Porta all’isola che non c’è
La foto è stata scattata da Maria Concetta Cardamone.
La foto è stata scattata da Maria Concetta Cardamone.
Per una volta vi parlerò di chi non ce la fa, di chi non può vantarsi di conoscere questo o quello, di chi non può fregiarsi di una comparsata televisiva o di un trafiletto giornalistico: vi parlerò di noi, dei Driveshaft, talentuosa ma sfigatissima band palermitana.
Oggi mettersi a fare musica inedita a Palermo è considerato poco più di un sogno lucido, si comincia sempre con la voglia di fare qualche cover degli dei del rock o del pop e ci si rinchiude in una sala prove per due mesi dopodichè si tenta il fatidico approccio con i locali o meglio, con i gestori dei locali che per l’appuntamento diventano tutti dei provetti direttori artistici chiedendo demo, provini e quant’altro. Ci rendiamo subito conto che quella delle cover nei pub è strada che non spunta anche perché è difficilissimo rompere il network di cover band che suonano in giro: sono sempre le stesse, hanno i componenti intercambiabili tra loro, a volte vedi una band il venerdì in un locale e il sabato te li ritrovi di nuovo lì con un altro nome solo per aver cambiato le corde alla chitarra. Lo spirito artistico non ci manca e in due mesi scriviamo sei pezzi nostri, li suoniamo tra amici che sembrano apprezzare (non è dato sapere se per pietà o vera stima) e ci convincono ad inciderli (si dice ancora così?). Adesso è cominciata la lunga litania e processione di buste spedite a case discografiche, agenzie di spettacolo e riviste specializzate, in attesa di timida promozione o solenne bocciatura o come più probabile in questi casi di un silente silenzio tombale. Continua »
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