17°C
venerdì 22 nov
  • Nino che visse due volte

    Nino che visse due volte, quella mattina, stava pigliando il caffé al bar dell’ospedale. Col solito rituale. Grande “sbintuliata” della bustina dello zucchero, da aprire e versare gradualmente nella tazzina, per assaporare la discesa di ogni granello di dolcezza. A metà dell’operazione, Nino Gambino si è fermato, di colpo. Ha detto: “Mi sento male”. È precipitato sul pavimento lindo di straccio. È morto qualche ora dopo al “Cervello”. I suoi familiari hanno donato gli organi.
    “Fino a quel preciso momento – racconta Damiano Gambino, il fratello – mi ero chiesto a cosa servisse la vita di Nino, devastata dalla malattia, con sofferenze incredibili soprattutto per chi gli stava intorno. Ho avuto la mia risposta”. Nino Gambino, deceduto a quarantatre anni – recita la biografia – buona parte dei quali trascorsi tra camici bianchi e cure, per mettere una diga al dilagare della sua patologia mentale. Un grave ritardo procurato da un trauma infantile, l’esistenza trascinata tra crisi violentissime e improvvisi ricoveri. A che vale uno strazio talmente insopportabile? Suo fratello dice che la soluzione è arrivata all’improvviso: “In chiesa, al funerale, ho capito che Nino è passato da qui per dare amore e speranza ad altre persone”. Sette persone sono rinate grazie ai suoi organi. Il più piccolo dei beneficiari è una bambina palermitana di otto anni che ha ricevuto il fegato.
    Damiano Gambino, 38 anni, è un sindacalista, di quelli tosti, dei cantieri navali. Uno che regge i pesi con forza, senza crollare mai. Suo padre ha ottantatre anni. Faceva l’operaio e il pescatore. A tempo perso dipinge quadri bellissimi e li incastona in cornici di conchiglie. Sua madre è una casalinga. Sveglia alle cinque e subito operativa. Certe volte, si lascia cadere su una sedia con gli occhi fissi su chissà quale galassia lontana. In famiglia, dicono che “viaggia”. Damiano continua a raccontare: “Mi hanno telefonato da Villa Stagno, l’ultima struttura che ha ospitato mio fratello. Mi hanno detto di correre all’Ospedale Cervello. Lì ho trovato Nino intubato, a causa di un’emorragia cerebrale . L’ho sbirciato dai vetri. In viso era sereno”. Un dottore si avvicina discretamente e spiega la situazione: “Non c’è più niente da fare, ma potete aiutare, se lo credete, altre persone”. Nino Gambino ha la testa che non funziona, però il cuore è generoso e il fisico è quello di un atleta. Damiano ci pensa: “Dentro di me, ho detto subito sì. Non potevo decidere da solo. Sono andato a casa dei miei”. Il dialogo col padre è serrato. Il vecchio pescatore sussurra: “Damiano, i pesi li porti tu, per tutti. Scegli”. E lui: “No, papà”. Il padre rimugina. Poi: “Se è per salvare qualcuno, facciamolo. Ma voglio vedere ancora mio figlio”. Anche la madre è d’accordo. C’è appena il tempo per tornare in ospedale, per entrare nell’acquario delle rianimazione. Pochi minuti per una carezza. Gli organi prendono il volo. Una parte del fegato di Nino salva una bambina di otto anni, ricoverata all’Ismett. Damiano spera: “Io vorrei solo conoscere quella ragazzina. Vorrei abbracciarla un attimo e non disturbarla più. E voglio ringraziare i medici del Cervello e di Villa Stagno e i compagni della Fiom che sono stati una famiglia per me. E ringrazio mio fratello per l’immenso amore che ha dato. Vivrà negli altri per sempre”. Ognuno ha il suo modo di affrontare le spine della memoria. Al bar di Villa Stagno non scorderanno Nino che visse due volte e il modo unico che aveva di prendere il caffè. Il padre ha creato uno dei suoi quadri. Ha preso una foto del figlio e l’ha incastonata in una marea di conchiglie.

    N.d.R. (nota di Rosalio): con questo post Roberto Puglisi entra tra gli autori di Rosalio.

    Quello che resta nel taccuino
  • 60 commenti a “Nino che visse due volte”

    1. Adesso, Nino vivrà per sempre. Bravo

    2. Con questo post Roberto Puglisi entra tra gli autori di Rosalio.
      Che racconterà Palermo dal punto di vista di un..?

