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venerdì 22 nov
  • Amato ha ragione

    “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. È una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario -, ha sottolineato il ministro dell’Interno Amato nel suo intervento al convegno su Islam e integrazione. Amato ha più volte ricordato come solo fino agli anni ‘70 si trovavano in Sicilia costumi e tradizioni non molto distanti da quelle che ora in Italia sono importate dagli immigrati di certi gruppi musulmani”. Questo diceva l’Ansa che ho letto ieri mattina. Amato ha ragione. E chi si indigna è un’ipocrita. Molti non si rendono conto di quanti retaggi maschilisti sopravvivano ancora oggi, anche nella cultura siciliana. Solo perché oggi è considerato moralmente deplorevole picchiare una donna e per il fatto che molti uomini non lo facciano (purtroppo qualcuno resta, almeno una donna su tre in tutto il mondo subisce violenza da familiari o dal partner nel corso della vita, secondo il Rapporto Onu del 2006), non significa che le condizioni dei sessi siano state parificate. Quante volte si da fiato alle bocche per snocciolare opinioni superficiali su donne, lanciando epiteti e stigmatizzando con saccenza, mettendo etichette, incollando aggettivi a fatti e persone… Spesso è proprio nei discorsi da caffè che vengono fuori i peggiori rigurgiti maschilisti e già questo non vi permette, cari maschietti, il lusso di inorridire di fronte alle parole di Amato. Non me ne vogliate, so che non siete tutti così. Non si tratta di una crociata contro l’uomo in generale. Magari contro alcuni esemplari deviati della “specie”. Purtroppo, che ci crediate o no, la filosofia del testosterone al potere non si limita alle discussioni da spogliatoio, non appartiene solo alle caricature di celluloide del maschio siculo alla “Gennarino Carunchio”: i casi di violenza domestica sono reali, esistono ancora e si sono perpetrati ben oltre gli anni ’70 citati dal Ministro. La violenza sessuale, uno dei capitoli più tragici nella vita di una donna e che la segna per il resto della sua vita, fino a pochi decenni fa non era nemmeno considerato reato contro la persona, ma un “atto di libidine” contro la morale, equiparabile a un maschio che si masturba in mezzo alla strada. Come se la donna, in quel frangente, non ci fosse nenmmeno stata. Molti non hanno idea del peso del fenomeno della violenza sulle donne perché se ne parla troppo poco. Ma perchè queste donne continuano a stare con questi mostri? Come fanno ad amarli, nonostante tutto? Perché non si ribellano, non lasciano il marito/compagno, perché non lo denunciano? Non è così facile come sembra. Ho letto su un Vanity Fair di qualche settimana fa un articolo che mi ha fatto scattare un grande senso di solidarietà. La cosa che ti ferma dal denunciarlo, in primis è che provi vergogna, perchè devi ammettere a te stessa e a uno sconosciuto che hai subito cose davvero brutte. Passo difficilissimo. Temi il giudizio degli altri. E vivi la denuncia come un tradimento nei confronti del tuo compagno, che comunque ami. Se trovi il coraggio di denunciarlo rischi la denuncia a tua volta, per calunnia, se non riesci a dimostrare i fatti. Anche questo è un passo difficile, perché trattandosi di violenza domestica, vittima e testimone coincidono. Poi ci sono le ragioni psicologiche: scatta un attaccamento reciproco tra la vittima e il carnefice. Chissà perché va a finire che si incocciano la persona fragile, che disistima se stessa e quella altezzosa e boriosa, carnefice in fieri. È come se questi due personaggi si riconoscessero e si scegliessero. E da ultimo, ci sono le cause culturali: la moglie che si mette da parte per la famiglia, che desidera il nucleo unito anche se c’è l’inferno a casa e il clichè dell’inferiorità della donna. Ti sottoponi a queste violenze perchè pensi che prima o poi lui possa cambiare e per i figli. Inoltre ti illudi che subire rappresenti un prezzo da pagare per l’amore (malato) che ricevi. E pensi di meritare ciò che subisci, perchè hai una grande disistima di te stessa. Le autorità e la complessità della burocrazia spesso non aiutano. Se denunci un episodio che per te è un campanello d’allarme e che basta a fartela fare addosso ma non è perseguibile, la tua vicenda viene presa sotto gamba. Se non succede qualcosa di davvero eclatante non vieni protetta. Ma certe volte è troppo tardi. La cronaca purtroppo è piena di fatti del genere. Tornando alla già citata ipocrisia degli indignati: la Prestigiacomo, anziché arruffianarsi i suoi elettori siciliani, intimando al ministro di “chiedere scusa” e minacciando querele, proprio per il ruolo che ha ricoperto durante il precedente governo e in quanto donna, dovrebbe contribuire a divulgare notizie sul problema della violenza domestica e anzi, ricordare a tutti quanto segue (testo tratto dal sito www.epicentro.iss.it):

    “Tutte le donne sono a rischio di subire violenza, afferma l’Organizzazione mondiale della sanità. La violenza domestica è infatti uno dei maggiori problemi di salute pubblica in tutto il mondo e rappresenta il caso più frequente di mancato rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. È in casa e all’interno del contesto familiare che le donne vengono più spesso maltrattate, principalmente dal marito o dal compagno. Si tratta quindi di un tipo di violenza silenzioso e invisibile, che gli stessi sistemi giudiziari tendono a non trattare come un reato, ma piuttosto come questioni private.

    Secondo le indicazioni dell’Oms, rientrano nella categoria “violenza domestica” tutte le forme di maltrattamento fisico e psicologico, gli abusi sessuali, i condizionamenti emotivi e tutta una serie di comportamenti coercitivi o di controllo esercitati. Ma anche al di fuori delle mura domestiche, la violenza è una delle prime cause di morte e di disabilità permanente al mondo, che ha un elevato impatto sulla vita sia delle donne che degli uomini”.

    Sicilia
  • 114 commenti a “Amato ha ragione”

    1. …forse mi sfugge qualcosa…. L’analisi che hai fatto nel post è giusta e precisa: ricalca quasi perfettamente la realtà. Ma da qui a dire che si tratta di un’usanza siculo-pakistana ce ne vuole…Le donne, non subiscono, forse, violenze anche a Milano o a New York o a Parigi? Allora, forza, andiamo avanti con i luoghi comuni:Sicilia= mafia, Italia= furbetti del quartierino e, chi più ne ha più ne metta. Il ministro Amato può benissimo dire quello che ha detto mentre sta cenando con i suoi amici e non così, platealmente, come ha fatto.Mi spiace ma Amato ha sbagliato!

    2. permettimi di dissentire, non sul fatto che la violenza nei confronti della donna non esista per carità, ma sulla semplificazione assolutamente fuorviante operata da Amato, la cultura siciliana e con essa la storia della dominazione araba, poco hanno a che fare con questi concetti, anzi credo siano stati esempio di integrazione e tolleranza tra popoli.
      Durante i 200 anni della loro dominazione, gli Arabi portarono nell’isola la cultura, la poesia, le arti, le scienze orientali e abbellirono il loro regno con monumenti stupendi. Durante la loro permanenza gli Arabi diedero un notevolissimo apporto all’economia ed alla civiltà Siciliana: introdussero le colture del riso e degli agrumi, realizzarono opere di canalizzazione che consentirono l’uso razionale delle risorse idriche (cosa che oggi i nostri amministratori hanno “dimenticato”), non la cultura maschilista e il picchiare le donne.

    3. Non sono assolutamente d’accordo con la tua analisi.

    4. e rispetto per i deboli e “l’altro/a” mi sono dimenticata di aggiungere

    5. Analisi precisa e ricca di dati ma la dichiarazione di Amato mi pare completamente fuori luogo. Proprio l’inverno scorso ad esempio è stato trasmesso su matrix (se non erro) uno speciale sulle violenze sessuali a Milano.
      Organizzate da gruppi di ragazzi (anche minorenni), spesso ubriachi ed extracomunitari.
      I filmati trasmettevano uno scenario apocalittico in cui si faceva intendere che con il buio Milano, la sua metro, le sue strade meno centrali, cadevano in mano a vere e proprie bande organizzate, tanto numerose che poco potevano le forze dell’ordine.
      Accadeva (o accade?) tra le altre cose che ragazzini di 14-15 anni scippassero di tutto(scarpe e vestiti compresi) e che altri si organizzassero per vere e proprie missioni di violenza verso ragazze di ritorno dal lavoro, dagli studi. Io penso che questo sia uno scenario da terzo mondo (con tutto il rispetto per il terzo mondo) e con ciò non voglio dire che sia più o meno grave di quello che succedeva da “noi” negli anni ’70 ma soltanto che questo accade oggi e merita, da parte del Ministro degli Interni, non un commento ma una azione.
      E poi, ritornando alle dichiarazioni, e come se io vado a casa Amato e metto a elargire facili moralismi su tangentopoli e il ruolo dei Socialisti nella vicenda. Poco conta che argomento della discussione erano i ladri in Italia il mio intervento sarebbe comunque fuori luogo e per nulla costruttivo.

    6. Nella tua analisi, che correttamente testimonia il dramma della violenza domestica nel MONDO, c’è un fondamentale errore logico: ricondurre tale problema, peraltro sminuendolo, alla realtà siciliana!!

    7. Tony, mi dispiace* ma un tema cosi complesso, fenomeno mondiale (confermo che è una delle maggiori preoccupazioni delle problematiche femminili in Francia, oltre le violenze sessuali su donne e bambini) dovrebbe essere affidato a cronista competente e informato. Rizzo dimostra per l’ennesima volta di fare confusione, dovrebbe occuparsi solo di gossip, in quanto non ha capito dove sta la gravità delle affermazioni da autentico ignorante di Amato. Si sa che Amato è un riciclato, si sa che in questo ruolo che recita attualmente fa solo danni, oggi si sa pure che parla ammuzzo ed è un vero ignorante. Da pretendente al ministero dell’interno dovrebbe conoscere i dati, le statistiche, presenti e passate, a livello nazionale e pure mondiale. Se li conoscesse non li citerebbe come esempio di tradizione sicula, bensi come fenomeno mondiale. Ma forse lui è stato traumatizzato nella sua infanzia…Purtroppo Rizzo ha banalizzato a livello di cattive abitudini domestiche un tema di primaria importanza universale.
      La frase di Amato non mi stupisce in quanto è uno di quelli che mi hanno definitivamente allontanato dalle urne, come si fa a votare per poi ritrovarsi con certa gente ai posti di comando, senza distinzione di schieramenti?
      Amato deve essere querelato e rimosso d’urgenza per accertata incapacità.
      Su Amato si possono trovare informazioni interessanti a questo indirizzo: http://www.signoraggio.it/comestatasvendutaitalia.html, ovvero come è stata svenduta l’Italia al tempo della farsa (per distrarre il gentile popolo) tangentopoli. Allora Amato era premier al servizio dei gruppi finanziari internazionali che dietro le quinte facevano i loro affari sulla pelle degli italiani.
      *Tony, sai perchè ho sottolineato “mi dispiace” ma devo scrivere cio’ che penso realmente. Dire Amato ha ragione, IN GENERE, è un oltraggio all’intelligenza…

    8. Amato ha sbagliato.
      Sbagliò lo stereotipo sul Pakistan.
      Livia Turco invece ci avrebbe nzertato.
      Io, se fossi Pakistano, pretenderei le scuse.

    9. Analisi completamente toppata.
      La dichiarazione del ministro è farneticante ,completamente fuori luogo e non veritiera.
      La regione Sicilia dovrebbe costituirsi parte lesa e querelare il Criceto.
      Gli abusi sulle donne sono perpetrati da sempre in tutto il mondo e non credo proprio che la Sicila svetti , nel bene o nel male in una ipotetica classifica in tal senso.
      Oppure la protagonista Rizzo ha fatto una sorta di outing per esperienze dirette e personali per i quali ” mal comune mezzo gaudio” ? Se è così , denunci…

    10. Nulla da eccepire sulla dissertazione circa la violenza sulle donne, la realtà è questa e non serve a nulla nascondere la testa sotto terra come fanno gli struzzi. L’argomento è molto attuale,e soprattutto molto delicato.
      Tuttavia già il titolo “Amato ha ragione” mi urta parecchio e mi urta ancor di più che l’intero post prenda banalmente spunto da queste parole del ministro. Facile, troppo facile…oltrechè banale e “pericoloso”. Io mi indigno, mi indigno parecchio! E non perchè sia un’ipocrita, ma perchè detesto tutti i luoghi comuni, detesto gli stereotipi, detesto le frasi fatte, detesto i pregiudizi e detesto chi parla senza prima accendere il cervello!

