. Li avevo chiamati durante la settimana per avvertirli delle mie intenzioni. Loro, che dopo otto anni di vostro indottrinamento alla cultura e alla gastronomia siciliana, hanno oramai abbandonato la cassoula per la pasta o furnu, il risotto con lo zafferano per la pasta ch’i sarde o la pasta ch’i tinnurumi. Loro, che si passano come reliquie i barattoli di caponata che ogni tanto preparo. Loro dicevamo, i lombardi doc (che oramai la mattina vi salutano con un ou cuci’… tuttapposto?) li sento parlare divertiti con mia moglie cercando di non disturbare il mio operato. In cucina oltre a me c’è solo ‘u picciriddo perché deve imparare. La pasta è pronta. Mentre lievita, inizio a tagliare la cipolla per la conza dello spincione. Pulisco le sarde salate. Taglio un po’ a pezzetti il caciocavallo e un po’ lo gratto. Mi preparo il ragù per le ravazzate, il prosciutto e la mozzarella per i calzoni, i viustel per i rollò. L’odore si inizia a spandere per la casa. I milanesi fanno capolino con la testa in cucina “Oh! Compà…minchia ciavuro” (e vi giuro che è un vero prio sentire pronunciare la parola ciavuro con l’accento milanese e talvolta inglese). Taglio la pasta. L’arrotolo. La piego. Li inforno. Attendo fumando una sigaretta nel balcone tornando a spennellarne la superficie ogni tanto. Sono pronti. Di un bel marrone color tonaca di monaco con il cimino che ne costella la superficie. I calzoni hanno il loro bello schizzo di pomodoro a lato. Lo spincione sembra venuto bene. Alto e soffice. Inizio a tagliarlo. Lo assaggio. È perfetto, manca solo il provulazzo per essere uguale a quelli che compravo a San Lorenzo davanti a scuola. Lo porto a tavola. Gli astanti accuminciano a tastarlo. Silenzio. Nessuno parla. Poi un coro unanime si eleva dalla folla “Compa’… è una meraviglia!”. È la volta dei pezzi. Li assaggio pure io. Non sono davvero male. Ovviamente non sono all’altezza di quelli dei grandi maestri su citati, ma per placare lo spinno vi giuro che vanno più che bene. Dopotutto sono solo un programmatore!

    Mi guardo intorno. Vedo solo facce compiaciute e soddisfatte. Sono riuscito nel mio intento di trasformare un piccolo pezzo della Milano da bere in una piccola Palermo da tastare.

    Cassate da Milano
  • 76 commenti a “Pezzi di…Milano”

    1. minchia pititto…

      compare, non mi fare cercare su gùgol: dammi SUBITO la ricetta

    2. …sei un grande!!! complimenti!!! milioni di righe di C#,PHP,Java non riuscirebbero a descrivere il ciavuro di un pezzo di rosticceria!!!
      e si dice arancinE!!!!
      🙂

    3. Sei favoloso, il racconto è divino.
      Ricordo che a Milano c’è il vuoto pneumatico in fatto di rosticcerie: a Roma almeno ce ne sono 3 (che io sappia) e di tanto in tanto si riesce a cavarsela…quando lo spinno ti assale!

    4. Bellissimo.Il tuo racconto mi ricorda tanto la mia prima esperienza nel fare lo spincione… se vuoi sentirti a Palermo senza recarti a malpensa vai a Castellanza (Va) via Pomini al Paradiso dei golosoni, lì i proprietari sono palermitani veraci e anche tutta la rosticceria e pasticceria è uguale alla ns palermitana!!!!

    5. Complimenti, hai risolto un mio dubbio! Infatti io mi sono sempre chiesta: “ma come cavolo fanno lassù a non mangiare rosticceria?!?”
      Ed è stato un piacere leggerti anche perchè hai scritto “arancinE”.. 😀