    3. …Cronista

    4. Wunderbar!

    5. Wrustel!

    6. Tanta gavetta nelle redazioni di tv e carta stampata, ma alla fine ce l’hai fatta a diventate un autore di Rosalio: bravo!

    7. Sinceri auguri. 😉

    8. Grazie per gli auguri. Ora mi manca solo il bacio in fronte di Tony Siino.

    9. Decisamente meglio di quando parli del palermo calcio, auguri.

    10. Wonder Woman!

    11. Bella storia, ben raccontata.

      E auguri al nuuvo autore di Rosalio anche dal Leone! 😉

    12. Il blog, internet, un interruttore da spegnere per accendere altre luci. La tua passione per Battiato che ho intravisto su queste pagine. Allora ti dico solo questo: “Clic” 🙂

    13. Che bacio e bacio? tu così te ne vuoi uscire?
      1) Investitura ufficiale ( tu in ginocchio e Siino che ti mette la spada addosso) ( stamu accura che cosa Siino caccia fuori al posto della spada). 🙂
      Comunque questa è la parte che non interessa.
      2) Festeggiamenti (in palermitano ” sbagnamento” ) Che ne dici di un Flasc Morbo che “senza scaccolarti” ci offri almeno una “menza birra”? 😉
      Alla salute tua, e ai redivivi di ” grazie Nino” ( che Dio, Hallà, Manitù, Budda, o più semplicemente..l’umanità, l’abbia in gloria). 😉

    14. Questo racconto riprende, nel titolo, oltre che il classico di Hitc., un film di Ciprì e Maresco : ” “Totò che visse due volte “. Eppure non c’è niente di piu’ diverso. In quel film, ma anche in tutto il cinema di Ciprì e Maresco, l’Altro ( in senso sociale,culturale, antropologico) che Puglisi disegna, con lacrimoso sentimentalismo, nella sua “bellezza”, che qui addirittura i sentimenti renderanno eterna, viene invece concepito in tutta la sua straordinaria e addirittura ricercata bruttezza e stravaganza. Per un motivo principalmente. Per poter, di conseguenza, irrompere dentro una cornice di falsa e improbabile “bellezza” e conformita’. Come questa cornice di conchiglie.

    15. Perfido Tommaso

    16. Egregio Marcello, il tuo nome di battesimo è una citazione – anzi un plagio – di altre persone che l’hanno portato prima di te o che attualmente lo portano. Molti intelligenti. Qualcuno imbecille. Sulla tua categoria di appartenenza lascio, ovviamente, ampia scelta al pubblico. Io un’idea ce l’ho.

    17. Why wurstel?

    18. Non lo so… Volevo rispondere a Wunderbar in modo appropriato

    19. Wonderful!

    20. Non male per uno che aveva deciso di mollare.
      Io ho avuto meno pazienza.
      Auguri.
      Di cuore.

    21. Anch’io ho un’idea. Che questo tuo commento andrebbe concellato. Ma non perche’è irrispettoso, ma perchè è “imbecille”, così come questo discorso che fai sul mio nome di battesimo. Intanto aspetto le scuse di Rosalio, delle tue non so che farmene ( sei “naturalmente” maleducato…). Visto che adesso t’han fatto “Autore”, ricordatelo il mio nome. Per quanto potro’ ti staro’ attaccato come…( Gurada “Quei bravi ragazzi” se vuoi sapere il seguito )

    22. Grazie Book. Con altrettanto cuore.

    23. E grazie anche a Samuele (la faccia del Battiato-dipendente c’è). Tutti quelli che posso dimenticare, si considerino ringraziati anche e soprattutto per le critiche e i suggerimenti

    24. Puglisi, ma ogni tanto ti viene la voglia di farti una risata o commuoverti per le cose belle? Qualcuno che non nomino per evitare inutile saccenteria diceva di se “ho vissuto la vita aspettando la morte”, tu dai l’impressione di fare addirittura il contrario.