    11. Ciao Cristina,

      il tuo post (prolisso francamente) è apprezzabile in quanto provocazione. E’ una provocazione il tuo accettare il luogo comune del siculo padre(marito)-padrone, vero?
      Perché se non è così, questo denuncia la tua ignoranza sul fatto che, per esempio, la violenza sulle donne è così ispanico-pakistano, giusto per dirne una, che il Governo Zapatero di recente ha voluto, finalmente, approvare leggi specifiche contro la violenza sulle donne e le violenze domestiche, precedute e accompagnate da tutta una serie di campagna rivolte all’opinione publica del Paese. Vedi per esempio, quella contro una pubblicità di D&G in cui appariva – secondo me no però – una specie di stupro collettivo su una donna.
      Leggi speciali, tanto non è solo siculo-pakistana la questione.
      Ma questo tu lo sapevi, vero? Era solo provocazione la tua semplificazione sulla scia di Amato, vero?

      Tanti cari saluti.

    12. Ovviamente il titolo è provocatorio e semplificante, così come la frase di Amato. Nessuno nega che gli arabi abbiano portato cultura, arte ecc., purtroppo hanno importato anche una certa visione della donna. Propongo alle ragazze di portare il burqa anzichè i jeans a vita bassa, e poi ne riparliamo (con tutto il rispetto per le donne islamiche, che devono avere la libertà di esprimere anche così, se lo desiderano, la propria religiosità). Ormai non si può dire più nulle,a per paura di apparire politicamente scorretti. Nessuno nega, inoltre, e l’ho pure scritto, che il problema della violenza sulle donne riguardi il mondo intero. Resta il fatto che il proverbio: “Quando torni a casa dai uno schiaffo a tua moglie, lei sa perchè”, che ho sentito dire ad alcuni uomini palermitani tra il serio e il faceto, è di origine araba. Gigi: io dovrei occuparmi di ciò che mi pare e piace, facendo del mio meglio. Sono permesse digressioni, soprattutto se si tratta di argomenti che sento particolarmente.

    13. … mi pare però, al di là delle forzature e delle provocazioni, che troppe volte si tende a dimenticare lo status della donna al sud. non è forse vero che anche in famiglia il modello educativo che entrambi i genitori applicano ai pargoli maschio e femmina non sono esattamente coincidenti con un modello oggettivo e, come dire, unisex?
      io credo che le riflessioni cui può indurci questo articolo non siano del tutto inutili. è chiaro che il fenomeno della violenza letteralmente intesa è trasversale e non può essere etichettato, ma è altrattanto vero che ‘da noi’ si tende a vedere l’elemento maschile come ‘dominante’ a scapito di quello femminile. se così non fosse, tutti i maschietti saprebbero stirare, lavare la biancheria, utilizzare la lavatrice così come le loro signore (tanto per fare esempi banali).
      🙂

    14. Oggi dopo la mazziata mattutina a mia moglie(siculo sono) mi preparo per una gita al mare.
      Ancora non so a che eta’ potro massacrare le mie figlie(sempre fimmini sunnu) perchè non mi sono informato sull’eta’ legale,non vorrei passare guai con la giustizia.
      Provo con profondo sdegno che cerchi in qualche modo a giustificare le parole di questo “uomo” piccolo piccolo piccolo.
      Come dice Gigi anche in francia la violenza coniugale è all’ordine del giorno,basterebbe visitare siti come amnesty o similari per rendersene conto.

    15. Volevo inoltre aggiungere che come nella cultura Araba,in Sicilia, l’uomo ha il sentimento di “comandare” ma in realta molto spesso e la donna che decide,sopratutto per cio’ che riguarda le cose piu’ importanti e la famiglia.

    16. Cristiana,anche in francia c’è il detto sullo schiaffo alla moglie tornando a casa… sarei curioso sapere l’origine di tale detto?
      I magrebini residenti in francia?
      La gloriosa cultura celtica?
      Oppure i numerosi meridionali che lavoravano nelle miniere di carbone?
      Intanto è molto diffusa

    17. C’e’ da rimanere senza parole davanti a certi post…

      Diceva una signora che conoscevo, parlando del fratello, noto e autorevole professore universitario:
      “E’ tanto intelligente, poverino, ma non capisce nulla…”

      Come si puo’ non capire che le affermazioni di Amato sono ingiuste, sommarie e superficiali?
      Ti lamenti dell’esistenza dei luoghi comuni e poi accetti quello proposti di Amato senza fiatare, anzi accettandoli?

      E’ di tutta evidenza che il problema della violenza sulle Donne NON e’ solo siciliano e che le sue parole sono stupide e offensive.

      Riguardo i costumi di 30 anni fa in Sicilia, vogliamo vedere quelli di altre Regioni, come, chesso’, Veneto, o la provincia Lombarda?

      E allora…finiamola.
      Massima attenzione sul problema, massimo rispetto e considerazione delle Donne, troppo spesso sole e fortunatamente molto spesso, forti e coraggiose, ma vediamo di ragionare, SPECIALMENTE quando di (s)parla di Sicilia.

    18. Solo per dire all’autrice del post: bentornata!
      Lo leggerò con l’attenzione che merita nel pomeriggio; nel frattempo corro a nascondermi perchè se mi incoccia mia moglie mi picchia.
      Come fa tutte le volte che la faccio disperare…
      🙂

    19. Io penso che il post di Cristina colga nel segno. Naturalmente, siccome tocca un nervo scoperto, non può piacere.

    20. Seppur ne apprezzi l’Italiano e la forma con il quale è scritto, questo articolo, non ha nulla a che vedere con le dichiarazioni di Ministro Amato. Una cosa è denunciare indistintamente la violenza sulle donne e una cosa è dire che si tratta di “tradizione” Sicula-Pakistana. Trattasi di due cose completamente differenti. Che forse sia una “tradizione” geograficamente circoscritta? Che forse ci siano dei confini? Ora mi ritrovo, senza aver fatto nulla, mafioso e violento.

    21. Roberto Puglisi spiega meglio la tua opinione.

    22. Secondo me Amato ha detto una grande ca…ata.

    23. Sono assolutamente contrario e penso che Amato abbia enunciato un accostamento inaccettabile. La condizione delle donne dei paesi islamici (infibulazione, lapidazioni, violenze e mortificazioni di ogni genere…) è OGGI molto ma molto peggiore di quella delle donna nelle Sicilia negli anni ’70. Inoltre, mentre in Sicilia già negli anni ’70 alzare un dito su una donna era in violazione della legge, la sharia (che è una fonte del diritto in molti paesi) permette e incoraggia le punizioni corporali e legittima. Non si tratta di una tradizione né sicula né pakistana. È barbarie e va respinta ancor prima di ogni accostamento. Come si può essere violenti con delle creature così delicate?

    24. E’ vergognoso come il ministro degli interni possa fare certe affermazioni (me le sarei potute aspettare da un leghista al massimo). E la cosa ancora più assurda è come certa gente gli dia anche ragione.
      Volevo solo ricordare come il famoso 8 Marzo che tutte le donne festeggiano (ma che in molti hanno dimenticato il vero significato)è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale e quindi le condizioni della donna di allora (e di oggi…)non erano dovute ad una cultura esclusivamente siculo-pakistano ma ad una cultura maschilista radicata a livello mondiale.Magari potrei essere d’accordo se mi si dice che in sicilia ancora persiste più che in altri posti il maschilismo ma ciò non significa che picchiamo le donne, anzi le rispettiamo e le amiamo come pochi altri al mondo!!

    25. Concordo pienamente con l’analisi di Cristiana sulla violenza subìta dalle donne, in Italia e nel mondo.Ma, una domanda è semplice, che c’entra la Sicilia in tutto questo? Io mi indigno, non ritenendomi per nulla ipocrita. Perchè è un argomento di tale portata universale che ridurlo ad un contesto d’origine regionale (seppur correggendo il tiro – e ciò dimostra che sa di averla sparata grossa) è più che banale e non da Ministro. Non ci si vuol nascondere, perchè la violenza perpetrata alle donne è una cosa abominevole, sarei per la castrazione figuratevi (è una provocazione ovviamente, ma dimostra che sarei assolutamente rigido nei confronti di questi pseudo-uomini)!Ma sti mezz’uomini sono ovunque, dal Polo Nord a Lampedusa..cosa c’entra localizzarne l’origine?! E non mi si venga a dire che noi ce la prendiamo e abbiamo la coda di paglia..perchè se Amato avesse detto che in Sicilia c’è ancora la mafia, ben viva e radicata forse più di prima, sarei stato il primo ad applaudirlo e a vergognarmi di far parte di questa terra.

    26. Il codice penale che permetteva di liquidare con un buffetto sulla guancia (pene da 3 a 7 anni) l’uxoricida che agiva per “motivi d’onore” non era mica siciliano. Era il codice della repubblica italiana.
      amato è un cervellone, ma quanto a gaffe sta cominciando a insidiare Benedetto XVI.

    27. sono d’accordo col post iniziale.

    28. Non capisco proprio perché alcuni siciliani se la prendono con Amato. Ha ragione. Ma la cosa più importante è capire perché episodi come quello di Franca Viola (vedi wikipedia) accadevano in sicilia, e non ad Amsterdam o a Vienna. E il motivo è la dominazione ISLAMICA della sicilia e nel sud. Tanto grandi e profonde sono state le sue conseguenze nei secoli.

    29. La leggerezza con cui si parla, lasciando ai posteri esternazioni fuori luogo, è pari alla leggerezza con cui si scrive un post. Credo che l’argomento vada trattato, proprio per rispetto alle donne violentate e malmenate NEL MONDO, in maniera diversa e non sfruttato per sciorinare periodi grammaticali.

    30. Io dal Post, e dai vostri commenti traggo solo il fatto che ci sono tante “fimminieddi” che invece di farsi i “sirbizza” perdono tempo (io vi taglierei le ditina). Ed inoltre ci sono troppi “masculiddi” che si sono messi ” la faredda”.

    31. Un simpatizzante di Amato…
      (ANSA) – PALERMO, 12 LUG – I carabinieri hanno arrestato
      Nunzio Lo Iacono, 46 anni, accusato di maltrattamenti in
      famiglia perchè avrebbe picchiato la convivente.
      Il referto dei medici del pronto soccorso di Villa Sofia non
      lascia dubbi: lesioni e contusioni sul corpo. «Da tempo mi
      picchia», ha detto la donna, cui i medici hanno dato sei giorni
      di prognosi.
      La vittima, dicono i militari, «non ce la faceva più a
      sopportare le angherie del suo convivente che, oltre a trattarla
      male ed insultarla, già altre volte l’aveva picchiata».(ANSA).

    32. Il post di CristiAna, of course…

    33. Roberto, mi piace pensare che tu stia scherzando e che forse io non lo capisco.

      Nessuno sostiene che questi episodi non accadano in Sicilia, il punto e’ che non lascio dire a nessuno che siano peculiari della ns. terra.

      L’articolo che riporti, lascia esattamente il tempo che trova e non dimostra niente, obviously…:-)

      P.S. Noi ci conosciamo, si, dal sito di Antonio Moschitta…Mi piaci e ti ammiro molto, ma chissa’ perche’, sono stato quasi sempre in disaccordo con le tue opinioni..:-)

      Con simpatia

    34. “Quando torni a casa dai uno schiaffo a tua moglie. Tu non sai perché, ma lei lo sa benissimo”. E’ un proverbio cinese, e non arabo, che io sappia. E comunque non mi pare una giustificazione per la generalizzazione e banalizzazione del problema che è stata fatta… Ognuno ha le sue idee e ha il diritto di esprimerle, ma forse quando si parla di argomenti particolarmente seri bisognerebbe stare attenti a non urtare la sensibilità di una persona, o addirittura di un popolo, com’è accaduto in questo caso!

    35. E proprio perché rispetto le idee di tutti voglio sottolineare che il mio non voleva essere un rimprovero ma un’espressione di amarezza per quanto letto… per fortuna i più la pensano in maniera diversa.

    36. Ma nessuno sostiene, e avrà mai il coraggio di farlo, che in Sicilia non ci siano fenomeni di violenza sulle donne. Non si dice questo. Ma fra tutte le cose che ci contraddistinguono negativamente da tutto il resto d’Italia e del mondo, questa non ci va. Almeno questa non è “solo ed esclusivamente” prerogativa nostra. E’ giusto dirlo e sottoscriverlo!