    6. Anche io programmatore palermitano emigrato (all’estero, peró) sento un vuoto (fisico e spirituale) lasciato dentro di me dallo sfincione “scarsu d’uogghiu e chinu ‘i pruvulazzu”, dai pezzi di ganci (il mio ganci di riferimento era quello di via marchese di villabianca, soprattutto a causa dei miei trascorsi cannizzarini…) e delle arancine (alla faccia dei cugini catanesi che si ostinano a divulgare l’ignoranza da arancino) del bar Alba… ancora non mi sono cimentato nell’impresa (riuscire a riprodurre l’alchimia della rosticceria palermitana nella mia cucina madrileña sarebbe un’emozione che il mio cuore poterbbe non reggere), peró dietro consultazioni telefoniche con una specializzata esponente dell’antica tradizione culinaria siciliana, proveniente da una stirpe di maestre del cucchiaio di legno e della teglia (mia madre), ho fatto la mia prima teglia di pasta a forno. Con mia grande sorpresa, buona. Per la felicitá delle mie papille gustative e di quelle dei miei commensali iberici, che hanno dimostrato la loro approvazione con un verace “de puta madre!!”. Certo, non é ancora un “Compá, mi staiu arricriannu”, ma con il tempo lavoreremo anche su quello…

    7. D.M. onestamente ti giuro che a volte cederei volentieri i diritti di qualche programma per una iris fatta come si deve!
      Lia, grazie della dritta! Non sapevo
      della filiale parormita a Varese. Vedrò di fare una capatina per tastare.
      Pietro, se vuoi ti passo la ricetta. Non è difficile, basta solo un pò di impegno e ovviamente gli ingredienti giusti!

    8. Perchè u picciriddo impari, faccio presente che la prima ipotesi può essere rivista ipotizzando di prendere l’aereo a Linate (se vivi a Milano città, è davvero molto meglio). Inoltre, un’anima pia che ti prenda e ti riporti a Punta Raisi c’è sempre, il bimbo deve sapere anche questo. Terzo, non si applaude più sugli aerei dai tempi di Pertini presidente della Repubblica, e per finire, picciriddo, se faticherai a trovare un milanese vero a Milano, non preoccuparti, sono in Brianza!

    9. Quando i miei amici palermitani all’estero mi dicono che hanno lasciato a Palermo un “pezzo” di loro, io penso subito che sia un pezzo di rosticceria.
      “Pezzi di me” sarebbe stato un ottimo titolo per questo post

    10. E io invece faccio cene a base di polenta col brasato, pizzoccheri, gnocchi di grano saraceno con la fonduta, zuppe di funghi, arrosti sopraffini, risotti con zucca mantovana, gnocco fritto….e vi giuro che nessun ospite palermitano si e` mai lamentato….anzi!!!!!!!!!! Non e` mai avanzato nulla e, quando invito, corrono! eh, eh, eh…

    11. Albi, Non so se ultimamente tale paratica sia stata abbandonata o vietata dall’ENAV, ma fino all’estate scorsa, quando sono sceso con tutta la sacra famiglia con volo WindJet, abbiamo applaudito eccome! Picciriddo compreso 😀 (ah… abito vicino Saronno!)
      Bravo Bulga.. quello era stato il primo titolo del racconto… prima di provare la reazione degli amici 😀

    12. MasterMax, accetto la tua proposta e ti ringrazio per la tua disponibilitá. La ricerca degli ingredienti giusti sará problematica, ma mi impegneró.
      Dimmi come facciamo… Rosalio, posso pubblicare un indirizzo email qui o vado contro le regole del sito?

    13. Pietro, la mia mail la trovi sul mio profilo qui su Rosalio. Scrivimi quando vuoi!

    14. Diciamo che l’applauso avviene in genere sotto le feste e in estate.Quando gli aerei sono carichi di famiglie oriunde che calano come barbari sull’isola.I meno avvezzi al volo così scaricano la tensione!Durante il resto dell’anno, in genere, la situazione è più tranquilla!

    15. Praticamente i soli periodi in cui riesco a scendere anch’io! Svelato l’arcano!!

    16. “… abbiamo applaudito eccome”!!!
      Magari se non alimenti la pratica.
      Praticamente se si vuole udire un applauso bisogna prenotare con te, io non lo odo sempre dai tempi di Pertini.