    25. Via, via Pat… Io non credo che questa sia soltanto una storia triste. E’ una vicenda di cronaca che i giornali – a parte qualcuno – hanno pressapoco ignorato e che io qui recupero. Non a caso la rubrica si chiama “Quel che resta del taccuino”, quello che la stampa ha perso il gusto di raccontare. Certo, qui c’è anche la sofferenza, ma c’è pure un appello alla donazione e ci sono tracce chiarissime d’amore. Se cercassi solo gioia nelle storie che racconto, non farei il cronista, ma lo sceneggiatore Disney. Che ci posso fare se nella cronaca giornaliera riso e pianto sono mischiati?

    26. Non è quello che volevo dire, nessuno ti chiede di essere frivolo, ma tu “gira e firria” finisci sempre per parlare di morte, in ogni circostanza. Esempio: molte persone si esaltano, felici come bambini, in volo dentro gli aerei, non scenderebbero piu’ su terra, tu dentro un aereo riesci solo a pregare per scongiurare la tua morte imminente, e ce lo racconti pure. Vedi la morte dappertutto. Volevo dirti, ti capita, senza passare all’eccesso opposto(esistono pure le giuste misure!), di notare pure poesia, vita e bellezza?
      Mi fai pensare ai TG di TGS dove si sentono solo notizie di morti, mafia, rapine, e meno male che alla fine parlano due minuti di calcio. Che tristezza! E’ possibile che non riescano a trovare niente di positivo in Sicilia?
      Devo pensare che il torbido che deprime il pubblico è piu’ conveniente?

    27. Trovi mai sui giornali notizie del tipo: lo zio Pino è tanto contento della cresima della nipotina? Nel senso che i giornali sono fatti per la maggior parte sulla cronaca nera. Altrimenti, le stragi non andrebbero in prima. E se sono fatti così è perchè il pubblico preferisce un certo taglio. Non ci sono solo le cinque W. Nel giornalismo militante vige una regola non scritta. In prima pagina vanno le cinque “S” (sesso, soldi, sangue, spettacolo e sport). Da qui se ne potrebbe dedurre che io sia un cinico che racconta storie disgraziate per diletto e. Forse in parte lo sono. Ma nelle storie che racconto, tento anche di mettere in mostra l’elemento umano che è il grande assente nella comunicazione di oggi. In questo caso, più che la morte mi premeva sottolineare la reazione di persone semplici che hanno compiuto la scelta più difficile e più coraggiosa, perchè il tema delle donazioni post mortem è contrassegnato da tanti, troppi, tabù. E poi: chi non ha avuto paura dell’aereo?

    28. Ciao Roberto,
      ti volevo semplicemente dire che solo un animo snsibile può cogliere la vera essenza della tua storia… La maggior parte della gente é cinica e superficiale e sa solo criticare e invidiare chi ha un minimo di cuore e sensibilità.
      io dal mio canto ho colto l’essenza commovente e romantica della tua storia e ho pianto…

    29. Prima di arrivare allo zio Pino succedono moltissime altre cose interessanti sulla terra. Dici che il pubblico chiede quello? Dovresti dire una minoranza perchè li comprano sempre meno e se non fosse per i finanziamenti pubblici chiuderebbero bottega, quelli che prendono intorno ai 3 milioni di euro e vendono poche centinaia o poche migliaia di copie, e quelli importanti che prendono 20 o 25 milioni di euro.
      Chi ha inventato la regola delle 5 “S” non ha avuto un’idea intelligente e i fatti gli danno torto, si salva, come detto, grazie ai soldi pubblici ma dovrebbe avere il coraggio di rischiare con i propri mezzi. A me queste regole non piacciono e trovo cio’ che mi interessa grazie a internet. Tu potresti approfittare di questo spazio, giustamente, per fare il contrario della regola delle 5 “S”. L’aereo puo’ fare paura ad alcuni ma esalta molta gente che ci vede solo bellezza, genialità, tecnologia, miracolo della natura.

    30. Valentina, grazie. Stamattina ho parlato a lungo con Damiano Gambino. E’ stata un’esperienza molto forte ed è il lato più bello del mio lavoro-passione, che mi consente di conoscere persone così. Sulla sensibilità: io non credo che Pat o altri siano persone insensibili. Credo che abbiano una sensibilità tarata sulle loro lunghezze d’onda. E mi sembra perfettamente comprensibile.

    31. Sì, Pat, ma nel caso specifico si parlava di Ustica. E poi i fatti di cronaca sono fatti di cronaca. Non devono dare messaggi positivi. Questo, comunque, mi pare che lo dia.