    37. Brava Cristiana.
      La provocazione siculo-pakistana non mi scandalizza, credo che Amato abbia voluto fare riflettere tutti. Il discorso mi sembra abbastanza chiaro ….. quello che viene imposto oggi alle donne in certi paesi era nel passato la regola anche in regioni italiane, caratterizzate da elementi culturali molto particolari, come la Sicilia.
      Evitiamo ipocrisie campanilistiche e grazie a queste provocazioni cerchiamo di riflettere su quello che quotidianamente accade nel mondo e anche in Italia sulla pelle delle donne.
      Un altro spunto di riflessione, se qualche miope non se ne fosse accorto, anche in questo paese ci sono cittadinI di serie A e cittadinE di serie B, basta guardare il sesso dei dirigenti aziendali italiani o delle più alte cariche dello Stato.

    38. Il fenomeno della violenza sulle donne purtroppo è diffuso un pò ovunque.
      Per quanto in Sicilia si registrino tanti casi e per quanto il retaggio culturale da noi sia fortemente maschilista non mi sembra però che si possa parlare di peculiarità “siculo-pakistana “.
      L’analisi di Amato e di chi è d’accordo con lui mi sembra sbrigativa e superficiale.

    39. Il masculo siculo-pachistano, dice l’onorevole Amato, pigghia a legnate la mugghiera e i fimmine in generale. Tutta Sicilia singazza assai. U Pachistann ancora non si pronunzia.
      Non sapevo che ci fusse nel mondo la rrazza siculapachistana, nel mio libbro di geografia ancora non truvai la Reggione Sicilia-Pachistann pecchè se la trovavo ci mancasse che non facevo accordi coi suoi assessori (in Sicilia cè Pachino, ma non penzo che si rriferiva a lì).
      Se non esiste, allora penzo che Amato si sbagghiò e ci mise confusione nel ciriveddu pecché l’ultima vota che visti un masculo pigghiare a legnate una fimmina fù nel 1973, ma poi nel 1991 la stissa fimmina, stavota emancipata, si vendicò a colpi di buttigghia mandando u marito al camposanto.
      I tempi canciarono, Amato caro, e se volevi cercare conzensi potevi dire, per fari facile demagoggia: chi picchia i fimmine iè una testa di minchia univessale.
      Bernardo P.

    40. Ciao Maurizio, la citazione era di cronaca, ma aveva – come hai colto – una carica d’ironia. Io sostengo semplicemente che nelle regioni meridionali l’emancipazione femminile va più a rilento che altrove. E’ qualcosa che riscontriamo nella pratica del quotidiano. A Varese, è più difficile incontrare un padre che considera la figlia “fimmina”, in diritti e doveri, diversa dal “masculo”. In questo senso, la riflessione di Amato mi pare utile. E le reazioni contrarie mi ricordano l’indignazione di certi politici su una puntata di Report. A quando la trasmissione riparatrice?

    41. Codice Penale, art. 587
      “Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella”
      In ITALIA le disposizioni sul delitto d’onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.
      Ma di che cosa stiamo parlando ?

    42. TGCOM 12 LUGLIO 2007: Ha tentato di emulare Lorena Bobbit ma con… mezzi propri. A Ballabio, un paesino della Valsassina sopra Lecco, un uomo ha morso il pene del proprio compagno procurandogli una ferita che ha richiesto 8 punti di sutura. ll tutto in preda a un attacco di gelosia. Secondo quanto trapelato dall’ospedale i danni non sono definitivi e curabili in poche settimane.
      Amato: “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare il suo uomo. È una tradizione lombarda-pakistana che vuole far credere il contrario”

    43. Puglisi non pensare che ti aspetti al varco ma è impossibile non reagire alle sciocchezze che scrivi.
      Finora abbiamo un po’ scherzato su tuoi certi gusti particolari ma oggi ci dimostri che come giornalista sei poco informato, diciamo scarsino. Fatti sponsorizzare uno stage in giro per il mondo, specialmente in certi paesi asiatici dove le donne sono schiave dei maschi e poi ci racconti, ma almeno, forse, saprai di cosa parli. Nella mia famiglia da generazioni ci sono esempi di veri e propri gentlemens e tanti altri ne conosco in Sicilia, mentre in altri Paesi, e pure in altre regioni italiane da te considerate evolute ho visto e letto storie di veri e propri farabutti.
      Chi rappresenta le tradizioni?

    44. Ma poi da un uomo di nome Amato io non me lo sarei aspettato.
      Me lo sarei aspettato invece da unu che si chiama ad esempio…
      Le Pen, Maroni, Pio Pompa…
      Ma Amato proprio no.

    45. Cristiana Rizzo, è vero che hai diritto di scrivere su qualsiasi argomento ma non hai nessun diritto di offendere. La tua se è una provocazione, a cominciare dal titolo, per fare audience è banale. Ho già detto che è normale che Amato dica stupidaggini, cosi facendo è perfettamente in linea con il suo curriculum. Le tue offese sono inaccettabili, hai provocato e devi accettare le risposte adeguate.

    46. Toto’, non capisco la tua sorpresa, se vai a leggere questo articolo (http://www.signoraggio.it/comestatasvendutaitalia.html) ti accorgi di chi è realmente Amato, non mi sembra che in questo articolo si affermino stupidaggini. Tra l’altro si parla di processi celebrati all’epoca e finiti come spesso succede nel simil-paese Italia, ovvero…non è successo nulla!
      Come si evince dal titolo si tratta delle svendite di numerosi e importantissimi beni nazionali in favore di gruppi finanziari internazionali all’epoca della farsa tangentopoli che serviva per distrarre il gentile popolo mentre i suddetti gruppi finanziari facevano i loro affari dietro le quinte sulla pelle degli italiani, l’allora premier Amato, secondo l’autore dell’articolo, era al servizio di questi gruppi.
      Ora che si è riciclato (ogni riferimento a Craxi e tangentopoli non è casuale) Amato fa ancora enormi danni. Io non posso scrivere tutto quel che penso di Amato, Tony mi censurerebbe, dico che non voto piu’ da dieci anni per evitarmi i rimorsi per aver contribuito a vedere gente come lui (e D’Alema il triste e Prodi “l’utile” che ride sempre e l’altro demagogo Veltroni o “la poltrona” “il posteggiato” Bertinotti) ai posti di comando.
      Persino la sua voce soporifera, da falso intellettuale, da falso Zen, mi infastidisce (eufemismo).
      Se non si è capito, i miei ideali non erano di destra.

    47. sono siciliano forse un pò pakistano e quindi per qualcuno dovrei picchiare le donne…..certo che con i luoghi comuni non si finisce mai

      schefè……

    48. Signor Puvglivsi, a megghiu paruala è chidda che un si rici!
      I fischi se li è già presi, per oggi non infierisco. Anch’io La invito a farsi qualche viaggio in giro per il mondo, si accorgerà che l’emancipazione, o la scarsa emancipazione dei siciliani nei confronti dei varesini, per esempio, esiste solo nella sua mente ed è un altro luogo comune.
      Se ne accorgerà, Signor Puvglivsi, se uscirà dalle redazioni dei giornali locali e dai teatrini calcistici locali.
      Si rilassi e non provochi se non vuole essere coperto…di fischi.

    49. Ciao Cristiana, penso che dovresti chiedere scusa, per quello che hai scritto, se avessi la possibilità di scrivere ad Amato, chiederei le scuse anche alui, sai ci sono uomini per i quali le tue parole risultano veramente offensive,ci hai pensato? E poi chiedere scusa è un atto di grande umiltà e intelligenza, rende le persone forti, e le riconcilia con il prossimo. Pensaci Ciao Buona serata Giacomo.

    50. Secondo me, cara Cristiana volevi fare un post che accendesse gli animi della gente. E ci sei riuscita. La causa dell’indignazione, come ti è stato fatto osservare, non sta nelle osservazioni che hai proposto quanto nell’accostamento alle tradizioni siciliane. Poi sei andata “off topic” rispetto alla notizia. Sai ai blogger capita anche questo 🙂

    51. […] L’articolo di Cristiana Rizzo sul blog palermitano Rosalio ha scatenato una ridda di risposte da blogger siculi che vogliono smentire l’equazione uomo-siculo=picchiatore maschilista. […]

    52. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
      Amato era partito da un ragionamento condivisibile (“la violenza contro le donne è inaccettabile” – tema poi ben trattato da Cristiana) per poi scivolare sulla classica buccia di banana facendo riferimento, a mo’ di battuta, ad una inesistente tradizione siculo-pakistana di violenza contro le donne. E’ lì che la gaffe si estrinseca: nel fare un’uscita più degna di un Calderoli o di un Borghezio qualunque che non del Dott. Sottile, in quanto, al netto delle successive rettifiche, rimane comunque nell’aria l’inconfondibile afrore di un giudizio vagamente razzista. Per questo Amato, persona che stimo, mi ha francamente deluso. Poteva semplicemente evitare di dire una cosa del genere o, se proprio voleva dire qualcosa, poteva limitarsi a dire che anche nell’Italia di 30 o 40 anni fa c’era una diffusa clima di violenza domestica a danno dell’altra metà del cielo. D’altronde non era al bar con gli amici: trattavasi di conferenza stampa in cui lui partecipava in veste di Ministro dell’Interno.

    53. Nella mentalità di molti uomini siciliani, mi dispiace, ma ribadisco che persiste il maschilismo. Più che altrove. Oltre che nei dialoghi della quotidianità (ed è grave), questo si manifesta anche in atti di violenza. Che accadono anche altrove. Non devo chiedere scusa a nessuno per la mia opinione! :-/ Marco, questo volevo dire nel post, forse non ho esplicitato che i discorsi “da caffè” a cui mi riferisco sono imputabili a uomini palermitani, mi sembra ovvio, non vivo a Oslo. Dunque non credo di essere andata fuori tema. Mi sembra normale anche che non tutti i siciliani picchiano le loro compagne (l’ho scritto, so che non siete tutti così, non intendo portare avanti una crociata contro gli uomini siciliani, ma contro alcuni singoli, deviati). Non mi voglio ripetere: è noioso.

    54. Chi si è offeso/indignato legga il post linkato prima da “Rossomalpelo”, ci sono riferimenti storici ed esempi odierni connotati geograficamente, persino nel linguaggio. Molto brava.

    55. le opinioni non sono la verità assoluta….cmq hai ragione, non porti avanti una crociata, però potevi affrontare lo stesso l’argomento dissociandoti dalle parole di Amato che, obbiettivamente, suonano un pò discriminanti riguardo a un popolo, i siciliani, che hanno una grande dignità. Perdonami se ho preteso le tue scuse, ma appena letto quel post mi sono sentito un pò ferito, io sono un tuo concittadino..ciao.

    56. Cristiana, grazie. E’ che io capisco pure che uno quando si sente insultato etnicamente gl’abbruci. E’ istintivamente voglia dire no, non è vero. Ci abbiamo messo decenni a sfatare certi stereotipi e ora torniamo indietro?
      Ma non è negando l’evidenza, che si fa un favore all’onorabilità degli uomini siculi, e alle ossa rotta delle donne. E’ assumendosi le proprie responsabilità di masculo e di siculo.

    57. PS: no ragazzi, ci piacerebbe. Palermo non è Stoccolma. E non lo era neanche negli anni settanta.

    58. Parafrasando: “Se siete milanesi ed avete sposato una siciliana, ogni tanto picchiatela … così, per farla sentire a casa”

    59. ma ai poveri pakistani non ci pensa nessuno?

    60. No Stanton che c’entra. Ai pakistani, agli albanesi, ai marocchini che sono maschilisti e violenti si può dire. Sugli immigrati c’è la generalizzazione libera.
      Ma su di noi no. MAI. Autocritica (quella vera, non il piangersi addosso) MAI.

    61. scusa Cristiana, ma mi sembra cosa molto diversa dire che permane una cultura maschilista, dal dichiarare come ha fatto Amato “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. Ma c’è una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario. Dobbiamo uscire da questa tradizione”. Molto diversa direi. E’ tu nel titolo e nel post dai per buona questa tesi mi è sembrato. Dato che su Rossomalpelo si evidenzia la scarsità di “femmine” che commentano, volevo chiarire che sono femmina e sicula anche io e reitero che per mia conoscenza e cultura da nessuna parte questa cosa è caratteristica peculiare della cultura siciliana e che “l’operazione” mostra solo superficilità e rozzezza da parte del Ministro Amato. Che poi si cerchi ora di ampliare il discorso ad altri concetti è secondo me una conferma dell’errore iniziale (di Amato). Ho detto nell’alltro blog, mai visto l’albero degli zoccoli o letto padre padrone? Ma ti sogneresti mai di parlare di cultura sardo-lombarda-pakistana (poveri pakistani) per provocare una discussione sulle violenze familiari? Ha fatto una gaffe stop. Se la poteva risparmiare dico io, senza andare oltre! Se poi vogliamo fare delle riflessioni su altro ok disponibile, ma parlando d’altro.

