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mercoledì 18 dic
  • Tutti pazzi per Londra

    Tutti pazzi per Londra! Per la sua affascinante atmosfera, per il suo very British lifestyle e la sua forte personalità che la rendono al tempo stesso moderna e aristocratica.
    Si sa. La tappa a Londra è ormai obbligatoria un po’ per tutti.
    C’é chi parte per imparare l’inglese ma inevitabilmente finisce per dividere l’appartamento con altri quattro palermitani. Se uno straniero vi sarà, sarà probabilmente di Caltanissetta.
    C’è chi, preso dalla botta del cosmopolitanismo, parte alla volta del party über-figo a Covent Garten dell’amico deejay, per poi con esordire al suo ritorno con un cantilenante: “Palermo è troppo provinciale” (sì, alla Palermo is burning).

    Ma nella categoria dei londonisti rientrano anche quei palermitani di mezza età che a Londra ci vanno poiché relativamente economico e alla portata di mano, ma per il mondo anglosassone non nutrono alcun interesse. E d’altronde, si sa…a Ferragosto s’avi a partiri c’a suverchieria!

    La serena coscienza della loro schiacciante superiorità ereditata da sangue normanno li accompagna ovunque, per puntualmente trovare in tutti i luoghi visitati una pallida imitazione di tutto ciò che si trova in Sicilia: “E n’appimu a fari ‘sta gran caminata pi viriri “Bachingam Palass” quannu ‘u Palazzu r’i Normanni nostru è chiù bieddu?”.
    Oltre ad essere fermamente convinti che i “double decker rossi” che spopolano tra i turisti a Londra siano un’invenzione del Comune di Palermo.

    Il siciliano a Londra lo si riconosce spesso per le esclamazioni a ottanta decibel, dopo avere rischiato lo svenimento per l’entusiasmo nell’incontrare un altro esemplare di Siculo verace in viaggio.
    Inoltre, sempre a Londra, hanno sicuramente un amico, o un amico di un amico, o un cognato di un amico che ha aperto un ristorante Italiano.
    Perché un bello piatto di pasta non deve mancare mai.
    Chiaramente fish & chips dal venditore ambulante in quel di Regent Street lo fa rabbrividire: Troppa frittura, dice. Ma ‘u pani c’a meusa di Francu ‘u Vastiddaru in Corso Vittorio Emanuele alle undici del mattino è del tutto normale.

    A Londra è tutto “fast”, dal food, alla vita in generale, ai passanti per strada.
    Mentre il turista nostrano fatica a sopravvivere in tale giungla urbana, rischiando di farsi travolgere dalla frenesia velocipede dei londinesi.
    D’altronde è risaputo: Ai figli di un Dio maggiore non è mai piaciuto troppo farisilla a peri (me inclusa).

    Per il siciliano a Londra è d’obbligo l’acquisto compulsivo di regali e souvenir per cinquecento persone tra parenti e amici, così come la spedizione della cartolina, sotto la doppia necessità di fare bella figura ostentando le proprie mete esotiche ed evitare che nessuno venga dimenticato.
    “Miii” (sbattendosi una mano nella fronte) “’A cartolina a’ zia Rosy ni scurdamu!” (Sì, Rosy con la ypsilon, perché ormai ci siamo evoluti allo standard internazionale).
    E parte la corsa al galoppo verso il negozietto più vicino, per l’acquisto di una di quelle cartoline assolutamente deliziose, con il faccione sorridente della Regina e il suo scintillante diadema in testa.

    Stereotipando Londra, eccovi qualche massima della proverbiale saggezza sicula: “gli inglisi sunnu tutti slavati” (come se li candeggiassero tutti giorni con Ace bucato a mano).
    Tutti slavati. In una metropoli multietnica di rilevanza globale, dove oggi i cosiddetti Londoners appartengono alle piú svariate culture, con un sostanziosa concentrazione di Indiani, direi anche piuttosto colorati!