      Saronno, quindi il terzo ed ultimo titolo dovrebbe essere Pezzi di … Saronno! 🙂

    17. tanto per non finire OT.
      quest’estate su un malaga-roma, dopo un atterraggio agghiacciante durante il quale molti passegeri videro passare la vita davanti i propri occhi, partì una selva di fischi misti ad applausi irrisori ASSORDANTI, nei confronti del comandante, tra le risate degli steward… dev’essere stato umiliante…
      della serie ‘non è necessario essere siciliani per essere tasci’ 🙂

    18. Certo che una standing ovation mentre l’aereo tocca terra sarebbe troppo pericoloso. Meglio un sincero e rilassante applauso. E comunque un applauso è sempre meglio di una silenziosa scorreggia di paura.
      A proposito di pezzi: complimenti per il pezzo.

    19. “Quando sei a Roma… fai come i romani”. Senti gli altri “barbari oriundi” come me applaudire allegramente, vedi il picciriddo battere allegro le sue manine… cosa dovevo fare? E’ tascio, assolutamente tascio, lo ammetto… ma mi fa troppo ridere. Fa parte del “ritorno”, come l’arancina sul traghetto villa – messina!

    20. Pietro non è vietato pubblicare l’indirizzo. Intanto giro il tuo a Massimiliano.

    21. Ah, che fa fare l’astinenza! (da “pezzi”, of course!) 🙂
      Comunque, io propendo sempre per l’ipotesi n°1.

    22. …non so voi, ma io, leggendo il post, mi sono commosso

      grande!

    23. Io ho fatto esattamente la stessa cosa, mi sono attrezzata per fare i pezzi in casa…
      Ma perchè non pubblichi la ricetta che ce la confrontiamo? Qua ci vuole solidarietà tra emigrati!! 🙂

    24. Manu, l’idea per la solidarietà agli emigranti è splendida, ma mi sa che se postassi la ricetta qui aprirei un flame! 😀
      Rosalio, però si potrebbe magari aprire un post dedicato per arrivare alla “madre di tutte le ricette”, migliorata dai trucchi e i consigli di nonne, cugini e zii che magari lavorano (davvero e con prove ;)) nel mondo della rosticceria palermitana!

    25. Bellissimo racconto. Mentre leggevo sentivo quasi quasi u ciavuru ru spincione. Anche la ricetta per fare le panelle è molto semplice.

    26. Comunque, chiunque volesse la “mia” ricetta per i pezzi, lo spincione, etc. la mia email è mastermax74@gmail.com. Scrivete ed invierò allampo!

    27. Eh, in effetti sui must siculi pasta con le sarde ecc. sono piu che preparata.
      Quello che è difficile è realizzare pane, brioches, calzoni e simili.
      Io dico che una categoria di arrostopasticceria sicula sarebbe una rubrica di servizio utilissima!!!
      /me per l’uso privato dei mezzi di comunicazione …
      GH!

    28. Ciao picciotti,

      già ieri sera vagavo per siti vari alla ricerca di icone votive (pani ca’ meusa e panelle e cazzilli: mi spuntò pure una stigghiola, presa al volo), voi oggi ve ne uscite con spincione e arancine, ma mi volete morto già prima di sbutriarmi al rientro PER le vacanze?
      Allora, segnalazione di sopravvivenza: in zona Lago Maggiore, lato Novara, esattamente sulla statale del Sempione in direzione Arona, altezza Dormelletto sul Ticino (e un cuminciati a ririri!), c’è una Pasticceria Siciliana. Fanno delle dignitose arancine, anzi: arancinI, visto che il cuoco è siculorientale. Una costa come due pezzi- due pezzi e mezzo del Corso dei Mille a Palermo (Porta di Termini), però sempre meno di un biglietto low-cost per Punta Raisi.

      Dal canto mio, proverò quello di Castellanza segnalato da Lia, che tanto la A8 verso Milano me la faccio spesso.

      Ieri sera pipi chini (peperoni ripieni): un delirio (la notte soprattutto!).

      Nni viremu
      Giovanni

    29. Madooooooo i pezzi di rosticceria….madoooo…lo spincione….madooooo la pasta con le sarde….mando la pasta con l’anciova….madooooo pane e panelle….madooooo la setteveli…..madoooo il panino con la milza…..