    62. Cristiana sei del tutto imprecisa da donna siciliana come lo é il Ministro Amato.
      Lo status normale medio delle famiglie siciliane era molto diverso. All’esterno era l’uomo il responsabile di tutto e le donne parlavano solo con le donne, all’interno di ogni famiglia siciliana, hanno sempre comandato le donne.
      Così, io davvero non capisco, da cosa sia venuta fuori questa infelice frase di Amato, e dove sia la sua parte siciliana?
      Se femminile, e suo padre torinese, allora il prevaricatore verso la donan era il suo padre torinese, di cultura settentrionale.
      Cerchiamo di capire da dove sia nata questa falsa immagine della cultura siciliana, che picchia le donne, per il ministro dell’interno.

    63. E’ come se io leggendo i tuoi discorsi, Cristiana Rizzo, dicessi che le donne siciliane affette da atavico orgoglio non ammettono neanche le evidenze e sempre per orgoglio non si scusano perchè è troppo umiliante! Invece non lo penso. Ma forse tu hai vissuto esperienze traumatizzanti.
      Ribadisco che in Francia, il Paese delle Rivoluzioni e della devise “liberté, égalité, fraternité” la parità non è un fatto realmente compiuto, le donne nei posti che contano sono una minoranza ininfluente, in politica è peggio, i partiti preferiscono pagare salatissime penali (previste in caso di non rispetto delle quote paritarie, è questa una legge maschilista?) pur di mantenersi la quasi totalità di maschi eletti al parlamento, le donne hanno poco piu’ spazio a livello locale. I discorsi da bar non sono meno maschilisti di quelli palermitani e sono certamente piu’ scurrili. Le bambine e anche i bambini vengono violentati già nelle famiglie e da tanto tempo, prima non filtravano le informazioni, specialmente nelle piccole città di provincia, ma pure nelle grandi città. Per questo esistono telefoni azzurri e associazioni costituite ad hoc. Stessa situazione per quanto riguarda le denunce per violenza contro le donne adulte. E moltissime donne non denunciano per timori vari. Sono solo alcuni dettagli del Paese dove vige il luogo comune dell’emancipazione femminile. La situazione in altri Paesi europei non è migliore, in Belgio per esempio. In molti Paesi asiatici la donna schiava deve servire il maschio e non ha diritto di mangiare insieme ai maschi, dopo si, se fa la brava.
      Tra l’altro anche nei partiti italiani che frequenta Amato e nel parlamento dove lui si ricicla con invidiabile destrezza non ci si distingue per parità uomo-donna.
      Infine, come spesso succede, i luoghi comuni, le generalizzazioni, le superficialità giocano brutti scherzi. E’ vero che Amato non aveva bisogno di questo episodio “pi farisi canusciri!”
      P.S. non è stata solo Prestigiacomo ad attaccare Amato ma da tutti gli schieramenti si sono scagliati contro il riciclato della prima repubblica del simil-paese. Quindi altra deformazione di Cristiana Rizzo.

    64. Da molto tempo e storicamente, in Sicilia, all’interno delle case, hanno sempre comandato le donne, che sono state veri-capifamiglia, diciamo governi-ombra della famiglia.
      Da dove verrebbe questa preseunta letteratura di abusi socialmente diffusi sulle donne?
      Casomai le donne non avevano ruoli pubblici, che lasciavano ed erano appannaggio deglio uomini, e questa era la minorazione, l’esdsere confinate nel privato e non avere voce pubblica. Ma mai, per esperienza familiare di tre genereazioni di donne siciliane, cominciando da mia nonna che é un tenente-colonnello, come temperamento, ho mai visto quello di cui parla Amato.

    65. Uma se ti serve una letteratura in merito nel mio articolo c’è n’è un primo abbozzo.
      Sarò felice di indicarti ulteriori approfondimenti.
      Sul tanto decantato matriarcato siculo:
      io non lo so, ma a me che si descriva il fatto di fare la matriarca tra le mura domestiche come un fattore di emancipazione e modernità della famiglia tradizionale sicula mi fa impressione.
      Nel 2007 mi sconcerta proprio.

    66. Signora Manuela Collarella, leggo i post e vedo che nessun maschio siculo ha negato che certe situazioni si sono verificate e si verificano ancora anche in Sicilia. Quello che tutti contestiamo è l’esclusiva dovuta per tradizione che vuole etichettarci un politico che dice sciocchezze per ignoranza o chissà per quali altri motivi piu’ o meno tendenziosi. Mentre invece la violenza sulle donne è un grave problema che riguarda il mondo intero da sempre.
      Si contesta anche Cristiana che da ragione al politico che generalizza e giudica con inquietante superficialità. Io ho vissuto alcuni anni a New York e a Londra e le posso affermare, Signora Manuela Collarella, che il maschio siculo non è piu’ maschilista degli anglosassoni, anzi, per certi versi, paradossalmente, il maschio siculo con le femmine è nu poco BABBO.

    67. AHAHHAHAHAHAAHAHHAHAHAAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAH­AHAHAH. scusate la crassa risata, ho sentito ora ora una battuta nel film “L’allenatore nel pallone”

    68. Non condivido affatto questo post!!Amato ha detto una grossa minchiata e basta,anzi qui al nord (Padova)la violenza sulle donne e’ uno dei reati piu’ frequenti,spesso commessi da italiani dentro le mura di casa propia…

    69. Non è un post autobiografico! Ma che c’entra??

    70. Cristiana, non ti arrabbiare. Alcune riflessioni sono sensate e ispirate al dialogo. Altre al semplice criterio della demolizione e della maleducazione che ispira qualche utente un po’ sciroccato di questo forum. Non ti curar di lor…

    71. Io avevo fatto un ragionamento abbastanza specifico. citando dati ed esempi. Ma vedo che qua oltre al di la del discorso “le donne le picchiano tutti, mica solo i siciliani, io in quanto siciliano mi sento offeso” non riusciamo ad andare.
      Allora incollo un pezzo del mio intervento sperando possa servire:

      […]Di certo i siciliani non hanno nè il primato nè il monopolio di chi mena meglio la moglie, e sono sicura che se andiamo a guardare le statistiche (che sono agghiaccianti) sono più o meno omogenee in tutta Italia.
      Ma una differenza c’è stata e c’è.
      C’è una bibliografia sterminata. Non mi invento niente, ma evidentemente bisogna rispiegarlo ancora una volta.Ci sono contesti culturali dove l’uomo violento e maschilista viene stigmatizzato, e paesi, contesti e culture dove questo atteggiamento viene generalmente accettato e/o giustificato[…]. Tutto questo per dire che il grado di accettazione sociale della violenza di genere in Sicilia era negli anni 60/70 ancora molto alto.

      Il fatto stesso che la vicenda di Franca Viola(http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola) nel 1965 sia stata un fatto eclatante ne è la dimostrazione chiara ed evidente. Il fatto che facesse SCANDALO non che una donna fosse stuprata, ma che una donna sequestrata e stuprata rifiutasse il matrimonio riparatore fa capire in che condizione stessero le donne siciliane.
      Per non parlare dei matrimoni combinati che erano ancora pratica comune, delle contrattazioni sulla dote (come se parlassimo di capre da vendere al mercato), della violenza tra le mura domestiche, della sorveglianza a cui le donne venivano sottoposte da mariti, padri e fratelli.

      Per non parlare del corto circuito culturale che si trovavano a fronteggiare le famiglie meridionali emigrate al nord, con i padri abituati alle femmine di casa remissive, e le figlie contagiate da un’Italia in fermento in piena liberazione sessuale.

      Corto circuito che spesso ha dato luogo a vere e proprie tragedie, come quella di Maria Luigia(ftp://ftp.etext.org/pub/Politics/Spunk/texts/health/sp001619/06_ROSA_.HTM).
      (…)

      Questo per quanto attiene agli anni sessanta…

    72. Dico solo che la violenza sulle donne è purtroppo una tradizione di tutti i maschi del mondo contro tutte le donne del mondo, senza distinzione di confini geografici o religiosi, Anna Finocchiaro, rispondendo ai giornalisti sulla frase di Amato

    73. Beh, dai, è chiaro. Quella di Amato è stata una battuta. Un tipico esempio di umorismo italo-pakistano.

    74. Amato deve chiedere scusa al Popolo Siciliano e a quello Pakistano, e poi dimmetersi. Scriviamogli in massa una lettera di protesta, come suggerito da L’Altra Sicilia:

      “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. E’ una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario”. Boom! Ma che bella minchiata! Giuliano Amato non usa essere politicamente corretto con i Siciliani? Bene! Non lo saremo nemmeno noi.

      Sembra proprio che questo nano politico, cresciuto – si fa per dire – all’ombra di Bettino Craxi, abbia preso di mira la Sicilia e i Siciliani. Prima la trovata che in Sicilia non si possono aprire casinò in quanto c’è la mafia che potrebbe usarli per riciclarvi il danaro sporco (come se la mafia non usasse già i casinò del centro-nord a tale scopo, ndr). Ora si mette a coniare neologismi quali la presunta “tradizione siculo-pakistana” che autorizzerebbe un uomo a picchiare una donna! Le cose sono due: o ci è o ci fa! Qualunque sia la verità, una persona così non può rivestire la carica di Ministro della Repubblica Italiana. Ha offeso quindici milioni di Siciliani che vivono in Sicilia e nel resto del mondo ed il Popolo Pakistano!

      Questa orrenda forma di razzismo deve finire!

      Facile scagliarsi contro i più deboli. Perché questo siamo, politicamente parlando, noi Siciliani. Chi infatti dovrebbe difenderci come Popolo, e cioè i nostri deputati in Parlamento, si limitano a tiepide quanto ipocrite reazioni.

      Anna Finocchiaro, molto diplomatica e attenta a non scomodare troppo il suo collega di coalizione – nonché fratello nelle comuni origini marxiste – si limita a dire: “Dico solo che la violenza sulle donne è purtroppo una tradizione di tutti i maschi del mondo contro tutte le donne del mondo, senza distinzione di confini geografici o religiosi”.

      Rino Piscitello, deputato siracusano della Margherita, é ancora più farisaico: “anche un dotto può dire una sciocchezza. Anche in un discorso animato dalle migliori intenzioni possono venir fuori i peggiori stereotipi e pregiudizi. Sono certo che Giuliano Amato correggerà le sue affermazioni e si scuserà con i siciliani”.

      Angelino Alfano, coordinatore siciliano di Forza Italia, dubbioso sulla vera natura dei Siciliani, chiede il conforto di amici e parenti: “Non comprendo come mai il ministro Amato, peraltro di origini siciliane, abbia potuto asserire affermazioni così abnormi. Questi violenti costumi non sono mai esistiti. Non soddisfatto della mia memoria, ho chiesto subito informazioni ai miei genitori, ai loro amici e persino a mia nonna. A nessuno risulta che, in Sicilia, fosse costume abituale picchiare la donna. Amato non può non saperlo! Chieda immediatamente scusa”.

      Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’Autonomia usa parole più pesanti ma non chiede né le scuse né le dimissioni: “Ho difficoltà a credere che un uomo di cultura, per di più ministro di un governo della Repubblica Italiana, si sia lasciato andare a dichiarazioni così infamanti per il popolo siciliano di stampo nettamente razzista. Dal Viminale aspettiamo, a stretto giro, una rettifica e un chiarimento”. Altro che chiarimento: urgono le dimissioni! Amato non potrà mai rettificare o chiarire una offesa di per sé tanto chiara quanto gratuitamente razzista.

      Scuse e dimissioni subito!

      L’Altra Sicilia invita tutti i Siciliani nel mondo – nonché tutti i non siciliani amanti della Sicilia e della mitezza del Popolo Siciliano – a inviare una lettera di protesta all’indirizzo di posta elettronica del ministro Giuliano Amato e per conoscenza agli indirizzi di posta elettronica dei principali peones siciliani affinché l’onorabilità di tutti i Siciliani del mondo sia salvaguardata e ristabilita attraverso le dimissioni del ministro.