    32. Il fatto è che a Puglisi piace scrivere ( nonostante i consensi di questo suo “pubblico”, secondo me non sa scrivere, tanto per essere sincero e non usare gli ampollosi giri di parole tanto cari all’ “autore” ) ma non altrettanto leggere. Se c’è un dissenso, tergiversa, la butta in “caciara”, parla d’altro, offende. Quello che mi sorprende è l’assenza, in questo caso, di Rosalìo. L’ultima volta con me è stato di un tempismo esemplare, stavolta è latitante. Eppure è suo questo: “Scrivi un commento “……

    33. circa il commento di marcello: io pensavo che cipri e maresco fossero dei grandi con quel film, finchè mi sono fatto la mia personale opinione di cosa ci fosse dietro: scenette fine a sè stesse con la farsa di una dietrologia, conferenze stampa dove si parlava ad hoc di blasfemia e provocazione per ottenere pubblicità (si io penso di si, io c’ero) una sceneggiatura improvvisata, interessante vedere “atti di fede” ed attacco alla chiesa e sentimento di dramma religioso quando vedi uno dei due sorridente alla visione dell’handicappato che mima (mima? siamo sicuri?) l’accoppiamento con una gallina. Mi chiedo se anche lui sarebbe disposto a fare una scena simile…
      considerazione assolutamente generale 🙂
      ogni film anche il piu estremo ha la sua dignità, il suo diritto e merita rispetto quando non piace, perchè per tutto si può avere rispetto per un regista. Tranne che quando prende in giro il pubblico, quello per me è imperdonabile.
      e questo resti il mio commento.
      e chiudo la parentesi.

    34. Intanto grazie a “Totò che visse due volte ” finì la censura in Italia. Fosse il solo merito, non sarebbe comunque poco per un film massacrato dalla critica perbenista( Foti non lo è e secondo lui è un film assolutamente geniale e innovativo )disertato dal pubblico ( ma quale pubblicità…), abbandonato al suo destino e al naufragio nelle sale. Si puo’ discutere ma questo è cinema sperimentale, che va rispettato. Come questo loro mondo, ai minimi termini, elementari e profondi: la terra desolata, il cielo vuoto, uomini che si ingozzano, uccidono, si masturbano. Nessuna donna, demoni orribili, dèi senza poteri e incapaci di salvezza. Cinema sputato in faccia. Ma intanto cambiano Ciprì e Maresco, passano sempre ad altre esperienze. Stanno cambiando mondo e strada. Sono arrivati anche il colore ed il dolore. So che però intanto la loro sala, a Palermo, dedicata al cinema d’autore, rischia la chiusura.

    35. Grazie Davide. Ci manchi.

    36. Puglisi, io noto solo che in 30 commenti 12 sono tuoi, eppure sei l’autore. Non dire che è perchè rispondi perchè non è solo quello. Il tuo è esibizionismo, voglia di esistere, egocentrismo mal riposto, voglia di convincerti te stesso prendendoti in giro, soprattutto non accetti le critiche, e rispondi, forse volutamente, fuorviando e deformando ma fuorvii solo te stesso. Io sono tarata nella lunghezza d’onda della vita e delle belle emozioni, finchè vivo, tu non sei per niente sensibile a queste sensazioni, anzi finora hai dimostrato assoluta insensibilità, tu confondi la sensibilità con la morbosità.
      Puglisi, sei troppo attratto dalla morte, nessuna delle tue giustificazioni regge. Tu hai scritto di Ustica ma solo dopo esserti raccontato, dopo aver raccontato innanzitutto la tua paura della morte e le tue preghiere per scongiurarla. Ma perchè hai cosi paura di una cosa, la morte, che se non ci fosse tu che scriveresti?

    37. Qualsiasi cosa scriva, Roberto, verrà attaccato.
      Che sia una storia frivola, un pensiero o uno spaccato di vita reale, la musica non cambia.
      Ma Roberto dovrebbe piacere perché è genuino; e lo si vede da come scrive, da come si arrabbia. dalla passione che ci mette. Io lo apprezzo proprio per questo.
      Figuriamoci che mi piace anche quando parla del Palermo e di quella sua passione per un’altra squadra!

    38. Solo una precisazione: tarata non ha significato negativo. Vuol dire “commisurata a”. Forse, alla luce di questo chiarimento, potresti rivedere se non i contenuti, almeno i toni.