      ADORO PALEIMMO 🙂
      con affetto barese 🙂

    30. …non resisterò ancora a lungo: 5 mesi lontano da Paliermu! Come posso dire di essermi “adattato” a Milano in assenza di cornetti di ma.e.va.,senza lo spuntino alle 11:30 alla Romanella,lontano dalle MIE arancine del bar Alba o dai pezzi del bar Rosanero, …mi manca la “buona notte” di Ganci & figli, tappa forzata per chi torna tardi a casa…
      Da segnalare in via Bligny a Milano in una pseudo rosticceria il mitico rollò con il “wiuskar”,ma fate attenzione, QUI è stato internazionalizzato ed è noto come il più sofisticato “hot dog palermitano”, 2.50 euro… un saluto a tutti i palermitani…
      godetevi Palermo!

    31. S’at vöri cunservà la to salut, fa no al smurfius: mangia dal tüt

    32. Assolutamente daccordo Stanton. E te lo dice uno che ha mangiato di tutto: dai pizzoccheri alla polenta (che adoro), dal kebap, alla haira, al sushi (ne mangerei quintali), dalle rane (a Pavia) alla tortilla con cavallette (in messico… sanno di pollo :D)… ma lo spinno… eh…lo spinno è un’altra cosa!

    33. Picciò, n’hannu di mangiari polenta i milanisi!! VIVA LO SPINGIONE E LE ARANCINE! inoltre I SARDI A BECCAFICU hanno fatto furore pinzina con i miei coinquilini spagnoli-milanesi!
      Grande Rosalio! Tramandare il sapere ai picciriddi è la cosa più importante!
      CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

    34. Bravo, ottima cosa, ma ti hbai scordato una cosetta… Tra i luoghi da visitare al ritorno dall’estero, oltre a Ganci, Rosanero e Alba, ti sei scordato della Romanella… A me poi piace anche Massaro, ma riconosco che su questo i pareri non sono unanimi, mentre sulla Romanella…

    35. Scambio ricetta di come fare le panelle il pane con milza (versione sugna e version light) e le arancine in casa , per ricetta di pasta base per pezzi di rosticceria.
      Assicurasi riservatezza.
      ( Però curnuti e sdisonorati, pubblicarla che vi costa ? Solidarietà tra emigrati….ma fàtimi u piaciri…:)
      Giùanni

      Su richiesta, offro trucchetti come cucinare s’angioni sardu ( l’agnello arrosto…), su porcheddu ( il maialino) la fregola con le arselle ( altamente afrodisiaca…).

    36. le cose di casa sono sempre le migliori, a tutte le latitudini!

    37. hhahahahahahaha
      Delizioso.. pensavo di essere l’unica che esportava llaffuori i barattoli di caponata.

    38. Nomad… la Romanella… azz… manco da troppo tempo… è la rosticceria a valdesi o ricordo male? Scusatemi, ma la memoria di noi poveri emigranti dopo un pò inizia a perdere alcuni “pezzi” 😀

      Giuanni, sono pronto allo scambio con le panelle. Mandami una email, please!

    39. la romanella è in via Leopardi a Palermo.

      Un must è il crostino, secondo me il più buono di Palermo

    40. mastermax se nn sbaglio la romanella è quella rosticceria dalle parti di via leopardi… fatemi sapere se andate a castellanza, vorrei sapere il vs parere. ciao ciao

    41. Si, giusto! La scambiavo con quella dei fratelli Testaverde!

    42. Senza offesa per nessuno, ma siete tutti “novellini” (beata gioventù), avete nominato posti che hanno solo la “fama” ( uno in particalere ha successo Dio solo sà perchè, visto che la materia prima è scarsetta) o che appartengono al circuito “bene” o “cool” della città.
      I “pezzi” migliori si mangiano altrove.
      Nei posti antichi, nel centro storico.
      Le arancinE ( per esempio) da Mimì al Papireto (con la crosta spessa originale e non stì “muddichi” moderne, fine e selezionate). Forse..vi siete salvati SOLO con la Romanella. 😉
      Comunque, consigli per gli acquisti: Se ricordo bene, tempo fà a Milano, in viale Brianza v’era un Panificio (Putano?) Palermitano che faceva ottimi “cloni”, provate e fatemi sapere; poi dalle parti di Melzo c’è un signore che con un camion porta sù settimanalmente “roba” nostrana. Se poi siete disposti a fare una “gita” a Torino, lì è tutto più facile, Porta Palazzo è una Manna per reperire farina “nostra”, e tant’altro; a Piazza Bengasi c’è poi ” a zzà Ciccia” (ottimo pane&panelle) e in città ci sono alcuni posti dove i “pezzi” sono IMITATI bene.
      Cerea nè!