      GIULIANO AMATO: amato_gln@camera.it,

      PEONES SICILIANI: alfano_a@camera.it, lomonte_c@camera.it, orlando_l@camera.it, raiti_s@camera.it, piscitello_c@camera.it, prestigiacomo_s@camera.it, drago_g@camera.it, fallica_g@camera.it, misuraca_f@camera.it, leanza_n@camera.it, marinello_g@camera.it, giudice_g@camera.it, lopresti_a@camera.it, violante_l@camera.it, cardinale_s@camera.it, capodicasa_a@camera.it, dantoni_s@camera.it, lumia_g@camera.it, mattarella_s@camera.it, lomaglio_a@camera.it, catanoso_f@camera.it, briguglio_c@camera.it, crimi_r@camera.it, germana_b@camera.it, palumbo_g@camera.it, floresta_i@camera.it, stagno_f@camera.it, schifani_r@posta.senato.it, carlovizzini@carlovizzini.it, vizzini_c@posta.senato.it, dali_a@posta.senato.it, finocchiaro_a@posta.senato.it, firrarello_g@posta.senato.it, centaro_r@posta.senato.it, ferrara_m@posta.senato.it, ziccone_g@posta.senato.it, studioziccone@tiscali.it, mannino_c@posta.senato.it, calogeromannino@virgilio.it, naro_g@posta.senato.it, nania_d@posta.senato.it, strano_a@posta.senato.it, battaglia_a@posta.senato.it, pistorio_g@posta.senato.it, battaglia_g@posta.senato.it, garraffa_c@posta.senato.it, montalbano_a@posta.senato.it, bianco_v@posta.senato.it, papania_a@posta.senato.it, fazio_b@posta.senato.it, russospena_g@posta.senato.it, giambrone_f@posta.senato.it, fabio.giambrone@libero.it,

      Nota: Vi preghiamo di inviare copia della vostra protesta a: laltrasicilia-antudo@libero.it. Grazie.

      L’ALTRA SICILIA
      al servizio della Sicilia e dei Siciliani della diaspora.

    75. x puglisi: stavo leggendo il thread ed i messaggi annessi nel contempo davo un’occhaiat a “l’allenatore nel pallone con Oronzo Canà”, ho sentito una battuta comicissima e mi è scappata una fragorosa risata che è finita nel blog. mi sono scusato NON CAPISCO COSA CI SIA DI MALEDUCATO!!

    76. caro piermarco hai ragione ha lamentarti,siamo purtroppo nelle mani di gente che crede di avere ricevuto direttamente da Dio l’autorizzazione a dire fesserie,il ministro amato farebbe bene a stare attento a dire certe cose, lui che come citato nel libro la casta dovrebbe vergognarsi di quanti soldi e privilegi gode solo per essere stato eletto dal popolo italiano e quindi anche siciliano,si vergogni e si dimetta.
      padre abidal

    77. Se dopo le sciocchezze sul tema dette ieri Puglisi riesce ad aggiungere solo questo…Meno male che in Sicilia ci sono pure alcuni giornalisti capaci!
      Sono andata a leggere l’articolo segnalato da Gigi nel sito Signoraggio.it, stento a rimettermi, è rabbrividente, come possiamo essere all’oscuro di fatti cosi gravi per il Paese? Ora mi chiedo, avendo appreso certi dettagli poco conosciuti della carriera di Amato, e quindi aspettandomi qualsiasi cosa da un personaggio come lui, se questa voglia di mettere in cattiva luce la Sicilia e i siciliani non nasconda fini perversi.

    78. Signor Puvglivsi, invece di scrivere da ieri banalità gravi per un uomo che si autodefinisce giornalista professionista, invece di cercare sempre le offese, le polemiche inutili, le minacce d’abbandono puntualmente ritirate, Lei avrebbe potuto mostrarci il Suo talento e le sue reali conoscenze, su scala mondiale, su questo tema cosi importante. Lei avrebbe dovuto documentarsi seriamente e entro 24-48 ore, da perfetto giornalista avrebbe dovuto fornirci informazioni dettagliate e serie, ripeto su scala mondiale, su questo argomento. Io ho vissuto tanti anni tra Nuovayoark e Londra, avrei potuto raccontarle un po’ di fatti di mia conoscenza.
      Anche alla Signora Manuela Collarella potrei raccontarne, ne ho accennato ieri, anche sulla sopportazione e sull’occultamento familiare delle violenze nei Paesi anglosassoni, ma la Signora Manuela Collarella non legge e non vuole capire i post degli altri, Lei continua ossessivamente con la sua litania che solo in Sicilia le violenze e i morti sono piu’ violenze e piu’ morti che in qualsiasi posto del mondo.
      E di fatti come quelli che la Signora Manuela Collarella cita ad esempio, sempre ossessivamente e sempre gli stessi, fatti di sopportazione e occultamento della violenza familiare e non, anche la letteratura del nord Italia ne contiene a centinaia, non è un’esclusiva sicula, come mai non ne ha trovati e non ce ne racconta qualcuno?

    79. Mi sembra che un paio di utenti stiano abusando della loro libertà di critica rivolgendosi sempre alla stessa persona. Spero di non dover intervenire e per il momento invito tutti a meditare sulla perniciosità delle critiche troppo reiterate e non sempre costruttive.

    80. Anch’io noto che alcuni utenti vogliono a tutti i costi attribuire ai siciliani certi stereotipi a titolo esclusivo mentre invece si tratta di abitudini diffuse in gran parte del pianeta, tranne poche eccezioni. Mi limito a fatti che conosco direttamente: in Francia, Paese di liberté égalité etc. e altre minc.h.ate e emancipazioni e stereotipi vari, solo da pochi anni si denunciano stupri (anche da padri a figlie) e violenze familiari grazie alle associazioni e telefoni azzurri destinati allo scopo. Non succedevano e non succedono solo nelle campagne questi fatti ma anche nelle città medie di provincia e nelle metropoli. Oggi molte famiglie, tantissime donne (anche se ancora molte non ne parlano liberamente per motivi diversi), denunciano questi reati domestici o subiti da estranei, ma nei decenni passati, e da ben prima degli anni 60-70 di cui si parla, vigeva l’omertà, la vergogna, la paura, e anche il motto “cuinnutu cu parra”. Non mi risulta che gli autori di queste violenze varie siano stati e siano siciliani, ma francesi a tutti gli effetti. In Francia parlano spesso i media di fatti analoghi successi in Belgio (fa sempre bene trovare alibi e chi sta peggio), e anche in Belgio succedono fatti drammatici. Potrei continuare una lista lunghissima di Paesi colpiti da questo triste fenomeno delle violenze contro donne e bambini, allora, sospettoso, anch’io mi chiedo quali interessi perseguano coloro che vogliono limitare il fenomeno a stereotipo siculo. E’ solo ignoranza? Ci credo poco.

    81. Manuela, non ti sconcertare. nel senso che io non lo auspisco, l’abbiamo ormai da tempo superato, noi donne siciliano la fase del matriarcato nel privato: E’ finita definitivamente cone la generazione di mia madre, e diciamo col voto alle donne, la possibilità delle donne di lavorare,prima, e la possibilità del divorzio, molto dopo.
      Difatto, sostenevo, che, pur in tempi apparentemente bui, non c’era una vera sottomissione, ma solo una apparente.
      Poi se preferisci pensare che sia meglio come condizione femminile essere picchiata, come condizione sottomissoria, piuttosto, che avere la furbizia, come hanno fatto certe generazioni di donne siciliane, in passato,che sapendo di non avere strumenti legali e legittimi svicolavano il problema…fai tu.
      Per me in quei tempi era scelta di intelligenza, per te no.
      Opinioni diverse, ovviamente.

    82. come leggevo oggi da un commento del Giornale una precisazione di una lettrice: la differenza fra i siciliani ed i pakistani, é che noi abbiamo fatto battaglie come donne siciliane, per manciparci da certi comportamenti gerechici verso le donne (di origine araba), di cui abbiamo aquisito strumenti legittimi a nostra difesa (denuncia, abbandono, etc…).
      per cui questo parallelismo ipotetico cui si riferiva Amato era ad un’idea sociologica legata alla sua provincia ntia, edo ovviamente, e mi meraviglio di lui, ignaro, del percorso della tutela dei diritti che in molti anni é stato fatto, in Italia? Ma dove vive Amato? in Pakistan?

    83. sempre a proposito della discussione che abbiamo fatto linko questo, come ho fatto ma Manuela: http://www.aprileonline.info/4032/amato-fondatore-inopportuno-di-neologismi, che chiarisce anche come dalla stessa relazione di cui si parlava, si evince che:
      i dati contenuti proprio nella relazione elaborata dal Viminale e dall’Istat qualche settimana fa, fotografia di un crimine “democratizzato”, cioè capace di attraversare, come una lama, tutte le categorie sociali, religiose, etniche con proporzioni agghiaccianti: nel 2006 hanno subito violenza ben un milione 150.000 donne; mentre le donne che nel corso della loro vita hanno subito violenze sono 6 milioni 743.000 (una su tre italiane), di cui 5 milioni di violenze sessuali. Nella maggior parte dei casi (oltre il 62%) all’interno dei nuclei familiari. Caso raro di ecumenismo ben riuscito!
      Spero di non aver abusato e di essere stata costruttiva 🙂

    84. tratti da Amnesty, Le Monde Diplomatique, e statistiche Ministero dell’interno francese. E’ cio’ che dovrebbe fare e sapere un ministro della Repubblica italiana prima di dichiarare stupidaggini, io continuo a pensare che piu’ che ignoranza si tratta, visto il curriculum di Amato, di dichiarazioni tendenziose…
      …La violence au foyer est un phénomène universel. Les statistiques de la Banque mondiale montrent qu’au moins 20% des femmes dans le monde ont été victimes de violences physiques ou d’agressions sexuelles. Selon des rapports officiels publiés aux Etats-Unis, une femme est battue toutes les 15 secondes et 700.000 sont violées chaque année. En Inde, plus de 40% des femmes mariées ont affirmé être giflées, frappées à coups de pied ou agressées sexuellement pour divers motifs, par exemple parce que leur mari est mécontent de leur cuisine ou de la tenue du ménage, ou parce qu’il est jaloux. En Egypte, 35% des femmes ont déclaré que leur mari les battait.
      Le deuxième concerne “les mauvais traitements contre les femmes en prison” aux Etats-Unis. Il cite le cas de 1.000 femmes ayant subi des violences sexuelles en prison, par exemple dans le centre de détention de Turner Guilford Knight à Miami (Floride). L’organisation indique que, dans certains Etats, le détenu peut être tenu pénalement coupable de contacts sexuels avec un gardien. Seuls trois des cinquante Etats américains interdisent la fouille au corps par un gardien d’un autre sexe.
      Des “crimes d’honneur”, qui vont jusqu’à la torture et l’homicide, sont signalés dans plusieurs pays, dont l’Irak, la Jordanie, le Pakistan et la Turquie. Des femmes et des fillettes de tout âge sont accusées d’avoir, de par leur comportement, déshonoré leur famille et leur communauté. Cette inconduite peut aller du simple bavardage avec un voisin de l’autre sexe aux relations sexuelles en dehors du mariage. La simple impression qu’une femme a porté atteinte à l’honneur de la famille peut conduire à la torture ou à d’autres mauvais traitements.
      Selon les données recueillies, les femmes ne sont à l’abri de la violence conjugale nulle part dans le monde. Au Royaume-Uni, 30 % des femmes font l’objet de sévices de la part de leur époux ou partenaire ou de leur ancien époux ou partenaire. Ce pourcentage est de 52 % en Cisjordanie, 21 % au Nicaragua, 29 % au Canada et 22 % aux Etats-Unis.
      “A New York, la police reçoit tous les jours plus de 600 appels téléphoniques relatifs à des incidents de violence conjugale. Il est clair que c’est un problème qui touche tous les milieux et que nous devons être en mesure de mettre en commun nos ressources pour nous y attaquer ensemble.
      …2)Selon les pays, entre le quart et la moitié des femmes sont victimes de sévices. Au Portugal, par exemple, 52,8 % des femmes déclarent avoir été l’objet de violences de la part de leur mari ou de leur concubin. En Allemagne, trois femmes sont assassinées tous les quatre jours par les hommes avec lesquels elles vivaient, soit près de 300 par an. Au Royaume-Uni, une femme est occise dans les mêmes circonstances tous les trois jours. En Espagne, une tous les quatre jours, près de 100 par an. En France, à cause des agressions masculines domestiques, six femmes meurent chaque mois – une tous les cinq jours –, un tiers d’entre elles poignardées, un autre tiers abattues par arme à feu, 20 % étranglées et 10 % rouées de coups jusqu’à la mort (1)… Dans l’ensemble des quinze Etats de l’Union européenne (avant l’élargissement à vingt-cinq), plus de 600 femmes meurent chaque année – presque deux par jour ! – sous les brutalités sexistes dans le cercle familial (2).
      Un rapport du Conseil de l’Europe affirme que « l’incidence de la violence domestique semble même augmenter avec les revenus et le niveau d’instruction ». Il souligne que, aux Pays-Bas, « presque la moitié de tous les auteurs d’actes de violence à l’égard des femmes sont titulaires d’un diplôme universitaire (3) ». En France, selon les statistiques, l’agresseur est en majorité un homme bénéficiant par sa fonction professionnelle d’un certain pouvoir. On remarque une proportion très importante de cadres (67 %), de professionnels de la santé (25 %) et d’officiers de la police ou de l’armée (4).
      Une autre idée reçue consiste à penser que les violences de genre sont plus fréquentes dans les pays « machistes » du sud de l’Europe que dans les Etats du nord. Là encore, il faut pondérer. La Roumanie apparaît, certes, comme le pays européen où la violence domestique contre les femmes est la plus grave : chaque année, en moyenne, pour chaque million de Roumaines, 12,62 sont tuées par leurs partenaires masculins. Mais, dans le sinistre palmarès des pays les plus féminicides, immédiatement après la Roumanie se situent des pays dans lesquels, paradoxalement, les droits des femmes sont les mieux respectés, comme la Finlande, où tous les ans, pour chaque million de Finlandaises, 8,65 femmes sont tuées dans le huis clos domestique, suivie par la Norvège (6,58), le Luxembourg (5,56), le Danemark (5,42) et la Suède (4,59), l’Italie, l’Espagne et l’Irlande occupant les dernières places.
      …3)Les chiffres d’abord. Ils sont terribles. Selon les dernières statistiques ( 1 ), une femme meurt tous les trois jours sous les coups de son compagnon. Et, tous les treize jours, un homme est tué par sa compagne, la moitié de ces meurtrières ayant auparavant subi la violence du conjoint décédé. « Contrairement à ce que l’on croit, assure le sociologue Laurent Mucchielli, on risque plus sa vie dans le huis clos familial que dans la rue. » Chez les pauvres comme chez les riches. Annick Houel, professeur de psychologie sociale, a étudié cinquante dossiers de meurtres conjugaux perpétrés dans la région lyonnaise entre 1983 et 1991. « Les auteurs étaient tous socialement intégrés , explique-t-elle. On trouve de tout, y compris des PDG. Deuxième enseignement, le crime était à chaque fois prévisible . Tous les rapports de police indiquaient “ ça va mal finir” . » Bien avant la tragédie, tous les clignotants étaient au rouge : insultes, menaces, coups. « On aurait pu empêcher que ces femmes soient tuées », constate l’universitaire. Presque toujours, les proches étaient au courant. Mais ils se sont tus ou ont fermé les yeux. Silence, vie privée. L’issue n’est pas toujours fatale. Mais le couple peut se transformer en enfer. Là aussi les chiffres sont impressionnants : chaque année, 500 000 femmes sont agressées physiquement par leur partenaire ( 2 ). Dans 70 % des cas, les enfants sont présents quand leur père bat leur mère. Scènes évidemment traumatisantes. Les violences conjugales ont un « coût » psychologique, mais aussi purement financier. Plus d’un milliard d’euros par an, selon le Centre de Recherches économiques, sociologiques et de Gestion ( Cresge ). Près de 400 millions d’euros partent en frais médicaux ( hospitalisations, consultations, consommation de psychotropes ), 232 millions en frais de justice ( traitement pénal et incarcérations ), 90 millions en frais de logement et prestations sociales ( hébergements d’urgence, lieux d’écoute, aides personnelles au logement ), et plus de 80 millions en perte de revenus, sans oublier 305 millions de « coûts humains » ( les handicapés et les morts ). Certes, des mesures ont été prises. Grâce aux campagnes de sensibilisation, à la radio ou à la télé, le sujet n’est plus tout à fait tabou.
      ( 1 ) Chiffres du ministère de l’Intérieur pour 2006. ( 2 ) Selon l’Enquête nationale sur les Violences envers les Femmes en France ( Enveff ).

