Fanno ancora i Frolsi e io non lo sapevo
Giorni fa mi trovavo in panificio e, visto che l’evento ricorre con scadenza quasi olimpica, non ho potuto fare a meno di dare un’occhiata in giro, giusto per vedere quali sono le nuove tendenze, cioè se va ancora di moda esporre i dolci sopra il bancone alla mercé degli starnuti altrui. Fin qui tutto uguale: la cassata al forno trabocca di bacilli, la teglia di pizza margherita è vuota, quella con melanzane e spinaci è sempre intatta, le panettiere sembrano ancora delle infermiere disegnate da Toulouse Lautrec e il fornaio è sempre cinquantenne, con la maglia rigorosamente bianca e visibilmente in sovrappeso.
A un certo punto mi accorgo di essere attorniato da biscotti Frolsi, quasi una visione tridimensionale. E lì mi stupisco, parecchio, perché io, i Frolsi, li davo spacciati da un pezzo, scansati ormai dai grandi marchi, dalle grandi pubblicità ammiccanti con la bambina che trova il gattino per strada e gli mette il fusillo in tasca a suo padre che parte. Continua »
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