    39. Quale altra squadra? 🙂
      Ciao Chicca.

    40. Quest’articolo mi ha fatto piangere 🙁 ciao Nino.

    41. Grazie come cittadino a Nino a Damiano e sopratutto grazie a Roberto Puglisi che l’ha raccontata.

    42. Un post può piacere e non piacere.
      A me piacerebbe che gli autori che ricevono critiche, anche pesanti, se ne fregassero e non cercassero di convincere i detrattori.

    43. Ciao Zelig, non sono d’accordo con te. Se qualcuno mi critica sullo stile di scrittura e sui contenuti, non rispondo affatto. De giustibus, come si dice. Ma se qualcuno tende a invadere il personale, definendo con una buona dose di sicumera mie presunte attitudini necrofile, bè, non ti pare il caso che sia necessaria una precisazione? Poi ci sono quelli che hanno molto tempo a disposizione e si attaccano a ogni post che potrebbe parlare – indifferentemente – di morti, orari del metrò o metafisica. In quel caso è utile ricordare una favola che parlava di una mosca e di un bue.

    44. Puglisi, avevo capito anche senza le tua precisazione, pero’ la tua frase è un po’ ambigua, ma non ero per niente offesa, ho semplicemente precisato su quale lunghezza è “tarata” la mia sensibilità. Ti assicuro che non volevo offenderti, ho sottolineato il tuo disinteresse per gli aspetti positivi della vita; è insensibilità verso l’entusiasmo(etimologia!)il tuo? In ogni caso da quasi tutti i tuoi racconti in questo blog si evince questa tua caratteristica, magari nella vita privata sei una persona totalmente felice di vivere?

    45. Pat, mi spiace, non ti consento questa digressione nella vita privata. E’ una questione di rispetto. Mi spiace ancora di più, perchè l’intelligenza solita delle tue provocazioni è stata offuscata da giudizi personali a mio parere fuori luogo. E non c’è alcuna offesa. Appena una semplice constatazione.

    46. viva carrera

    47. Commovente roberto,complimenti per il sentimento messo in questo articolo.

    48. La campagna acquisti promette bene … sarà una buona stagione. Complimenti

    49. Benvenuto Roberto e in bocca al lupo. Non capisco come qualcuno possa desumere manie di protagonismo nell’autore (?!) come si fa a pretendere di scavare in fondo a una persona che non conoscete??? Chi ha dato a queste persone questa “confidenza”? E’ un post poetico nella sua semplicità, scritto egregiamente, che prende spunto da un fatto di cronaca. Chapeau Robi.
      Cosa leggo?! “Ricordatelo il mio nome. Per quanto potro’ ti staro’ attaccato come…” Ma dico, Marcello, sei fuori come un balcone?? Un po’ mitomane? E poi mi venite a parlare della presunta mania di protagonismo del neo-autore? Mah. Io sono basita. Inoltre: cosa c’è di male a titolare facendo una citazione? Marcello, permettimi, era PALESEMENTE una citazione. Se proprio lo vuoi sapere i tuoi commenti sono pieni di incidentali e il che non rende la lettura facile. I periodi troppo poco chiari e “inturciuniati”. Lo sai che lo spazio va DOPO la punteggiatura o hai bisogno di qualche lezione di videoscrittura (e di scrittura tout-court) da Puglisi?

    50. Marcello la moderazione è un compito arduo e che non lascia mai tutti contenti ma che è insindacabile per un semplice motivo: in casa mia decido io ciò che è permesso. Questo blog ha delle regole e dei comportamenti ritenuti disdicevoli. Hai due possibilita: uniformarti alle regole o non commentare.

    51. Puglisi, io finora ho commentato solo i tuoi articoli, l’ho anche precisato sopra, l’allusione sulla tua eventuale felicità nel privato serve solo per sostenere il concetto, cioè, commento solo l’attrazione per la morte che si evince nei tuoi articoli. Solo questo. Ripeto, non mi interesso alla tua vita privata e non volevo offendere.
      Quanto alle correttrici di bozze altrui: sarebbe opportuno che prima di correggere i post degli altri correggesse
      i 5 errori gravi contenuti nel suo pur breve post, non mi riferisco a…???!!! ma agli altri, gravi per chi si presenta con il suo profilo da saccente.