    85. …la terza parte si riferisce esclusivamente alle cifre dell’inchiesta effettuata in Francia dal ministero dell’interno. Oggi tale inchiesta è possibile effettuarla ma fino a poco tempo fa (pochi decenni) era un tema tabou.

    86. Non sono per nulla d’accordo con quanto scrivi. I tuoi toni sono classicamente femministi e, per questo, ideologicamente condizionati. Amato ha accomunato ‘siculi’ e ‘pakistani’ in un accostamento che non c’entra un’emerita mazza. A parte che i Siculi sono un popolo vissuto in Sicilia prima della conquista greca, e soltanto per questo bisognerebbe tacciare d’ignoranza il ‘caro’ ministro in questione… Inoltre non vedo come lo stesso ministro possa arrogarsi giudizi ‘antropologici’ su questo tipo di argomenti, visto che non ha le competenze per farlo.

      E non mischiamo maschilismo (o pseudo tale) con questioni che riguardino esclusivamente la Sicilia, perché se in Sicilia esiste un certo tipo di maschilismo, nel resto d’Italia ne esistono altri tipi, come ne esistono altri ancora nel resto del mondo che variano da cultura a cultura, da società a società. Tu stai giudicando uno stereotipo classico dell’uomo siciliano (che, come ogni stereotipo, è falso, come dice l’antropologo Antonino Buttitta) e lo stai ponendo a confronto con la nuova cultura moderna e di massa che non appartiene alla Sicilia: se tu non avessi avuto il termine di paragone che tu coinsideri non-marcato (ovvero quello della cultura moderna di massa), non saresti nemmeno andata a pensare quale comportamento sia giusto o sbagliato nell’uomo siciliano (che, ripeto, tu stai stereotipando).
      Ma vi è un’altra cosa da valutare, ovvero l’intenzione del ministro: la violenza sulla donna (che anche lui, in maniera stereotipizzante, affibia alla cultura generalmente ‘sicula’) è chiaramente connotata negativamente. Quindi, il suo è un chiaro intento accusatorio nei confronti della sicilianità, additandola come la causa di quel determinato male… e sticazzi!

      Amato ha ragione? Ma nemmeno per idea! Anzi, deve rimangiarsi anche la punteggiatura di ciò che ha ignobilmente affermato!

    87. Forse, se Cristiana avesse parlato anche di violenza psicologica sulle donne, il concetto sarebbe stato più chiaro. credo di capire e condividere il suo pensiero: se è purtroppo vero che la violenza sulle donne è un fenomeno non circoscrivibile geograficamente, è pur vero che qui è ancora radicato un atteggiamento di prepotenza maschile, soprattutto nei ceti più bassi. ahimè, la difficoltà di crearsi un’indipendenza economica fa il resto!
      Brava Cristiana, e smettiamola di essere ipocriti!

    88. Cito dalle agenzie:

      La polizia ha denunciato un uomo poiché – secondo la ricostruzione degli agenti – si sarebbe reso responsabile del reato di lesioni gravi.
      I poliziotti sono intervenuti su segnalazione della sala operativa per una lite in famiglia. Giunti sul posto, gli agenti contattavano l’uomo il quale riferiva di aver avuto, poco prima , una lite con la moglie e in un momento di nervi la colpiva con un bastone ferendola al volto e provocando la frattura del setto nasale.
      Nel frattempo la donna, riferiva ai poliziotti di essere in stato interessante, di essere stata picchiata dal marito e che fatti del genere erano molto frequenti.

    89. Perchè Sicilia e Pakistan e non Molise e Zimbawe ? Quali riscontri storici e da quale tesi sarà partito il ministro Amato traendone conclusioni a dire poco sconcertanti ? Avrà voluto fare una battuta comica ma allora mi chiedo, a quale comico si ispira ?
      E’ triste constatare quanta ignoranza e quanti luoghi comuni resistano nelle convinzioni di tanti non siciliani.
      Nella nostra terra, soprattutto nei paesi, il matriarcato domina la vita nelle famiglie, dove da sempre è la donna a gestire,governare,organizzare la vita in famiglia e spesso non per una generica costrizione ma per scelta di vita.
      Ricordiamoci poi, e mi faccio un richiamo da solo, che non si può mai parlare di “donne”, “uomini” e credere che ci siano masse enormi di omologati che si comportano tutti allo stesso modo.
      A San Miniato Alto ci può essere il marito manesco come a Valguarnera Caropepe, ancora non mi capàcito del siculo-pakistano.
      Forse però ne stiamo parlando anche troppo e forse anche perdendo tempo, lasciatemi andare a vastiunàri un poco mia moglie che è una settimana che se la scàpola, sono ancora incerto se usare la currìa o il nerbo di bue ma un amico mio mio pakistano mi ha consigliato da poco….
      Giuànni

    90. Signor Puvglivsi, da uno come Lei è lecito aspettarsi un contributo serio a questa discussione, invece Lei si limita a offendere o a postare agenzie banali, il suo reale intento non si capisce, vuole fare facile sarcasmo o vuole provocare? Nessuno difende le teste di c.z.. siciliane che commettono atti di violenza contro le donne, ma Lei sa quante denunce hanno registrato solo oggi nei commissariati di Nuovayoark solo per violenze in ambito coniugale? 600, come riferito da Gigi. Signor Puvglivsi, lo sa che queste violenze vedono in testa in Europa per questo triste primato i Paesi che godono dello stereotipo dell’emancipazione femminile e del rispetto della donna, cioè i Paesi scandinavi, l’Olanda, la Francia, la Germania,la Gran Bretagna? Anche queste cifre sono riportate nel post di Gigi, Lei puo’ ritrovarle nel sito di Amnesty.
      Lo sa, Signor Puvglivsi, che nei Paesi sopra elencati i crimini sono molto piu’ numerosi nelle classi agiate e crescono maggiormente in base al grado di istruzione piu’ elevato e in base al potere “conferito” ai violenti dal loro ruolo sociale? Come puo’ leggere nel post di Gigi in Olanda il 50% di coloro che commettono atti violenti contro le donne posseggono una laurea, in Francia moltissimi sono impiegati o liberi professionisti integrati bene nella società e convinti di “dovere” esercitare potere sulle donne.
      Francamente, Signor Puvglivsi, mi sorprende la sua attitudine, Lei in altri spazi “rimprovera” ai palermitani di giudicare e comportarsi in modo disfattista, pero’ in questo spazio Lei vuole a tutti i costi screditare, generalizzando superficialmente, il maschio siciliano, prendendo a pretesto qualche fatto di cronaca commesso da qualche testa di c.z.. arretrato che non rappresenta in nessun modo i siciliani.

    91. Tere ha colto casomai il segno. L’indipendenza dal marito persecutore é economica. certo.
      Se una donna ha capacità di automantenersi é libera da possibili ricatti interfamiliari. E’ questa la giusta osservazione per le donne siciliane.
      Non per le pakistane. perché Hana era indipendente econmicamente, ma fu sgozzata cmq. Se vedete le differenze.

    92. Visto che mi pare siamo senza memoria.
      Ecco che cos’era la Sicilia del 1977:
      http://flickr.com/photo_zoom.gne?id=438379038&size=l

    93. Collarella, ho visitato il tuo bel blog, belle foto, pero’ i miei gatti sono piu’ belli! Ecco cosa scrivi:
      1)”Di solito i posti dove questo viene stigmatizzato sono quelli che hanno avuto una precoce scolarizzazione di massa, conseguente laicizzazione e secolarizzazione, e, ancora, un precoce ingresso di massa da parte delle donne nel mondo del lavoro (= indipendenza economica dall’eventuale picchiatore=possibilità di fuga). Di solito causa/conseguenza di questi eventi è la presenza di un movimento femminista a cui viene riconosciuto peso e autorevolezza.”
      -se leggi la lista dei Paesi europei, emancipati, che ho fedelmente riportato non è come dici tu, tra l’altro, per conoscenza diretta ti dico che in Francia la maggior parte delle donne vittime di violenza coniugale lavorano, spesso molte donne vengono molestate nei posti di lavoro, o aggredite mentre rientrano dopo il lavoro nelle loro case, o nei luoghi pubblici, o quando sono fuori casa per svago. E denunciano solo da pochi anni dopo decenni, secoli, di ACCETTAZIONE e PAURE varie.
      2)”Io conosco donne palermitane che divorzierebbero domani da un marito violento, ma che non lo fanno perchè sanno che si troverebbero contro la famiglia propria, oltre che quella di lui.”
      -E’ proprio quello che pensano tutte le donne descritte nelle statistiche dei Paesi evoluti che ho riportato sopra, quelle che sono picchiate davanti ai figli traumatizzati, e che spesso rimangono per i figli.
      3)Mi si vuole dire che il machismo diffuso in Sicilia non esiste più? Mi volete sostenere che una donna in minigonna riesce a passare in mezzo a un crocchio di muratori che consumano la menza birra senza sentirsi dietro qualche commento? (Può sembrare una cosa secondaria, invece è molto indicativa…).”
      -Giuro che non invento nulla, giovedi ero a Place de La Bourse, Parigi, in compagnia di un amico che opera in quel settore, francese, vestito da perfetto uomo d’affari, scarpe ai piedi da 2000€, che io ex ragazzo di borgata palermitana sembravo un povero al cospetto, eravamo seduti al bar sulla piazza e passavano due ragazze “straniere” con i bei posteriori ondulanti, il francese uomo d’affari glieli sbranava, i posteriori, con gli occhi da animale in calore e mi sorrideva malizioso, mentre un gruppo di muratori di fronte fischiava che sembrava di essere allo stadio, è vero che metà dei muratori erano immigrati spagnoli, portoghesi etc., l’altra metà era francese.
      Come vedi il tuo impegno, forse da femminista (perchè no? io sono per la parita assoluta e me ne frego di tutte le definizioni e di tutti i buonismi pro-femmine), ti porta a non voler accettare le statistiche mondiali (pertanto sai leggere, ed è stato scritto in tanti modi) e a caricaturare i clichés del maschio siciliano. E insisti, testardamente per la verita. Citi pure, ovviamente, anche fatti veri, che pero’ non sono la regola assoluta. Se vuoi ti posso inviare nel tuo blog migliaia di articoli di fatti di cronaca, francesi europei e mondiali, di violenze su donne e minori, di reati di pedofilia, attuali o di 30-40 anni fa. Con foto annesse, come fai tu per casi isolati di siciliani tarati.
      P.S. Ribadisco che la stupidaggine dichiarata da Amato nasconde fini loschi. Impossibile che uno come lui non conosca la realtà mondiale e le cattive abitudini di Paesi che godono di stereotipi favorevoli mentre invece sono molto peggio dei siciliani in fatto di violenza su donne e minori.