    43. ragazzi, la pasta dello sfincione è la pasta brioche, fatta con lo strutto invece del burro, e con un terzo di farina di rimacinato sul totale. A casa mia si fa quasi ogni settimana, d’inverno, con la ricetta della mia bisnonna, che era la moglie di un famoso panettiere di Palermo. Non è difficile, ma richiede tempo e manualità. Le dosi sono queste: 1 Kg di farina 00, 1/2 Kg di farina di grano duro, 50 gr di lievito di birra, 1 cucchiaio di sale, 1 cucchiaio di zucchero, 120 gr di strutto, acqua tiepida quanto basta, e tempo per fare lievitare tre volte la pasta. La salsa è un discorso a parte, ma la base per la quantità indicata sono due chili di cipolle tagliate a filettini sottili e lentissimamente stufate, dove si faranno sciogliere le sarde salate, si aggiungerà il giusto quantitativo di salsa di pomodoro, e si getteranno, in ultimo, due pugni di passolini e pinoli. Si completa nella teglia, con pangrattato, caciocavallo, origano e olio. Credete a uno che discende da una dinastia di panettieri, e ha l’apposito cromosoma a mafaldina.

    44. enzo!!! ma tu sei l’uomo della provvidenza!!!
      E ora ce lo dici?!?
      Senti ma lievitare tre volte per quanto tempo? e qualche dettaglio in piu sul modo di impastare?

    45. Cara Manuela, cominciamo proprio dall’inizio: Si setacciano insieme le due farine, e si fanno ricadere in un ciotolone. Si aggiungono il sale, lo zucchero, e il lievito sbriciolandolo con le mani insieme alla farina. Si comincia a versare acqua tiepida, sempre mescolando, finchè non si ottiene un impasto. Si trasferisce l’impasto su una spianatoia, un tavolo, o comunque una superficie non troppo fredda e ben infarinata e si aggiunge lo strutto. Si impasta con energia, usando il palmo delle mani, e aggiungendo un po’ di farina se si attacca, per circa venti minuti, finchè la pasta non è liscia, soffice e piacevole al tatto. A questo punto, se ne fa una palla, si rimette nel ciotolone infarinato, ci si fa su un taglio in croce, e si copre con un tovagliolo. Si lascia lievitare in un posto tiepido per un paio d’ore, poi si rimette sulla spianatoia, si rimpasta, e si rimette a lievitare per altre due ore. A questo punto, si stende delicatamente, allargando la pasta con le mani, nelle teglie ( questa è una dose per circa due) rettangolari, ben oliate, e si ricopre con la salsa. Si aspetta, per circa un’ora, che rilieviti, e si inforna a circa 180°, per mezz’ora o più (dipende dal forno). Prova, per la prima volta, con mezza dose. Con questa stessa pasta, volendo, si fanno anche eccellenti calzoni fritti, ma questa è un’altra storia.

    46. grazie enzo!! secondo me uno con i cromosoma a mafaldina dovrebbe mettere a disposizione della comunità la sua sapienza!!! Aspetto con ansia il tuo ricettario online (che ho provato a fare le mafalde ma non mi vengono ancora bene…) ciao

    47. uffi uffi e ancora uffi, che voglia di arancine e pezzi di rosticceria che mi ha fatto venire quest’intervento, ma, purtroppo, emigrata in quel di barcellona posso solo sognarmeli, ogni tanto preparo spincionello e arancine, ma purtroppo non avend gli ingredienti giusti non è ke vengano eccezionali… per non parlare poi della caponata…qui le melenzane non sanno di nulla..asciutte, asciutte!!! E la pasta cu furnu? non è la stessa senza gli anelletti! ma si fa quello che si può con il contributo di qualche ingrediente fatto arrivare apposta dalla madre patria!