    52. un tema scottante ed attualissimo,una storia toccante raccontata con delicatezza e poesia.
      Auguri Roberto, buon lavoro

    53. Roberto Puglisi è a mio parere uno dei più bravi giornalisti siciliani. I suoi articoli, dalla cronaca allo sport e ai temi “frivoli”, sono di una leggerezza e uno stile da maestro.
      Non sono uno dai complimenti facili, cerco piuttosto di imparare dai più bravi. Ma stavolta mi tocca… complimenti davvero.

    54. Mi tocca ancora ringraziare la gentilezza di chi è intervenuto (sarà sicuramente per esibizionismo). Racconterò altre storie di cronaca per Rosalio. E lo farò semplicemente perchè è una cosa che mi piace fare e perchè penso (inorridite!) di rendere un servizio utile. Ps. Comunque questa storia parlava soprattutto di vita (sette persone rinate). Com’è che qualcuno – di solito tanto attento – non se n’è accorto?

    55. Bravo Roberto, complimenti continua così

    56. Bravo Puglisi, continua cosi, crescerai, eccome…crescerai!

    57. non penso che Robarto sia attratto dalla morbosità, credo sia attratto da felicità e tragedie del quotidiano minimaliste, e quindi spesso ignorate, ma spesso molto comuni e condivisibili.
      Quello che trovo particolare di R. Puglisi é l’idea di dare dimensione ‘universale’ a fatti singoli, che sono universali perché minimi ed interiori. E questa l’ho sempre trovata una dimensione della cronaca piuttosto atipica, tant’è che riconosco subito un suo articolo scritto nel Giornale di Sicilia,m prima di sapere che l’evesse scritto lui.
      Difatto é più un narratore che un cronista o forse un cronista-narratore.
      Non credo che il fatto di rispondere molto sia derivato da una mitomania, credo piuttosto dalla voglia di comunicare ed interagire. Come vedi PAT tutto può essere sempre diversamente interpretato ed interpretabile.
      Tu lo vedi così, ti irrità, ad altri non fa lo stesso effetto, perché ogni vede l’altro secondo se stesso, ovviamente, e tutti avremmo di qualsiasi altro, opinioni spesso molto diverse a seconda di come siamo. Così per te é un mitomane, per me decisamente no.

    58. Delle due ipotesi di Rosalìo, scelgo la seconda. Saluto gli affaticati avversari ( che fatica anche solo per dire ” In attesa di approvazione” )e questo “pubblico” plaudente e omologato. L’autore non “connota” le citazioni di De Andrè, perchè alla portata di tutti. Pero’ poi non riconosce Jovanotti e mi dà del “fumato”. ( ” Io penso positivo perchè son vivo perchè son vivo…..quest’onda che va, quest’onda che viene e che va….. “). Adesso vengo a sapere che fa il “cronista”. Non sa fare neanche quello. L’altra volta, nell’articolo dedicato a Lapo E., aveva accennato a “palermitani importantissimi”. Finalmente, mi son detto, sono usciti fuori ! Li hanno visti ! D’accordo, lo stesso Puglisi dice “hanno visto” ( ma che razza di cronista é ?), pero’ il fotografo c’era. Purtroppo s’è messo a interrogarsi sugli occhi di Lapo e Puglisi su “cuore e mutande”. Ed ancora una volta i “palermitani importantissimi” son riusciti a stare alla larga…….Quanto a questo di “articolo”, faccio notare che l’unico mio commento a finire in sala “approvazione” è stato quello in cui parlavo del film di Ciprì e Maresco. Non so proprio cosa ci sia da “approvare”. Forse il solo nome dei registi fa paura, soprattutto a Palermo. Oppure, in questa “casa”, fa scandalo la “masturbazione “. Ma questo è il film, peraltro l’unica scena d’amore di “Totò che visse due volte “. Titolo citato dall’autore, come sottolinea Cristiana. Secondo la quale “sono fuori come un balcone “. Passaggio raffinato degno, questo sì, di grandi “lezioni”. Ps: “Ricordalo il mio…..ti staro’ attaccato come la…” E’, come riferito, una citazione dal film ” Quei bravi ragazzi “( di Scorsese ). Pensavo fosse, veramente, ” alla portata di tutti “.

    59. certe cose ormai più che fare paura o fanno ripensare o fanno solo sorridere

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, X e Instagram