    94. Che la societa’siciliana non sia esempio di avanguardia sociale purtroppo non e’ una novita’. E su questo punto penso di comprendere le lamentele di Cristiana.
      Non sono solo le donne ad essere sottovalutate o talvolta emarginate o picchiate, la stessa violenza la subiscono anche gli omosessuali oppure tutte le cosiddette categorie deboli.
      Che pero’ un Ministro della Repubblica si permetta di accusare il popolo siciliano di voler esportare una cultura di violenza sulle donne e’ assolutamente inaccettabile. So che alcune associazioni hanno intenzione di querelare Amato ( a proposito interessante il link postato da Gigi)che sicuramente non puo’ continuare a ricoprire la carica di Ministro. Se cio’ avverra’ io, essendo siciliano, non mi sentiro’ piu’ rappresentato da questa repubblica e , per quanto mi riguarda non andro’ piu’ a votare. Sono un elettore di centrosinistra e mai mi sarei aspettato di vedere una simile mentalita’ nello schieramente a cui ho dato la mia fiducia. Sono profondamente deluso, mi sento, al pari dei palestinesi di 10 anni fa’, un cittadino senza stato, succube di una dominazione , quella italiana, che non promuove nessuno sviluppo nella mia terra , ma si limita a continue denigrazioni talvolta gratuite, probabilmente per il raggiungimento di scopi momentaneamente sconosciuti, come sconosciuti lo erano quelli di Amato al tempo di Tangentopoli.

    95. Mah…
      secondo me la Sicilia deve diventare quello che è la Catalonia in Spagna. Non + ne -.

      Autonomia buona e bella sia, devi avere anche la gente capace di gestirla

    96. Mi avete pubblicato un messaggio e poi lo avete cancellato. Cosa c’era che non andava? Ho infranto qualche policy del vostro sito? Se sì, mi piacerebbe conoscerla.

      Cordiali saluti,

      Piermarco Burrafato

    97. Policy dei commenti. La prassi vorrebbe anche che eventuali chiarimenti andrebbero chiesti per e-mail.

    98. Gentili utenti,

      Esiste un’Altra Sicilia, fatta di qualcosa come 10 milioni di Siciliani della diaspora sparsi per il mondo.

      In questi giorni, questa Altra Sicilia sta facendo sentire forte la sua voce, protestando con veemenza all’indirizzo del ministro Amato e delle sue incaute dichiarazioni.

      Chi fosse interessato, può trovare informazioni su:

      http://www.laltrasicilia.org

    99. Ministro Amato,

      Tutti gli italocanadesi sono praticamente rimasti esterrefatti dalle sue gratuite dichiarazioni sulle tradizioni siciliane in occasione di un convegno sull’integrazione in cui lei ha detto che: “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. E’ una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario”.

      La sua giustificazione, in relazione alla dichiarazione di cui sopra, nella quale ci indica che si riferiva a un certo passato, non è né logica né ha senso: se ogni popolo dovesse riflettere su quanto esiste di negativo in ciascuna cultura potremmo avere tutti gli ingredienti per un’anarchia spregiudicata e un razzismo senza confini.

      Lei saprà – forse meglio di molti – che la Sicilia vanta di un passato storico non indifferente; all’ombra dell’Etna si sono annoverate vicende storiche tra le più importanti della storia occidentale, dai tempi della Magna Grecia fino al nostro Rinascimento. I siciliani con le loro opere in tutti i campi si sono distinti per valore, cultura e arte. E lei, impunemente, si permette di soffermarsi su pregiudizi ormai per fortuna sorpassati, che non hanno nessun valore rispetto agli obiettivi del convegno al quale lei ha partecipato.

      In Canada siamo ben coscienti di vivere con diverse comunità di varie religioni e di varie culture; il dialogo positivo non si intreccia con pregiudizi e con affermazioni che prendono di mira usi e costumi che non rappresentano e che non hanno mai rappresentato un popolo.

      In qualità di Presidente del Congresso Nazionale Italocanadese (Regione Québec), e anche a nome della federazione siciliana del Québec che fieramente rappresento, mi sento personalmente e collettivamente offeso dalle sue dichiarazioni. Un ministro della Repubblica Italiana, con un curriculum eminente come il suo, con un compito importante in un dicastero chiave dell’amministrazione italiana, dovrebbe riflettere qualche minuto in piú prima di proferire certe dichiarazioni inutili e offensive.

      Gli Italiani d’oltreoceano da anni combattono i pregiudizi e le discriminazioni con il loro esempio, con la loro industriosità e con il loro saper fare in tutti i campi e ceti sociali; non hanno certo bisogno di un ministro italiano che ricordi loro i pregiudizi negativi e gli stereotipi a cui devono far fronte.
      Una persona del suo rango, con delle responsibilità non indifferenti, dovrebbere prendere atto delle dichiarazioni che ha fatto e agire di conseguenza in maniera matura e responsabile… lasciamo a lei le conclusioni e le decisioni.

      ANTONIO SCIASCIA
      Presidente Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi
      Federazione Siciliana del Québec C.S.N.A.

    100. Lo sapevate che mentre il 51% degli italiani non andrà in vacanza questa estate (-15%), la busta paga dei deputati è destinata a lievitare prima dell’estate; Questa è la netta dimostrazione del fatto che questa classe politica non rappresenti più la maggior parte degli elettori e più in generale il popolo italiano che li vede solo come degli inetti vampiri cleptomani. L’aumento c’è già, nero su bianco, alla voce indennità nella bozza del bilancio di previsione per il 2007. L’hanno preparata i Questori della Camera, pronta per l’approvazione il 16 luglio, in tempo per la sospensione dei lavori. Si tratta di un esborso di 2,5 milioni di euro in più rispetto al bilancio dell’anno scorso. Si passerà così da una spesa complessiva di 92 milioni e 30mila euro nel 2006 ai 94 milioni e 580mila messi a bilancio per il 2007. Lo Stato pagherà quindi il lavoro d’aula degli “onorevoli” il 2,77% in più. Ovvero ognuno dei 630 membri della camera riceverà 4.000 euro in più ogni anno. Si calcoli che lo stipendio attuale ammonta a 15.000 euro circa al mese (5486€ di indennità + 4000 € di rimborso spese per il soggiorno a Roma + 4190€ per le spese di rappresentanza + 3300€ ogni tre mesi per trasferimenti da/a aeroporti se dista a più di 100 km + 3100€ all’anno per spese telefoniche.

    101. sono perfettamente d’accordo con Cristiana.
      l’unica cosa che mi disturba dell’esternazione di Amato è l’uso della parola “tradizione” che in generale ha un’accezione positiva, indicando quindi un’usanza da conservare e perpetuare.
      avrebbe dovuto scegliere un termine più appropriato, connotando al negativo il concetto espresso.

      mi permetto di segnalare questo illuminante articolo:
      http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/persone/paese-veline/doppia-laurea/doppia-laurea.html

    102. e comunque, leggete anche questo se vi va:

      Michele Serra: Donne, la gaffe di Amato sui “siculo-pachistani”
      Tratto da “la Repubblica”, 12 luglio 2007

      Come nelle vecchie barzellette (“ci sono un tedesco, un inglese, un francese e un italiano…”), anche nel costume politico si sta diffondendo il pessimo vizio di ragionare per etnie, o meglio per bozzetti etnico-nazionali. È un segno, non positivo, di contaminazione “dal basso” di pensieri e parole che dovrebbero volare alto.
      Ciò che Gino Bramieri (re dei barzellettieri) poteva magistralmente dire sotto i riflettori e tra le paillettes, diventa imbarazzante e grossolano se pronunciato in un convegno o in Parlamento.
      Spiace, dunque, che al ministro Giuliano Amato, che parlava in veste e in sede ufficiale, sia sfuggita di bocca una di quelle battute (“picchiare le donne è un’abitudine siculo-pachistana”) che siamo rassegnati a udire nei paraggi di Borghezio e di Bossi, laddove la caricatura razziale è la regola. Spiace soprattutto perché, per come funziona il rapporto perverso tra politica e media, ora quella infelice battuta farà ombra a un discorso che era invece importante e utile: Amato intendeva smascherare le equivoche sembianze “religiose” che vengono attribuite a usanze atroci che sono, invece, squisitamente umane. E non provengono da alcun Verbo, semmai dalle viscere arcaiche di molte culture, non solo “pachistane” e non solo “sicule”.
      Proprio perché la materia è rovente, e proprio perché esiste una vulgata popolare che tende a scaricare sulle spalle “degli altri” (altri popoli, altre religioni) la colpa della violenza e il male dell’arretratezza, sarebbe fondamentale evitare in toto le semplificazioni razziali e nazionali. L’idea che il corpo femminile sia proprietà del maschio (il patriarca, il marito, i fratelli, il capotribù o il capofamiglia) è in piena attività a moltissime latitudini e longitudini: così tante che diventa molto difficile limitare a poche aree reiette la violenza sulle donne.
      Quello che Amato voleva dire e ha detto – al netto della sua battuta siculo-pachistana – aiuta per esempio a non dimenticare da quali spelonche etiche, e da quali chiusure mentali, se ne è appena uscita buona parte del Primo Mondo. Non la Sicilia, ma l’Italia intera, comprese vaste zone del Nord, fino a una generazione fa (pochi secondi fa, in termini storici) conosceva e praticava i matrimoni combinati, laddove la conservazione della Roba prevaleva largamente su quell’invenzione moderna che è l’amore liberamente praticato. Erano gli anni Sessanta quando la “sicula” Franca Viola rifiutò le “nozze riparatrici” con il suo rapitore (spesso eufemismo di stupratore), sfidando l’opinione pubblica di mezzo Paese, riempiendo i telegiornali nazionali di un dibattito niente affatto scontato, da una parte l’autodeterminazione delle donne, dall’altro le leggi “d’onore”, il predominio maschile, i tabù di paese, e neanche mezza gerarchia (men che meno ecclesiastica) che fosse decisamente impegnata a ribaltare il tavolo (marcio) del familismo patriarcale. Era l’Italia senza il divorzio, con gli adulteri (Fausto Coppi) additati a vista dalla stampa popolare, Mina circonfusa di scandalo per avere avuto un figlio fuori dal matrimonio (e quella gran donna, per fortuna, se ne fregava), era l’Italia delle mammane che sventravano le ragazze incinte terrorizzate dalla vergogna e spesso schifate dai genitori.
      E quanto all’Italia di oggi (all’Occidente di oggi…), in quanti delitti familiari pesa ancora l’idea che moglie e figli debbano soccombere insieme al Maschio Alfa, il cui cedimento strutturale porta nella tomba anche quell’umanità accessoria che sono i membri della sua famiglia?
      Che peccato che tutto questo enorme sommerso, questa memoria dimenticata, questa coscienza di quanta illiberalità ci sia stata (e in parte sussista) anche nelle società di cultura cattolica, non siano diventati coscienza utile a farci capire quanto siano a noi familiari lo strazio e la soggezione di tante donne (e uomini) di altri paesi, che si dibattono sotto il giogo tribale o patriarcale, maledette da un clero che ammanta di “leggi di Dio” il terrore maschile delle donne, dell’eros, della libertà personale che fa traballare le fondamenta feroci di tutti i codici arcaici. Che peccato che Amato, dimenticando quanto siano prensili le orecchie dei media quando c’è da montare un bel titolo polemico, si sia immolato a una sua sola frase: attirandosi il comprensibile risentimento delle modernissime sicule Finocchiaro e Prestigiacomo. Avere ragione rischiando il torto è uno dei pericoli della dialettica politica.