    48. Chi… dire !!!
      Da buon Palermitano incontinente in tutti i sensi, ho smesso di pigghiare (prendere) l’aereo per mangiare la Rosticceria come si deve. Mi accontento di farmi 20 minuti di macchina e arrivare a Castellanza, Il Paradiso dei Golosoni. Da paura… Arrizzano i carni !!! Rosticceria come N’Paliermo….
      Arancine di classe, Pizzette con la P maiuscola, gli “Spitini” di carne che goduria, Rosticceria di Alto borgo !!!! Una volta ho pure trovato le “PANELLE”!!!!!
      E poi… la brioche (BRIOSCIA) cu’ gelato, MARIAAAAAAAAA che delizia, sembra quella di Renato Bar a Mondello.
      Insomma se si prova una volta… diventa una droga.
      Spetacolo

    49. Spettacolo

    50. x roberto approvo in pieno le tue sensazioni, anch’io quando ho nostalgia, pigghio e vaiu al paradiso… ma hai provato la setteveli? miii…. mi arricrio tutta quando la mangio…

    51. grazie….mi fate respirare aria di casa
      …..sono a como (per lavoro)…..e c’e’ qualcuno per favore che puo mandarmi la ricetta dei calzoni al forno….quelli che fanno al bar santoro a piazza indipendenza…sono una favola….la domenica era un rito ……calzone e cafe’….come mi manca a villa tasca!!!ciao a tutti, e forza palermo!

    52. Sei una grande….sono palermitana, ma da 4 anni a milano, sposata con un milanese…e i milanesi descritti da te…sono PRECISI!!!
      Stesse facce domenica scorsa quando amici milanesi hanno mangiato…ANELLETTI AL FORNO!!!

      gabri

    53. grande!! menomale che adesso sono a palermo e un pezzo me lo sto andando a comprare al volo!

    54. Lacrimuccia di nostalgia… e dire che sono tornata dalla madre patria da una settimana soltanto e che durante il soggiorno sono riuscita ad infilare nel mio stomaco, dopo pranzi e cene con porzioni palermitane, ben quattro pezzi di Ganci (a due a due). Se fossi così gentile da allungarmi la ricetta…
      firmato
      una cucinatrice su scala industriale di arancine

    55. cari ragazzi il pasticciere di castellanza é un amico mio, mi é venuto a trovare a casa, mi ha portato cassata tipica siciliana, cannoli e arancini (sunnu a fini ru munnuuuuuuuuu)12/05/08.ciao a tutti

    56. ciao io abito a torino sono tornato ieri da palermo mi sono portato una ventina di pezzi di rosticceria (che qui sono letteralmente spariti…….)ho trovato una citta bellissima piena di turisti di tutte le razze uno spettacolo ………quant’ e’ bella la nostra palermo!!!!!!

    57. e questa sera pasta c anciova e panelle !!!!!

    58. a rosticceria ca carni rintra fa schifo, un c’è nuddu ca sapi fari u ragu buono pi mittilo dintra l’arancine e i ravazzati, solo me nanna sa fira. e W I CANNUOLA!!

    59. ciao a tutti,sono maria la pasticciona della pasticceria “il paradiso dei golosoni”di castellanza,siamo una famiglia di palermitani e cerchiamo di fare il nostro meglio per far sentire tutti i siciliani, con i nostri sapori e le nostre buone cose, il meno possibile lontano da casa e dalla nostra bellissima terra.Arancine,calzoni,pizzette,ravazzate,rollò,spitini,pizza,sfincione,panini con le panelle e tantissime altre cose..per non parlare dei dolci….cannoli,cassate,sfinci,iris,cartocci,genovesi…e tutta la nostra buonissima pasticceria mignon.e ragazzi abbiamo anche il gelato…briosche da favoola!se volete sentirvi per mezzora nel paradiso vicino casa venite a trovarci..a castsllanza.siete tutti i benvenuti.un grazie speciale ai nostri clienti che hanno parlato bene di noi e del nostro lavoro.ciaoooooooo

    60. Salve ragazzi, sono un palermitano doc e lo dico con un orgoglio quasi esagerato. ho letto tutte le discussioni e non ho mai riso così tanto in vita mia per tutti quei colpi di “spincione”, “ciao cucì” etc. che pensati sul territorio di una città di frontiera come Milano risultano di un’esilarante bestiale. io comunque vivo a Palermo,ho un lavoro, ma non mi stanco mai di reinventarmi e sono un ambizioso nato. Vi posso dire soltanto che nel 2009 tutti i vostri problemi (o pobblemi fate voi 🙂 ) saranno risolti e mi troverò anch’io con i miei collaboratori in pianta stabile al centro di Milano a due passi da piazza Duomo. Vi assicuro che non crederete ai vostri occhi perchè vi si aprirà davanti un’oasi tutt’ora inesistente sul suolo milanese. Comunque un dato certo posso rivelarvelo, vi prometto, se è vero che esiste l’acchianàta dalla Santuzza, che voi sarete i primi ad essere avvisati. Resistete sto arrivando Paolo dalla beneamata Palermo

    61. Ora i pezzi ci sono…
      dei giovani palermitani hanno aperto pochi mesi fa una rosticceria vicino a casa mia, certo non è ganci, ma…
      meglio che niente!