    “Londra mi parissi scurusiedda”.
    Quando la temperatura è quasi sempre intorno a due gradi sotto Roma, con un micro-clima metropolitano diverso dal resto della Gran Bretagna. Non sarà certo il Mediterraneo, ma il cielo sul Tamigi è azzurro molto più spesso di quanto un siciliano possa pensare.
    Ma in fondo siamo fatti così. Coloriti nelle espressioni e tendenzialmente orgogliosi di ciò che abbiamo a casa.
    Siamo deliziosamente coloriti come le dinamiche che ci contraddistinguono nero su bianco con la secolare flemma dei gentlemen inglesi.
    Esempio pratico: nella sfortunata eventualità di un tamponamento automobilistico, mentre George esordirebbe con un “Sir, I do believe your vehicle had a slight impact with mine” (Trad.: Signore, ritengo che la sua auto abbia subito un leggero impatto con la mia”), Totuccio avrebbe prontamente sfoderato tutta la propria verve meridionale in un gesticolatissimo: “Ma viri a ‘stu gran curnutuni, ca si partiu ‘i casa pi’ bieniri a cunsumari proprio a mia!”

    Siamo fatti così.
    Alle lunghe e noiose code d’attesa spesso preferiamo il selvaggiume delle nostre biglietterie.
    Alla idilliaca quiete britannica sostituiamo cameratesche e sane abbanniate pubbliche da stadio. Altro che politically correct: da noi offese e discriminazioni vengono elargite senza troppe false ipocrisie.

    Forse ci piace partire perché dopo ritornare a casa ha piú sapore.

    Restiamo radicati alla nostra incrollabile e singolare certezza che la nostra isola è indubbiamente uno dei posto migliori al mondo. Per un siciliano.
    E ci teniamo stretti i nostri migliori difetti e le peggiori virtù perché sappiamo di essere davvero unici, anche in viaggio.

    Sicilia
  • 26 commenti a “Tutti pazzi per Londra”

    1. Ciao Alice,

      beh per un Londoner nell’animo, come mi piace definirmi, non potevo astenermi dal postare il primo commento al tuo bellissimo articolo, che dice, come sempre , tante verita’, seppure velate da una simpatica ironia.
      Londra e’ a mio parere la citta’ cosmopolita per antonomasia, molto piu’ melting pot di New York dove sono pure presenti tante culture diverse, ma con la differenza fondamentale che mentre a New York tendono ad americanizzarsi, a Londra mantengono inalterata la loro cultura originaria.

    2. patetico

    3. Bene, allora voi che siete perfetti sir (da quel che mi sembra di capire) sapete indicarmi un posto dove andare a dormire a metà agosto senza spendere “un banchi i rinari”? Cerco una doppia in zona 1/2 ma finora ho visto prezzi assurdi! Altro che “relativamente economico e alla portata di mano”!!!

    4. Sullo sbarco degli alleati in sicilia così si esprime Don fabrizio Salina ne “Il Gattopardo”: “they are coming to teach us good manners…but they won’t cause we are God” ….la quintessenza dell’apoteosi della vanagloria sicula.

    5. Altro bel post di Alice, che mi trova concorde su tutta la linea.
      D’accordo anche su Londoner nella sua disamina sul diverso cosmopolitismo tra Londra e New York.
      Continuate così.

    6. Alice, che dire. Il tuo post mi ha rallegrato la giornata! Il parallelismo poi tra Bachingam Palass e Palazzo dei Normanni mi ha steso! Un carissimo saluto e grazie!

    7. Brava Alice, a Londra ho un pezzo di cuore(me frati) e ci vado spesso…sono d’accordo con te sull’economicità. Per wannabelononer prova gli easy hotel! sono stanze microscopiche, ma abbastanza centrali e a buon prezzo rispetto allo standard di 60 pound a notte in qualunque hotel. baci e nni viriemu sutta a funtana ri piccadilly!;-)

    8. bellissimo post!!!

    9. Azzeccatissimo il riferimento ad una certa fascia di borghesia palermitana per la quale si dimostra quanto mai calzante il riferimento letterario di Isola81. Per quanto sia divertente e faccia sorridere la felice caricatura che ne fa Alice, non ci si può che rammaricare dello stato di arretratezza mentale e culturale che certi atteggiamenti presuppongono. Una chiusura tanto più desolante quando viene manifestata, in maniera largamente maggioritaria, da strati di popolazione di giovane o media età e presumibilmente mediamente “acculturata”.