    103. Ci pensa Michele Serra a soccorrere Amato.

      Peccato che come tutti gli intellettuali di una certa Sinistra italiana, Serra si contraddica palesemente. Infatti da un lato riconosce all’umanità e non alla “religione” l’origine di certe sembianze atroci: “Amato intendeva smascherare le equivoche sembianze “religiose” che vengono attribuite a usanze atroci che sono, invece, squisitamente umane. E non provengono da alcun Verbo, semmai dalle viscere arcaiche di molte culture, non solo “pachistane” e non solo “sicule”.”

      Poi però scivola, rivelando la solita natura anti-cattolica di buona parte dell’intelligentia italiana, quando diceo che tante donne “[…] si dibattono sotto il giogo tribale o patriarcale, maledette da un clero che ammanta di “leggi di Dio” il terrore maschile delle donne, dell’eros, della libertà personale che fa traballare le fondamenta feroci di tutti i codici arcaici.”

      Notare come Serra sia vago sul clero, non dice chiaramente “clero cattolico” ma lo fa intendere quando parla di “quanta illiberalità ci sia stata (e in parte sussista) anche nelle società di cultura cattolica” (sic!).

      C’è poco da fare: il razzismo anti-cattolico e il razzismo anti-meridionale scorrono insieme nelle vene dei cosiddetti intellettuali italiani!

    104. “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. E’ una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario”. Boom! Ma che bella minchiata! Giuliano Amato non usa essere politicamente corretto con i Siciliani? Bene! Non lo saremo nemmeno noi.

      Sembra proprio che questo nano politico, cresciuto – si fa per dire – all’ombra di Bettino Craxi, abbia preso di mira la Sicilia e i Siciliani. Prima la trovata che in Sicilia non si possono aprire casinò in quanto c’è la mafia che potrebbe usarli per riciclarvi il danaro sporco (come se la mafia non usasse già i casinò del centro-nord a tale scopo, ndr). Ora si mette a coniare neologismi quali la presunta “tradizione siculo-pakistana” che autorizzerebbe un uomo a picchiare una donna! Le cose sono due: o ci è o ci fa! Qualunque sia la verità, una persona così non può rivestire la carica di Ministro della Repubblica Italiana. Ha offeso quindici milioni di Siciliani che vivono in Sicilia e nel resto del mondo ed il Popolo Pakistano!

      Questa orrenda forma di razzismo deve finire!

      Facile scagliarsi contro i più deboli. Perché questo siamo, politicamente parlando, noi Siciliani. Chi infatti dovrebbe difenderci come Popolo, e cioè i nostri deputati in Parlamento, si limitano a tiepide quanto ipocrite reazioni.

      Anna Finocchiaro, molto diplomatica e attenta a non scomodare troppo il suo collega di coalizione – nonché fratello nelle comuni origini marxiste – si limita a dire: “Dico solo che la violenza sulle donne è purtroppo una tradizione di tutti i maschi del mondo contro tutte le donne del mondo, senza distinzione di confini geografici o religiosi”.

      Rino Piscitello, deputato siracusano della Margherita, é ancora più farisaico: “anche un dotto può dire una sciocchezza. Anche in un discorso animato dalle migliori intenzioni possono venir fuori i peggiori stereotipi e pregiudizi. Sono certo che Giuliano Amato correggerà le sue affermazioni e si scuserà con i siciliani”.

      Angelino Alfano, coordinatore siciliano di Forza Italia, dubbioso sulla vera natura dei Siciliani, chiede il conforto di amici e parenti: “Non comprendo come mai il ministro Amato, peraltro di origini siciliane, abbia potuto asserire affermazioni così abnormi. Questi violenti costumi non sono mai esistiti. Non soddisfatto della mia memoria, ho chiesto subito informazioni ai miei genitori, ai loro amici e persino a mia nonna. A nessuno risulta che, in Sicilia, fosse costume abituale picchiare la donna. Amato non può non saperlo! Chieda immediatamente scusa”.

      Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’Autonomia usa parole più pesanti ma non chiede né le scuse né le dimissioni: “Ho difficoltà a credere che un uomo di cultura, per di più ministro di un governo della Repubblica Italiana, si sia lasciato andare a dichiarazioni così infamanti per il popolo siciliano di stampo nettamente razzista. Dal Viminale aspettiamo, a stretto giro, una rettifica e un chiarimento”. Altro che chiarimento: urgono le dimissioni! Amato non potrà mai rettificare o chiarire una offesa di per sé tanto chiara quanto gratuitamente razzista.

      Scuse e dimissioni subito!

      L’Altra Sicilia invita tutti i Siciliani nel mondo – nonché tutti i non siciliani amanti della Sicilia e della mitezza del Popolo Siciliano – a inviare una lettera di protesta all’indirizzo di posta elettronica del ministro Giuliano Amato e per conoscenza agli indirizzi di posta elettronica dei principali peones siciliani affinché l’onorabilità di tutti i Siciliani del mondo sia salvaguardata e ristabilita attraverso le dimissioni del ministro.

      GIULIANO AMATO: amato_gln@camera.it,
      Bxl,12 giugnettu 2007
      per la Sicilia, solo per amore della Sicilia

    105. @piermarco: che mi dici della sentanza USA, di cui NON si è parlato nei TG italiani, del risarcimento della chiesa cattolica di 600milioni di dollari per pedofilia?

    106. dobbiamo tutti riflettere su una frase che è in fondo assolutamente veritiera.
      in effetti picchiare le donne in sicilia è un’usanza radicata nella cultura come il panino con la milza.
      infatti, bisogna ammettere che tutti noi abbiamo picchiato una donna almeno una volta nella vita.
      io poi ne picchio in continuazione. mi da un senso di partecipazione alla comunità. mi fa sentire ben accetto dagli altri. ho conosciuto un tizio che non aveva mai picchiato una donna ed è stato isolato ed emarginato fin quando non ha massacrato la sua fidanzata. adesso è stato eletto.. forse lo fanno ministro dell’interno nel prossimo governo.
      mah!
      ma poi ogni bbuoata ca c’è i parrari mali ri m’palieimmu pari ca facissiru a gara.
      e il primo ad arrivare trova sempre qualcuno qui che lo accoglie a braccia aperte!

    107. razzismo anti-cattolico?
      michele serra vago sul clero?

      continuiamo così… facciamoci del male.
      riflettere sulle cose, sulle parole, sui significati è un’esercizio – e dovrebbe essere un modo di affrontare ogni evento nella propria vita – che costa grande fatica e molto impegno, sia in termini di conoscenza e informazione che in termini di esposizione e posizione assunta.
      ci sono delle cose che sono OBIETTIVAMENTE in un certo modo, non dipendono dal punto di vista.
      l’atteggiamento del mondo maschile verso quello femminile in generale è quello descritto da cristiana e dalla lettrice che risponde su repubblica.it al giornalista inglese che sostiene che il italia la donna è identificata con la velina.
      e se permettete non credo che un uomo possa avere una conoscenza sufficientemente completa sull’argomento, principalmente perchè non lo ha mai vissuto in prima persona.
      poi può essere un uomo particolarmente sensibile, aperto, maturo, saggio eccetera, ma gli mancherà sempre il fatto di essere una donna che vive su di sè quotidianamente certe situazioni.
      senza arroccarmi su posizioni vetero-femministe. solo esperienza.
      e amato ha espresso in maniera decisamente sbagliata un concetto comunque rispondente al vero.
      punto di vista personale, ovviamente…

    108. daniela123… che manitù ti benedica… (Giusto per restare nell’alveo dei pregiudizi anticattolici 😀 )

    109. Per un po’ perplesso: non sono l’avvocato della Chiesa Cattolica. Quindi non capisco cosa dovrei dirti. Se proprio ci tieni, mi posso limitare a fare una modesta osservazione: non mi risulta che il potere politico abbia mai risarcito nessuno per il maltolto o per il male causato a intere popolazioni.

    110. I servizi segreti sarebbero dietro la strage di via D’Amelio, e ancora c’è chi a Palermo dà il proprio consenso a questo Stato?! Leggasi illuminante articolo.

    111. Egregi tutti, Vi posto il link di un interessante articolo apparso oggi su repubblica.it, che rende l’uscita di Amato ancora più ridicola. Con buona pace della “tradizione siculo-pakistana”.
      Saluti leonini.

      http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/donne-violenza/donne-violenza/donne-violenza.html

    112. Il Leone, grazie per aver postato questo interessantissimo articolo de La Repubblica.

      Grandioso il passaggio in cui si dice che in Europa “[…] i delitti nei confronti delle donne all’interno della famiglia riguardano 5,84 donne su un milione; […] il numero più elevato si riscontra nei paesi del Nord, soprattutto a causa dell’abuso di alcol durante i fine settimana.”

      Forse Amato, e con esso tutti i suoi tifosi siciliani (anche di questo forum), prima di parlar male della propria terra, e dei propri conterranei, farebbero bene a guardare cosa succede REALMENTE nel mondo, e non solo in Sicilia o in Pakistan.

      Amato l’ha sparata grossa! E che ci siano Siciliani che lo difendono dimostra solo quanto siamo un popolo di sado-masochisti, pronti a farci del male e a farci calpestare da chicchessìa.

    113. Qualsiasi persona che abbia un minimo di cultura e di conoscenza sulle tradizioni sicule o siciliane (anche precedenti agli anni ’70) sa benissimo che il ministro (sic!) Amato ha detto una vera e propria Minchiata.

      Il problema non è questo.

      Il problema che emerge è un altro: esiste una parte, per fortuna minoritaria ma, comunque, consistente, del Popolo Siciliano che è disponibile ad essere oltraggiata, insultata con frasi e affermazioni palesemente false alle quali cala anche la testa, sostenendone la loro veridicità.

      E’ interessante questo fenomeno, che andrebbe meglio analizzato. Quali le cause che determinano questo masochismo apparente senza senso?

      Ha giocato un ruolo in esso la campagna mediatica (libri, cinema, tv e anche giornali) anti-siciliana? Ed il rapporto Italia-Sicilia? L’opera colonizzatrice (a cominciare dagli aspetti linguistici, con l’estirpazione della parlata siciliana) ha potuto provocare anche questo?

      La povera Cristiana, a mio parere, è solo una vittima di questa situazione.
      Le auguro un giorno di potersi liberare da questa orribile tendenza ad autodenigrare la propria cultura; quel giorno scriverà sulla violenza alle donne le stesse condivisibili cose che ha scritto nel suo pezzo ma dirà chiaramente che non è peculiarità siciliana picchiare le donne; perchè è questa la realtà.

    114. COMUNICATO STAMPA
      Denunciato il Ministro Amato

      Ieri, 31 luglio 2007, l’Osservatorio Permamente per la tutela dell’immagine della Sicilia, il P.A.S (Partito Autonomista Siciliano), L’Altra Sicilia, il M.I.S (Movimento Indipendentista Siciliano), l’Associazione Voràs Zancle, l’Unione Siciliana, ed altri soggetti siciliani individuali e collettivi, hanno depositato querela nei confronti del Ministro Giuliano Amato per le gravi e non ritrattate affermazioni in merito alle presunte tradizioni siciliane di maltrattamento delle donne.
      Tale querela è stata presentata simultaneamente in diverse Procure tra le quali Catania, Palermo, Messina, Marsala, Siracusa nonchè alla Stazione CC di Santa Venerina di Catania, ed altre ne seguiranno nei prossimi giorni da associazioni e singoli cittadini che ne hanno già dato notizia.
      I reati commessi dai ministri della Repubblica non valgono di meno di quelli commessi dai comuni cittadini, anzi, semmai, forse sono anche più gravi.
      Le associazioni ed i movimenti querelanti sono pronti a ritirare le denunce a condizione che il signor Amato Giuliano venga in Sicilia ed indica una conferenza stampa per porgere scuse ufficiali al popolo Siciliano.
      Si prega di dare la massima diffusione al presente comunicato.

      Osservatorio Permanente per la tutela dell’immagine della Sicilia
      Partito Autonomista Siciliano
      Movimento Indipendentista Siciliano
      L’Altra Sicilia
      Associazione Voràs Zancle
      Unione Siciliana

      POC Santoro Michele – 335 8179082

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