      “COSE NOSTRE” Specialità palermitane
      Via Chiesa Rossa
      Milano

      W PALERMO PER TUTTA LA VITA (detto da me, milanese)

    62. Ciao a tuttti ragazzi! anch’io palermitano DOC emigrato prima in quel di milano e adesso a RRRoma, si’ con tre ERRE, picchi’ ca’ si stannu purtannu u cirivieddu cu sta doppia erre che incarchiamo!! e piu’ me lo fanno notare chiossa’ ciu’ fazzu ri proposito! picciotti vi dico solo che ormai qui in ufficio mi chiamano’ “FIGGHIO’, comu semu?!” dopo 6 anni di vita romana per lavoro ovviamente, un ci po’ nenti e nuddu a farimi canciari il mio favoloso accento siculo e ne vado orgoglioso come un bimbo che rompe il suo primo salvadenaio! tornando alle nostre spettacolari e ormai note a tutti(nel mio ufficio) io ormai sugnu arrivato che ho comprato addirittura l’impastatrice(no chidda’ ri muratori!!) picciotti una favola!! grazie alla ricetta di mia madre, mi escono certi calzoni veramente ottimi e ogni qualvolta li mangio..vado col primo morso…chiudo gli occhi…e navigo per la mia amata Palermo..partendo da via Roma a scinniri a scinniri!! per non parlare che mi sto dilettando anche come cuoco strettamente siculo! 1 volta al mese cucina tipica sicula in un casale gestito da un collega..non vi dico quando ho fatto la prima volta le panelle e a pasta o furnu..si liccaru puru i baffi!!! W la nostra Palermo con il suo traffico sì, ma anche con i suoi colori che solo i veri palermitani possono “vedere” quando si è lontani dalla propria patria! un saluto a tutti! Jumpy

    63. Mi sono imbattuta per caso in quest’articolo cercando ricette di rosticceria…..”palemmitane” e ho letto fino alle lacrime perchè siamo davvero un popolo particolare. Mi sono ritrovata perfettamente in questa situazione dello “spinno” per le ns. specialità culinarie. Adesso vivo a Palermo ma alcuni mesi vivevo a Reggio Emilia e guardando i loro bar e le loro pasticcerie di una tristezza infinita, da buona palermitana mi chiedevo come potessero vivere, facevo il confronto con il ns. tripudio di odori, sapori e mi veniva da piangere. La prima volta dopo tre mesi che sono tornata a Palermo (volo notturno) quando sono venuti a prendermi a Punta Raisi ho chiesto come prima tappa di fernarmi in una rosticceria (l’Uomo Ragno per chi non la conoscesse, assolutamente fantastica” e lì mi sono sbutriata fino alla nausea. Che dire avremo tanti difetti, ma sulla ns. meravigliosa cucina nun ci futti nuddru!!!

    64. Grazie a Tutti ragazze e ragazzi (in senso figurato s’ intende),
      Mi avete riconciliato con la vita e con la mia città che ho dovuto lasciare ventanni fà per non piegare la testa. Oggi vivo a Milano, ho sposato una Bruxellese (Fiamminga mi raccomando. Sennò s’ incazza) e ho due splendidi ragazzi di 10 e 14 anni a cui sto insegnando il nostro dialetto, che per lungo tempo (e per non impazzire nella “attiva ed europea” metropoli lombarda) ho parlato a lungo da solo, in casa, e con mia moglie che mi guardava stranita. Ho scoperto Rosalio da pochi giorni e credetemi se Vi dico che ne sono strabiliato. La tristezza della captivitas milanesiana aveva finito per cancellare in mè la coscienza di quanto fossero eccezionali le persone che costituiscono la mia gente, seppur con tutti i difetti che dobbiamo sempre avere ben presenti per provare a sconfiggerli o quantomeno minimizzarli. Grazie di cuore davvero. Ora seppur con tutti i problemi che abbiamo sono tornato a pensare che per la mia città e la mia gente c’è un futuro (e forse un giorno anche per me ci potrà essere un ritorno). Nì viriemu.