    10. lo sbarco degli alleati nel gattopardo me lo sono perso: ma quale edizione avete?

    11. Si tratta di una frase che il Principe Salina, riferendola a Chevalley, sostiene di aver pronuciato in risposta a due ufficiali di marina britannici che gli avevano chiesto lumi sulla venuta dei volontari garibaldini in Sicilia.

    12. of course

    13. Cara Alice,
      complimenti per il tuo post…io vivo a Milano da due anni e dopo aver visitato Londra l’Aprile scorso, ho notato parecchie similitudini tra le due “City”;inutile dire che Londra è di gran lunga avanti a Milano e che proprio quel tipo di mentalità “trasversale” farebbe fatica ad attecchire qui in Italia.
      Trovo simpatico il tuo parallelismo tra Palermo e la capitale britannica, ma sinceramente non mi sento nemmeno di commentare le tue pungenti osservazioni: dopotutto è risaputo, Palermo è una splendida città…per le vacanze estive, per il resto credo che la desolazione culturale non abbia bisogno di alcun commento.Trascorrere un mese all’anno a Palermo in estate non è poi così male!
      Buona serata.
      Dario

    14. anche il parallelismo tra Milano e Londra è solo che simpatico

    15. A parte il cognome da “Isola dei Famosi”, sei stata fantastica. Post fantastico.
      Io qualcosina in giro l’ho vista, ma mai Londra, perchè…”i n’glisi” non l’addigerisco.

    16. (rispondo a Maurizio Salerno)
      …beh sarà anche un parallelismo simpatico, ma intanto Piazza Affari e il LSE si sono recentemente uniti in matrimonio…

    17. “Il London Stock Exchange sarà la holding di controllo del gruppo che nascerà dalla fusione con Borsa Italiana(…)Il nuovo gruppo opererà con una struttura di governance secondo la consuetudine societaria del Regno Unito. Vi sarà un consiglio di amministrazione di 12 membri, di cui 5 nominati da Borsa italiana.”(Corriere della Sera 24.06.2007)

    18. sono stata a Londra recentemente ed è stato assolutamente sorprendente. Alla faccia di tutti gli stereotipi…ho trovato il cielo azzurro, gli inglesi assolutamente cordiali e cortesi e sono riuscita a non spendere un occhio della testa. Di gran lunga più dispendiosa la Germania e la loro Monaco di Baviera.
      Io invito ad andare a scoprire questa città dalle mille sfaccettature. Io non vedo l’ora di tornarci. Londra è Magnifica!!!

    19. Chi è stanco di Londra è stanco della vita
      Sir Samuel Johnson

    20. ….perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire
      Samuel Johnson

    21. “Accidenti!
      A Londra non hanno i bidet”
      Johnson & Johnson

    22. Forse starò invecchiando, ma certi luoghi comuni triti e ritriti non mi fanno ridere più…anzi mi danno parecchio fastidio.

    23. (rispondo a Maurizio Salerno)
      …ok, è stata un’acquisizione da parte del LSE su Piazza Affari, d’accordo.
      Ma se le alternative era non fare nulla ed essere inevitabilmente acquisiti da qualcun altro (leggi: NYSE, Francoforte o Parigi), francamente è meglio andare con gli inglesi. Mia modesta opinione, sia chiaro. Solo per ribadire che Milano è pur sempre la città più europea d’Italia (o la meno provinciale, a seconda dei punti di vista).

    24. @ Il Leone
      d’accordo su tutto

    25. Londra e’splendida a 360°,dalla parte storica con i suoi monumenti a quella piu’ moderna e all’avanguardia,la nebbia stessa ha un suo fascino nella citta’e nel suo fiume,mi fa rabbia pensare che Palermo con tutte le sue potenzialita’ storiche-ambientalistiche (superiori a quelle di Londra stessa per me )sia rimasta cosi’indietro al punto che la si considera una citta’ qualunque,e’un peccato mortale che debba stare cosi’….porca miseria…

    26. Signore e Signori blogascoltatori,

      grazie a voi per i vs commenti (positivi e negativi). E’ stato bello conoscervi in parte di persona.

      Un bacio e alla prox

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