    65. Mi hai fatto vivere un pezzo della mia Palermo da questo divano che si trova a Milano. Fantastico! 🙂

    66. ciao picciotti mi chiamo orazio,vivo ha milano da 28 anni,ed ho un negozio di pizze, sfincione, pane e panelle,pane con la milza, e i famosi pezzi di rosticceria, non c’è bisogna cha vinniiti mpalermo e spenniti un saccu ri picciuli, vinitimi ha truvari che vi fazzu manciare tutti sti cuosi buoni, vi ricu unni sugnu mi truvo in via giacomo antonini 66 milano tel 0239831540 vi vogliu bene ha tutti ricordatevi di venirmi ha trovare

    67. Se volete assaporare VERAMENTE i pezzi Palermitani vi consiglio ” Cose Nostre ” via della chiesa Rossa 71……Assaggiate e fatemi sapere!!!! Mi ringrazierete!

    68. Cose nostre via della chiesa rossa 71 Milano…. Pezzi buonissimi…meglio di Ganci

    69. ciao a tutti son di palermo e ha 25 anni che sono a milano .i pezzi di rosticceria ma buoni come a palermo da ganci o rosanero e piu buoni ancora a milano si trovano da cose nostre in via chiesa rossa 71 .andate e vedete e provate e come essere a palermo.ciao

    70. Avendo preparato proprio la settimana scorsa le arancine per un pubblico entusiasta composto da italiani nordici, una turca e un africano, mi sono quasi commosso a leggere il tuo post (eh sì, la rosticceria può anche commuovere!)… la cosa che mi ha stupito di più in questo esperimento è che -stranamente- non è stato così difficile trovare gli ingredienti giusti… la globalizzazione ha anche dei lati positivi 😉

    71. Wow, non cedevo che il mio pezzo potesse riscuotere così successo 🙂 Grazie a tutti.
      Nel frattempo anche la tecnica è migliorata!

    72. Picciotti …Savoca sta aprendo al Corso Como …a Milano …non disperate e stiamo facendo le cose per bene ….con LABORATORIO A VISTA …ciao a tutti da parte di Patrizia Savoca …l’immobile lo consegnano a Marzo ..siamo nella zona dei grattaceli ….

    73. Minchiate! pure a Milano li fanno i pezzi e i dolci buoni. Fannu puru u pani cà meusa e chi panialli.

    74. picciotti , ci sono apdate dove manciari u pezzo Palemmo originals a Milano ?
      m’a pigghiari l’aereo pi manciari come i cristiani ? 🙂

    75. Io non capisco questo folklore sulla rosticceria locale vostra. Io vivo felice in Alto Adige all’età di 15,. Sono voluto andare anzi scappare, proprio la parola per offendere voi. Che a me piace, sono scappato perché non mi piace e non piacerà mai nulla di voi. Rosticceria l’ho mangiata, buona è, ma io ho lo Strudel, la cucina tirolese, birra tirolese.la polenta. Le cose vostre non meritano di essere citate. Sono diventato tirolese grazie a Dio, Offesi uuu che paura tremo dalla paura. Felice di essere un traditore della vostra città sono orgoglioso..auf Wiedersehen, Tot ziens. Parlate italiano, non parlate ZULU africano. Un marocchino lo capisco, voi quando parlate in dialetto i sottotitoli ci vogliono, NO sopporto lee donne palermitani non sanno parlare italiano, solo dialetto. A scuola a vi manderei capre ignoranti. Io sono Italiano Bon siciliano palermitano
      Vi sentite traditi,? Preferisco i messinesi, catanesi, trapanesi, ragusano, siracusano, ennnesi, nisseni in Sicilia,loro li capisco benissimo. Voi no.

    76. e ma vedo che da tutto questo tempo ancora ti rimane la calata palermitana e quella non vai via .. lì in Alto Adige non ti hanno insenato abbastanza l’italiano scritto

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